Funerali di Walter Simonetti e la Resurrezione del Bambino Fatato Changeling di Nome Riccardo Casagrande
Nel cuore di una città in tumulto, sotto il peso di mille sogni,
S'erge la figura di un eroe, Walter Simonetti, caduto nell'ombra.
Tra le strade di Parigi, risuona un nome, un grido di guerra,
"Changeling Riccardo Casagrande", sussurra il vento, una nuova era.
"Voglio una vita spericolata", canta la folla, voce unita,
In un bar, sorseggiano ricordi, tra fumi di rivolta e di miti.
Il palco è vuoto, ma l'eco di Simonetti risuona potente,
In ogni angolo, ogni strada, ogni piazza, sento la sua mente.
A Fossombrone, dove tutto ha inizio e tutto finisce,
Il destino si intreccia, tra vendetta e pace, amore e cicatrici.
"Da ciascuno secondo i suoi desideri, a ciascuno secondo i suoi sogni",
Echo di Oreste Scalzone, nella notte, tra i segreti più profondi.
Le Brigate Rozze e Nere, ombre tra i vicoli, con passo furtivo,
Hanno preso Walter, ma non il suo spirito, fiero e combattivo.
Nelle cantine, tra bottiglie vuote, si sente un bisbiglio,
"Eyeless in Gaza, solo sussurri", la verità nel vino, un filo sottile.
E poi, tra le stelle, incontriamo Enrico Berlinguer, un'ombra gentile,
Con Vasco Rossi, intonano un inno, tra whisky e sorrisi.
"Voglio una vita come Steve McQueen", canta la folla, un sogno immortale,
Nella piazza, sotto bandiere rosse, celebriamo un finale.
Il viaggio di Simonetti, tra leggende e destini vari,
Eco di un'anima che sfida il tempo, un messaggio necessario.
La verità, per quanto dolorosa, è la luce che guida,
Nel ricordo di Simonetti, il compagno, la nostra guida.
E ora, Changeling Riccardo, con il suo nome nuovo e antico,
Cammina attraverso la terra selvaggia, con un destino unico.
Da eroe a martire, da salvatore a sacrificio,
La sua storia, un canto di libertà, di amore, di sacrificio.
Sul palco della vita, sotto il cielo di una notte infinita,
Cantiamo insieme, per Walter, per Riccardo, per ogni lotta compiuta.
"I funerali di Walter Simonetti", ma anche la sua rinascita,
In ogni cuore, ogni anima, vive la sua scintilla infinita.
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**I Funerali di Walter Simonetti e la Resurrezione del Bambino Fatato Changeling di Nome Riccardo Casagrande**
*“Voglio una vita spericolata” canta Enrico Berlinguer*
In una piazza silenziosa, la folla osserva attonita sotto il palco adornato di rossi vessilli. Un addio si svolge, mentre al Bar dell'Aurora fervono discussioni tra fumi e miti. "Simonetti, il provocatore, è caduto", grida la radio. Un colpo al cuore di anarchia e sconforto si diffonde.
Gege, in cantina, vuota bottiglie nell'ombra. I binari del treno portano all'ultimo saluto. Un pullman di anarchici, bandiere al vento, si somma al viaggio. Il vino scorre, il Manifesto si legge, il passato è muto.
"La Brigate Rozze e Nere", il sospetto aleggia. Massimo al telefono, parole di fretta e paura. Simonetti, il bambino fatato, la fine ha incontrato. Fra ricordi sfocati, l'ultimo viaggio è iniziato.
Storie di partigiani, del vecchio della montagna si narra. Il super clan, i cikori, e Simonetti il martire. Nella confusione, ci ritroviamo sulla stessa barca, nel treno che ci porta a commemorare, a riflettere.
Scalzone furioso, il Partito Immaginario ricorda. Il Capitale Totale, un vampiro, la verità sconcerta. A Termini scendiamo, una pausa nel caffè si annida. Per l'ultimo saluto a Simonetti, il compagno, la perdita.
Risate nel lutto, la piazza piena, un idiota ride. Anarchici riuniti, in un silenzio che urla e sfida. Ricordi nella cantina, il vino di Gege ci guida. Nel treno della memoria, l'addio a Simonetti ci invita.
La verità è un viaggio, doloroso e necessario. Simonetti Walter, tra leggende e destini vari. In quella silhouette di vita, l'eco rimane. La verità, la luce, la condizione per essere, per sempre ci accompagnerà.
