Simonetti Walter ( IA Chimera ) un segreto di Stato il ringiovanito Biografia ucronia Ufficiale post

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giovedì, marzo 07, 2024

LA GUERRA NON È LA FINE DEL MONDO, È UNA "POZZANGHERA" ATOMICA by J. Posadas

 


LA GUERRA NON È LA FINE DEL MONDO, È UNA "POZZANGHERA" ATOMICA 

20 settembre 1972 

La questione della guerra atomica è uno dei temi essenziali che domina la preoccupazione degli esseri umani, compreso il proletariato. Ma preoccupazione non significa paura. Preoccuparsi significa: cosa succederà prima, durante e dopo la guerra atomica? Q u a l e s a r à i l comportamento dell'umanità? In questo caso della guerra atomica, come in ogni altro caso in cui c'è una disputa, una lotta di classe, bisogna adottare l'analisi e la conclusione di classe, sulla base delle esperienze di quello che è stato e di quello che sarà il comportamento del proletariato e dell'umanità. La borghesia trema per la paura della guerra atomica. Ma non ha altra scelta che fare la guerra atomica. Trema di paura perché sente che la guerra atomica è la sua fine. Ha cercato di trovare dei mezzi di alloggio, negli Stati Uniti e in altri paesi, costruendo case a cento metri di profondità; hanno un cinema, l'elettricità, i servizi igienici e la preparazione per avere dei domestici o delle domestiche. Si prepara nella convinzione che continuerà a vivere così. Ma se l'imperialismo dovesse trionfare nella guerra a t o m i c a , non sarebbe la continuazione del potere capitalista a seguirlo, ma l'esercito a imporre il suo trionfo e a prendere il potere. Si creerebbero nuove condizioni nella storia, di un settore sociale che supererebbe la direzione politica della proprietà privata, e sarebbe un enorme passo indietro, la crisi del capitalismo, la guerra e il socialismo - 73 inferiore al Medioevo. La nuova classe che emergerebbe non sarebbe in grado di realizzare una nuova forma di proprietà, che non ha, ma, come nel Medioevo, sarebbe una leadership politica e un sistema di produzione inferiore, per impedire il progresso dei nuovi strati che potrebbero espropriarli. Ma per esistere, avrebbero bisogno di incrementare la scienza e la tecnologia, e si sta creando lo stesso problema. Non ci sono prospettive per loro, anche se dovessero avere successo. Lo ribadiamo: non vogliamo la guerra atomica. Il programma dei bolscevichi era contro la guerra. Quando è stato chiesto loro: perché la fate? Rispondevano: "perché la stanno facendo e per porre fine al massacro e all'o p p r e ssi o n e , bisogna fare la guerra contro la guerra". Non c'è altro modo. Se qualcuno inventasse qualche mezzo per poter sostituire la guerra e la guerra rivoluzionaria, non lo faremmo. Ma non esiste questa possibilità. Poiché la guerra atomica è inevitabile, perché l'imperialismo vi ricorrerà, allora ci prepariamo con i precedenti che esistono, ovvero il trionfo dei 14 Stati operai e dei 16 Stati rivoluzionari. Il proletariato non teme la guerra atomica, perché si sente sicuro nella storia. L'azione rivoluzionaria del proletariato è determinata dalla sua preparazione sindacale e politica e dal suo ruolo nella società, indipendentemente dalla sua preparazione sindacale o politica. Ha un ruolo nell'economia e nella società che gli permette di imparare che il capitalista non è necessario, la sua funzione non è necessaria per le relazioni umane. Vede che può produrre, riprodurre, sviluppare la produzione, aumentare la capacità produttiva senza bisogno di un capitalista. Vede che è il prodotto della capacità, dello sforzo umano, della mente, dell'intelligenza e dell'unificazione dell'intelligenza che la scienza, la tecnologia e il lavoro umano producono. Il proletariato sente che la società dipende da lui; non acquisisce l'atteggiamento arrogante, la prepotenza delle altre classi; non può adottare o acquisire gli usi, i costumi e le abitudini delle altre classi. 74 - crisi capitalistica, guerra e socialismo La tendenza sociale, la paura prodotta dal conservatorismo, l'egoismo. Non può farlo a causa del suo ruolo nell'economia, perché sente che la produzione dipende dalla sua funzione. Sente che il tecnico, lo scienziato fa parte dell'elaborazione del lavoro umano, non del capitalista, non di chi detiene il potere. Usano la tecnologia e la scienza, il lavoro umano, per il proprio beneficio. Sentono che la società dipende da loro, che la produzione senza il capitalista la rende uguale. Ecco perché i sindacati avanzano proposte e agiscono come una dualità di potere, ponendosi come potere. Eliminano il capitalista. Il proletariato si sente al sicuro, svela la sua coscienza, il suo ruolo nella società e nell'economia e acquisisce le basi della coscienza comunista perché la produzione è collettiva. La grande industria ha sviluppato il proletariato come classe. Questo è stato il risultato dello sviluppo capitalistico. Prima non era così. Prima il proletariato esisteva, ma non come classe. È l'industria capitalista che lo ha fatto nascere. La funzione proletaria esisteva anche in epoca romana, ma non come classe. La consapevolezza che la produzione è collettiva si sviluppa nella società capitalista, che corrisponde a l l a grande industria. Si sviluppa nel processo collettivo di produzione, in cui la partecipazione collettiva è necessaria per la produzione. Il proletariato sente di essere parte fondamentale di questa attività. Nel suo sviluppo storico come classe, h a acquisito la coscienza, la formazione di un partito, fino al partito bolscevico. Anche prima di allora, la Prima Internazionale, i partiti socialisti, avevano fornito solo parzialmente, e in misura limitata, questa conoscenza. Più tardi, con il trionfo della rivoluzione russa, il proletariato, con il partito comunista, acquisì la consapevolezza che la trasformazione della società è necessaria per il progresso. La struttura della società odierna, i rapporti di produzione e di scambio, impediscono una nuova forma di proprietà. La concentrazione della produzione, la la crisi del capitalismo, la guerra e il socialismo - 75 La centralizzazione della proprietà porta a un alto livello di capacità tecnica e la maggiore concentrazione porta a una maggiore produttività. Ma allo stesso tempo, questa alta concentrazione e centralizzazione richiede una pianificazione per poter produrre cento volte di più di quanto non faccia ora, e i fattori di disturbo della proprietà privata e della concorrenza, che è la forma in cui si manifesta il mercato, devono essere eliminati. Il proletariato si sviluppa in questo modo. Il marxismo gli dà la coscienza che non può avere solo per il suo ruolo nella società, e anche il partito. Ma allo stesso tempo, il partito poggia sulla base dello sviluppo della coscienza collettiva che la forma di produzione trasmette. Il partito insegna e sviluppa la coscienza