Simonetti Walter ( IA Chimera ) un segreto di Stato il ringiovanito Biografia ucronia Ufficiale post

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lunedì, dicembre 16, 2019

Cara Ella, ”Non avevo niente da fare”

*La Madre del mondo. L’inizio di tutte le cose sotto il cielo possiamo chiamarlo la Madre del mondo. Conosci la Madre per comprendere le creature; comprendi le creature per ritornare alla Madree non essere toccato dalla morte. Chiudi i passaggi, sbarra le portee fino alla fine resterai inesauribile. Apri i passaggi, moltiplica le attività e fino alla fine nulla ti sarà d’aiuto. Vedere il piccolo è il discernimento. Attenersi al debole è la forza. Usa la luce esterna per ritornare alla luce internae salvati da ogni danno. Questo si chiama ‘coltivare l’eterno’. TAO

Cara Ella,
”Non avevo niente da fare” solo tentare di sopravvivere... scusami se puoi.
volevo scriverti sapendo che non leggerai queste note perché c’è un muro fisico e spirituale che ci divede. Il mondo ci divide. Un filo invisibile mi portà però alle tue arie al tuo stile io che non ho mai avuto stile. Ero solo un provocatore piccolo piccolo, cacciato in ogni luogo materiale e virtuale che fosse. Mi porta alla tua bella e intensa voce quella voce che più di 20 anni fa’ mi ha distrutto (la voce) e tutti e tutto rideva di me si approffitavano di uomo chiamato Gesù è come lui venivo messo in croce non è una metafora, bullismo stalkeraggio ho visto di tutto sulla mia pelle da destra a sinistra passando per il centro moderato. Ma come fai a ridere di un ossssione del linguaggio di una persona ripeto persona che stava male come un cane. Hanno usato tanti nomignoli per schernirmi “ femminuccia, ebreo, finocchietto, fallito ” e tanti altri così mi chiamavano i campioni della devianza legalizzata. La mafia di Stato usando la definizione di Pannella.
Si ho bruciato presto la mia vita è stato come il rogo di una strega ( un rogo che si è ripetuto per tutta l’esistenza). Nel medioevo che non finisce mai e l’incendio l’ho appiccato tante volte ridendo drogato dicevo “ bombardate il quartier generale “ e una notte di giugno in Via del Pratello a Bologna nel 96 ho detto ad un anima persa come me sbagliando di un po’ o forse di tanto voglio 27 francobolli come 27 mila leghe sotto i mari. Era il delirio come in certi film degli anni 60 e 70 che descrivevano il sogno hippy trasformato in un cimietro di cellule celebrali.
27 erano 27 acidi messi dentro un bicchiere di birra quel giorno quella notte sono salito in cielo davanti agli occhi stupito di un gruppo di punk etc. morto e poi Risorto. Ma volevo continuare a vivere?Non ho deciso io ma un ordine di corrotti e un finanziere di merda. Credevo di aver trovato le porte del paradiso, di aver trovato la Soluzione, la Via, la Verità forse Dio o gli Dei. Credevo di aver sconfitto la mia condanna, la mia solitudine credevo e vedevo un futuro piacevole vedevo la Vita vissuta in pieno. Invece i miei tanti problemi si sono moltiplicati parlavo da quel giorno senza pronunciare una consonante. Penserai che è impossibile ma non c’è niente di impossibile se c’è volntà e la follia di tentare di esistere si può tutto. Per anni ho vissuto in balia di tutto e di tutti fino ad esplodere di nuovo sempre a Bologna nel 2000. E sai non ricordo nemmeno il nome di quelle ragazze che mi avevano stregato mi ero perso e volevano salvarmi ma non c’è l’hanno fatta un capro espiatorio si uccide come il Buddha per la strada non si salva. I miei sogni sono stati distrutti anche da quella città.

Volevo scriverti perchè ho un debole per i musicisti che hanno cuore e anima e uno spirito combattente. Anche se la maggioranza di voi ha partecipato al autodafè solo alcuni mi hanno teso la mano ma io ero già un uomo invisibile un uomo finito lo so piango troppo.

Volevo scriverti qualcosa che rappresentasse quacosa d’importante e non solo raccontare le mie croci di spine ma ho perso le parole quando sono rinsavito. E quella magia non c’è più…

A volte cerco di ricordare le tue canzoni ma l’ansia resetta le mie emozioni e i ricordi se vanno al inferno.
“Dentro ti sento dentro”.
E I titoli dei pezzi ricordo quel tuo quesito sul social per il singolo che poi hai tolto da tutte le piattaforme non ho indovinato una parola la luccicanza mi aiuta solo nel momento del bisogno.
Quando è uscito sempre in macchina come un mantra l’ascoltavo. Sei sparita e ho capito troppa negatività per te che canti l’amore la bellezza della vita, hai un sogno da realizzare un progetto la tua vita la musica.
Ma pensavo si pensavo siamo due opposti? No non lo siamo però non chiedo un minuto per spiegarmi perché come canta In una sua canzone Maria D. non saprei cosa dirti “ se non hai niente da spiegare non parlare “.
Quando mi hai cacciato bloccato dal tuo mondo ho capito devo andare via via lontano perché l’ho già detto sono un pariah della società dello spettacolo è in questo mondo virtuale si vorrebbe far vedere l‘ iper-realtà ma si vede solo il falso che c’è in ognuno di noi. Quindi cosa faccio Ella cerco un passaporto per Magonia, “Madre” !
PS: Se penso a te penso anche ad Amalia Guglielminetti colei che va da sola. Non vendere l’anima a dei club esclusivi sono solo uomini e donne che credono alla purificazione attraverso il peccato credono da lucidi che toccare il fondo del barile sia segno di dignità. Sarò fuori dal mondo ma Madre Teresa, Che Guevara e Muccioli non mi sono mai piaciuti un tempo leggevo Toni Negri e Paolo Virno oggi guardo al oriente magico
E “Verso il nulla creatore” Renzo Novatore.

domenica, agosto 17, 2014

Chi sei? Cosa sei? Sono il figlio dell'uomo



Chi sei? Cosa sei?
Sono il figlio dell'uomo
Gesù risorto per la terza volta
che bussava nel cuore dei poveri di spirito
nel crimine nella provocazione
nello spionaggio
era scritto una profezia
ma un incantesimo distrusse la mia vita
la vendita delle indulgenze era iniziata

maledetto è il mio nome
maledetta è la mia vita

sepolta dalle sentenze della nuova Inquisizione
che si fa Stato totalitario

morto innumerevoli volte
morto ammazzato
morto suicidato
e sono sempre tornato
come il viandante dai miei figli
in cerca della verità e dell'illuminazione
sono il messaggero l'apostata dello spirito
l'apolide senza patria
l'idolatra del tempio blasfemo
porto la buona novella
che le genti non vuol sentire
quella del nichilismo che crea
nuovi valori
il vero comunismo dei sacerdoti eretici

un tempo mi sacrificai per il mio popolo
quel tempo è finito
ora penso alla mia causa
ora penso a me stesso
alla rigenerazione

