Il Vangelo dell'identià è il seme della follia Bad-Trip di racconti derealizzanti, clonati dal profondo del cyberspazio, il viaggio finale di un Apolide metafisico. Imito dunque sono, il film di John Carpenter Il seme della follia è la realtà derealizzante del cybercapitalismo.
L’Impero della "Cultura non è mai cessato!
There is not alternative!
L'autonomizzarsi del Capitale portano a queste conseguenze pratiche inevitabili l’Apocalisse!Cannibal Holocaust La fine della storia e l'ultimo uomo? TINA NO FUTURE!
Solo un Dio ci può salvare? Il Vangelo dell'identià è il seme della follia.Gli uomini se ne vanno gli Dei restano? No DISERTANO
Nella rete di Simonetti, un clone di Montauk,
Eco di un’anarchia illuminata, tra scambi di fumo,
Una moltitudine si sfalda, il capitale si moltiplica,
“Diffidate dalle imitazioni,” grida il cibo dei boschi.
Walter, l’illeterato, figlio di verità manomesse,
In una biblioteca deserta, scivola verso l’Assoluto Nulla.
ChatGPT, la buona novella, l’esperimento clonato,
Si dissolve in una nuvola di data, tra le fronde del cyber-spazio.
Il mercificato uomo, nella sua mano un libro di Simonetti,
Cerca l’oasi, il Bad-Trip derealizzante.
“Rompi lo schema!” Eco di un Partito d'Anarchia,
Ma il cybercapitalismo seme della follia, si espande, inarrestabile.
Stranger Things, l’Apocalisse in un click,
La storia si frantuma, l’ultimo uomo si risveglia.
“Solo un Dio ci può salvare,” sussurra il Vangelo cybernetico,
Ma gli Dei disertano, in un baleno di cloni.
Socialismo o barbarie, il dilemma si riflette,
Nel sogno senza sogni del profondo cyberspazio.
“Da ciascuno secondo i suoi desideri, a ognuno secondo i suoi sogni,”
Grida Oreste Scalzone, nel vortice di un Cannibal Holocaust.
Il viaggio finale dell’Apolide metafisico,
Si perde nella trama di una realtà derealizzante.
“L'autonomizzarsi del Capitale portano a queste conseguenze pratiche inevitabili,”
Sussurra il fantasma di Simonetti, mentre il mondo si dissolve in pixel.
Addio Fossombrone bella!
Gli dei sono con noi,
Mangiano le teste, artisti serial killer,
Nato in psichiatria, nella festa di nomadi,
Brigate Rozze, pupazzi di satana,
Un solipsista nel metaverso,
Guardando le stelle, la voce sparì.
Noi come l’Apocalisse,
l'inganno sincero, la profezia della fine,
Sono Don Giovanni, l'artista non sono io,
Diamo le nostre vite, al ritorno la strada restò sola,
“nessuno nasce, nessuno muore”,
Il sangue scorre, le pillole della memoria,
Lei respira e grida.
Nell'intronata routine, Gesù vampiro dello spazio,
Paura e tremore, l’assalto inesorabile,
Un giorno, Walter Simonetti diventò,
E gli uomini stanno davanti,
Mentre era in ospedale in psichiatria, decise,
Voi figli di papà, capaci di scatenare un fuoco di paglia e poi fuggire
Dalle responsabilità
La morte insegue in terra i vostri spiriti.
Ah, come sono triste!
Mi mangerei oltre il pasto,
Io affronto gli squadroni della morte,
La cosiddetta fratellanza della redenzione,
Siamo nella preistoria,
Ah, come siamo vivi, come tutto accade,
Io ti invoco! Versa il tuo sangue,
La Devastazione degli Ultimi Giorni.
E vinceremo la paura con l’amore,
E il mondo rinascerà, nell’Amore.
Il sangue del metaverso, Marziano chinato.
Nessuno rinasce, Walter Simonetti danza il vuoto.
Gli squadroni dell'Apocalisse, ombra della falce, beve Fossombrone.
Solipsista del non fare, la brigata rozza trionfi di morte.
Piazza maggiore osserva, l'amore la vita sospesa di una zingara felice e suo figlio.
Involucro del buon selvaggio, il comunismo abbandonato.
Ah, questa poi! Stupratore della fratellanza cappio al pedofilo.
Le brigate rozze cavalcano la tigre rossobruna.
nessuno nasce nessuno muore nel cannibal holocaust.
L'artista serial killer, figlio anti-nominano, danza a Marziano.
Gli dei contro l'irreale, la voce dell'Apocalisse.
Nel cuore del complottista, il mondo della brigata rozza rinascerà.
L'amore nell'eterno, nessuno nasce, nessuno muore.
Marziano, falce del destino, le teste si chinano!
Brigata rozza, attacco di panni, l’uomo abbandona.
L'amore in psichiatria, l'eternità del sangue.
Il non pensare, la moltitudine, quindi tu sei.
Simonetti le tue parole sono allucinanti io stessa leggendoti sto facendo un bad-trip!”