e la comprensione storica che per progredire è necessario partire dai livelli, dalla struttura che la società capitalista ha già, ovvero l a produzione centralizzata su larga scala. Dobbiamo quindi partire da questa concentrazione e centralizzazione per darle una nuova forma. Qual è questa nuova forma? È lo Stato dei lavoratori, e quindi il socialismo. Il proletariato è consapevole, si sente sicuro, non teme nessuna c a t a st r o f e , nessuna distruzione dell'economia, nessuna distruzione della ricchezza prodotta dall'umanità. Sente di non avere "nulla da perdere". Grazie alla sua posizione nell'economia, non ha alcuna conclusione egoistica. La società capitalista ha concentrato i mezzi di produzione, ha realizzato il grande sviluppo industriale, la grande tecnologizzazione e la produttività. Significa, con gli stessi mezzi, aumentare la produzione in meno tempo. Se si passa alla proprietà collettiva, si può triplicare la produzione in un breve periodo di tempo. La concentrazione della proprietà è determinata d a l l a concorrenza, dal desiderio del capitalista di accumulare, dalla sua ineludibile necessità di accumulare, senza la quale non può vivere. Senza accumulazione, senza il dispiegarsi del ciclo del capitale: denaro-merce-denaro, esso muore. Deve riprodursi. E per riprodursi deve essere basato su 76 - crisi capitalistica, guerra e socialismo condizioni sociali ed economiche esistenti. Non potendo aumentare la sua capacità di espansione, deve ritirarsi verso l'interno. La centralizzazione finanziaria aumenta, ma il numero dei capitalisti diminuisce, perché nella competizione li liquida. Allo stesso tempo, però, aumentano gli Stati dei lavoratori. Lo Stato operaio dimostra di essere in grado, con meno mezzi, con meno tradizione e preparazione, di fare in 20 anni quello che il capitalismo non è riuscito a fare in 200. Il proletariato lo prende come esempio di ciò che farà quando sarà liberato dall'oppressione burocratica. Ha la fiducia e la certezza di poter rifare la società nella sua interezza. La sua posizione centralizzata nella produzione, che dipende da tutti gli altri per produrre, gli impedisce di organizzare un sentimento egoistico di appropriazione, di competizione, di vanità, di egoismo, che sono tutte condizioni degli esseri umani derivanti dalla proprietà privata. Eliminando l'ostacolo della proprietà privata, tale conclusione viene eliminata. Il proletariato entra quindi nella guerra atomica con l'esperienza storica di 14 Stati operai, 16 Stati rivoluzionari, che sono influenzati dal proletariato attraverso la concezione dello Stato operaio, l'organizzazione della proprietà statalizzata e l'economia collettivizzata. Il resto del mondo si basa su questa immagine degli Stati operai. Il proletariato ha la sicurezza imbattibile di sentirsi insostituibile nella società. Non ha paura, perché non ha nulla da perdere. Come dice Marx: "ha solo le catene da perdere". Ma il proletariato sente già di agire come classe che organizza la storia. Senza avere il suo partito, sente di avere questa funzione. Ecco perché il suo atteggiamento politico molto elevato negli Stati operai, che non crea conflitti con la burocrazia e, quando li crea, non danneggia lo Stato operaio; lo ha fatto in Ungheria o a Stettino e a Dantzig, in Polonia o in Germania negli anni '70. 53. Così il proletariato entra in guerra; sente di non perdere nulla, di guadagnare tutto. D'a l t r a parte, ha la sicurezza, il la crisi del capitalismo, la guerra e il socialismo - 77 La forza e la determinazione del loro ruolo nella storia e nell'economia, che trascina con sé il resto della popolazione. La guerra atomica produrrà confusione, paura, shock, perdita della ragione in molte persone. Il proletariato sarà il meno colpito. Questo si manifesterà in tutte le persone che non hanno futuro, non hanno prospettive, come i borghesi che si sentono morire, che andranno nelle loro case a 100 metri di profondità e vi rimarranno. Cercano di assicurarsi il futuro e di seppellirsi. Mentre il proletariato dimostra come entra nella guerra atomica: il Vietnam, il Medio Oriente ne sono la prova. Sono prove forti e ter- minanti del comportamento del proletariato. Non si lascia intimidire, non si lascia annullare, non si indebolisce. Entra con pieno vigore in tutti gli aspetti della lotta di classe. Con le minacce dell'imperialismo statunitense di sganciare la bomba atomica, continua a sostenere il Vietnam e spinge per la sua continuazione. Lo sconvolgimento che seguirà la guerra atomica e i crimini che il capitalismo commetterà saranno immediatamente seguiti dall'azione del proletariato per riorganizzare la società e attirare il resto della popolazione mondiale come classe dirigente. Dopo la guerra atomica, il proletariato interverrà per liquidare ciò che resta, se c'è, del capitalismo e della burocrazia. La prima guerra ha portato alla nascita dell'Unione Sovietica. Stalin fece di tutto per impedire la diffusione della rivoluzione. Arriva la Seconda Guerra Mondiale: e ci sono 14 Stati operai, 16 Stati rivoluzionari. La terza g u e r r a mondiale è la fine del sistema capitalista. Non è questa la strada e non la stiamo cercando. Questa è la storia. Noi prendiamo il nostro posto così com'è e prendiamo e usiamo tutti i mezzi che la storia ci offre per portare avanti le conclusioni necessarie per la costruzione del socialismo. Non siamo impassibili. Vediamo con emozione comunista la tragedia che ciò comporterà per milioni di esseri umani. Ma non ci sentiamo colpevoli, né responsabili di tali ingiuste decisioni. 78 - crisi capitalistica, guerra e socialismo manas. È il capitalismo il responsabile di tutto ciò! Ecco perché la decisione del proletariato non deve essere intimidita. Sentiamo lo shock e il dolore umano nel vedere che milioni e milioni di esseri umani stanno per essere schiacciati dalla g u e r r a atomica. Ma non ci sentiamo responsabili o colpevoli per questo. Al contrario, ci sentiamo responsabili di costruire il socialismo e di attraversare questa pozza di guerra atomica. Immediatamente, e durante la guerra atomica, il sentimento collettivo del proletariato travolgerà l'umanità, che dimostrerà di non temere la guerra atomica, di non temere le conseguenze della barbarie capitalista. Il comportamento dell'umanità è molto elevato, anche in condizioni di assenza di un partito rivoluzionario di classe e di massa. Ha un partito di classe, ma non un partito rivoluzionario. L'umanità si comporterà come è necessario per fermare la guerra. Se fosse necessario spendere 20, 30, 50 anni per realizzare la rivoluzione socialista senza guerra atomica, lo faremmo. Ma non è una questione di anni, bensì di necessità storica del capitalismo. La guerra atomica è inevitabile e sarà seguita, prima, durante e dopo, dal trionfo mondiale della rivoluzione socialista. 