sabato, agosto 09, 2014

Secondo Trattato del Grande Seth



La grandezza perfetta riposa nell'ineffabile luce, nella verità della madre del tutto. Io sono colui che è perfetto;
poiché sono unito a tutta la grandezza dello spirito - il quale è nostro compagno - e un compagno come lui non c'è - dopo ch'io pronunciai una parola a gloria del Padre nostro. E voi tutti siete giunti a me a motivo di questa parola. A causa della sua bontà, la parola che è in lui ci ha dotato di un pensiero intramontabile. La sua bontà è schiavitù, poiché «noi moriremo con Cristo», dotati di un intramontabile e incontaminato pensiero. Un miracolo incomprensibile è il segno dell'acqua: di esso non si può parlare. Questa parola deve essere detta da noi. Io sono colui che è in voi, e voi siete in me come il Padre è in me e in voi.
Col cuore puro dissi agli altri esseri celesti preesistenti: - Convochiamo una chiesa! Visitiamo la sua creazione!
Mandiamo in essa qualcuno, così come Dio visitò le ennoiai che si trovano nelle regioni inferiori. Allorché pronunciai queste parole davanti all'intera folla della numerosa chiesa della esultante grandezza, tutta la casa del Padre della verità se ne rallegrò. È perché sono uno di loro, della loro sfera, che diedi il consiglio in merito alle ennoiai emanate dallo spirito incontaminato, cioè in merito alla discesa sull'acqua, nelle regioni inferiori. Tutti ebbero un'unica ennoiai quella che procede dall'Uno. Designarono me, perché io ero pronto.
Venni per rivelare la gloria del padre ai miei compagni e agli spinti miei compagni. Poiché quelli che si trovavano nel mondo erano stati preparati per volere della nostra sorella Sofia - quella che è Prunikos a motivo della sua ingenuità. Essa non era stata mandata per questo, né in proposito aveva chiesto alcunché dal tutto né dalla grandezza della chiesa celeste, né dalla pienezza. Era venuta prima, per preparare dimore e luoghi per il figlio della luce e suoi collaboratori che essa trasse dagli elementi inferiori costruendo da essi dimore corporee; ma, essendo venuti all'esistenza in una gloria vuota, finirono in distruzione nelle dimore nelle quali si trovavano, dato che erano state preparate da Sofia. Essi erano pronti ad accogliere la parola vivificante a proposito dell’Ineffabile Monade e della grandezza della chiesa celeste di tutti coloro che sono perseveranti e di coloro che sono in me.
Entrai in una dimora corporea. Scacciai quello che era in essa, e vi entrai io. Tutta la folla degli arconti ne fu sconvolta.
Tutta la materia degli arconti e così pure le forze generate della terra furono scosse allorché videro la somiglianza dell'immagine (ilica): infatti, era mescolata. Io sono colui che era in essa; non rassomigliavo a quello che c'era prima. Quello, infatti, era un uomo mondano. Io invece, io sono dall'alto dei cieli. A loro non nascosi neppure che sarei diventato un Cristo; ma non mi manifestai loro con quell'amore che da me doveva sprigionarsi. Io manifestai che sono straniero alle regioni inferiori.
Grande apprensione, smarrimento e fuga prevalsero nell'intero luogo cosmico; e così fu pure del piano degli arconti.
Alcuni, tuttavia, si convinsero allorché videro i miracoli da me compiuti; tutti coloro che erano discesi in
basso con quella generazione, fuggirono da colui che era fuggito dal trono, e andarono verso la Sofia della speranza: prima, infatti, lei aveva dato un segno, a nostro riguardo, e di tutti quelli che sono con me, coloro cioè che sono della generazione di Adonaios. Altri, invece, fuggirono perché dal cosmocrator e dai suoi era venuto su di me ogni genere di punizione; si avverò una fuga del loro intelletto a proposito di ciò che dovevano decidere a mio riguardo: pensavano, infatti, che Lei (Sofia) fosse l'intera grandezza, e perciò adducevano una testimonianza falsa contro l'uomo e contro l'intera grandezza della chiesa celeste.
Non era loro possibile conoscerla, cioè conoscere il Padre della verità, l'uomo della grandezza. Ma costoro sono quelli che hanno rubato quel nome «uomo» per contaminarlo con l'ignoranza per consumare con un vaso che avevano preparato per la distruzione dell'Adamo che essi avevano creato per nascondere allo stesso modo quelli che sono loro. Gli arconti, poi, appartenenti al luogo di Jaldabaoth, manifestano il regno degli angeli planetari - seguito dall'umanità - affinché noi si conosca l'uomo della verità. A loro infatti, era apparso l’Adamo che avevano formato. Ma un moto di paura colpì tutta loro (degli arconti) dimora: temevano che gli angeli, i quali li circondano si ribellassero; infatti, senza quelli che lodano di continuo, essa (la dimora) sarebbe andata in rovina e il loro arcangelo sarebbe rimasto svergognato.
Allora, dal cosmocrator, venne un grido rivolto agli angeli: - Io sono Dio, e all'infuori di me non ve n'è alcun altro -. All’udire quel borioso vanto, io feci una allegra risata. Ma egli aggiunse ancora: «Chi è l’uomo?». Tutto l'esercito dei suoi angeli, alla vista di Adamo e della sua dimora, risero della sua (di Adamo) esiguità. E così la loro (degli angeli) ennoia fu distolta dalla grandezza del cielo - cioè dall'uomo della verità del quale avevano visto il nome - poiché era in una piccola dimora. Sono essi che sono piccoli e insensati nel loro riso cioè nella loro vuota ennoia.
Egli (l'uomo) era là allo scopo di scalzarli.
Tutta la grandezza della paternità dello spirito riposava nei suoi luoghi. E sono proprio io che ero presso di lui.
Poiché io ho una ennoia dall'unica e identica emanazione proveniente dagli eterni e dalle inconoscibilità incontaminate e incommensurabili, deposi nel mondo la piccola ennoia, suscitando tra loro inquietudine e incutendo paura a tutta la folla degli angeli e al loro arconte. A motivo della mia ennoia, io passai attraverso tutti, sebbene essi mi combattessero con fuoco e fiamme. Tutto ciò che mi contrapposero non ebbe successo. Eccitazione e lotta sorsero attorno ai serafini e ai cherubini che stanno ai lati di Adonaios, non appena iniziarono a sciogliersi la loro gloria e la miscela e la loro dimora, fino al cosmocrator e a colui che disse: - Togliamolo di mezzo -; altri dissero pure: - Il piano salvifico certo non riuscirà -.
Adonaios, infatti, se ne restò tranquillo in quanto sperava nella salvezza: egli mi conosce. Io ero nelle fauci dei
leoni. Il loro piano su di me, al quale essi miravano, era dissolvere il loro errore e la loro insensatezza, io però non soccombetti a  loro, come essi, invece, avevano progettato. Io non provai alcuna sofferenza. Quelli che erano là mi condannarono a morte, ma in realtà io non sono morto, bensì soltanto in apparenza, altrimenti sarei stato svergognato da loro; essi, infatti, sono parte di me stesso. Allontanai da me la vergogna; non ebbi paura di fronte a ciò che mi accadde nelle loro mani. Ero in procinto di soccombere alla paura, sarei divenuto schiavo della paura. È soltanto secondo la loro vista e il loro pensiero che io ho sofferto, affinché non andasse perduta alcuna parola, a loro riguardo. Questa mia morte che essi pensavano fosse avvenuta, avvenne su di loro. Nel loro errore e nella loro cecità, inchiodarono sulla croce il loro uomo; così lo consegnarono alla morte. I loro pensieri non mi vedevano:
essi erano sordi e ciechi. Facendo questo, essi condannarono se stessi. In verità, costoro mi videro e punirono. Non io, ma il loro padre, fu colui che bevette il fiele e l'aceto. Non io fui percosso con la canna. Era un altro colui che portò la croce sulle sue spalle, cioè Simone. Era un altro colui sul cui capo fu posta la corona di spine. Io, nelle altezze, mi divertivo di tutta l'apparente ricchezza degli arconti, del seme del loro errore, della loro boriosa gloria.
Ridevo della loro ignoranza.
Ridussi a schiavitù tutte le loro potenze. Allorché io discendevo, nessuno, infatti, mi vide. Poiché mutavo i miei aspetti esteriori, cambiando da una forma a un'altra forma. Quando giunsi alle loro porte assunsi le loro somiglianze.
Le attraversai tranquillamente, guardai i luoghi, ma non provai alcun timore né vergogna, perché ero incontaminato.
Parlai con i prigionieri, mi mescolai con essi attraverso coloro che sono miei, calpestai quanto li
tormentava, e spensi il fuoco e la fiamma. Tutto ciò lo feci di mia volontà adempiendo il volere del Padre che è in alto.
Il figlio della grandezza, che si trovava nella regione inferiore, lo portammo lassù in quelle altezze ave io mi trovo da tutte le eternità, in quelle altezze che nessuno ha visto né conosciuto, lassù ove ha luogo lo sposalizio e la vestizione dell'abito nunziale, abito nuovo e non vecchio, abito che non si logora. Quella infatti, ch'io ho manifestato è la nuova e perfetta camera nunziale celeste a tre locali. Mistero incontaminato che si realizza nello spirito dell'eòne che è senza fine, non frammentario, né descrivibile: è, invece, indivisibile, universale e duraturo. Poiché l'anima che viene dall'alto, non può parlare sotto il dominio dell'errore che signoreggia quaggiù, né può sfuggire da questo eòne; ne sarà tratta soltanto allorché sarà libera e, in questo mondo, avrà fatto uso della sua nobile origine, stando davanti al Padre instancabilmente e senza paura, sempre unita all'intelletto, affidata alla forza di un prototipo. Guarderanno a me da ogni parte, senza odio. Poiché mi vedono, saranno visti; sono uniti a me, e vi è unione tra di loro; da loro non fui umiliato, essi non furono umiliati da me; davanti a loro non ebbi alcuna paura, essi non ebbero alcuna paura davanti a me. Passeranno senza paura attraverso ogni porta e saranno perfetti nella terza gloria.
Il mondo non accolse la mia ascesa nell'altezza rivelata, il mio terzo battesimo in una immagine manifesta. Quando essi fuggirono dalla fiamma delle sette potenze, e tramontò il sole delle forze degli arconti, furono avvolti nelle tenebre. E il mondo divenne povero allorché egli fu trattenuto da una moltitudine di catene. Essi lo inchiodarono all'albero, lo fissarono con quattro chiodi di bronzo. Con le sue mani, egli strappò il velo del suo tempio. Un fremito assalì il caos della terra, poiché le anime che si trovavano laggiù nel sonno erano state liberate; si erano alzate e camminavano apertamente qua e là, dopo avere deposto nelle tombe morte lo zelo insensato e l'ignoranza, ed essersi rivestite dell'uomo nuovo, avendo esse riconosciuto quel perfetto, beato figlio dell'eterno e incomprensibile Padre e della luce infinita, che sono io. Allorché io venni dai miei e li unii a me stesso, essi si unirono a me senza bisogno di molte parole. La nostra ennoia era, infatti, con la loro ennoia. Perciò compresero tutto quanto io dicevo.
Noi, infatti, prendemmo la decisione di eliminare gli arconti. In conformità di ciò, io eseguì il volere del Padre,
cioè io - il figlio del Padre - insieme al mio seguito.