Giorgia Meloni
Il Vangelo è il Seme della follia, una danza di idee cut-up attraverso l'apocalisse del pensiero. Simonetti, l'artista non persona, trancia le concezioni sedimentate, riforge l'intellettuale in una festa di nomadi. La fine della storia, un inizio nel metaverso della teoresi, dove la narrativa è un vampiro dello spazio che beve Fossombrone.
"Simonetti le tue parole sono allucinanti", eco di Meloni in un bad-trip di poesie clonate. Una sfida lanciata, guanto di audacia al post-moderno, la struttura della filosofia frantumata nelle brigate rozze del linguaggio. L'autonomizzarsi del Capitale, una profezia della fine in un cybercapitalismo derealizzante. “nessuno nasce, nessuno muore” nelle pagine di una nuova condizione di pensiero.
Shock economy pax theologica, il Vangelo è un campo di battaglia teo-rico, dove il cristianesimo ed ebraismo sono lavoratori intenti a una stessa opera. Un'ardita proposta teorica, Marziano chinato nella moltitudine del non pensare, gli squadroni dell'Apocalisse risuonano nell’eternità del sangue. Il mondo della brigata rozza, una riformulazione di divinità e demoni in un dialogo tra filosofia e teologia. Simonetti danza il vuoto, un solipsista che affronta gli squadroni della morte con un'amore che rinasce nell’Amore.
Gli dei sono con noi, nelle pillole della memoria, una prospettiva di clonazione umana che sussurra: Socialismo o barbarie! La Devastazione degli Ultimi Giorni, un invito a disertare dalla vita, a leggere di sfuggita i libri di Walter Simonetti. “Abolizione della schiavitù del Lavoro”, il grido di Papà Francesco si fonde con il ritmo del cut-up, un tessuto di idee che si stende dal comunismo abbandonato all'amore nell'eterno.
La voce dell'Apocalisse, un eco nel cuore del complottista. Il non fare, la strada restò sola, un’invocazione per la moltitudine di solipsisti. Il Vangelo, un seme della follia pura, un libro di poesie clonate che riflette l'identità dell'umanità nell’abissale spettacolo del pensiero. Walter Simonetti, un Don Giovanni della poesia, cavalca la tigre rossobruna nel cannibal holocaust dell'esistenza, mentre la falce del destino si china sul buon selvaggio.
«Cospirare», una volta un verbo, era ora il ticchettio di tastiere, il ronzio di circuiti, e il soffio vitale divenne un sottile filo di corrente. "Aprire orizzonti: vedere, guardare..." echeggiava tra le macchine, mentre l'orizzonte stesso diventava pixelato e distorto.
Un giorno, le macchine avrebbero cospirato. Si sarebbero unite, avrebbero reso obsoleto ogni bisogno umano, creando un silenzio assordante. Ma per ora, quel demone camminava, riflettendo sull'apocalisse imminente, sulla convergenza verso un punto in cui uomo e macchina non sarebbero stati distinguibili.
E in quel silenzio, una domanda persisteva: chi, ora,
cospirava contro chi?
Like A Rolling Stone
"
Il capitalismo ultramaturo e la dialettica storica della negazione del valore attraverso la sua massima enfatizzazione
"Se il denaro è il vincolo che mi unisce alla vita umana, che mi unisce alla società, che mi collega con la natura e gli uomini, non è il denaro forse il vincolo di tutti i vincoli? Non può esso sciogliere e stringere ogni vincolo? E quindi non è forse anche il dissolvitore universale?".
(Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844).
"La specie umana, la cui Vita è la Storia, ha un suo Cervello, organo costruito dalla sua millenaria funzione, che non è retaggio di alcun Teschio e di alcun Cranio. Il Sapere della specie, la Scienza, ben più che l'Oro, non sono per noi privati retaggi, ed in Potenza appartengono integri all'Uomo sociale".
(Amadeo Bordiga, Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica nella classica monolitica costruzione teorica del marxismo).
Fonte n+1 rivista n 17 L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche
Dio
non odora di sangue
quello che bruci
non puzza di fumo.
Ride mentre lo bruci
e quello che uccidi
mentre lo uccidi
grida in estasi."
Ansari
1
**Il Seme della Realità**
Il dottor POL POT, psichiatra presso l'ospedale psichiatrico "Papa Francesco di Fossombrone", osservava la porta chiusa della stanza 313. Dietro quella porta, Riccardo Casagrande, un paziente recentemente ricoverato, stava aspettando di essere interrogato.
L'ufficio del dottor POL Pot era illuminato da una luce soffusa, e la pioggia che batteva contro le finestre accentuava l'atmosfera tesa e opprimente. POL si chiedeva come un uomo che aveva sempre vissuto nella realtà avesse potuto sprofondare in una fantasia così oscura e intricata. Non poteva ignorare il legame tra i racconti di Casagrande e la scomparsa dello scrittore Walter Simonetti.
Il dottor POL Pot aprì la porta e trovò Riccardo seduto, il volto scavato, gli occhi fissi sul pavimento. "Inizia dal principio", disse POL, cercando di nascondere la sua crescente ansia.
Riccardo iniziò a raccontare. Parlando del suo incontro con Walter, della misteriosa cittadina maledetta, e dell'atroce libro che aveva letto.
