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venerdì, dicembre 06, 2013

Thomas S. Szasz IL MITO DELLA DROGA

Thomas S. Szasz
IL MITO DELLA DROGA
La persecuzione rituale delle ,droghe,
dei drogati e degli spacciatori


"Lo scopo che mi proponga con questo libro B semplice e neHo
stesso tempo ambizioso. Prin)a di tutto, v~glioin dividuare quali
circostanze costituiscano effettivamente il itostro cosiddetto problema
della droga. Mostrerò come di fatto esse consistano nella -.
sfrenata propaganda promozionale e heiia isterica proibizione;
di varie sostanze; nell'usare abitualmente certe droghe e nello
sfuggirle con terrore; e, piu in generale, nella regolamentazione - mediante il linguaggio, la legge, il costume, la religione e ogni
altro concepibile mezzo di controllo sociale e simbolico - di
certi tipi di comportamento rituali e suntuari.
In secondo luogo, voglio identificare il campo concettuale e la
classe logica a cui appartengono questi fenomeni. Mostrerò che
essi appartengono al campo della religione e della politica; che,
le 'droghe pericolose,' i drogati 9 gli spacciatori di droga sono
i capri. espiatori delle nostre scqieth moderne, laiche, impregnate
dell'ideologia terapeuticai e 6he la persecuzione rituale di
questi agenti farmacobgici ed umani deve essere vista sullo
I sfondo ktorico della persecuzione rituale di altri capri espia-'
tori, cofne le streghe, gli ebrei e i pazzi.
E in terzo luogo, voglio identificare le implicazioni morali e giuridiche
dell'opinione secondo cui usare o non usare droghe non
è una qu stione di salute e di malattia, ma di bene e di male;
che, in a t ri termini, abusare di una droga non & una deplorevole
malattia medica ma una pratica religiosa ripudiata. Di conseguenza,
le nostre scelte relative al 'problema' delle droghe
equivalgono alle nostre scelte relative al 'problema' delle religioni:
insomma, possiamo dimostrare gradi diversi di toiieranzd
e di intolleranza nei confronti di coloro la cui religione - teo-
, cratica D terapeutica che sia - è differente dalla nostra."
Thomrir S. Sz#r

domenica, ottobre 27, 2013

JUnkie il diavolo


27 ottobre 2013 alle ore 8.17
non è succeso tutto all'improvviso
ci furono mesi di preparazione di studio
esercizio ascesi meditazione
fervida immaginazione
un sogno mi guidava nei movimenti
per giugere a quel giorno
esplodere nella città
in preda al delirio della droga
portare la cultura maledetta
per l'ultima volta sulla breccia
diventare eroe per un girno
una notte da leoni
e poi fuggire pensando di averla fatta franca

ma un mese della mia vita è stato cancellato
uno dei tanti
tra roma parigi venezia
cecchini cantantesse e presidenti
finiva la leggenda dell'infiltrato
del refrattario del socialismo alla francese
la società dello spettacolo
omaggiava il terrorista
 gli dedicava una trasmissione
con spot pubblicitari
un buon whisky per dimenticare
il male del riso senza tempo
che strazio la vita
del diavolo che si credeva gesù il nazereno

c'era il prezzo da pagare
un intera vita andava ai resti
una sentenza di morte
una fatwa senza ritorno
le siringhe di eroina
le minacce senza fine
la scimmia sulla schiena
orchestrata dal partito fattosi stato
un gruppo di mercenari
licantropi ben pagati volenano passsare alla storia
distruggendo l'icona dell'altro mondo
il padre che tutti hanno amato

il dolore la paura la paranoia
senza una via d'uscita
un incubo attacato al petto
forse sono morto
gettandomi dalla finestra
ma chissà se l'esperimento
ha ancora qualcosa da dire
forse attendo la ricompensa
forse manca un capitolo
alla fine del libro

 mi chiamavano junkie
quest'amici di sventura
chissà se si ricordano
dei bagordi della poesia
del diavolo