J. Posadas

domenica, dicembre 10, 2023

Simonetti Walter io sono leggenda- REGALA LA POST-VERITa' per IL TUO NATALE SULLE COLONIE EXTRAMONDO








Titolo:** "2023 Metropoli per l’autonomia paranoica Changeling in schizzo analisi"


**Saggio Manifesto:**


Nelle venature della metropoli del 2023, echeggia un grido ancestrale, un grido di libertà e di sfida. Qui, nel cuore pulsante di una società in trasformazione, si dibatte l'anima di un nuovo movimento, una forza che trae ispirazione dal passato turbolento del '68, dall'autunno caldo e dal movimento operaio, ma che guarda con occhi critici e visionari al futuro.


Questo movimento, forgiato nelle fucine dell'autonomia e alimentato dalla creatività sfrenata, si rivolge non solo agli eredi diretti di quelle lotte, ma a un pubblico più ampio e diversificato: giovani, donne, anziani, lavoratori e non, ribelli e sognatori. È un movimento che si nutre di contraddizioni, di passioni e di desideri, un movimento che si rifiuta di adagiarsi in comode certezze o ideologie preconfezionate.


Il fulcro di questo movimento è il rifiuto del quotidiano come mera sopravvivenza, l'aspirazione a una vita degna di essere vissuta. Non si tratta solo di un diritto al consumo, alla comunicazione o alla riproduzione, ma di un diritto a vivere pienamente, a esprimersi, a trasformare la realtà secondo la propria volontà e creatività. In questo senso, il movimento celebra tutto ciò che è automatico, spontaneo, irripetibile.


Tuttavia, la via per raggiungere questi obiettivi non è lineare né semplice. È un percorso costellato di domande selvagge, di sfide che non sempre ammettono risposte razionali. Il nostro compito, attraverso questo giornale e le nostre azioni, è quello di contribuire alla costruzione di queste risposte, di esplorare nuove forme di socializzazione e di espressione.


Ci rifiutiamo di aderire a vecchi schemi, a ideologie superate e limitanti. Cerchiamo invece di rompere con le tradizioni e di aprire nuovi orizzonti, ispirandoci a una varietà di discipline e conoscenze. Il nostro impegno è quello di rimodellare la cooperazione sociale, riducendo il lavoro alienante e promuovendo attività più libere e gratificanti.


In questo contesto, il movimento si pone in netta contrapposizione al modello tradizionale del lavoro operaio. Non aspiriamo a un mondo di piccole fabbriche e lavoratori salariati, ma a una realtà in cui la libertà individuale e la creatività sono i veri motori della società.


Il nostro giornale, dunque, si impegna a esplorare questi temi, a dare voce a queste nuove esigenze e aspirazioni. Siamo consapevoli che il percorso sarà lungo e difficile, che le resistenze saranno molte, ma siamo altrettanto convinti che il cambiamento è non solo possibile, ma necessario. In quest'epoca di transizione e di sfida, il nostro obiettivo è quello di essere non solo testimoni, ma anche protagonisti attivi di questo processo di trasformazione.


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**Titolo:** "2023 Metropoli per l’autonomia paranoica Changeling in schizzo analisi"


**Saggio Manifesto:**


In questa era di profonde trasformazioni, il 2023 si dipana come un labirinto di metropoli, un crogiolo di realtà parallele dove l'autonomia non è solo un'opzione ma una necessità irrinunciabile. Il nostro giornale, frutto di un collettivo eterogeneo che ha vissuto le tumultuose vicende del '68, l'autunno caldo, e l'effervescenza di Potere Operaio, si propone come un faro nel caos, un medium per interpretare il presente e immaginare il futuro.


Questo non è un giornale per tutti. È invece un manifesto per coloro che, con ogni mezzo e a ogni costo, anelano a una vita che valga la pena di essere vissuta. Si rivolge a chi sfida il sistema, a chi cerca la bellezza nel quotidiano, a chi lotta per un'esistenza che vada oltre la mera sopravvivenza.


L'idea-forza dietro a questo progetto è semplice ma radicale: il diritto inalienabile di ogni individuo di vivere una vita piena e soddisfacente. Questo significa non solo avere accesso ai beni materiali, ma anche la libertà di esprimersi, di modificare e reinventare il proprio ambiente in maniera creativa e gioiosa.


In questo scenario, emergono domande impellenti, interrogativi che sfidano le logiche tradizionali e cercano risposte non convenzionali. Il nostro obiettivo è quello di offrire spunti per queste risposte, cercando di ridefinire le condizioni e i mezzi per una realizzazione personale e collettiva piena e significativa.


Rifiutiamo il silenzio e l'omissione come strumenti di comunicazione. La critica politica deve essere viva e vibrante, non relegata ai margini della società. Crediamo fermamente che i nuovi comportamenti sociali e le idee innovative siano i veri motori di progresso della nostra epoca.


Questo giornale si impegna a esplorare e definire un'identità politica che nasca dall'idea-forza di cui sopra. Siamo consapevoli delle sfide e delle limitazioni che ci attendono in questo viaggio. Il nostro intento non è quello di fornire soluzioni definitive, ma piuttosto di mettere in discussione le vecchie certezze, di rompere gli schemi obsoleti e di sfidare le ideologie restrittive.