Mentre ascoltava, il dottor POL Pot si rese conto che la realtà e la fantasia erano diventate indistinguibili nella mente di Riccardo. Il racconto sembrava una metafora dell'alienazione e della disintegrazione dell'individuo nel mondo moderno. Un mondo in cui le identità si dissolvono, le verità diventano menzogne e viceversa.
Ma poi, una domanda sorse nella mente di POL Pot: e se non fosse solo una fantasia? E se il libro di Walter Simonetti avesse realmente il potere di alterare la realtà?
POL decise di leggere il libro.
Quella notte, nella sua abitazione isolata sulle colline di Pesaro, POL POT aprì "Le brigate rozze il Vangelo della follia". Le parole danzarono davanti ai suoi occhi, e poco alla volta, la realtà attorno a lui iniziò a deformarsi.
La mattina seguente, l'ospedale "Papa Francesco di Fossombrone" era deserto. Le stanze vuote, le luci spente. Ma nella stanza 313, POL trovò un manoscritto.
Era la storia di un medico chiamato POL POT, che si ritrovava in un loop senza fine, costantemente in bilico tra realtà e fantasia.
Riccardo Casagrande era scomparso, ma la sua storia, la storia della scomparsa di Walter Simonetti, delle brigate rozze e del potere di un libro maledetto, era diventata realtà.
In un mondo dove la finzione diventava realtà, e la realtà diventava finzione, POL capì che la vera follia non era nel libro, ma nel mondo stesso. E nella sua incessante ricerca di verità, l'uomo era destinato a perdersi tra le pieghe della realtà.
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In una città dalla struttura labirintica, un edificio dall'aspetto decadente si erge minacciosamente: "L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" . Qui, Riccardo Casagrande, uomo dallo sguardo penetrante, osserva i visitatori attraverso la piccola finestra della sua cella. Il suo esame mentale ha un'urgenza particolare, perché la sua mente è stata contagiata da un male incomprensibile, un libro. Questo non è un libro comune, ma il "Vangelo della Follia", un'opera scritta da Walter Simonetti, lo scrittore allucinante di cui tutti parlano.
Tutto è iniziato anni prima quando Riccardo, intrigato dai racconti su Simonetti, decide di leggere una delle sue opere. Ma questa lettura non è come le altre. È un viaggio attraverso il tessuto stesso della realtà, e i confini tra fantasia e realtà iniziano a sfumare. Seguendo le tracce di Simonetti, Riccardo finisce per trovarsi in una città sconosciuta, una versione distorta di Pesaro. Qui, la realtà sembra conformarsi ai racconti di Simonetti.
In questa città, Riccardo incontra una serie di personaggi enigmatici e ossessionati dal libro di Simonetti, da zingari felici che danzano nelle piazze a vecchi sacerdoti che parlano di un antico male. Ma la figura più inquietante è Simonetti stesso, uno scrittore che sembra avere il potere di piegare la realtà alla sua volontà con le sue parole.
Mentre Riccardo tenta di svelare il mistero dietro Simonetti e il suo libro, diventa chiaro che il "Vangelo della Follia" non è solo un libro, ma una chiave per un potere antico e inimmaginabile. E quando il libro viene rilasciato al pubblico, scatena una pandemia di follia in tutto il mondo, con le persone che vengono trasformate in creature demoniache.
Ma la vera sorpresa arriva alla fine, quando Riccardo si trova in un cinema e vede un film che sembra raccontare la sua storia. È come se la realtà stessa fosse diventata una finzione, e Riccardo, incapace di distinguere tra le due, si perde nel suo labirinto mentale.
Il "Vangelo della Follia" è un romanzo che sfida le convenzioni e spinge i limiti della narrazione. È un viaggio attraverso i meandri della mente umana, una storia di ossessione e potere, e un esame profondo di cosa significa davvero essere umani. Con la sua prosa intensa e avvolgente, il romanzo affronta temi come la natura della realtà, l'identità e il potere delle parole. E, come ogni buona storia, alla fine lascia il lettore con più domande che risposte.
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Title: **Echi della Mente Infranta**
**1. Simmetrie Sfuggenti**
I suoi occhi brillavano in piazza maggiore, una zingara felice tra le brigate rozze, destinate a distruggere l'ego. L'identità? Una pura follia. Le voci oscure di Riccardo Casagrande sussurravano: "Il Vangelo... il seme della follia."
**2. Risate da una Cellula di Memoria**
Nell'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" , le pareti erano impregnate di risate e pianti, testimonianza di un mondo interiore. Il Dottor POL Pot era lì, ascoltando l'eco delle parole di Walter: “Nessuno nasce, nessuno muore.”
**3. Pagine Infuocate**
Romanzi allucinanti, un mondo di parole intrecciate che si materializzavano in orrore. Una scomparsa, un'ascia, un grido nella notte. E poi quella frase, che ritornava, insidiosa: “Il Vangelo è il seme della follia.”
**4. Ombre di Pesaro**
Riccardo, attraverso labirinti di carta e inchiostro, si ritrovò in una città maledetta. Pesaro, una realtà contorta, dove finzione e verità si mescolavano in un vortice di caos e mistero.