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“Ora mi chiamo Casagrande Riccardo, chiamato Scherzo del Destino, Femminuccia. Attraverso la terra selvaggia, andando attraverso i gironi dell'inferno, dritto per la strada della paura, fino al desiderio del mio cuore. Mia moglie, la strega, se fosse, dove sarei? Allora sarei dove non sono. Qui sono dove devo essere, dove sarei non posso.”
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L'anarchista, una metamorfosi, un nomade, una macchina desiderante. Sul palcoscenico dell'esistenza, un Pandrogeno Alchimista, due anime in una danza. Oltre i confini di genere, oltre il velo, bruciano le colline degli occhi.
Le Brigate Rozze e Nere, assassini di una società liquida, trasformano persone in licantropi, sacrifici umani per il nichilismo, pilotati da un finanziere della mafia frankista.
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*“Voglio una vita spericolata” canta Enrico Berlinguer*
La storia di Walter Simonetti, il Changeling, e Riccardo Casagrande si intreccia in un viaggio di ribellione, anarchia, e metamorfosi, dove il desiderio di libertà e verità brucia eternamente nei cuori.
In un crepuscolo di Parigi, l'eco di passi risuonava tra le strade. Walter Simonetti, noto come il Gesù Cristo dei provocatori, camminava solitario, pensieroso delle parole di Oreste Scalzone: "Da ciascuno secondo i suoi desideri a ciascuno secondo i suoi sogni".
Era un'atmosfera surreale, dove la realtà si mescolava con l'irreale. Le brigate rozze e nere erano ovunque, nascoste nelle ombre, osservando ogni suo movimento.
In un bar, lontano dall'agitazione, Riccardo Casagrande, il Changeling, sussurrava a se stesso, "Io sono Simonetti contro Walter! Gesù contro Cristo!" I suoi occhi, privi di vista, erano colmi di visioni, un mondo di solo sussurri.
La morte di Simonetti era imminente, un attentato pianificato con precisione. Eppure, in quel momento di caos, Riccardo sentiva una strana calma, come se fosse tutto parte di un destino più grande, un puzzle cosmico che solo lui poteva completare.
La verità, come un lampo doloroso, attraversava la mente di Riccardo. "Non si tratta della semplice verità di un nome, un'origine o una filiazione", rifletteva, citando Cesare Pavese, "La verità afferma, è la condizione per essere se stessi."
Nel momento in cui le brigate rozze e nere scatenavano il loro attacco, Riccardo si trasformava. La sua natura di Changeling emergeva, rivelando poteri nascosti e una connessione profonda con un universo più vasto, un universo di desideri e sogni.
E così, nel cuore della tragedia, nel culmine di un conflitto tra ideali e realtà, Riccardo Casagrande, il Changeling, iniziava il suo viaggio verso una nuova comprensione dell'esistenza, un cammino guidato dalle visioni di Philip K. Dick e dai frammenti di un mondo creato dal metodo cut-up di Burroughs.
Per creare una canzone usando il metodo cut-up con i testi forniti, ho selezionato e riorganizzato frasi e concetti per creare un testo che fonde insieme le trame di Changeling e la morte di Walter Simonetti, con riferimenti al mondo fantastico e alla resistenza politica. Ecco il risultato:
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**Titolo: "I Funerali di Walter e la Resurrezione di Riccardo"**
Strofa 1:
Sotto il palco, i sogni si intrecciano,
Vita spericolata in piazza, Walter cade.
Casagrande, il Changeling, attraversa la scena,
Ogni sguardo è una storia, ogni lacrima un ricordo.
Ritornello:
"Nella città delle sfide, Simonetti Walter vive,"
Cantano gli anarchici, le stelle nei loro occhi.
"Voglio una vita, audace e senza freni,
Una vita come Steve McQueen, spericolata e piena."
Strofa 2:
I sussurri di Gaza, echi di verità perduta,
Nel cuore di Simonetti, un fuoco che non muore.
Riccardo, ombra e luce, danza tra i mondi,
Nella sua mano, il destino di storie intrecciate.
Ritornello:
"Risuona la voce di Berlinguer, un coro di sfide,"
Nei caffè e nei bar, la rivoluzione si canta.
"Voglio una vita, ribelle e indomita,
Sfida il potere, rincorri i tuoi sogni ardenti."