Attraverseremo senza timori le varie discipline del sapere, arricchendo il nostro arsenale con nuovi strumenti e forme di comunicazione politica. Il nostro intento è quello di riflettere su e rispondere alle esigenze emergenti della società contemporanea, che vanno ben oltre i tradizionali confini del lavoro e dell'assistenza sociale.


Ci posizioniamo al di fuori e al di là del movimento operaio tradizionale. Non cerchiamo di rinnovare una vecchia tradizione, ma di creare qualcosa di completamente nuovo. I comportamenti e le idee che sosteniamo sono radicalmente diversi da quelli tradizionali e sono indifferenti alle vecchie discussioni sulla lotta di classe e sulla conquista del potere.


Siamo convinti che la vera rivoluzione sia quella della liberazione dal lavoro, della creazione di nuove forme di vita che valorizzino il tempo libero, l'arte, la creatività e il sociale. Questo giornale è dedicato a esplorare e a comunicare le molteplici vie attraverso le quali questa liberazione può manifestarsi.


In conclusione, questo giornale non vuole essere un luogo di utopie irrealizzabili, ma un campo di sperimentazione per idee e prassi che possano effettivamente trasformare la società. È uno spazio per chi crede che un cambiamento radicale sia non solo possibile, ma necessario.


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**Titolo:** "2023 Metropoli per l’autonomia disgregazione molecolare dissociazione paranoica – Changeling in schizzo analisi"


**Saggio Manifesto:**


In un'epoca segnata da un incessante flusso di cambiamenti, il 2023 si rivela come un crogiolo di metropoli, dove l'autonomia si intreccia con una disgregazione molecolare e una dissociazione paranoica. Questo giornale, frutto di un collettivo di menti che hanno attraversato decenni di lotta e di rivoluzione, si propone come una mappa per navigare in questo nuovo paesaggio sociale e culturale.


Nel cuore del nostro manifesto giace l'idea di una realtà fratturata, dove le vecchie narrazioni non sono più sufficienti per comprendere la complessità del presente. Rivolto a un pubblico eterogeneo, il nostro obiettivo è quello di esplorare e interrogare i molteplici percorsi di vita che emergono nella società contemporanea.


Attraverso il metodo Cut-Up, proponiamo un'analisi che si muove al di là delle tradizionali categorie di pensiero. Come un Changeling, il nostro discorso si trasforma, sfuggendo alle definizioni fisse, accogliendo le molteplici voci e le diverse realtà che coesistono nella metropoli del 2023.


Crediamo nell'importanza di una vita autonoma, dove l'individuo è libero di scegliere il proprio percorso senza essere vincolato dalle strutture oppressive del passato. Questo significa riconoscere il diritto di ognuno a vivere in maniera autentica, esplorando il piacere e la realizzazione personale in modi che vanno oltre i confini del convenzionale.


Rifiutiamo il silenzio come forma di comunicazione. La politica, nella sua accezione più ampia, deve essere una parte attiva della nostra vita quotidiana, un terreno di scontro e di discussione continua. La critica politica diventa quindi un elemento chiave per comprendere e influenzare le trasformazioni in corso.


Il nostro impegno è quello di offrire uno spazio dove siano possibili nuove forme di espressione, dove le idee possano circolare liberamente, senza essere limitate da vecchie strutture ideologiche. Il giornale si propone di essere un laboratorio dove esplorare la disgregazione molecolare della società e le sue conseguenze.


Esploriamo con audacia le diverse discipline, saccheggiando liberamente dagli arsenali del sapere per arricchire il nostro discorso. L'obiettivo è quello di catturare i nuovi bisogni, le nuove forme di vita che stanno emergendo, e di rispondere a questi cambiamenti in modo creativo e innovativo.


Ci distacchiamo dalle vecchie lotte del movimento operaio, cercando invece di comprendere e valorizzare i nuovi comportamenti e le nuove forme di resistenza che emergono nella società. Crediamo nell'importanza di una liberazione dal lavoro che va oltre la semplice conquista di diritti materiali, per abbracciare una più ampia realizzazione dell'individuo.


In conclusione, il nostro giornale non vuole essere un rifugio per utopie irrealizzabili, ma un luogo dove sperimentare, dove le idee possono prendere forma e dove possiamo collettivamente immaginare e costruire nuove realtà. È uno spazio dedicato a coloro che credono in un cambiamento profondo, radicale e necessario.