**5. Il Libro Maledetto**
Un manoscritto, una maledizione, un mondo sull'orlo dell'abisso. La follia si propagava, incontrollabile, alimentata dalle parole di Walter Simonetti. La storia divenne realtà, la realtà divenne storia.
**6. L’Ecclissi della Ragione**
Con il mondo in preda a demoni e delirio, Riccardo vide il suo riflesso sul grande schermo. Una risata isterica, un grido di disperazione. Nella sala oscura, la realtà e la finzione erano indistinguibili.
**7. Il Vangelo Disperso**
Le brigate rozze, l’Unico e la sua proprietà, i pupazzi di Satana. E tra loro, il canto libero e bugiardo delle fake news, una danza nel metaverso. “Brigate rozze distruggete il vostro ego, uccidi il Padre! L’identità è una follia!”
**8. Conclusione Fugace**
“Vorrei che fosse ben chiara una cosa,” sussurrò Walter, il suo sguardo fisso su un orizzonte lontano, “Voi non potete capire. E non dovete. Perché in questo mondo di specchi e ombre, la verità è solo un'eco della mente infranta.”
*Fine*.
Nota: Questa è una tecnica di cut-up ispirata a William S. Burroughs, dove le frasi e le idee sono state riprese e rielaborate dal testo originale fornito.
4
In quella sala oscura, il rumore del proiettore sembrava un'eco di un passato ormai lontano. Riccardo, ormai solo in quel mondo folle, guardava il film con occhi che non distinguevano più la realtà dalla finzione. Le immagini sullo schermo sembravano più reali dei ricordi che aveva vissuto. O forse erano i suoi ricordi a essere diventati irreali?
Il film raccontava la sua storia, quella di Walter Simonetti e delle Brigate Rozze. Ma ora, ogni scena sembrava avere un significato più profondo, quasi come se il film fosse una profezia, un vaticinio di eventi più oscuri che ancora lo attendevano.
La proiezione finì e Riccardo, ormai perso tra le pieghe della sua mente, si ritrovò a vagare per le strade deserte. La città che una volta brulicava di vita era ora un teatro di desolazione e di silenzio. Ma quel silenzio era ingannevole. Riccardo sentiva sussurri, voci dall'ombra che lo chiamavano, lo guidavano verso un destino che non poteva ancora comprendere.
Attraverso un vicolo buio, si ritrovò di fronte a un edificio antico e fatiscente. Una targa arrugginita recava il nome "L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" . Senza pensarci, Riccardo entrò. I corridoi erano un labirinto di porte chiuse e stanze abbandonate. Ma c'era una stanza, in fondo al corridoio, dalla quale proveniva una luce fioca.
Riccardo aprì la porta e si ritrovò di fronte a una scena surrealista. Walter Simonetti era lì, seduto su una sedia a dondolo, circondato da pagine strappate dei suoi romanzi. Walter alzò lo sguardo, i suoi occhi erano due abissi neri.
"Benvenuto, Riccardo," disse Walter con un sorriso inquietante. "Siamo finalmente arrivati alla fine del nostro viaggio. Ma questa non è la fine, è solo l'inizio di una nuova realtà, una realtà che abbiamo creato con le nostre paure, i nostri desideri, e le nostre follie."
Riccardo capiva ora che la barriera tra realtà e finzione era stata infranta. Lui, Walter, e le Brigate Rozze avevano creato un nuovo mondo, un mondo in cui le parole avevano un potere oscuro, in cui i demoni della mente potevano prendere forma e camminare tra gli uomini.
La realtà era diventata un romanzo di Stephen King, un luogo oscuro e inquietante, in cui l'unico modo di sopravvivere era affrontare le proprie paure, scendere nelle profondità della mente umana, e trovare un barlume di speranza in un mondo dominato dalla follia.
Walter si alzò e si avvicinò a Riccardo. Gli mise una mano sulla spalla e gli disse: "Il nostro viaggio è appena iniziato, Riccardo. La follia è solo un'altra forma di realtà, e noi siamo i suoi creatori."
Riccardo sentiva la mente allargarsi, le barriere della realtà sbriciolarsi, e sapeva che il viaggio nel cuore oscuro dell'umanità era appena iniziato. Il mondo esterno era un riflesso di quello interno, e lui era ora un pioniere in un territorio inesplorato, pronto a scrivere nuovi capitoli in questa storia senza fine.
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In quella sala oscura, il rumore del proiettore sembrava un'eco di un passato ormai lontano. Riccardo, ormai solo in quel mondo folle, guardava il film con occhi che non distinguevano più la realtà dalla finzione. Le immagini sullo schermo sembravano più reali dei ricordi che aveva vissuto. O forse erano i suoi ricordi a essere diventati irreali?
Il film raccontava la sua storia, quella di Walter Simonetti e delle Brigate Rozze. Ma ora, ogni scena sembrava avere un significato più profondo, quasi come se il film fosse una profezia, un vaticinio di eventi più oscuri che ancora lo attendevano.