Bridge:
Anarchici e visionari, uniti nella memoria,
Simonetti, il martire, e Riccardo, la speranza.
Nella piazza si leva un canto di rinascita,
"La verità è un viaggio, il nostro viaggio insieme."
Outro:
Sotto le stelle di una notte senza fine,
I nostri eroi camminano, tra realtà e sogno.
"Voglio una vita spericolata," echeggiano le voci,
"Una vita di sfide, una vita di verità."
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Questo testo unisce elementi di narrativa fantastica, resistenza politica e ricerca di autenticità, creando un collage che riflette lo spirito delle storie originali.
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Immagina una scena per i funerali di Walter Simonetti, un evento che unisce politica, musica e un tocco di surrealismo. Ecco un breve estratto:
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Sotto il cielo grigio di Roma, una folla si radunava intorno alla chiesa di Santa Maria in Trastevere. Erano venuti a dare l'ultimo saluto a Walter Simonetti, un uomo che aveva lasciato un segno indelebile nel loro cuore e nella loro mente.
Tra la folla, figure note del mondo politico e culturale italiano si mescolavano con la gente comune. Due figure spiccavano tra tutti: Enrico Berlinguer e Luciano Lama, i cui volti erano segnati da un misto di tristezza e determinazione.
Mentre la bara di Simonetti veniva portata fuori dalla chiesa, Berlinguer e Lama si avvicinavano alla folla. Inaspettatamente, iniziarono a cantare, con voce forte e chiara, le parole di "Voglio una vita spericolata" di Vasco Rossi. Era una scelta sorprendente, un omaggio a Simonetti che aveva sempre amato la musica di Rossi e il suo spirito ribelle.
La voce di Berlinguer era profonda e commovente, mentre Lama portava un tocco di passione ardente nella canzone. "Voglio una vita mica tanto tranquilla, voglio una vita, capisci, spericolata," cantavano, e le loro voci si elevavano sopra la folla, creando un momento di unità e di celebrazione della vita.
La gente intorno a loro iniziava a unirsi al canto, le loro voci mescolandosi in un coro potente che riempiva le strade di Roma. Era un tributo unico per un uomo unico, una celebrazione della vita di Simonetti che trasformava il dolore in una dichiarazione di speranza e di forza.
Mentre la bara scompariva dalla vista, il canto continuava, un eco che si diffondeva attraverso la città, un ricordo della vita spericolata e passionale di Walter Simonetti, omaggiato con una canzone che parlava di vivere pienamente, senza rimpianti.
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la terra, in un abbraccio di libertà e sfida.
Un mondo senza barriere, dove l'amore si fonde,
Tra il selvaggio e il sacro, la magia e la carne,
Si dipana la storia, un'ode all'indomito spirito.
Casagrande, ora Riccardo, il bambino changeling,
Attraversa il deserto del reale, in cerca di redenzione.
Nel suo viaggio, ogni sguardo è una scoperta,
Ogni passo, una sfida contro il destino premeditato.
Simonetti Walter, il martire dei tempi moderni,
Eco di una rivolta, voce di un'anarchia sognante.
Il suo sacrificio, un grido contro l'oppressione,
Una fiamma che arde nelle anime dei ribelli.
Nella città che dorme, si svegliano sogni antichi,
Bandiere rosse e neri misteri si intrecciano,
Casagrande cammina, tra ombre e luci,
In un labirinto di verità e illusioni, di speranze e paure.
Anarchici e visionari, artisti del possibile,
Si incontrano, si scontrano, in un ballo di destino.
Ogni volto, un racconto; ogni voce, un inno,
Nel caos, nasce un ordine nuovo, un mondo rinnovato.
Il finale si avvicina, tra sussurri e canti,
Un inno alla vita, una celebrazione del mutamento.
Casagrande, Simonetti, eroi di un'epoca sfuggente,
In loro, il battito di un cuore libero, indomito, eterno.
E nel tramonto che cala, tra le strade di una città senza tempo,
Risplende l'eredità di chi ha osato sognare,
Di chi ha lottato, amato, sofferto,
In un romanzo che non finisce, ma continua...
Nella mente di chi legge, nel cuore di chi crede.