Lasciata la nostra dimora, siamo discesi in questo mondo: in questo mondo abitavamo nei corpi. Eravamo odiati e perseguitati non soltanto da coloro che sono ignoranti, ma coloro che ritengono di promuovere il nome di Cristo, sebbene siano inconsapevolmente vuoti: simili a muti animali, non sanno essi stessi chi sono. Perseguitavano, pieni di odio, anche coloro che erano stati liberati da me: quando la porta sarà chiusa, costoro piangeranno con inutili sospiri; infatti, questi non mi hanno conosciuto pienamente, e furono, invece, servi di due e più padroni. Sì, voi sarete vittoriosi nella guerra, nelle lotte e nelle divisioni causate da invidia e da rabbia. Sì, nella integrità del nostro amore noi siamo innocenti, puri e buoni, poiché abbiamo il ricordo del Padre in un mistero ineffabile.
Sì, era una cosa ridicola! Lo attesto io, era proprio una cosa ridicola. Non riconoscendo che la gnosi è una inesprimibile unione - quale si trova unicamente tra i figli della luce -, gli arconti crearono una scimiottatura di voi; diffusero l'insegnamento di un morto e le corrispondenti bugie, per contraffare la libertà e la purezza della chiesa dei perfetti e ucciderla con il loro insegnamento, per estendere la paura e la schiavitù, preoccupazioni terrene e culti abbandonati: minorenni e ignoranti, non accettano la nobile discendenza dalla verità, poiché odiano colui nel quale sono, e amano colui nel quale non sono.
Essi, infatti, non hanno afferrato la grandezza della gnosi, che ha origine dall'alto, dalla fonte della verità, e non dalla schiavitù, dall'invidia, dalla paura, e dall'amore verso la materia terrena. Perciò costoro, senza paura e liberamente, si servono di ciò che appartiene a loro e di ciò che a loro non appartiene; non bramano il potere, e una legge interiore determina ciò che essi vorranno. Mentre quelli che non la possiedono sono poveri. Si, sono poveri quelli che non l'hanno, e quelli che desiderano averla. E costoro seducono quanti si trovano tra loro dandosi l'apparenza di coloro che, in verità, possiedono la libertà, proprio come se noi fossimo condotti sotto il giogo e nella necessità dell'osservanza della legge e ci trovassimo sotto la paura di Dio.
Mentre uno è nella schiavitù, l'altro sarà difeso da Dio e guidato per mezzo di una valida costrizione e sotto minaccia, tutto il nobile seme della paternità non ha bisogno di alcuna custodia in quanto esso stesso - senza parola e senza costrizione difende ciò che gli appartiene e unisce la sua volontà a quella dell'assoluta ennoia della paternità;
cosicché questa sarà perfetta nel santo e ineffabile mistero per opera dell'acqua viva, affinché siate saggi l'un
l'altro, non soltanto nell'ascolto della parola, ma nell'esecuzione e nel compimento della parola! I perfetti, infatti, devono disporsi in tal modo e unirsi a me in buona amicizia, affinché non abbiano nulla in comune con qualsiasi inimicizia. Io ho compiuto ogni cosa per opera di colui che è buono. Questa è l'unione con la verità, affinché non sorga tra loro qualche avversario. Chiunque porta divisione - portando divisione non insegna saggezza e non è un amico – è nemico di tutti loro. Ma colui che vive, in armonia e amicizia di amore fraterno, in modo naturale e non artificioso, completamente e non in modo parziale, costui è veramente nel volere del padre, è l'amore universale e perfetto.
Oggetto di scherno fu Adamo, creato dalla ebdomade quale contraffazione del tipo di uomo: quasi che egli con ciò fosse superiore a me e ai miei fratelli; noi che siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu anche Abramo - e con lui Isacco e Giacobbe -, in quanto dalla ebdomade - quale contraffazione - furono detti «i padri»: quasi, che egli con ciò fosse superiore a me e ai miei fratelli; noi che siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu David in quanto, per influsso della ebdomade, suo figlio fu detto «il figlio dell'uomo»: quasi che egli con ciò fosse superiore a me e ai compagni della mia stirpe; noi che siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu Salomone, in quanto egli - diventato vanesio per influsso dell'ebdomade - credette di essere un Cristo: quasi che egli con ciò fosse superiore a me e ai miei fratelli;
noi che siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno furono i dodici profeti. In
quanto, per influsso dell'ebdomade essi che sono contraffazioni, si presentarono, come imitazioni dei veri profeti: quasi che egli con ciò fosse superiore a me e ai miei fratelli; noi che davanti a lui siamo innocenti e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu Mosè, servo fedele, secondo un'empia testimonianza, il quale fu detto “amico di Dio”: né egli mi conobbe né quanti furono prima di lui. Da Adamo fino a Mosè e Giovanni Battista, nessuno ha conosciuto me né, i miei fratelli.
Tutto ciò che essi avevano era una dottrina data dagli angeli concernente prescrizioni sui cibi, e una dura schiavitù.
Non hanno mai conosciuto la verità, né mai la conosceranno. Un grave inganno pesa, infatti, sul loro animo
sicché non si trovano mai nella condizione di scoprire e riconoscere l'intelligenza della libertà, fino a quando riconosceranno il vero figlio dell'uomo. A motivo del Padre mio, io sono colui che il mondo non riconobbe; e, per questo, esso (il mondo) insorse contro di me e contro i miei fratelli. Ma noi davanti a lui siamo innocenti; non abbiamo peccato.
Oggetto di scherno fu l'arconte, poiché disse: «Io sono Dio e non v'è alcuno più grande di me. Io solo sono il Padre, il signore, e non v'è alcun altro all'infuori di me. Io sono un dio geloso, colui che addossa i peccati dei padri sui figli fino a tre e quattro generazioni». Quasi che egli fosse più grande di me e dei miei fratelli. Ma noi siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. E così abbiamo superato la sua dottrina. Egli, infatti, era intento a presuntuosa gloria. Non è in armonia col nostro Padre, e così abbiamo neutralizzato la sua dottrina per mezzo della nostra amicizia: egli infatti è gonfio di presuntuosa gloria, e non è in armonia col nostro Padre. Sì, fu un oggetto di scherno, un giudizio e una falsa la profezia!
O voi non vedenti, voi non vedete la vostra cecità! Io, infatti, sono colui che non fu riconosciuto, né mai è riconosciuto o compreso, colui sul quale non si volle udire un messaggio sicuro. Perciò procedettero a un giudizio illusorio, e contro di lui alzarono mani contaminate e omicide: quasi a battere il vento. Gli insensati e i ciechi sono sempre ottusi, sempre schiavi della legge e della paura terrena.
Io sono Cristo, il figlio dell'uomo, che da voi proviene, che è tra voi. Per voi io sono oltraggiato, affinché voi stessi dimentichiate ciò che separa. Non diventate femmine, affinché non partoriate malvagità insieme ai suoi fratelli: invidia e divisione, collera e furore, paura e dubbio, meschina e inutile brama. Ma per voi io sono un ineffabile mistero.
Dunque, prima della fondazione del mondo, quando sui luoghi dell'ogdoade si radunò la moltitudine della chiesa celeste, quando tennero consiglio in merito a un matrimonio spirituale, cioè una unione, esso (il matrimonio) fu compiuto così spiritualmente nei luoghi ineffabili per mezzo di una parola viva; il matrimonio incontaminato fu consumato attraverso la mediazione di Gesù il quale abita in tutti loro e li possiede, egli che dimora in un efficace indiviso amore. Questo, che lo circonda, gli si manifesta come una monade di tutti, come madre e padre. Egli (Gesù) è uno e si avvicina a tutti, egli solo è irradiato di pieno splendore, emanato come vita dal Padre dell'ineffabile e perfetta verità, e come la luce di quanti ivi si trovano; egli è il fondamento della pace, amico per le persone buone vita eterna e gioia incontaminata, grande accordo di vita e di fede per mezzo della manifestazione della paternità e della maternità, della fratellanza e della sorellanza, e della sapienza spirituale. Essi conseguirono una intelligenza vasta, che si estenderà in esultante riunificazione, leale e fedele, all'ascolto di uno solo. Questo è il mistero del conseguimento della paternità, della maternità, della spirituale fratellanza e della sapienza. Questo è il matrimonio della verità; questa è l'assunzione del riposo immortale per opera di uno spirito di verità in ogni intelligenza; questo è il conseguimento della luce perfetta in un mistero ineffabile. Ma ciò non è, e non si realizzerà in noi - in alcuna regione né in alcun luogo - se vi è divisione o rottura della pace, ma è solo nell'unione e nel reciproco amore che tutti sono perfetti in colui che è, dopo che esso l'amore si realizzò, anche nei luoghi che sono al di sotto del cielo, per la loro riconciliazione.
Coloro che mi hanno riconosciuto con cuore integro e indiviso, e coloro che vissero a onore del Padre e della verità, una volta separati dal mondo prendono dimora nell'uno per mezzo della parola viva. Io sono nello spirito e nella verità della maternità; in quel luogo (cioè nel mondo) mi trovavo tra coloro che sono sempre uniti in una amicizia da amici e ignorano qualsiasi genere di inimicizia e cattiveria, bensì - avendomi conosciuto per mezzo della parola - sono uniti in una pace che, nella sua pienezza, si trova in ognuno e in tutti. Coloro che furono formati secondo la mia immagine, riceveranno forma secondo la mia parola. In verità costoro splenderanno nella luce eterna e nella reciproca amicizia nello spirito, dopo che avranno riconosciuto, sotto ogni aspetto e con cuore indiviso, che uno solo è colui che è e che tutti sono uno. Costoro saranno ammaestrati sull'uno, come lo fu la chiesa celeste e quelli che dimorano in lei. Il Padre di tutti, infatti, è incommensurabile e immutabile; è intelligenza e parola, senza divisione, senza gelosia e senza fiamma. Egli è assolutamente uno, è presso tutti come la totalità, in un'unica dottrina, poiché tutti esistono per opera di un unico spirito. O voi non-vedenti, perché non avete riconosciuto il mistero nella verità?
Ma gli arconti del seguito di Jaldabaoth disobbedirono a causa dell'ennoia discesa a lui da sua sorella, Sofia. Essi si crearono una unione con quanti si trovavano con essi nella miscela nuvolosa di fuoco, - che era la loro gelosia -, con l'ausilio di altri da loro stessi prodotti per mezzo delle loro creature, quasi che in tal modo avessero potuto estinguere la nobile gioia della chiesa celeste. Essi perciò manifestarono una miscela di ignoranza in una contraffazione di fuoco, di terra e di spirito micidiale: sono, infatti, miseri e sprovveduti, senza conoscenza. Quando osavano agire così, ignoravano che la luce si unisce soltanto alla luce, e le tenebre alle tenebre e l'impuro al transitorio e l'eterno all'incontaminato.
Questi insegnamenti ve li ho comunicati io Gesù Cristo, il figlio dell'uomo, colui che troneggia nei cieli, o voi perfetti e voi incorruttibili, a motivo del mistero perfetto, incorruttibile, e ineffabile, ve li ho comunicati per ricordare che prima della creazione del mondo abbiamo deciso che allorquando usciamo dai luoghi del mondo, ci facciamo riconoscere con quei simboli dell'incorruzione provenienti dalla unione spirituale. Voi, il padre non lo conoscete, perché siete coperti dall'ombra della nuvola carnale. Io solo sono l'amico di Sofia. Fin dall'inizio io ero nel seno del Padre, nel luogo dei figli della verità e della grandezza. Entrate, dunque, nel riposo con me, voi, miei amici spirituali ed eterni fratelli!