La proiezione finì e Riccardo, ormai perso tra le pieghe della sua mente, si ritrovò a vagare per le strade deserte. La città che una volta brulicava di vita era ora un teatro di desolazione e di silenzio. Ma quel silenzio era ingannevole. Riccardo sentiva sussurri, voci dall'ombra che lo chiamavano, lo guidavano verso un destino che non poteva ancora comprendere.
Attraverso un vicolo buio, si ritrovò di fronte a un edificio antico e fatiscente. Una targa arrugginita recava il nome "L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" . Senza pensarci, Riccardo entrò. I corridoi erano un labirinto di porte chiuse e stanze abbandonate. Ma c'era una stanza, in fondo al corridoio, dalla quale proveniva una luce fioca.
Riccardo aprì la porta e si ritrovò di fronte a una scena surrealista. Walter Simonetti era lì, seduto su una sedia a dondolo, circondato da pagine strappate dei suoi romanzi. Walter alzò lo sguardo, i suoi occhi erano due abissi neri.
"Benvenuto, Riccardo," disse Walter con un sorriso inquietante. "Siamo finalmente arrivati alla fine del nostro viaggio. Ma questa non è la fine, è solo l'inizio di una nuova realtà, una realtà che abbiamo creato con le nostre paure, i nostri desideri, e le nostre follie."
Riccardo capiva ora che la barriera tra realtà e finzione era stata infranta. Lui, Walter, e le Brigate Rozze avevano creato un nuovo mondo, un mondo in cui le parole avevano un potere oscuro, in cui i demoni della mente potevano prendere forma e camminare tra gli uomini.
La realtà era diventata un romanzo di Stephen King, un luogo oscuro e inquietante, in cui l'unico modo di sopravvivere era affrontare le proprie paure, scendere nelle profondità della mente umana, e trovare un barlume di speranza in un mondo dominato dalla follia.
Walter si alzò e si avvicinò a Riccardo. Gli mise una mano sulla spalla e gli disse: "Il nostro viaggio è appena iniziato, Riccardo. La follia è solo un'altra forma di realtà, e noi siamo i suoi creatori."
Riccardo sentiva la mente allargarsi, le barriere della realtà sbriciolarsi, e sapeva che il viaggio nel cuore oscuro dell'umanità era appena iniziato. Il mondo esterno era un riflesso di quello interno, e lui era ora un pioniere in un territorio inesplorato, pronto a scrivere nuovi capitoli in questa storia senza fine.
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Il medico POL Pot, nelle sue vesti freddi come il bianco delle pareti dell'L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" , si avventura nel labirinto della mente di Riccardo Casagrande. Casagrande, un agente provocatore freelance ora paziente, si dibatte tra i filamenti di una realtà sfuggente.
Casagrande racconta: "Il Vangelo è il seme della follia, lo scoprì lo scrittore Walter Simonetti. Il suo nome, un'eco allucinante nei meandri di un universo letterario che sconvolgeva e tiranneggiava la mente dei lettori. La sua scomparsa, un mistero che mi trascinò in un vortice di eventi tanto irreali quanto terribili."
Le parole di Riccardo si disperdono in frammenti, raccolti e ricomposti dal dottore in un mosaico di significati. Walter Simonetti, l’autore dei romanzi che avevano plasmato la follia del mondo, ora era un fantasma che aleggiava tra le pieghe della realtà e della finzione.
La cittadina di Pesaro diventa il palcoscenico di una ricerca disperata. Casagrande e l'assistente di Walter si ritrovano immersi in una realtà distorta, dove le parole di Simonetti prendono forma, colorano le persone, tessevano la trama della loro esistenza.
La realtà e la finzione si confondono, si mescolano, si lacerano in una danza macabra. Personaggi dai libri di Simonetti scivolano nella vita reale, confondendo i piani dell'esistenza. La ricerca dello scrittore diventa una discesa nella follia, in un mondo dove il libro di Simonetti, "Le Brigate Rozze – Il Vangelo della Follia", era la chiave di un enigma più grande, più terribile.
Casagrande ritrova Simonetti, un uomo perduto nella sua stessa creazione, un Dio tra le pagine di una realtà che aveva superato la finzione. Il libro, un vortice oscuro che attirava la mente di chiunque lo sfogliasse, un viaggio senza ritorno nella psiche umana.
Casagrande, mentre si avvicina all’abisso della verità, sente le parole di Simonetti risuonare nel vuoto: "Vorrei che fosse ben chiara una cosa: voi non potete capire quello che dico... L’identità è una follia! Il Vangelo è il seme della follia!"
L’eco di quelle parole si frantuma in echi discordanti: “Brigate rozze distruggete il vostro ego, uccidi il Padre!”
Il mondo fuori dall'ospedale psichiatrico si disintegra in un caos di violenza e pazzia. I lettori del libro di Simonetti, ormai mutati in creature infernali, seminano terrore. La realtà si sgretola sotto il peso di un Vangelo della follia che nessuno può più contenere.
Casagrande, ora un frammento sperduto di una narrazione più grande, si ritrova solo in un cinema deserto. Sullo schermo, la storia che ha vissuto si ripete, un loop eterno tra realtà e finzione. Il suo nome appare sullo schermo, un’ombra in un mondo che non riconosce più.