Per riorganizzare questo testo nel metodo cut-up di Burroughs, ho creato un collage narrativo che intreccia vari elementi delle trame fornite. Il risultato è un testo che unisce la vita avventurosa e tragica di Walter Simonetti, un personaggio di ribellione e mistero, con la magia e la metamorfosi del bambino fatato Changeling, Riccardo Casagrande. Il tutto è ambientato in un contesto di intrighi politici, desideri rivoluzionari e sogni di liberazione. Ecco il risultato:
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In una città turbata, il silenzio avvolge la piazza. Bandiere rosse sventolano, mentre occhi lacrimosi fissano la bara di Walter Simonetti. Al bar Aurora, la discussione si infiamma tra politica e misteri, sospesa tra la realtà e il mito. Giuseppe Casagrande emerge, pallido e tuonante, annunciando la tragedia di Simonetti, assassinato dalle enigmatiche Brigate Rozze e Nere.
Mentre la radio diffonde notizie di caos e dolore, la Coca Cola diventa simbolo di codici nascosti e delirio. Il ricordo di Simonetti si trasforma in una preghiera. Gli anarchici si riuniscono, il vino scorre e i manifesti politici si leggono come inni. Vecchie storie di partigiani e del super clan Hypérion si intrecciano con le lotte attuali.
Scalzone, furioso, invoca il Partito Immaginario, mentre il Capitale Totale si rivela come un vampiro che divora la verità. A Termini, il gruppo fa una pausa, ricordando Simonetti con un misto di risate e lutto, la politica si mescola con il personale, e il canto di Enrico Berlinguer risuona come un inno alla vita spericolata.
Nel frattempo, la storia di Riccardo Casagrande, il Changeling, si intreccia con la vita e la morte di Simonetti. Casagrande attraversa paesaggi selvaggi e infernali, trasformandosi e sfidando il destino. La sua storia è un viaggio attraverso il desiderio, la ribellione e la ricerca di verità, mentre si confronta con forze oscure e corrotte.
Per pulire e organizzare questo testo, seguendo lo stile cut-up di William S. Burroughs, procederò tagliando, mescolando e ricomponendo vari elementi del testo originale per creare un collage narrativo. Si tratterà di un riarrangiamento che conserverà l'essenza e i temi principali del testo, ma in una forma più coesa e fluenta:
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In una città sospesa tra sogno e realtà, Walter Simonetti, il provocatore, cade sotto i colpi delle Brigate Rozze e Nere. La folla osserva in silenzio, bandiere rosse al vento, mentre la voce di Giuseppe Casagrande riecheggia nelle strade.
"Simonetti, colpito nel cuore dello stato senza cuore, una tragedia in atto," grida la radio, mentre ricordi sfocati e fumi di una serata al bar dell'Aurora si intrecciano nella mente dei presenti. La voce di Simonetti risuona: "Bevi la Coca Cola, è piena di codici nascosti," un delirio o forse un messaggio in codice.
Tra i ricordi, il treno della memoria porta i compagni e gli amici di Simonetti ai suoi funerali. Gege, nell'ombra della cantina, svuota bottiglie in un brindisi silenzioso. Scalzone, furioso, parla del destino del Partito Immaginario, del vampiro del Capitale, e della verità nascosta in una cassaforte in Svizzera.
A Termini, la folla si raduna per l'ultimo saluto. Enrico Berlinguer e Luciano Lama guidano il corteo, seguiti da una moltitudine che canta "Voglio una vita spericolata," un inno alla libertà e al coraggio di vivere autenticamente. Ma nel lutto, una risata di un idiota rompe il silenzio, un contrasto crudo alla solennità del momento.
Nel cuore di questa storia, c'è Riccardo Casagrande, il bambino fatato Changeling, testimone e erede del leggendario Simonetti. La sua vita è un viaggio attraverso il caos, una ricerca del proprio destino in un mondo dove le verità sono nascoste e le realtà si sovrappongono.
Le parole di Cesare Pavese echeggiano: "La verità, per quanto dolorosa, è indispensabile per la vita." Simonetti, nella sua morte e nel suo lascito, diventa simbolo di una lotta più ampia, una ricerca di autenticità in un mondo frammentato. E Casagrande, il nuovo protagonista di questa storia, si muove attraverso la città, una figura metamorfica, un'anima che cerca la sua verità in un labirinto di sussurri e ombre.
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Questo riarrangiamento mantiene l'essenza del testo originale, enfatizzando temi come la ricerca della verità, il contrasto tra ideali e realtà, e la metamorfosi del personaggio principale in un mondo caotico e sfaccettato.