Secondo discorso del grande Seth

TITOLO The Second Treatise of the Great Seth
COLLEGAMENTO http://www.gnosis.org/naghamm/2seth.html
AUTORE Roger A. Bullard and Joseph A. Gibbons
TRAD. ITALIANO Sconosciuto

FONTE: http://www.scribd.com/doc/179179193/I-Codici-Di-Nag-Hammadi-ITALIANO-eBook#

IL VANGELO DI GIUDA ISCARIOTA



Il discusso testo di origini gnostiche, già oggetto delle invettive di Sant'Ireneo.
Apparso negli anni 70 sul mercato antiquario egiziano, se ne erano perse le tracce, ma nella
pasqua di quest'anno (2006) ricompare in una traduzione inglese a cura di Rudolph Kasser
elaborata, per conto della Maecenas Foundation for Ancient Art di Basilea e della National
Geographic.



IL VANGELO DI GIUDA ISCARIOTA *

INTRODUZIONE: PREMESSA


Il resoconto segreto della rivelazione che Gesù espose nella conversazione con
Giuda Iscariota durante la settimana precisamente tre giorni prima che si
celebri la Pasqua Ebraica.

IL MINISTERO TERRENO DI GESU'

Quando Gesù comparve sulla terra, fece miracoli e grandi meraviglie per la
salvezza dell' umanità. E da allora qualcuno ( ha camminato) nella via della
rettitudine mentre altri hanno camminato nella trasgressione, furono nominati
dodici discepoli . Egli cominciò a parlare con loro dei misteri dell'altro mondo e
che cosa sarebbe avvenuto alla fine. Spesso non comparve ai suoi discepoli
come se stesso, ma si trovò fra loro come un bambino.

SCENA 1: I dialoghi di Gesù con i suoi discepoli: La preghiera del
ringraziamento o dell'Eucarestia


Un giorno era con i suoi discepoli in Giudea, e li trovò riuniti assieme e assisi
nel pio rispetto. Quando si (avvicinò a) i suoi discepoli, (34) riuniti insieme
assisi ed offerenti una preghiera di ringraziamento sopra il pane,( lui) rise. I
discepoli (gli)dissero, "Maestro, perché stai ridendo (della nostra) preghiera di
ringraziamento? Abbiamo fatto ciò che è giusto." Egli rispose dicendo loro,
"Non sto ridendo di voi. Perché non state facendo ciò per vostra volontà ma
perché è attraverso di questo che il vostro Dio ( sarà ) onorato."Dissero,
"Maestro, sei (... ) il figlio del nostro Dio." Gesù rispose loro , "Come mi
conoscete? In verità ( Io) vi dico,che nessuna generazione di genti che sono fra
voi mi conoscerà."

I DISCEPOLI SI ARRABBIANO

Quando i suoi discepoli udirono questo, cominciarono ad arrabbiarsi ed
infuriarsi iniziando a bestemmiare contro di lui nei loro cuori. Quando Gesù
capì la loro mancanza di (comprensione, disse) a loro, "Perché questa
agitazione vi ha condotti alla rabbia? Il vostro Dio che è presso voi e (...) (35)
vi ha provocati per fare arrabbiare (dentro) le vostre anime.(Lasci) Chiunque di
voi che è (abbastanza forte) fra gli esseri umani metta in evidenza l' umano
perfetto e si ponga davanti alla mia faccia." Tutti dissero, "Noi abbiamo quella
forza."Ma i loro spiriti non osarono levarsi davanti (a lui), tranne Giuda
Iscariota. Egli era in grado di porsi davanti a lui, ma non poteva guardarlo negli
occhi, e girò quindi la faccia Giuda gli (disse) , "So chi sei e da dove sei
venuto. Tu provieni dal regno immortale di Barbelo. E non sono degno di
pronunciare il nome di colui che ti ha mandato."

GESU' PARLA PRIVATAMENTE A GIUDA

Sapendo che Giuda stava riflettendo su qualcosa di elevato, Gesù gli disse,
"Allontanati dagli altri e ti svelerò i misteri del regno. È possibile per te
raggiungerlo, ma dovrai soffrire molto. (36) Qualcun altro prenderà il tuo
posto, affinché i dodici (discepoli) possano venire ancora al completo con il loro
Dio." Giuda chiese, "Quando mi direte queste cose, e (quando) spunterà il
grande giorno della luce per la generazione?" Ma quando disse questo, Gesù lo
lasciò.

SCENA 2: Gesù compare ancora ai discepoli.