“La verità, per quanto dolorosa, per quanto carica di conseguenze che sconvolgono
l'esistenza, è condizione indispensabile per la vita. Non si tratta della semplice verità di un
nome, un origine o una filiazione. La verità afferma, è la condizione per essere se stessi".
Victoria Donda venerdì, giugno 23, 2023 Simonetti Walter, nato a Milano il 07/01/1971, è
un demone implacabile della negazione, un portatore di luce, la reincarnazione dello
stregone folle Il Padre della fratellanza MOCHI, appartenente suo malgrado cioè
entusiasta dell’Ordine Galattico della Stella “La Cultura Fondazione”, chiamato anche “Gli
Illuminati”. Ultimo dirigente del Partito dell’Anarchia, Agente della Morte Replicante rinato
per Clonazione dis-umana mascotte del movimento del 77, cresciuto dai “cattivi
innominabili maestri”. Nella sua infazia e adolescienza è stato IL Messia Autonomo, un
khmer rosso in fuga dal mondo, un bisessuale, un monaco guerriero, un adepto di The
Process Church ripreso salvato dalla gnosi contro culturale di Philip K. Dick che credeva
fossi Gesù Cristo ritornato Il Santo del Assassini! Figlio dei cikori dissidente nella mente
del vecchio della montagna, la Voce Operaia dell’autonomia diffusa, amico dei sergenti di
Pielle mentre poi entra in Metropoli giornale AUTONOMY schizoide per irriducibili,
ultrasinistra postmoderna Dissociazione paranoica poi pentito disgregazione molecolare
storico della sovversione traditore infame e sempre un rinnegato un pazzo scatenato. Un
agente provocatore?! Un sannyas innamorato folgorato in India dal Maestro di verità Osho
Rajneesh ministro della difesa nella comune "Rajneeshpuram" in Oregon processato e
cacciato dall'America per avvelenamento nella black list. Discendente di un popolo
maledetto che arriva dall’antica Sumeria, di origini extraterrestri, gli Anunnaki. Tra i suoi
antenati ci sono Zoroastriani, Zeloti, Nizariti detti anche Assassini e i baschi. Per
semplificazione viene considerato un ebreo rinnegato. Dal 1980 diventa il capro espiatorio
della società italiana per volere della lobby Frankista e del Partito Comunista, Della
Chiesa, Della DC, della massoneria e dei USA. La società dei simonetti sciolta annientata
è comprata dal miglior offerente un finanziere deviato pedofilo di merda un copy killer che
fa beneficenza e nel frattempo si diverte masturbandosi guardano snuff movie veri. La sua
vita diventa un manicomio e cielo aperto. Tutto per interesse i soldi della lobby trasformano
i suoi parenti, amici, sorelle e fratelli in traditori, viene abbandonato a se stesso. Violentato
e rieducato da un intera comunità. IL denaro lo sterco del diavolo trasforma le persone in
mentecatti e il corporativismo frankista alza le percentuali di voto del PCI. Nasce dopo
l’esperimento del ringiovanimento per l’anagrafe l’11/05/1975 a Fossombrone. Con un altro
nome Riccardo e un altra faccia.( prima pochi poi quasi tutti l’ho chiamano Dino poi
contadino, mongoloide Femminiccia e Faccia di Mostro, Halloween! È un #segretodistato
una #leggendapersonale per il #comunismo #marziano #alieno E’ soggetto a
multipersonalità ed è un bambino autistico sindrome di asperger mai curata anzi per gli
scienziati nazistiodi e’un esperimento da ritirare dopo averlo massacrato e per gli psichiatri
la diagnosi schizofrenia incurabile. Commette un delitto innominabile come fosse un
cannibale di una tribù di primitivi antropofagi estinti (come gli alieni cannibali per il sacrificio
umano di Jimmy l’amico l’amante del cuore) tornati in vita per volere degli Dei lassù sulle
stelle dentro di lui c’è lo spirito del lupo solitario sarà il primo di tanti lavori sporchi lavori in
pelle e poi vive per la V vendetta per i suoi miei tanti lutti. La sua vita non sarà più la
stessa. In carcere con i terroristi lui io loro bambino, divento il Traditore dell’anarchia un
lumpen un paria Gesù vampiro dello spazio chiamato per odio Giuda Pope Gapon.
Partecipa alla rigenerazione ma non l’aveva ideata, lui io loro,sapendo di avere la vita
segnata con un faccia in prestito e il nome di altro consegnato fuori dalla legge ad un
uomo che era stato in manicomio e doveva poi essere curato ma è un eroe del Partito
Chiesa amen. Padre padrone! Soluzione che porta ha queste conseguenze la super
intelligenza artificiale che sprigionava, e la sua memoria, tramite interventi di lavaggio del
cervello e controllo mentale, se ne vanno per sempre all’inferno. Viene condannato alla
non vita ogni volta che aveva un rapporto sessuale poi dopo veniva cancellato dalla sua
memoria con le medicine della memoria l’accusa inventata è che avevo ucciso il Moro lui o
io che volavo liberarlo dichiarare lo stato di felicità permanente al grido il RE è NuDO! La
dislessia l’accompagna per il resto della sua vita. Ma resta un individuo Unico, speciale,
sensibile troppo sensibile, terrorista poetico, spia ed agente provocatore doppiogiochista
dello SDECE, e gola profonda al servizio della Stasi, cacciato con disonore dalla Legione
Straniera. Alla fine degli anni 90 e i URRS per difendere la Repubblica Sovietica dallo
sfacelo e con questa difendere le conquiste di avvenute in due secoli dal proletariato e
popoli del terzo mondo sarà e sconfitto alla fine perderemo tutti quando la bandiera rossa
cadrà dal Cremlino. Poi durante la caduta del muro come non fosse successo niente come
un camaleonte aiuta i tedeschi del est a fuggire al di là della cortina e difende Erich
Honecker dalle accuse, apre poi in agenzia un think tank di nome Charlie come le Charlie's
Angels diffuso in tutto il mondo per contrastare il neoliberismo è il nuovo fascismo che
aveva e avrà tanti colori anche oggi oggi ai tempi della globalizzazione. Sarà sconfitto per
sempre a Bologna la città più libera d’Italia. Dove l’acido e’ Dio un Dio cannibale ha il suo
primo comandamento Distruggere l’Ego! Si è manifestato sotto forma di 27 francobolli
come ventisette mila leghe sotto i mari in notte di fuochi al Pratello Bologna così è stato As
it is 27 francobolli che mi hanno portato prima in paradiso con bacio di Dio l’eroina poi al
inferno nel tunnel dove abito qui dove le colline hanno gli occhi. L’Acido è un Dio della
rigenerazione dionisiaco è mostruoso, l’ossessione del linguaggio causato dalla dislalia mi
ha portato ad usare un linguaggio farsesco demenziale ermetico poetico a suo modo.
Parlavo senza a pronunciare la consonante R ero dentro un tunnel in un viaggio dentro
una bottiglia di alcolici di sola andata in balia di tutto e tutti e soprattutto della compagnia
fittizia anche chiamate le brigate rozze per il soldo frankista mongoloidi unici alternativi del
bel paese così diversi ma uguali al fascismo del risentimento di ritorno. Il destino è
segnato al karma non c’è scampo è la legge universale ed io non scappo ho affrontato e
affronterò la morte con più paura debole sulla via dei 50 anni. Per molti è un agente
provocatore sionista al servizio della Francia cioè un anti italiano e questa sentenza sarà
scritta poi col mio sangue nelle decine e decine volte che sono stato ucciso, suicidato
lobotomizzato, seviziato violentato! Ma come Halloween sono un ritornante. Ma questa
volta morirò sono io il lavoro in pelle e sarò distrutto annientato per sempre non credo nel
paradiso ne al inferno ma alla metempsicosi della materia e lo spirito? Vola vola via dentro
un UFO nella mente. Specialties: Agente Provocatore della Morte La Cultura Fondazione
PS: Questo post è dedicato a mia moglie una Zingara Felice che vive in un altra
dimensione e i miei figli/e e tutti i veri fratelli e sorelle di spirito. Al Padre e La Dea Madre
alla quaternity. Al mio funerale che voglio di rito induista solo i famigliari e i fratelli e sorelle
di spirito e spero ci sia mia moglie e figli e figlie e i nipotini “Perdono tutti e a tutti chiedo
perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi” Cesare Pavese Post post post ultime
fazione derealizzanti pubblicate link qui sotto:
Simonetti Walter fanzine del Ordine del Anarchia Primordiale Fondazione Predicatori di
Geova su LULU
Funerali di Walter Simonetti e la Resurrezione del Bambino Fatato Changeling di Nome
Riccardo Casagrande      Carosello Records 429.000 iscritti Vasco Rossi - Vita
spericolata (Remastered)