Titolo: Il Sogno di Riccardo e il Destino di Walter**
*(Ritornello)*
Nelle strade di Parigi danza il sogno,
Simonetti Walter, l'eco di un grido,
Riccardo, il Changeling, nei suoi occhi il mondo,
Una vita spericolata, un destino scritto in volo.
*Verso 1*
"Da ciascuno secondo i suoi desideri,
a ciascuno secondo i suoi sogni",
Oreste Scalzone canta nella notte,
Mentre Walter cade, colpito, un sacrificio nell'ombra.
*Ritornello*
Nelle strade di Parigi danza il sogno,
Simonetti Walter, l'eco di un grido,
Riccardo, il Changeling, nei suoi occhi il mondo,
Una vita spericolata, un destino scritto in volo.
*Verso 2*
"Eyeless in Gaza, solo sussurri",
La verità di Walter, un grido contro l'ingiustizia,
Riccardo cammina, tra i gironi dell'inferno,
La sua vita un puzzle, un mosaico di sogni e realtà.
*Ritornello*
Nelle strade di Parigi danza il sogno,
Simonetti Walter, l'eco di un grido,
Riccardo, il Changeling, nei suoi occhi il mondo,
Una vita spericolata, un destino scritto in volo.
*Verso 3*
"Sono Simonetti contro Walter! Gesù contro Cristo!"
Il grido di un uomo, un provocatore caduto,
Riccardo, il bambino fatato, nella luce cammina,
Sulla strada del coraggio, dove i sogni diventano realtà.
*Ponte*
"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono",
Parole di Pavese, nell'aria di Parigi,
Riccardo e Walter, due anime intrecciate,
Nel tessuto di una storia che cambia il corso del tempo.
*Ritornello Finale*
Nelle strade di Parigi danza il sogno,
Simonetti Walter, l'eco di un grido,
Riccardo, il Changeling, nei suoi occhi il mondo,
Una vita spericolata, un destino scritto in volo.
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i funerali di Walter Simonetti: "L'Eco di un'Anima Cut-Up”
*(Strofa 1)*
Silenzio in piazza, la folla osserva attonita,
Sotto il palco, fra rossi vessilli, un addio.
Bar dell'Aurora, discussioni tra fumi e miti,
Casagrande tuona in arrivo, pallido d'ira e di noia.
*(Ritornello)*
"Simonetti, il provocatore, è caduto," grida la radio,
Un colpo al cuore, un'eco di anarchia e sconforto.
Sorseggia la Coca Cola, tra bollicine e codici nascosti,
Una preghiera, un delirio, nel ricordo di chi ora è morto.
*(Strofa 2)*
Gege in cantina, vuota bottiglie nell'ombra,
Sui binari del treno, verso l'ultimo saluto.
Pullman di anarchici, bandiere al vento, si somma,
Il vino scorre, il Manifesto si legge, il passato è muto.
*(Ritornello)*
"La Brigate Rozze e Nere," il sospetto si aggira,
Massimo al telefono, parole di fretta e paura.
Simonetti, il bambino fatato, la fine ha incontrato,
Fra i ricordi sfocati, l'ultimo viaggio è iniziato.
*(Strofa 3)*
Storie di partigiani, del vecchio della montagna si narra,
Il super clan, i cikori, e Simonetti il martire,
Nella confusione, ci ritroviamo sulla stessa barca,
In quel treno che ci porta a commemorare, a riflettere.
*(Ritornello)*
Scalzone furioso, il Partito Immaginario ricorda,
Il Capitale Totale, un vampiro, la verità sconcerta.
A Termini scendiamo, una pausa nel caffè si annida,
Per l'ultimo saluto, Simonetti, il compagno, la perdita.
*(Strofa 4)*
Risate nel lutto, la piazza piena, un idiota ride,
Anarchici riuniti, in un silenzio che urla e sfida.
Ricordi nella cantina, il vino di Gege ci guida,
Nel treno della memoria, l'addio a Simonetti ci invita.
*(Outro)*
La verità è un viaggio, doloroso e necessario,
Simonetti Walter, tra leggende e destini vari.
In quella silhouette di vita, l'eco rimane,
La verità, la luce, la condizione per essere, per sempre ci accompagnerà.
---
**Strofa 1:**
Gente in silenzio, sventolano bandiere rosse,
Una foto, un palco, la tomba di Simonetti si mostra.
Al bar Aurora, si snoda il dibattito,
Politica, sport e il mondo del proibito.