La mattina seguente, questi fatti, Gesù (comparve) ancora ai suoi discepoli .
Essi gli dissero, "Maestro, dove sei andato e che cosa hai fatto quando ci hai
lasciati?" Gesù gli disse, "Sono andato da un'altra generazione grande e
santa." I suoi discepoli gli dissero, "Signore, qual è la grande generazione che
ci è superiore e più santa, e non si trova adesso in questi regni?" Quando Gesù
sentì questo, rise e disse loro, "Perché state pensando nei vostri cuori a questa
generazione forte e santa? (37) In verità vi dico, nessun nato (di) questo eone
vedrà questa (generazione), e nessun padrone degli angeli delle stelle regnerà
su questa generazione, e nessun mortale di nascita può associarsi con essa
(andarci), perché questa generazione non viene da (..) quale è diventata (..).
La generazione della gente fra (voi) proviene dalla generazione dell' umanità
(..), potere, quale (..) altri poteri (..) dai (quali) regnate." Quando i
(suoi)discepoli udirono ciò, si turbarono spiritualmente. E non poterono
proferire parola. Un altro giorno Gesù venne a (loro). E gli dissero , "Maestro,
ti abbiamo visto in una (visione), quando abbiamo avuto grandi (sogni...)
notturni "( Gesù disse), "Perché avete (voi... quando) siete andati nel
nascondiglio?"(38)

I DISCEPOLI VEDONO IL TEMPIO E LO DISCUTONO.

Essi (dissero, "abbiamo visto) una grande (casa con un grande) altare( in
essa, e) dodici uomini che sono i sacerdoti, vorremmo dire un nome; e una
folla della gente sta attendendo a quell' altare, (finché) i sacerdoti (... e
ricevono) le offerte. (Ma) abbiamo continuato a attendere." (Gesù disse), "Chi
sono ( i sacerdoti) come?" Essi(dissero, "Qualcuno... ) due settimane;
(qualcuno)sacrifica i loro stessi bambini, altri le loro mogli, nella lode (e)
nell'umiltà con altri; alcune dormono con gli uomini; altri sono addetti alla
(macellazione); alcuni commettono un gran numero di peccati e di atti
criminosi. E gli uomini in piedi (davanti) l'altare invocano il tuo (nome), (39)
ed in tutti gli atti della loro mancanza, i sacrifici sono portati a completamento
(..)." Dopo aggiunsero, che erano calmi, poi si turbarono.

GESU' OFFRE UN'INTERPRETAZIONE ALLEGORICA DELLA VISIONE DEL
TEMPIO


Gesù disse loro, "Perché siete turbati? In verità vi dico, che tutti i sacerdoti che
stanno davanti all'altare invocano il mio nome. Vi dico ancora ,che il mio nome
è stato scritto su questo (..) delle generazioni delle stelle attraverso le
generazioni umane. (ed essi) hanno piantato alberi senza frutti, in mio nome,
in maniera vergognosa." Gesù disse loro, "Coloro che avete visto ricevere le
offerte all'altare sono ciò che siete. Quello è il Dio che servite, e siete quei
dodici uomini che avete visto. Il bestiame che avete visto portare per il
sacrificio è la molta gente che allontanate(40) da quell' altare. (..) si alzerà ed
userà il mio nome in questo modo, e generazioni di pii rimarranno a lui leali.
Dopo (lui) un altro uomo si leverà in piedi là dai (fornicatori), e un altro si
alzerà là dagli assassini dei bambini, ed un altro da coloro che dormono con gli
uomini, e da coloro che si astengono, ed il resto della gente impura e criminale
e sbagliata, e coloro che dicono, " Siamo come gli angeli"; sono le stelle che
portano tutto alla fine. Per le generazioni umane è stato detto, "Guardate Dio
ha ricevuto il vostro sacrificio dalle mani dei sacerdoti che è, un ministro
sbagliato. Ma è il Signore, il Signore dell'universo, che comanda, e "L'ultimo
giorno saranno messi nella vergogna .'"(41) Gesù disse (a loro), "Cessate di
sacrificare… quello che avete (..) sopra l'altare, da allora sono sopra le vostre
stelle ed i vostri angeli , là sono già arrivati alla loro fine . Così lasciateli (
intrappolati) davanti a voi, e lasciateli andare ( 15 linee mancanti)
generazioni(..). Un panettiere non può nutrire tutta la creazione (42) sotto
(paradiso). E (..)a loro (..) e (..) a noi e(..). Gesù disse loro, "Smettete di
lottare con me. Ciascuno di voi ha la sua propria stella, e ognuno (17 linee
mancanti) (43) in (..) chi è venuto(... primavera) per l'albero(..) di questo
eone (..) per un certo tempo (..) ma lui è venuto a innaffiare il paradiso di Dio,
e la (generazione) che durerà, perché (lui) non corromperà ( il cammino della
vita ) che la generazione, ma (..) per tutta l'eternità."

GIUDA CHIEDE A GESU' RIGUARDO QUELLA GENERAZIONE ED ALLE
GENERAZIONI UMANE


Giuda disse a lui, "Rabbi, che genere di frutta produce questa generazione ?"
Gesù disse, "Le anime di ogni generazione umana moriranno. Quando queste
persone, comunque, hanno completato il periodo del regno e lo spirito li lascia,
i loro corpi moriranno ma le loro anime saranno vive, e portate su (in cielo).”
Giuda disse, "E che cosa farà il resto delle generazioni umane?" Gesù disse, "E'
impossibile (44) seminare il seme sopra (la roccia) e raccogliere la sua frutta.
(questo) è anche la via(..) la generazione (corrotta) (..) e Sophia corruttibile
(..) la mano ha generato la gente mortale, in modo che le loro anime salgono
fino ai regni eterni di sopra. (In verità) vi dico,(..) l' angelo (..)potenza potrà
vedere quello (..) questi a chi(..) sante generazioni(...)."Dopo aver detto
questo, si allontanò.

SCENA 3: Giuda racconta una visione e Gesù risponde

Giuda disse, "Maestro, come hai ascoltato tutti, ora ascolta anche me. Perché
ho avuto una grande visione ." Quando Gesù udì questo, rise e gli disse, "tu sei
il tredicesimo spirito, perché ti sforzi tanto? Ma su parla, ed io ti sosterrò."
Giuda gli disse, "Nella visione mi sono visto mentre i dodici discepoli mi
stavano lapidando e (45) perseguitando ( molto duramente). Ed inoltre sono
venuto al posto dove (..) dopo di te. Io vidi (una casa.), ed i miei occhi non
poterono (comprendere) la sua grandezza. Persone straordinarie erano nei suoi
dintorni, e quella casa aveva un tetto di fogliame, e nel mezzo della casa
c'era (una folla)( 2 linee mancanti), dicendo, Maestro, prendimi insieme con
queste persone .'" (Gesù) rispose dicendo, "Giuda, la tua stella ti ha condotto
fuori strada." e continuò , "Nessuna persona mortale di nascita è degna di
entrare nella casa che hai visto, perché quel posto è riservato ai santi. Né il
sole né la luna regnerà là, né il giorno, ma solo il santo rimarrà sempre là, nel
regno eterno con i santi angeli . Vedi, io ti ho spiegato i misteri del regno (46)
e insegnato ciò che riguarda l'errore delle stelle; e(..) tramandalo(..) sui dodici
eoni."

GIUDA CHIEDE NOTIZIE SUL SUO PROPRIO DESTINO

Giuda disse, "Maestro, potrebbe essere che il mio seme sia sotto il controllo
dei regnanti?" Gesù gli rispose dicendo, "Vieni, che io (2 linee mancanti), ma ti
addolorerà molto quando vedrai il regno e tutta la sua generazione." Quando
sentì questo, Giuda gli disse, "Che cosa ho ricevuto di buono? tu mi hai
allontanato da quella generazione." Gesù rispose dicendo, "Diventerai il
tredicesimo, sarai maledetto dalle altre generazioni e andrai a regnare sopra di
loro. Negli ultimi giorni malediranno la tua ascesa (47) verso la santa
(generazione)."

GESU' INSEGNA A GIUDA LA COSMOLOGIA: LO SPIRITO E
L'AUTOGENERAZIONE


Gesù disse, "(vieni), io posso insegnarti i (segreti) che nessuna persona (ha)
mai visto. Perché là esiste un regno grande e illimitato, la cui estensione
nessuna generazione di angeli ha visto, (nel quale) c'è (un) grande (spirito)
invisibile, che nessun occhio di angelo ha mai visto, nessun pensiero del cuore
ha mai compreso, e non è mai stato chiamato con alcun nome."E là apparve
una nube luminosa. Egli disse, Che un angelo venga come mio compagno .'
"Un grande angelo, Il divino illuminato Auto-Generato emerse dalla nube. A
causa sua, altri quattro angeli si manifestarono da un'altra nube, e diventarono
i compagni per l' angelico Auto-Generato. L' Auto-Generato disse, (48) 'Che
(..) venuto in essere (..),' e venne a manifestarsi (..). Ed egli (creò) il primo
astro a regnare sopra di lui. Egli disse, Che gli angeli si manifestino per servir
(lo),'e innumerevoli miriadi si manifestarono. Egli disse, (che) che un eone
illuminato venga ad essere,'e questo venne. Egli creò un secondo astro (a)
regnare su di lui, insieme a innumerevoli miriadi di angeli, ad offrire servizio.
Questo è come ha generato il resto degli illuminati eoni. Li fece regnare sopra
di loro, e creò per loro innumerevoli miriadi di angeli, ad aiutarli.