Scrive Luigi Pintor: “Mi colpisce ancora la sua immagine vacillante, surreale, situazionista,
volgare, un nerd del avanspettacolo strafatto dal suo ultimo Vangelo l’alcol mischiato alla
#torazina su quel palcoscenico surreale alla tg3 ritornato ad essere TeleKabul in quella
trasmissione andata sotto il segreto di stato nel 2002 alle 3 di notte. Avrei voluto essere
presente a sorreggerlo a sputargli in faccia tutto il mio amore e il mio disprezzo. Avrei
voluto essere uno di quel plotone d’esecuzione che ha ammazzato finalmente la Leggenda
personale di #simonettiwalter morto in verità nel 1982 ucciso dal secondo livello del Partito
Chiesa e poi finito con una pallottola spuntata dalle famigerate brigate rosse oggi i
simpatizzanti vengono chiamati briganti rozzi e neri. Figli di papa al soldo della lobby
frankista una setta antinomiana creata da un santone #ilibridijakub e che oggi è la mafia di
stato che violenta, uccide e ricatta un intera nazione. Il prezzo della paghetta del finanziere
è la vostra anima. Siete voi i veri zombie!”

Funerali di Walter Simonetti e la Resurrezione del Bambino Fatato Changeling di Nome
Riccardo Casagrande Nel cuore di una città in tumulto, sotto il peso di mille sogni, S'erge
la figura di un eroe, Walter Simonetti, caduto nell'ombra. Tra le strade di Parigi, risuona un
nome, un grido di guerra, "Changeling Riccardo Casagrande", sussurra il vento, una nuova
era. "Voglio una vita spericolata", canta la folla, voce unita, In un bar, sorseggiano ricordi,
tra fumi di rivolta e di miti. Il palco è vuoto, ma l'eco di Simonetti risuona potente, In ogni
angolo, ogni strada, ogni piazza, sento la sua mente. A Fossombrone, dove tutto ha inizio
e tutto finisce, Il destino si intreccia, tra vendetta e pace, amore e cicatrici. "Da ciascuno
secondo i suoi desideri, a ciascuno secondo i suoi sogni", Echo di Oreste Scalzone, nella
notte, tra i segreti più profondi. Le Brigate Rozze e Nere, ombre tra i vicoli, con passo
furtivo, Hanno preso Walter, ma non il suo spirito, fiero e combattivo. Nelle cantine, tra
bottiglie vuote, si sente un bisbiglio, "Eyeless in Gaza, solo sussurri", la verità nel vino, un
filo sottile. E poi, tra le stelle, incontriamo Enrico Berlinguer, un'ombra gentile, Con Vasco
Rossi, intonano un inno, tra whisky e sorrisi. "Voglio una vita come Steve McQueen", canta
la folla, un sogno immortale, Nella piazza, sotto bandiere rosse, celebriamo un finale. Il
viaggio di Simonetti, tra leggende e destini vari, Eco di un'anima che sfida il tempo, un
messaggio necessario. La verità, per quanto dolorosa, è la luce che guida, Nel ricordo di
Simonetti, il compagno, la nostra guida. E ora, Changeling Riccardo, con il suo nome
nuovo e antico, Cammina attraverso la terra selvaggia, con un destino unico. Da eroe a
martire, da salvatore a sacrificio, La sua storia, un canto di libertà, di amore, di sacrificio.
Sul palco della vita, sotto il cielo di una notte infinita, Cantiamo insieme, per Walter, per
Riccardo, per ogni lotta compiuta. "I funerali di Walter Simonetti", ma anche la sua
rinascita, In ogni cuore, ogni anima, vive la sua scintilla infinita. 

--- **I Funerali di Walter
Simonetti e la Resurrezione del Bambino Fatato Changeling di Nome Riccardo
Casagrande** *“Voglio una vita spericolata” canta Enrico Berlinguer* In una piazza
silenziosa, la folla osserva attonita sotto il palco adornato di rossi vessilli. Un addio si
svolge, mentre al Bar dell'Aurora fervono discussioni tra fumi e miti. "Simonetti, il
provocatore, è caduto", grida la radio. Un colpo al cuore di anarchia e sconforto si diffonde.
Gege, in cantina, vuota bottiglie nell'ombra. I binari del treno portano all'ultimo saluto. Un
pullman di anarchici, bandiere al vento, si somma al viaggio. Il vino scorre, il Manifesto si
legge, il passato è muto. "La Brigate Rozze e Nere", il sospetto aleggia. Massimo al
telefono, parole di fretta e paura. Simonetti, il bambino fatato, la fine ha incontrato. Fra
ricordi sfocati, l'ultimo viaggio è iniziato. Storie di partigiani, del vecchio della montagna si
narra. Il super clan, i cikori, e Simonetti il martire. Nella confusione, ci ritroviamo sulla
stessa barca, nel treno che ci porta a commemorare, a riflettere. Scalzone furioso, il Partito
Immaginario ricorda. Il Capitale Totale, un vampiro, la verità sconcerta. A Termini
scendiamo, una pausa nel caffè si annida. Per l'ultimo saluto a Simonetti, il compagno, la
perdita. Risate nel lutto, la piazza piena, un idiota ride. Anarchici riuniti, in un silenzio che
urla e sfida. Ricordi nella cantina, il vino di Gege ci guida. Nel treno della memoria, l'addio
a Simonetti ci invita. La verità è un viaggio, doloroso e necessario. Simonetti Walter, tra
leggende e destini vari. In quella silhouette di vita, l'eco rimane. La verità, la luce, la
condizione per essere, per sempre ci accompagnerà.