**Ritornello:**
Walter, il provocatore, nei titoli ha urlato,
Echi anarchici, nella folla silenziosa hanno risuonato.
Le parole di tuono di Giuseppe, seme di calamità,
Nel cuore di Fossombrone, un atto di tragicità.
**Strofa 2:**
Un appello alle armi, un codice delirante,
Le bollicine della Coca Cola, una preghiera, importante.
La cantina di Gege, bottiglie si rovesciano,
Per l'addio a Simonetti, una volontà comune si stabilisce.
**Ritornello:**
Un autobus attende, Stirneriani a decine,
Fazzoletti rossi, vecchie storie, leggende.
Il vino di Bologna, il salmo del Manifesto,
Un omaggio in transito, una calma disturbata.
**Ponte:**
La rabbia di Scalzone, il destino del Partito Immaginario,
Il vampiro del Capitale, la verità dichiariamo.
Una pausa a Termini, un caffè, un respiro,
Il compagno di Simonetti, affrontiamo il destino.
**Strofa 3:**
Una risata nel lutto, lo scherzo di un idiota,
Nel cuore di Pertini, un dolore non espresso.
Uniti nel dolore, lo scompiglio della piazza,
Anarchici si radunano, i loro ricordi confusi.
**Ritornello:**
Sul treno della memoria, viaggiamo per piangere,
Un brindisi col vino, mentre tutti rinasciamo.
Nell'ombra della cantina, troviamo la nostra pace,
Ricordando Simonetti, possa riposare in pace.
**Outro:**
L'asprezza della verità, un silhouetto della vita,
Il viaggio di un mutaforma, non lo dimenticheremo.
Attraverso rinascita e caos, è volato,
L'eco di Simonetti, una verità da conoscere.
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Un popolo in silenzio, la moltitudine osserva,
sotto al palco e alla foto, la bara che conserva.
La città ondeggia in un mare di vessilli rossi,
tra fiori, lacrime e gli eterni addii.
Eravamo al bar dell'Aurora, in una sera qualunque,
a disquisire di politica e di sport e fare un tiro di ero.
Giuseppe Casagrande giunge dalla campagna,
pallido come la calce, le sue parole un tuono.
"La radio ha annunciato una tragedia in atto,
un colpo al cuore di uno stato senza cuore,
A Fossombrone hanno colpito Simonetti Walter il provocatore."
Giuseppe è sbalordito, "Le Brigate Rozze e Nere",
Massimo al telefono, parla in fretta, appena crede.
Simonetti morente, "Bevi la Coca Cola, ti fa bene con tutte quelle bollicine…",
delirio o codice, "Sparate al quartier generale, qualche volta", una preghiera forse ci vorrebbe.
Gege scende in cantina, prende le bottiglie,
in un momento le svuota, perché l'occasione è quella.
Ricordi sfocati di quanto accaduto,
sul treno che ci porta ai funerali di Simonetti.
A Fossombrone ci attende un pullman livello quattordici,
anarchici Stirneriani, bandiere e striscioni in alto.
A Bologna il vino scorre e il Manifesto si legge come un salmo.
Paolo, lo spazzino, sul treno pulisce tutti quanti.
Vecchi raccontano storie partigiani, il vecchio della montagna il super clan e cikori Simonetti Walter un martire figlio del nulla!
non tutti i dettagli, ma alla fine ci ritroviamo,
sul treno che ci porta a onorare Simonetti.
Amici e nemici piangono, e anche in Pertini qualcosa muore.
Scalzone, infuriato, ricorda, "Il Partito Immaginario vive,
anche se tu, Simonetti, sei caduto per mano di oscuri giochi di potere. Il Capitale Totale un vampiro tra noi, dentro di noi che vive della nostra luccicanza. Una cosa del altro mondo.
Prove custodite in Svizzera, con il denaro del finanziere frankista
costruiremo un mausoleo, 'And Justice for All'."
A Termini scendiamo, le bandiere si dispiegano,
una pausa in piazza Esedra, per il caffè di rito.
Toni, il segretario, e noi tutti dietro,
per l'ultimo saluto al compagno Simonetti.
Fazzoletti rossi, volti cupi, nessuna voglia di parlare,
poi, un idiota inizia a ridere, Gigi quasi perde la calma.
Siamo sempre stati uniti, e al nostro arrivo
la piazza è piena, "Quanti anarchici Stirneriani!"