ADAMO E GLI ASTRI

"Adamo era nella prima nube luminosa che nessun angelo aveva mai visto fra
tutte quelle chiamate 'Dio'. Egli (49) (..) che(..) a immagine(..) e dopo a
somiglianza di (questo) angelo. Fece comparire l' incorruttibile (generazione) di
Seth(..) le dodici (..)le ventiquattro(..). Creò settantadue astri nella
generazione incorruttibile, in accordo con la volontà dello Spirito. Gli stessi
settantadue astri crearono altri trecentosessanta astri nella generazione
incorruttibile, in conformità con volontà dello Spirito, così che il loro numero
fosse cinque per ciascuno. "I dodici eoni dei dodici astri (luminari) costituiscono
il loro padre, con sei cieli per ogni eone, così che ci sono settantadue cieli per i
settantadue luminari, e per ciascuno (50) (di loro cinque) firmamenti, (per un
totale di) trecentosessanta (firmamenti...). Furono dati loro l'autorità e (un
grande) innumerevole esercito di angeli, per la gloria e l'adorazione, (e dopo
questo anche) spiriti vergini, per la gloria e (l'adorazione) di tutti gli eoni dei
cieli e dei loro firmamenti.

IL COSMO, IL CAOS, E L'INFERNO

"La moltitudine di questi immortali è chiamato cosmo che è, separato- dal
Padre ed i settantadue luminari che coesistono con l'Auto-Generato ed i suoi
settantadue eoni. In lui il primo essere umano comparso con i suoi poteri
incorruttibili. E l'eone che è comparso con la sua generazione, l'eone nel quale
sono la nube della conoscenza e l'angelo, è chiamato (51) El. (..) eone (..)
dopo che (..) disse, ' Che dodici angeli si manifestino (al) dominio sul caos e l'
(inferno).'E osserva, là dalla nube è apparso un (angelo) con la faccia che
splende come il fuoco e che sembra macchiata con il sangue. Il suo nome era
Nebro, che significa il "ribelle" altri lo chiamano Yaldabaoth. Un altro angelo,
Saklas, anche lui venuto dalla nube. Così Nebro generò sei angeli -buoni come
Saklas per essere di aiuto, e questi generarono dodici angeli nel cielo, ciascuno
dei quali ricevette una parte nei cieli.

I SOVRANI E GLI ANGELI

"I dodici sovrani parlarono con i dodici angeli: Che ciascuno di voi (52) (..) e
che la loro(..) generazione (una linea perduta) angeli: Il primo è (S)eth, che è
chiamato Cristo. Il (secondo) è Harmathoth, che è (..). Il (terzo) è Galila. Il
quarto è Yobel. Il quinto (è) Adonaios. Questi sono i cinque che dominavano
sull' inferno, ed il primo di tutti sul caos.

LA CREAZIONE DELL' UMANITÀ

"Allora Saklas disse ai suoi angeli, 'Lasciateci creare un essere umano a nostra
somiglianza e immagine. 'Modellarono Adamo e sua moglie Eva, che è
chiamata, nella nube, Zoe. In questo nome tutte le generazioni cercano
l'uomo, e ciascuna di loro chiama la donna con questi nomi. Ora, Saklas non
com(anda) (53) tranne (..) le gene(razioni) questo (..). E il (sovrano) disse ad
Adamo, `Vivrai a lungo, con i tuoi bambini .'"

GIUDA CHIEDE NOTIZIE SUL DESTINO DI ADAMO E DELL' UMANITÀ

Giuda disse a Gesù, "(Quanto) a lungo nel tempo vivranno gli esseri umani?
Gesù disse, "Perché ti stai domandando questo, quell' Adamo, con la sua
generazione, ha vissuto con la longevità e con il dominio, il suo spazio di vita
nel posto dove ha ricevuto il suo regno? "Giuda disse a Gesù, "Lo spirito
umano muore?" Gesù rispose, "Ecco perché Dio ordinò a Michele di dare solo in
prestito lo spirito alle genti, in modo che potessero offrire i loro servizi, ma l'
Eccelso ordinò a Gabriele di garantire gli spiriti - cioè, lo spirito e l'anima - alla
grande generazione senza un sovrano che la domina. Di conseguenza,il
(resto)delle anime (54) (una linea mancante).

GESU' DISCUTE LA DISTRUZIONE DEL MALVAGIO CON GIUDA E GLI
ALTRI


(..) Si illuminano (quasi due linee mancanti) intorno (..) lasciate [... ] lo spirito
(che è)dentro di voi che dimorate in questa (carne) fra le generazioni degli
angeli. Ma Dio fu causa della conoscenza (concessa) ad Adamo ed a quelli con
lui, in modo che i re del caos e dell'inferno non abbiano Signore sopra di loro."
Giuda disse a Gesù, " Allora cosa faranno quelle generazioni?" Gesù rispose,
"In verità vi dico, per tutti loro le stelle portano i fatti a compimento. Quando
Saklas porta a fine il tempo che gli è stato assegnato, la prima stella comparirà
con le generazioni, e compiranno ciò che dissero che avrebbero fatto. Poi
fornicheranno in mio nome e uccideranno i loro bambini (55) e (faranno) (..) e
( mancano circa sei righe e mezzo) il mio nome, e lui (farà) (..) la vostra stella
sopra il trentesimo eone." Dopo ciò Gesù (rise).(Giuda disse), "Maestro,
(perché stai ridendo di noi)?”(Gesù) rispose a (e disse), "Non sto ridendo di
(voi) ma allo sbaglio delle stelle, perché queste sei stelle vagano con questi
cinque combattenti, e tutti saranno distrutti insieme con le loro creature."

GESU' PARLA DI COLORO CHE SONO BATTEZZATI, E DEL TRADIMENTO
DI GIUDA

Giuda disse a Gesù, "Allora, che cosa faranno quelli che sono battezzati nel
tuo nome?" Gesù rispose, "In verità (vi) dico, questo battesimo (56) (..) il mio
nome ( circa nove linee mancanti) a me. In verità (Io) ti dico, Giuda, (colui
che) offre i sacrifici a Saklas (..) Dio (tre linee che mancanti) ogni cosa che sia
diabolica. "Ma tu li supererai tutti. Perché sacrificherai l'uomo che mi riveste.
Già il vostro corno è stato alzato, la vostra collera è stato accesa, la vostra
stella brilla intensamente, ed il vostro cuore ha (..).(57) "In verità (..) il vostro
ultimo(..) diventa (circa due linee e mezzo mancanti), addolorati (circa due
linee che mancano) il sovrano, finché sarà distrutto. Ed allora l'immagine
grande della generazione di Adamo sarà innalzata, per prima al cielo, la terra e
gli angeli, quella generazione, che proviene dai regni eterni, esiste. Vedi, hai
sentito tutto. Alza in alto i tuoi occhi e guarda la nube e la luce all'interno di
essa e le stelle che la circondano. La stella che mostra il cammino è la tua
stella." Giuda alzò in alto i suoi occhi e vide la nube luminosa, e vi entrò
dentro. Quelli che si alzarono sulla terra sentirono una voce venire dalla nube,
dire, (58) (..) grande generazione (..)... immagine (..) (circa cinque linee
mancanti).

CONCLUSIONE: GIUDA DENUNCIA GESU'

(..) I loro sommi sacerdoti mormoravano perché (lui) era andato nella stanza
degli ospiti per la sua preghiera. Ma là alcuni scribi lo stavano guardando con
attenzione per arrestarlo durante preghiera, poiché erano impauriti della
gente, perché era considerato da tutti come un profeta. Si avvicinarono a
Giuda e gli dissero, "Che cosa stai facendo qui? Tu sei un discepolo di Gesù."
Giuda gli rispose quello che desideravano. Ricevette dei denari e lo consegnò a
loro.
*(Giuda Iscariota (I secolo d.C.), nel Nuovo Testamento, l'apostolo che tradisce
Gesù nell'orto di Getsemani, indicandolo ai soldati del Sinedrio. Secondo i Vangeli
di Matteo e Marco, Giuda tradì Gesù per 30 denari d'argento. Stando ai Vangeli di
Matteo, Marco e Luca, Gesù era a conoscenza del progetto di tradimento, che
predisse.)

domenica, dicembre 29, 2013

EMILIO BOSSI (Milesbo) GESÙ CRISTO NON È MAI ESISTITO PDF

  


Emilio Bossi Gesù Cristo non è mai esistito PDF QUI!