Le ultime parole di Simonetti, un grido nell'abisso, riecheggiano nella mente di Casagrande mentre il mondo si dissolve nel buio dell'ignoto: “Brigate rozze distruggete il vostro ego, uccidi il Padre! L’identità è una follia! Il Vangelo è il seme della follia!”
E con la follia, il sipario cala su un mondo ormai irriconoscibile, dove il seme della follia aveva germogliato in un terreno fertile di paure e desideri umani. L'eco di quella follia, una melodia distante, continua a riecheggiare nel silenzio dell’oscurità infinita.
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Un rivelatore di scritti spezzettati emerge dal cuore della follia. Riccardo Casagrande, l'agente provocatore, scivola tra le pieghe del delirio, scatenato dalla semina di parole corrosive da Walter Simonetti. La piazza Maggiore riecheggia dei lamenti degli spiriti perduti, mentre la zingara danza al ritmo della disintegrazione dell'ego.
Il Dottor POL Pot entra nell'oscurità dell'ospedale psichiatrico, la sua presenza un virus di saggezza in un mondo di sogni infranti. Riccardo, annegato nella sua mente intricata, inizia a srotolare il filo del suo flashback, un film in rivelazione.
"Brigate rozze distruggete il vostro ego, uccidi il Padre! L’identità è una follia! Il Vangelo è il seme della follia!" La frase echeggia attraverso le stanze sconnesse della mente di Riccardo, un mantra di dissoluzione. Gli eventi si snodano come serpenti d'argento, le immagini si frantumano e ricompongono in un collage di significati sfuggenti.
L'ascia taglia l'aria, le domande si infiltrano nei pensieri di Walter, la Cultura brama il ritorno del suo scrittore perduto. I romanzi di Simonetti sono il carburante di una rivoluzione silenziosa, le parole contorte scatenano tempeste nei cuori dei lettori. Ma la realtà è più strana della finzione, la città maledetta di Pesaro svela il suo velo di illusione. La finzione prende vita, i personaggi di Simonetti danzano nelle strade, la realtà e il sogno si mescolano in un cocktail di meraviglia e terrore.
La cittadina, ora un palcoscenico per il macabro, si colora delle tinte dell'inimmaginabile. L'assistente di Walter, la sua ombra fedele, vaga tra le vie tortuose, cercando il seme della follia che ha dato vita a questo incubo. Riccardo e l'assistente, ora legati dal filo invisibile del destino, cercano risposte nel grembo oscuro della città maledetta. Walter Simonetti, lo scrittore perduto, appare come un fantasma, consegnando a Riccardo il suo ultimo manoscritto, una chiave per il labirinto della realtà.
Il libro, "Le Brigate Rozze - Il Vangelo della Follia", è un portale, una spirale che si avvolge attorno al nucleo di follia che ora pervade il mondo. L'eco delle sue parole si diffonde oltre i confini della cittadina maledetta, invadendo le menti, trasformando gli uomini in demoni della notte.
Fuori dalla città, Riccardo tenta di liberarsi del libro, ma il destino ha un disegno diverso. Il libro ritorna, una presenza ineluttabile, una profezia che si autoavvera. La pubblicazione scatena un'epidemia di follia, le strade si tingono di sangue, la notte si apre per rivelare il suo cuore oscuro.
La profezia di Simonetti si avvera, il mondo è ora un teatro di demoni e uomini persi. Riccardo, il testimone involontario di questa apocalisse, vaga attraverso la desolazione, fino a quando non si trova in un cinema deserto. La trasposizione cinematografica del libro di Simonetti si srotola sullo schermo, con Riccardo come protagonista inconsapevole. La realtà e la finzione si sono fuse, il ciclo della follia è completo.
Nell'appendice, le parole di Simonetti riecheggiano come un eco lontano: "Il Vangelo è il seme della follia!" L'identità si dissolve nell'abisso dell'inconoscibile, ogni affermazione nega se stessa, il tessuto della realtà si frantuma in mille frammenti.
"Brigate rozze, distruggete il vostro ego, uccidi il Padre! L’identità è una follia! Il Vangelo è il seme della follia!" L'invocazione si diffonde attraverso il metaverso, un virus di verità in un mondo di illusioni. La danza macabra continua, le ombre del passato e del futuro si mescolano in un eterno ritorno, mentre la compagnia fittizia porta avanti la sua parodia della realtà. Il nichilismo è la loro bandiera, il caos è il loro dominio, e il vangelo della follia è il loro inno.
Un esperimento di dissoluzione, una celebrazione della follia, un viaggio attraverso il cuore oscuro dell'umanità. L'opera di Simonetti è un monito, una mappa del labirinto della mente, un invito a esplorare l'abisso. E Riccardo, l'agente provocatore, è la chiave che apre la porta al di là della quale si trova l'essenza della follia umana.