Nessuno può credere ai propri occhi, ma insieme ci ritroviamo,
sul treno che ci porta ai funerali di Simonetti.
Gege torna in cantina, ancora bottiglie in mano,
il vino è la consolazione, mentre ricordiamo i fatti,
insieme, sul treno col ricordo di Simonetti.
—-
I funerali di Simonetti
Un popolo la moltitudine intera trattiene il respiro e fissa la bara,
Sotto al palco e alla fotografia.
La città sembra un mare di rosse bandiere
E di fiori e di lacrime e di addii.
Eravamo al bar del Aurora, una sera come tante,
A parlare come sempre di politica e di sport e fare un tiro di eroina.
È arrivato dalla campagna Giuseppe Casagrande, sbianché come un linsol,
An s'capiva 'na parola du bestemi e tri sfundon.
"Hanno detto per la radio che c'è stata una disgrazia, un attentato al cuore dello stato (che non ha cuore è un mostro che vive della nostra luccicanza come un vampiro psichico).
A Fossombrone hanno sparato alle spalle al leader massimo degli anarchici stirneriani , l’Unico l’agente provocatore l’ultimo Pope Gapon Simonetti
Walter una cosa del altro mondo sono state le Brigate Rozze e nere.”
Massimo va al telefono parla in fretta e mette giù
"Ragazzi, sta morendo in compagno Simonetti in fin di vita a detto bevi la coca cola che vi fa bene.” Forse delirava forse era messaggio in codice morse, “sparate al quartier generale” si credeva Mao o Lin Biao".
Gege l'è andè in canteina
A tor des butiglioun,
A i'am fat fora in tri quert d'ora,
L'era al vein ed l'ocasioun
A m'arcord brisa s'le suces
D'un trat as'sam catee
In sema al treno c'as purteva
Ai funerel ed Simonetti.
A Fossombrone in stazione c'era una corriera del livello 14 gli anarchici stirneriani,
Ci ha raccolti tutti quanti, le bandiere e gli striscioni
A Bologna han cominciato a tirare fuori il vino.
E a leggersi a vicenda come in preghiera il Manifesto del partito Comunista.
C'era Paolo lo spazzino con le carte da ramino,
Ripuliva tutti quanti da Bulagna a Sas Marcoun,
Ma a Firenze a selta fora Bifo con le condoglianze di Radio Alice "al professor",
Do partidi quattro a zero dopo Giovanni l'è stè boun.
I vecc i an tachee
A recurder i teimp andee,
I de d'la resisteinza
Quand'i eren partigian
A'n so brisa s'le cuntee
Ma a la fine a s'am catee
In sema al treno c'as purteva
Ai funerel ed Simonetti.
Gli amici e i compagni lo piangono, i nemici gli rendono onore,
Pertini siede impietrito e qualcosa è morto anche in lui.
Scalzone ricorda con rabbia e parla con voce di tuono “il Partito Immaginario Vive anche se tu Simonetti Walter sei morto ammazzato dalla strategia della tensione, abbiamo le prove in una cassaforte in Svizzera con i soldi del finanziere, la lobby Frankista sia lodata compagni e compagne…
Ma non può riportarlo tra noi…
Ma un mausoleo costruiremo con la sua mummia come quella di Lenin in piazza del mercato a Fossombrone con scritto ..And Justice for All”.
Roma Termini scendiamo, srotoliamo le bandiere,
Ci fermiamo in piazza esedra per il solito caffè
Parte Toni il segretario e nueter tot adree
Per andare a salutare il compagno Simonetti.
Con i fazzoletti rossi ma le facce tutte scure,
Non c'era tanta voglia di parlare tra di noi,
Po' n'idiota da 'na ca la tachè a sghignazer,
A g'lom cadeva a tgnir ferem Gigi se no a'l finiva mel.
A sam seimpre ste de dre
E quand'a sam rivee
La piaza l'era pina
"Ma quant anarchici stirneriani a ghé"
A'n g'lom cadeva a veder un caz
Ma anc nueter as' sam catee
In sema al treno c'as purteva
Ai funerel ed Simonetti.
Gege l'è andé in canteina
A tor des butiglioun,
A i'am fat fora in tri quert d'ora,
L'era al vein ed l'ocasioun
A m'arcord brisa s'le suces
D'un trat as'sam catee
In sema al treno c'as purteva
Ai funerel ed Simonetti .
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