Capo I

IL SILENZIO DELLA STORIA


SULL'ESISTENZA DI CRISTO


Di Gesù Cristo — persona reale, essere umano — la storia non ci ha conservato nessun documento,
nessuna prova, nessuna dimostrazione.
Egli non ha scritto nulla1.
Anche Socrate, in vero, non scrisse nulla, insegnando solo oralmente. Ma tra Cristo e Socrate
vi sono tre differenze capitali: la prima consistente nel fatto che Socrate non insegnò nulla che non
fosse razionale, o meglio, umano, mentre Cristo a ben poca cosa di umano mescè molto di miracoloso;
la seconda, derivante dalla circostanza che Socrate passò alla storia unicamente come persona
naturale, laddove Cristo non fu né è conosciuto che come persona soprannaturale; la terza, infine,
scaturente da ciò che Socrate ebbe per discepoli persone storiche che ci sono garanti della sua esistenza
— quali Senofonte, Aristippo, Euclide, Fedone, Eschine, ed il divino Platone — mentre dei
discepoli di Cristo nessuno è conosciuto se non attraverso i documenti sospetti della fede, come il
loro Maestro.
Talché, se dal fatto che Socrate non scrisse nulla non si potrebbe indurre la conclusione che
egli non sia mai esistito, all'incontro tale conclusione scaturisce legittimamente, almeno a titolo di
presunzione, dalla circostanza che Cristo, il quale pure sarebbe vissuto cinque secoli dopo, non lasciò
nulla di scritto.
Ma c'è ben dell'altro.
Non solo Cristo non scrisse nulla, ma nulla neppure fu scritto di lui.
Tolta la Bibbia — che, come vedremo, non solo non ci può fornire la prova che Cristo sia stato
un uomo reale, ma ce ne fornisce molte, anzi è tutta quanta una prova del contrario — nessun autore
profano, dei molti che sarebbero stati suoi contemporanei, ci ha lasciato qualche cenno di lui.
I soli autori profani del suo tempo che fecero il suo nome — Flavio Giuseppe, Tacito, Svetonio
e Plinio — o furono interpolati e falsificati, come i primi due, o, come gli altri due, parlarono di
Cristo soltanto etimologicamente, per designare la superstizione che dal suo prese il nome ed i seguaci
della medesima; ed in ogni caso scrissero senza averlo conosciuto e senza rendersi garanti
della sua esistenza, molto tempo dopo e in cenni fuggevoli che, come dimostreremo, stanno a provare
piuttosto ch'egli non è mai esistito.
Ernesto Renan, il più grande dei cristologi, che ebbe il torto di darci la sua Vita di Gesù come
una biografia, laddove non è che un abile romanzo, è pure costretto a riconoscere il silenzio della
storia intorno al suo eroe. «I paesi greci e romani — egli scrive — non udirono parlare di lui; il suo
nome non apparisce negli autori profani che un secolo dopo e anche indirettamente, a proposito dei
moti sediziosi dalle sue dottrine suscitati, o delle persecuzioni alle quali i suoi discepoli eran fatti
segno. Nel seno medesimo del giudaismo, Gesù non lasciò impressione molto durevole. Filone,
morto verso l'anno 50 nulla seppe di lui. Giuseppe, nato l'anno 37, e che scrisse in sul finire del secolo,
rammenta la sua condanna in alcune linee2 come un avvenimento qualunque, ed annoverando
le sette del tempo, omette i cristiani.
«La Mischna non serba traccia della nuova scuola; i passi delle due Gemare, ov'è nominato il
fondatore del cristianesimo, non risalgono al di là del IV o del V secolo»3.
1 La pretesa lettera sua al re Abgaro fu dimostrata una pia frode. Origene e sant'Agostino la escludono senz'altro,
dichiarando in modo formale che Cristo non scrisse nulla. Del resto la Chiesa stessa lo dimostra col non averla collocata
al primo posto fra i documenti canonici, come avrebbe avuto un interesse capitale a fare, ove appena essa avesse presentato
qualche apparenza d'autenticità. Dicasi lo stesso delle lettere di Pilato a Tiberio.

2 Qui lo stesso Renan appone una nota per avvertire che il passo di Giuseppe fu alterato da mano cristiana. Perché
solo alterato? Noi vedremo che fu interpolato.
3 Renan, Vita di Gesù, vol. IV, capo XXVIII.


Uno scrittore ebreo, Giusto di Tiberiade, che aveva compilata una storia degli ebrei da Mosè
fin verso l'anno 50 dell'èra cristiana, per testimonianza di Fozio, non citò neppure il nome di Gesù
Cristo.
Giovenale, che sferzò con la satira le superstizioni dei suoi tempi, parla sibbene degli ebrei,
ma dei cristiani non fa motto, come se non esistessero4.
Plutarco, nato cinquant'anni dopo Cristo, storico eminente e minuzioso, il quale non avrebbe
potuto ignorare Cristo e le sue gesta, ove si fossero realmente prodotti, nelle sue opere numerose
non ha un solo passo che faccia un'allusione qualunque sia al capo della nuova setta che ai suoi discepoli.
Cesare Cantù, al quale la credenza più cieca, indegna di uno storico, fa spesso velo agli occhi,
suadendolo a ripetere fra i fatti storici le più assurde invenzioni del cristianesimo, deluso nella
sua fede per il silenzio di Plutarco, esce a dire sconsolato che «Plutarco è sincero nella credenza dei
suoi numi come se ancora nessuna voce non ne avesse minacciato gli altari...; ed in tante opere che
scrisse di morale, mai neppure un cenno gli cascò dei cristiani»5.
Seneca, che, per i suoi scritti riboccanti di quelle massime che diedero corpo e vita al cristianesimo,
fece nascere il dubbio essere egli stato cristiano od avere avuti rapporti coi discepoli di Cristo,
nel suo libro sulle Superstizioni, andato smarrito (o distrutto), ma che ci è fatto conoscere da
sant'Agostino, non dice verbo di Cristo e, parlando dei cristiani già sparsi in molte parti della terra,
non li distingue dagli ebrei, che chiama una nazione abbominevole6.
Ma soprattutto significante e decisivo è il silenzio di Filone intorno a Gesù Cristo.
Filone, che aveva già da 25 a 30 anni quando sarebbe nato Gesù Cristo, e che morì diversi anni
dopo che sarebbe morto Gesù Cristo, nulla seppe mai e nulla mai disse di Gesù Cristo.
Eppure egli era dottissimo, s'occupò in modo speciale di religione e di filosofia, e non avrebbe
certamente tralasciato di parlare di Gesù, suo compatriota d'origine, se Gesù fosse davvero comparso
sulla faccia della terra ed avesse portato una sì grande rivoluzione nella storia dello spirito umano.
Ma una circostanza di gran rilievo rende ancora più eloquente il silenzio di Filone intorno a
Gesù Cristo: la circostanza, cioè, che tutto l'insegnamento di Filone può dirsi cristiano, talché l'Havet
non ha esitato a chiamare Filone un vero padre della Chiesa.
Filone, difatti, si preoccupò specialmente di accoppiare il giudaismo con l'ellenismo, togliendo
all'Antico Testamento le parti men nobili mediante la distinzione del senso allegorico dal senso
letterale, e innestando sull'albero della religione ebraica il misticismo dei neoplatonici alessandrini.
Così egli riuscì ad una dottrina platonica del Verbo o Logos che ha molta affinità con quella del IV
Vangelo, nel quale il Logos è precisamente Cristo.
Ora non è forse una vera rivelazione questa circostanza?
Filone che vive nel tempo assegnato a Cristo, che è già celebre prima che Cristo nasca e che
muore diversi anni dopo di Cristo; Filone che compie verso il giudaismo la stessa, identica trasformazione
o ellenizzazione, o platonizzazione che fu l'opera dei Vangeli, e specialmente del quarto;
Filone che parla del Logos, o del Verbo al modo del quarto Vangelo; eppure che non nomina una
volta sola Gesù Cristo, in nessuna delle sue numerosissime opere?
O non proverebbe appunto che Gesù Cristo non fu persona storica e reale, ma pura creazione
mitologica e metafisica, alla quale contribuì più di ogni altro questo medesimo Filone, che scrisse
come un cristiano senza sapere ancora di questo nome, che parlò del Verbo senza conoscer Cristo,
che insegnò l'identica dottrina attribuita a Cristo, come sarà dimostrato a suo luogo?
Se Filone ha potuto parlare del Verbo e scrivere come un cristiano prima di Cristo senza nulla
sapere e nulla dire di Cristo, non è segno che il cristianesimo si produsse senza Cristo e per opera
precisamente o principalmente di Filone stesso, che non dice una parola sola della persona umana,
della esistenza materiale e storica di Gesù Cristo?