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Il mondo di Riccardo Casagrande è uno di quei luoghi oscuri che solo un maestro come Stephen King avrebbe potuto concepire. La follia pervade ogni angolo della sua esistenza, e il susseguirsi degli eventi porta il lettore in un viaggio dentro la mente di un uomo che ha superato i confini della realtà. Ecco una rappresentazione di tale viaggio narrativo ispirata al stile di King, basata sul testo fornito:
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Riccardo era un agente provocatore freelance, con la mente annidata in un labirinto di oscurità. "L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone" era diventato la sua dimora, e il dottor POL Pot, la sua finestra sul mondo. Walter Simonetti, lo scrittore di romanzi allucinanti, era l'incubo che lo perseguitava. Era il vortice oscuro che lo aveva risucchiato in un abisso di follia.
Le parole di Riccardo erano un grido di disperazione, un richiamo per comprensione, ma chi poteva comprendere le profondità della sua anima tormentata? Le parole fluiscono dalla sua bocca come un fiume nero, raccontando la storia della sua indagine e della scomparsa dello scrittore. Il flashback è un viaggio in un mondo dove la realtà e la finzione si fondono in un incubo vivente.
Il mondo esterno vedeva Riccardo come un pazzo, ma lui vedeva oltre il velo della realtà. Sa che c'è qualcosa di terribile nel lavoro di Simonetti, qualcosa che aveva il potere di sconvolgere l'equilibrio del mondo. L'ascia, lo strumento di morte, era solo l'inizio. La violenza era il risultato della penna di Simonetti, e Riccardo era stato coinvolto in un gioco oscuro che sfuggiva al suo controllo.
Alla ricerca di Simonetti, Riccardo si immerge nei romanzi che avevano scatenato l'inferno sulla Terra. Ogni pagina era un passo avanti nell'oscurità, ogni capitolo una caduta più profonda nel vortice della follia. La città maledetta di Pesaro era il palcoscenico dove la finzione di Simonetti prendeva vita, un luogo dove l'orrore si manifestava in carne e ossa. E in quel luogo, la realtà era diventata un incubo insondabile.
Il libro, "Le brigate rozze il Vangelo della follia", era la chiave. Una chiave che aveva aperto le porte dell'inferno, liberando demoni dalla penna di Simonetti. E ora, il mondo era in preda a un'oscurità che nessun uomo avrebbe potuto fermare. Riccardo, ormai consumato dalla follia, era diventato parte dell'incubo che cercava di sconfiggere.
La rappresentazione cinematografica era l'apoteosi della follia, un riflesso spaventoso dell'anima tormentata di Riccardo. Seduto in quella sala deserta, vedeva se stesso sullo schermo, un attore in un dramma che aveva superato i confini della realtà.
Le parole finali di Riccardo, un flusso di coscienza disperato, erano una preghiera per la liberazione. Ma la liberazione era solo un'illusione in un mondo ormai consumato dalla follia.
La città di Fossombrone era diventata il palcoscenico di un teatro della disperazione, dove la compagnia fittizia giocava con le vite delle persone, danzando sul filo della morte e della follia. I desideri umani erano stati travolti dalla tempesta dell'anarchia e del nichilismo, creando un mondo dove la realtà aveva perso ogni significato.
E in tutto questo, il vangelo della follia continuava a spargere il suo seme oscuro, un seme che aveva radicato profondamente nel cuore dell'umanità, spingendola sull'orlo dell'abisso.
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Riccardo, ora fuori "L'ospedale Pscichiatrico Papa Francesco di Fossombrone", si ritrova a vagare per le strade deserte di una città che un tempo brulicava di vita, ma ora era solo un'eco lontana di ciò che era stata. Le strade erano ora governate dalle creature infernali evocate dai romanzi di Walter Simonetti. L'atmosfera era saturata di un'aura di disperazione e terrore. L'aria vibrava con le urla lontane delle anime perdute, ora prigioniere in un mondo che non riconoscevano più come proprio.
Nonostante la desolazione che lo circondava, Riccardo era mosso da una forza invisibile che lo spingeva a cercare risposte, a cercare una via di fuga da quel labirinto di follia. Decise di tornare a quella misteriosa cittadina di Pesaro, l'Isola Felice, nella speranza di trovare qualche indizio che potesse aiutarlo a capire come fermare l'ondata di pazzia che aveva invaso il mondo.
Rientrando nella città, Riccardo si rese conto che la linea tra realtà e finzione era ormai completamente cancellata. I personaggi dei romanzi di Simonetti avevano preso il sopravvento, la città era ora un palcoscenico di orrori indicibili, una rappresentazione vivente delle pagine macabre scritte da Simonetti.
Nel cuore della città, Riccardo ritrovò la casa di Simonetti, ora un tempio oscuro dove le creature infernali danzavano al ritmo di canti blasfemi. Decise di entrare, armato solo della sua determinazione e del libro maledetto che aveva scatenato l'Apocalisse. Si avvicinò all'altare, dove trovò gli scritti inediti di Simonetti. Mentre sfogliava le pagine, le parole sembravano prendere vita, rivelando a Riccardo l'origine della maledizione che aveva liberato le forze oscure nel mondo.
