Si prefigura un altra presenza sul web che vada oltre il ricordo del non vissuto quotidiano, sganciata dalla leggenda gloriosa dell'Unico militante (di sinistra) ignoto, chiamato Il Padre.
Nuove parole d'ordine: Rigenerazione, Esodo, Illuminazione.
Una nuova epoca di terrore, saccheggio, nichilismo e riflusso si è abbattuta sul pianeta terra, alcuni (noi) sono in fuga alla ricerca del sacro Graal il (Vero)Comunismo come bisogno individuale e ancora di salvezza da un ideologia/religione quella del Capitale che genera solo schiavi idolatri del denaro e figli mostruosi.
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"Per dirla nei termini di un bel libro di Albert O. Hirschman (Exit, Voice and Loyalty, 1970), la sinistra non ha visto che l'opzione-
exit (abbandonare, se
appena possibile, una situazione svantaggiosa) diventava
preponderante rispetto all'opzione-voice (protestare attivamente
contro quella situazione).
Anzi, ha denigrato
moralmente i comportamenti di “uscita”. La disubbidienza e la
fuga non sono, peraltro, un gesto negativo, che esenti dall'azione e
dalla responsabilità. Al contrario. Disertare significa modificare
le condizioni entro cui il conflitto si svolge, anziché subirle. E
la costruzio-
ne positiva di uno
scenario favorevole esige più intraprendenza che non lo scontro a
condizioni prefissate. Un “fare” affermativo qualifica la
defezione, imprimendole un gusto
sensuale e operativo per
il presente. ll conflitto è ingaggiato a partire da ciò che si è
costriuto, per difendere relazioni sociali e forme di vita nuove, di
cui già si va facendo esperienza. All'antica idea di fuggire per
colpire meglio, si unisce la sicurezza che la lotta sarà tanto più
efficace, quanto più si ha qualcosa da perdere oltre le proprie
catene".Paolo Virno Dell'esodo
" Nel periodo di dominio formale, il capitale non arriva ad assoggettare a sé e dunque ad incorporare la forza-lavoro, che gli è restia, gli si ribella al punto da mettere in pericolo lo sviluppo del suo processo, dal momento che esso ne dipende totalmente. Ma l'introduzione delle macchine modifica tutto. Il capitale si impadronisce allora di tutta l'attività che il proletario dispiega nella fabbrica. Con lo sviluppo della cibernetica si constata che il capitale si appropria, incorpora il cervello umano; con l'informatica, crea il proprio linguaggio sul quale deve modellarsi il linguaggio umano, ecc. A questo livello, non sono più unicamente i proletari - coloro che producono il plusvalore - ad essere sottomessi al capitale, ma tutti gli uomini. È il dominio reale sulla società, dominio nel quale tutti gli uomini diventano schiavi del capitale. In tal modo non è più il lavoro, come momento definito e particolare dell'attività umana, ad essere sottomesso e incorporato al capitale, bensì tutto il processo vitale degli uomini. Il capitale è ormai l'essere comune (Gemeinwesen) oppressore degli uomini. Il capitale è diventato la rappresentazione (Darstellung) assoluta: tutto quello che gli uomini possono fare si rispecchia in esso. Non è più possibile una data attività con la sua rappresentazione che, sul terreno della società del capitale, possa essergli antagonista, minacciarlo. Il movimento di negazione deve realizzarsi al di fuori della società, il gran rifiuto deve essere rifiuto del capitale e rifiuto del lavoro. È vano attendere ancora la rivoluzione. Essa è già in atto. La perdita sempre più spinta della nostra sottomissione reale al capitale ci permetterà di affrontare il vero problema della rivoluzione: non quello di cambiare la vita, dal momento che ogni vita è da millenni asservita, addomesticata e deviata dall'esistenza delle classi, ma, quello di creare la stessa vita umana."