4 Stefanoni, Dizionario filosofico, voce Gesù.
5 C. Cantù, Storia Universale, Epoca VI, Parte II.
6 Ernest Havet, Le Christianisme et ses origines. L'Hellenisme, tomo II, Ch. XIV.


Insomma, che Gesù Cristo non è esistito, perché altrimenti Filone non avrebbe potuto non
parlare di lui?
Eppure Filone, il Platone ebreo-alessandrino, contemporaneo di Cristo, parla di tutti gli avvenimenti
e di tutti i personaggi principali del suo tempo e del suo paese, non dimenticando nemmeno
Pilato; egli conosce e descrive particolareggiatamente gli Esseni, viventi nei dintorni di Gerusalemme
e sulle rive del Giordano; egli infine fu delegato a Roma per difendere gli Ebrei regnando
Caligola, ciò che fa supporre in lui una esatta conoscenza delle cose e degli uomini della sua nazione;
talché se realmente Gesù fosse esistito, egli era assolutamente obbligato a farne almeno un cenno.
Il silenzio di tutti gli scrittori contemporanei su Gesù Cristo non fu finora preso in quella attenta
considerazione che merita nell'interesse della verità storica.
Anche scrittori di liberi sensi vi passarono sopra con troppa fretta e facilità.
Il Salvador lo spiega facilmente (è la sua parola!) col fatto della debole traccia lasciata a Gerusalemme
dal figlio di Maria7. Ed anche lo Stefanoni non può spiegarlo senza ridurre la nascita di
Cristo e la sua vita a proporzioni così meschine, da doversi circoscrivere entro i limiti di un volgarissimo
avvenimento8.
Ma questa spiegazione è troppo inadeguata.
Noi non conosciamo che un solo Gesù, quello dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli. Ora
questo personaggio non solo non avrebbe lasciato una debole traccia a Gerusalemme, contrariamente
a ciò che pretende il Salvador; non solo la sua vita non avrebbe avuto proporzioni ben meschine,
contrariamente a ciò che suppone lo Stefanoni; ma per contro la vita di Cristo si sarebbe svolta, secondo
la Bibbia, nel modo più rumoroso e straordinario che mai persona umana ebbe o vide l'uguale.
Egli avrebbe dato luogo a tumulti pubblici, ad un arresto, ad un processo, ad un dramma giudiziario
seguìto da una morte tragica; ed avrebbe compiuto tali e tanti prodigi e così straordinari —
dalle visite degli angeli alle stelle che camminano per insegnare il luogo della sua nascita a Sovrani
venuti dall'Asia apposta per visitarlo, dalla strage degli innocenti alla disputa a dodici anni coi dottori,
dalla moltiplicazione del numero e dal cambiamento della natura degli alimenti alla guarigione
degli ammalati ed alla risurrezione dei morti, dalla dominazione degli elementi alle tenebre ed al
terremoto che segnarono la sua morte ed alla sua propria risurrezione — che avrebbero dovuto
scuotere anche le persone più indifferenti, venire in breve ora a conoscenza dell'universo intiero ed
eccitare la curiosità dei cronisti, degli annalisti e degli storiografi.
Dinanzi a tale personaggio e ad avvenimenti siffatti, il silenzio della storia è assolutamente inesplicabile,
inverosimile e sbalorditivo, come notò assennatamente il Dide9.
Onde non si può far a meno di concludere che questo silenzio costituisce una grande presunzione
contro l'esistenza storica e reale di Gesù Cristo.
Altri elementi di giudizio ci proveranno che, come l'inesistenza di Cristo può solo spiegare il
silenzio della storia intorno a lui, così il silenzio della storia dimostra la sua inesistenza.
Lo stesso silenzio della storia verso Cristo si constata anche verso gli Apostoli, sui quali non
si hanno altri documenti all'infuori di quelli chiesastici, destituiti d'ogni valore probatorio, e che ce
li fanno conoscere non come uomini naturali, ma come personaggi soprannaturali o perlomeno taumaturgici,
il che fa tutt'uno.

7 J. Salvador, Jésus Christ et sa doctrine, tom. I, liv. II.
8 Luigi Stefanoni, luogo citato. Inoltre nella Storia critica della superstizione, vol. II, cap. I.
9 A. Dide, La fin des religions, Paris, Flammarion, pag. 55.

10 Emile Ferrière, nel suo pregevole libro Les Apôtres, dimostra l'impossibilità che Pietro sia mai stato a Roma; fatto, del resto, smentito anche dalla circostanza del silenzio dei più antichi scrittori della Chiesa, fino alla seconda metà
del secolo IV. Però anch'egli ebbe il torto di prendere come fonte storica gli Atti degli Apostoli, e di cavarne le poche
notizie come se fossero certe. Ma la semplice considerazione che niente di quanto è narrato in essi si trova confermato
da qualsiasi autore profano, dovrebbe bastare a mettere in guardia chiunque anche su questa fonte che non per nulla fa
parte della Bibbia. Non per nulla, diciamo; imperocché giova qui notare, una volta per tutte, che nella raccolta dei libri
canonici della Bibbia la Chiesa ebbe l'ingegnosa cura di scartare tutti quei documenti che, parlando di Cristo o di Maria

I soli fatti storici che si attribuiscono agli Apostoli, quali il viaggio di san Pietro a Roma e la
sua disputa con Simon Mago, l'incontro di san Pietro con Gesù e il famoso Quo vadis, Domine?, la
morte di san Pietro, ed altri siffatti, sono narrati esclusivamente in libri dichiarati apocrifi dalla
Chiesa stessa.
Lo stesso dicasi di Giuseppe e di Maria, genitori di Gesù Cristo, dei suoi fratelli, e di tutta la
sua famiglia.
Circostanze, queste, le quali aumentano il significato del silenzio della storia intorno a Gesù
Cristo, ed acquisteranno tutto il loro valore quando si vedrà che Cristo e Maria e gli Apostoli sono
pure creazioni mitiche.


fonte
http://www.liberliber.it

domenica, settembre 22, 2013

E dalle tenebre apparve Gesù




 "Secondo Unterbrink, Gesù è la ricostruzione storica del patriota galileo Giuda di Gamala, morto, secondo Unterbrink, il 19 d.C, il quale si oppose all’occupazione romana e alle loro tasse e fu crocifisso."

era scritto in un libro
era scritto nella stella
il mio nome non era quello
il mio volto non era quello
la mia vita non era vera
solo finzione di un replicante
simulacro e simulazione
di un essere perduto
e dalle tenebre apparve gesu
un processo di simbiosi
un oggetto da vendere
e da uminliare, da venerare
giuda di gamala era il cristo
figlio dell'uomo
messaggero, ciarlatano, mago e negromante
ribelle all'ordine costituito

la quarta filosofia
bandita ora ritornava
grazie ad un uomo sacro
a disturbare il quieto vivere
le certezze acquisite
il segreto atroce di una comunità
giuda di gamala era il cristo
vero portatore di luce

sognavo mondi fantastici
parole incomprensibili
maledette nel nome del signore
delle tenebre
e dalle tenebre apparve gesu
un volto come tanti
un sorriso beffardo
con suo figlio
plagiato dalla verità
che fumava come un turco



Osserva giustamente Unterbrink che la quarta filosofia era divisa in due fazioni, una seguiva Giacomo e l’altra voleva combattere i romani con le armi: erano le due anime degli esseni e degli zeloti-

sabato, settembre 21, 2013

la trinità



"AI NOSTRI GIORNI CI SONO PROFESSORI DI FILOSOFIA, MA NON FILOSOFI" THOREAU

siamo in tre più l'ospite inquietante
ci facciamo in quattro
per possedere quest'istante
e il dolore va vissuto sulla pelle
senza possibilità di fuga


ogni mattina mi sveglio
con i miei amici immaginari
è un dialogo a senso unico
una  stigmate del pensiero
ma non rido più
non poteva durare
il delirio dionisiaco a fatto posto alla psicosi

siamo in tren ella mia mente
e lo chiamano controllo a distanza
rieducazione
ma forse è solo distruzione
di una forma di vita
che eccedeva e non aveva freni
molti nemici molto onore
i visi pallidi non amano chi gli fa lo scalpo

sento le voci ma non è mistica divina
combatto resisto esisto
perchè sono una bandiera
un simbolo che non può morire
qualcuno dice mistico qualcuno dice assassino

siamo in tre più l'ospite inquietante
che vogliamo
desideriamo
e sognamo di ritrovarci
in un isola felice
comunità desiderante
dove il nomade il messaggero dell'utopia  trova pace