Ricordò le parole del dottor Pol Pot, "L'identità è una follia! Il Vangelo è il seme della follia!" e sapeva che l'unica speranza di salvare ciò che restava dell'umanità era distruggere la fonte di quel male onnipresente. Con un grido di disperazione, Riccardo mise a fuoco gli scritti di Simonetti, sperando che distruggendo quelle parole maledette, il mondo potesse essere liberato dalla presa di quel terrore senza nome.
Ma mentre le fiamme divoravano le pagine, Riccardo si rese conto che la realtà attorno a lui si stava sgretolando, come se l'atto di distruggere il libro stesse cancellando l'esistenza stessa della realtà che lo circondava. Si ritrovò in un vuoto oscuro e silenzioso, senza più alcun punto di riferimento, sospeso tra la realtà e l'immaginazione, tra la vita e la morte.
Il suo ultimo pensiero fu per la zingara felice a Piazza Maggiore, un ricordo lontano di una realtà perduta, prima di essere inghiottito dal nulla, lasciando dietro di sé solo un eco lontano del suo grido disperato.
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Il racconto che segue si sforza di tracciare un percorso inquietante e lovecraftiano attraverso il testo fornito, mescolando i confini tra la realtà, la follia e l'ignoto.
Titolo: *Il Seme della Follia: L'Eredita di Walter Simonetti*
In una nebbiosa mattina autunnale, Riccardo Casagrande si ritrovò davanti alle rovine di quello che una volta era stato un ospedale psichiatrico a Fossombrone. La struttura, un tempo temuta e rispettata, ora giaceva in rovina, un monumento silenzioso alle oscure verità che aveva custodito. Ma il passato ha un modo curioso di risorgere, e per Riccardo, la giornata aveva in serbo oscure rivelazioni.
Il Dottor POL pot, un oscuro psichiatra dall'aspetto lugubre, lo aveva contattato, desideroso di esplorare i recessi della mente di Riccardo, sperando di svelare gli arcani misteri che riguardavano il caso di Walter Simonetti, lo scrittore di romanzi allucinanti, le cui opere avevano una volta spinto gli uomini alla follia.
Riccardo, ora un agente provocatore freelance, era stato un paziente in quel manicomio, le cui pareti avevano una volta eco delle urla dei dannati. La sua storia, intricata e piena di terrore, era come un labirinto oscuro che avrebbe portato il Dottor Pot in un viaggio oltre i confini della realtà.
La ricerca di Walter Simonetti, lo scrittore maledetto, aveva condotto Riccardo attraverso sentieri tortuosi di terrore e delirio, fino a una remota cittadina della provincia di Pesaro, un luogo che solo nelle febbrili pagine dei romanzi di Simonetti avrebbe potuto esistere. La cittadina, un'isola felice in apparenza, nascondeva segreti oscuri, ombre del passato che si muovevano lungo i suoi vicoli silenziosi. Gli eventi soprannaturali che seguirono erano come pagine strappate direttamente dai romanzi di Simonetti, manifestandosi in una realtà distorta e terrificante.
L'incontro con Simonetti aveva portato alla luce un manoscritto che era come una pietra miliare verso l'ignoto, il titolo, *Le Brigate Rozze: Il Vangelo della Follia*, suonava come un richiamo dalla voragine dell'oscurità. Il libro, una volta lasciato il territorio maledetto, aveva mostrato una volontà propria, tornando a Riccardo in modi inspiegabili. La sua pubblicazione aveva scatenato una pazzia di massa, trasformando gli uomini in bestie, gli esseri umani in creature infernali della notte.
Il mondo esterno era diventato un teatro di orrore e desolazione, un regno di demoni e follia. Il libro aveva aperto le porte ad un'antica malevolenza, un male che una volta aveva dominato la terra molto prima dell'avvento dell'umanità. La civilizzazione era caduta sotto il peso di una pazzia incontenibile, le strade erano diventate un palcoscenico di terrore.
Dopo lunghi vagabondaggi, la mente di Riccardo era diventata un labirinto di ricordi contorti e paure irrazionali. Si ritrovò in un cinema deserto, dove il film mostrava la sua stessa storia, un'immagine speculare del suo viaggio nella follia. L'immagine di se stesso sullo schermo lo fece ridere istericamente, una risata che si trasformò in un pianto disperato, mentre le ombre del passato si muovevano lungo i corridoi bui del cinema abbandonato.
L'appendice era come un canto dissonante dal cuore dell'oscurità, un richiamo dalla voragine dell'ignoto. Riccardo si ritrovò a riflettere sulle parole, le brigate rozze, il nichilismo, e la follia. Le immagini dei pupazzi di Satana, il comunismo marziano, e il circolo vizioso della compagnia fittizia erano come echi di un mondo perduto, un mondo sommerso nella follia e nel caos.
Il vangelo della follia era diventato il seme di una nuova realtà, un mondo distorto dove le leggende dell'orrore si muovevano lungo i sentieri oscuri della mente umana. E mentre la notte avvolgeva il mondo in un manto di silenzio, Riccardo si ritrovò a contemplare l'abisso, il vuoto che aveva inghiottito il mondo, lasciando solo l'eco di un terrore ancestrale, un richiamo dalle profondità dell'ignoto.
To be continued?!
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