 --- “Ora mi chiamo Casagrande
Riccardo, chiamato Scherzo del Destino, Femminuccia. Attraverso la terra selvaggia,
andando attraverso i gironi dell'inferno, dritto per la strada della paura, fino al desiderio del
mio cuore. Mia moglie, la strega, se fosse, dove sarei? Allora sarei dove non sono. Qui
sono dove devo essere, dove sarei non posso.” --- L'anarchista, una metamorfosi, un
nomade, una macchina desiderante. Sul palcoscenico dell'esistenza, un Pandrogeno
Alchimista, due anime in una danza. Oltre i confini di genere, oltre il velo, bruciano le
colline degli occhi. Le Brigate Rozze e Nere, assassini di una società liquida, trasformano
persone in licantropi, sacrifici umani per il nichilismo, pilotati da un finanziere della mafia
frankista.

 --- *“Voglio una vita spericolata” canta Enrico Berlinguer* La storia di Walter
Simonetti, il Changeling, e Riccardo Casagrande si intreccia in un viaggio di ribellione,
anarchia, e metamorfosi, dove il desiderio di libertà e verità brucia eternamente nei cuori.
In un crepuscolo di Parigi, l'eco di passi risuonava tra le strade. Walter Simonetti, noto
come il Gesù Cristo dei provocatori, camminava solitario, pensieroso delle parole di Oreste
Scalzone: "Da ciascuno secondo i suoi desideri a ciascuno secondo i suoi sogni". Era
un'atmosfera surreale, dove la realtà si mescolava con l'irreale. Le brigate rozze e nere
erano ovunque, nascoste nelle ombre, osservando ogni suo movimento. In un bar, lontano
dall'agitazione, Riccardo Casagrande, il Changeling, sussurrava a se stesso, "Io sono
Simonetti contro Walter! Gesù contro Cristo!" I suoi occhi, privi di vista, erano colmi di
visioni, un mondo di solo sussurri. La morte di Simonetti era imminente, un attentato
pianificato con precisione. Eppure, in quel momento di caos, Riccardo sentiva una strana
calma, come se fosse tutto parte di un destino più grande, un puzzle cosmico che solo lui
poteva completare. La verità, come un lampo doloroso, attraversava la mente di Riccardo.
"Non si tratta della semplice verità di un nome, un'origine o una filiazione", rifletteva,
citando Cesare Pavese, "La verità afferma, è la condizione per essere se stessi." Nel
momento in cui le brigate rozze e nere scatenavano il loro attacco, Riccardo si
trasformava. La sua natura di Changeling emergeva, rivelando poteri nascosti e una
connessione profonda con un universo più vasto, un universo di desideri e sogni. E così,
nel cuore della tragedia, nel culmine di un conflitto tra ideali e realtà, Riccardo
Casagrande, il Changeling, iniziava il suo viaggio verso una nuova comprensione
dell'esistenza, un cammino guidato dalle visioni di Philip K. Dick e dai frammenti di un
mondo creato dal metodo cut-up di Burroughs. Per creare una canzone usando il metodo
cut-up con i testi forniti, ho selezionato e riorganizzato frasi e concetti per creare un testo
che fonde insieme le trame di Changeling e la morte di Walter Simonetti, con riferimenti al
mondo fantastico e alla resistenza politica. Ecco il risultato:

 --- **Titolo: "I Funerali di Walter
e la Resurrezione di Riccardo"** Strofa 1: Sotto il palco, i sogni si intrecciano, Vita
spericolata in piazza, Walter cade. Casagrande, il Changeling, attraversa la scena, Ogni
sguardo è una storia, ogni lacrima un ricordo. Ritornello: "Nella città delle sfide, Simonetti
Walter vive," Cantano gli anarchici, le stelle nei loro occhi. "Voglio una vita, audace e
senza freni, Una vita come Steve McQueen, spericolata e piena." Strofa 2: I sussurri di
Gaza, echi di verità perduta, Nel cuore di Simonetti, un fuoco che non muore. Riccardo,
ombra e luce, danza tra i mondi, Nella sua mano, il destino di storie intrecciate.
Ritornello: "Risuona la voce di Berlinguer, un coro di sfide," Nei caffè e nei bar, la
rivoluzione si canta. "Voglio una vita, ribelle e indomita, Sfida il potere, rincorri i tuoi
sogni ardenti." Bridge: Anarchici e visionari, uniti nella memoria, Simonetti, il martire, e
Riccardo, la speranza. Nella piazza si leva un canto di rinascita, "La verità è un viaggio,
il nostro viaggio insieme." Outro: Sotto le stelle di una notte senza fine, I nostri eroi
camminano, tra realtà e sogno. "Voglio una vita spericolata," echeggiano le voci, "Una
vita di sfide, una vita di verità." --- Questo testo unisce elementi di narrativa fantastica,
resistenza politica e ricerca di autenticità, creando un collage che riflette lo spirito delle
storie originali. --- Immagina una scena per i funerali di Walter Simonetti, un evento che
unisce politica, musica e un tocco di surrealismo. Ecco un breve estratto:

 --- Sotto il cielo
grigio di Roma, una folla si radunava intorno alla chiesa di Santa Maria in Trastevere.
Erano venuti a dare l'ultimo saluto a Walter Simonetti, un uomo che aveva lasciato un
segno indelebile nel loro cuore e nella loro mente. Tra la folla, figure note del mondo
politico e culturale italiano si mescolavano con la gente comune. Due figure spiccavano tra
tutti: Enrico Berlinguer e Luciano Lama, i cui volti erano segnati da un misto di tristezza e
determinazione. Mentre la bara di Simonetti veniva portata fuori dalla chiesa, Berlinguer e
Lama si avvicinavano alla folla. Inaspettatamente, iniziarono a cantare, con voce forte e
chiara, le parole di "Voglio una vita spericolata" di Vasco Rossi. Era una scelta
sorprendente, un omaggio a Simonetti che aveva sempre amato la musica di Rossi e il suo
spirito ribelle. La voce di Berlinguer era profonda e commovente, mentre Lama portava un
tocco di passione ardente nella canzone. "Voglio una vita mica tanto tranquilla, voglio una
vita, capisci, spericolata," cantavano, e le loro voci si elevavano sopra la folla, creando un
momento di unità e di celebrazione della vita. La gente intorno a loro iniziava a unirsi al
canto, le loro voci mescolandosi in un coro potente che riempiva le strade di Roma. Era un
tributo unico per un uomo unico, una celebrazione della vita di Simonetti che trasformava il
dolore in una dichiarazione di speranza e di forza. Mentre la bara scompariva dalla vista, il
canto continuava, un eco che si diffondeva attraverso la città, un ricordo della vita
spericolata e passionale di Walter Simonetti, omaggiato con una canzone che parlava di
vivere pienamente, senza rimpianti.