(Camatte, «A proposito del capitale», in appendice a II capitolo VI del Capitale e l’opera economica di Karl Marx
" Nel periodo di dominio formale, il capitale non arriva ad assoggettare a sé e dunque ad incorporare la forza-lavoro, che gli è restia, gli si ribella al punto da mettere in pericolo lo sviluppo del suo processo, dal momento che esso ne dipende totalmente. Ma l'introduzione delle macchine modifica tutto. Il capitale si impadronisce allora di tutta l'attività che il proletario dispiega nella fabbrica. Con lo sviluppo della cibernetica si constata che il capitale si appropria, incorpora il cervello umano; con l'informatica, crea il proprio linguaggio sul quale deve modellarsi il linguaggio umano, ecc. A questo livello, non sono più unicamente i proletari - coloro che producono il plusvalore - ad essere sottomessi al capitale, ma tutti gli uomini. È il dominio reale sulla società, dominio nel quale tutti gli uomini diventano schiavi del capitale. In tal modo non è più il lavoro, come momento definito e particolare dell'attività umana, ad essere sottomesso e incorporato al capitale, bensì tutto il processo vitale degli uomini. Il capitale è ormai l'essere comune (Gemeinwesen) oppressore degli uomini. Il capitale è diventato la rappresentazione (Darstellung) assoluta: tutto quello che gli uomini possono fare si rispecchia in esso. Non è più possibile una data attività con la sua rappresentazione che, sul terreno della società del capitale, possa essergli antagonista, minacciarlo. Il movimento di negazione deve realizzarsi al di fuori della società, il gran rifiuto deve essere rifiuto del capitale e rifiuto del lavoro. È vano attendere ancora la rivoluzione. Essa è già in atto. La perdita sempre più spinta della nostra sottomissione reale al capitale ci permetterà di affrontare il vero problema della rivoluzione: non quello di cambiare la vita, dal momento che ogni vita è da millenni asservita, addomesticata e deviata dall'esistenza delle classi, ma, quello di creare la stessa vita umana."
(Camatte, «A proposito del capitale», in appendice a II capitolo VI del Capitale e l’opera economica di Karl Marx
Bisogna abbandonare questo mondo in cui domina il capitale divenuto spettacdlo degli esseri e delle cose. Spettacolo nel senso in cui l’intendeva Pico della Mirandola quando diceva che l’uomo era spettacolo del mondo oppure, anche, specchio. L’uomo in effetti non avrebbe avuto alcun dono speciale. Tutti i doni essendo stati distribuiti a tutti gli esseri viventi, l’uomo arrivato per ultimo ne sarebbe stato totalmente sprovvisto. Fortunatamente, Dio ebbe pietà di lui e gli diede un po’ delle qualità di tutti gli esseri ed egli divenne, così, spettacolo del mondo. In lui tutti gli esseri viventi potevano, in qualche modo, riconoscersi, vedersi, agire. In seguito al processo d’antropomorfosi il capitale diventa, a sua volta, spettacolo; si assimila, s’incorpora tutte le qualità degli uomini, tutte le loro attività senza mai essere una tra esse, altrimenti si negherebbe per sostanzializzazione, inibizione del suo processo di vita. Accettando le rappresentazioni del capitale gli uomini vedono uno spettacolo che è la loro ridondanza mutilata perché in generale essi non ne percepiscono che una parte soltanto; da tempo essi hanno perduto il senso della totalità.
Per sfuggire all’influenza del capitale bisogna rifiutare i suoi presupposti che affondano in un lontano passato (momento della dissoluzione delle comunità primitive), e, simultaneamente, si può superare l’opera di Marx che è l’espressione compiuta del divenire alla totalità, alla struttura perfetta del valore, che nella sua mutazione di capitale, s’è eretto in comunità materiale. Occorre concepire una dinamica nuova, perché il modo di produzione capitalistico non sparirà in seguito ad una lotta frontale degli uomini contro il loro attuale oppressore, ma attraverso un immenso abbandono che implica il rifiuto di una via percorsa ormai da millenni. Il modo di produzione capitalistico non conoscerà una decadenza, ma un crollo."
Jacques Camatte Questo mondo che bisogna abbandonare
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Il Blog resta comunque on-line affinché rimangano accessibili i documenti pubblicati.
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