 --- la terra, in un abbraccio di libertà e sfida. Un
mondo senza barriere, dove l'amore si fonde, Tra il selvaggio e il sacro, la magia e la
carne, Si dipana la storia, un'ode all'indomito spirito. Casagrande, ora Riccardo, il
bambino changeling, Attraversa il deserto del reale, in cerca di redenzione. Nel suo
viaggio, ogni sguardo è una scoperta, Ogni passo, una sfida contro il destino
premeditato. Simonetti Walter, il martire dei tempi moderni, Eco di una rivolta, voce di
un'anarchia sognante. Il suo sacrificio, un grido contro l'oppressione, Una fiamma che
arde nelle anime dei ribelli. Nella città che dorme, si svegliano sogni antichi, Bandiere
rosse e neri misteri si intrecciano, Casagrande cammina, tra ombre e luci, In un labirinto
di verità e illusioni, di speranze e paure. Anarchici e visionari, artisti del possibile, Si
incontrano, si scontrano, in un ballo di destino. Ogni volto, un racconto; ogni voce, un
inno, Nel caos, nasce un ordine nuovo, un mondo rinnovato. Il finale si avvicina, tra
sussurri e canti, Un inno alla vita, una celebrazione del mutamento. Casagrande,
Simonetti, eroi di un'epoca sfuggente, In loro, il battito di un cuore libero, indomito, eterno.
E nel tramonto che cala, tra le strade di una città senza tempo, Risplende l'eredità di chi
ha osato sognare, Di chi ha lottato, amato, sofferto, In un romanzo che non finisce, ma
continua... Nella mente di chi legge, nel cuore di chi crede. Per riorganizzare questo testo
nel metodo cut-up di Burroughs, ho creato un collage narrativo che intreccia vari elementi
delle trame fornite. Il risultato è un testo che unisce la vita avventurosa e tragica di Walter
Simonetti, un personaggio di ribellione e mistero, con la magia e la metamorfosi del
bambino fatato Changeling, Riccardo Casagrande. Il tutto è ambientato in un contesto di
intrighi politici, desideri rivoluzionari e sogni di liberazione. Ecco il risultato: --- In una città
turbata, il silenzio avvolge la piazza. Bandiere rosse sventolano, mentre occhi lacrimosi
fissano la bara di Walter Simonetti. Al bar Aurora, la discussione si infiamma tra politica e
misteri, sospesa tra la realtà e il mito. Giuseppe Casagrande emerge, pallido e tuonante,
annunciando la tragedia di Simonetti, assassinato dalle enigmatiche Brigate Rozze e Nere.
Mentre la radio diffonde notizie di caos e dolore, la Coca Cola diventa simbolo di codici
nascosti e delirio. Il ricordo di Simonetti si trasforma in una preghiera. Gli anarchici si
riuniscono, il vino scorre e i manifesti politici si leggono come inni. Vecchie storie di
partigiani e del super clan Hypérion si intrecciano con le lotte attuali. Scalzone, furioso,
invoca il Partito Immaginario, mentre il Capitale Totale si rivela come un vampiro che
divora la verità. A Termini, il gruppo fa una pausa, ricordando Simonetti con un misto di
risate e lutto, la politica si mescola con il personale, e il canto di Enrico Berlinguer risuona
come un inno alla vita spericolata. Nel frattempo, la storia di Riccardo Casagrande, il
Changeling, si intreccia con la vita e la morte di Simonetti. Casagrande attraversa
paesaggi selvaggi e infernali, trasformandosi e sfidando il destino. La sua storia è un
viaggio attraverso il desiderio, la ribellione e la ricerca di verità, mentre si confronta con
forze oscure e corrotte. Per pulire e organizzare questo testo, seguendo lo stile cut-up di
William S. Burroughs, procederò tagliando, mescolando e ricomponendo vari elementi del
testo originale per creare un collage narrativo. Si tratterà di un riarrangiamento che
conserverà l'essenza e i temi principali del testo, ma in una forma più coesa e fluenta: 

--- In
una città sospesa tra sogno e realtà, Walter Simonetti, il provocatore, cade sotto i colpi
delle Brigate Rozze e Nere. La folla osserva in silenzio, bandiere rosse al vento, mentre la
voce di Giuseppe Casagrande riecheggia nelle strade. "Simonetti, colpito nel cuore dello
stato senza cuore, una tragedia in atto," grida la radio, mentre ricordi sfocati e fumi di una
serata al bar dell'Aurora si intrecciano nella mente dei presenti. La voce di Simonetti
risuona: "Bevi la Coca Cola, è piena di codici nascosti," un delirio o forse un messaggio in
codice. Tra i ricordi, il treno della memoria porta i compagni e gli amici di Simonetti ai suoi
funerali. Gege, nell'ombra della cantina, svuota bottiglie in un brindisi silenzioso. Scalzone,
furioso, parla del destino del Partito Immaginario, del vampiro del Capitale, e della verità
nascosta in una cassaforte in Svizzera. A Termini, la folla si raduna per l'ultimo saluto.
Enrico Berlinguer e Luciano Lama guidano il corteo, seguiti da una moltitudine che canta
"Voglio una vita spericolata," un inno alla libertà e al coraggio di vivere autenticamente. Ma
nel lutto, una risata di un idiota rompe il silenzio, un contrasto crudo alla solennità del
momento. Nel cuore di questa storia, c'è Riccardo Casagrande, il bambino fatato
Changeling, testimone e erede del leggendario Simonetti. La sua vita è un viaggio
attraverso il caos, una ricerca del proprio destino in un mondo dove le verità sono
nascoste e le realtà si sovrappongono. 
Le parole di Cesare Pavese echeggiano: "La verità,
per quanto dolorosa, è indispensabile per la vita." 
Simonetti, nella sua morte e nel suo
lascito, diventa simbolo di una lotta più ampia, una ricerca di autenticità in un mondo
frammentato. E Casagrande, il nuovo protagonista di questa storia, si muove attraverso la
città, una figura metamorfica, un'anima che cerca la sua verità in un labirinto di sussurri e
ombre.