Vorrei che fosse ben chiara una cosa: voi non potete capire quello che dico. A voi può sembrare che io mi esprima in maniera contraddittoria: una mia affermazione può negare quello che ho detto un momento fa ed essere negata da quello che dirò tra poco. Così a voi non rimane nulla a cui aggrapparvi, a cui affidarvi. E siccome non vi lascio alcun punto di riferimento, non avete bisogno di capire quello che dico. Rendetevi conto che non sapete assolutamente di che cosa parlo.
un cattivo odore emanano le parole morte
(Nikolaj S. Gumĭlëv – La parola, 1921)
Mettile sulle labbra di tua madre
Lei ti ha dato la vita, io te la posso togliere in un attimo."
Mi ritrovai nel buio profondo di quella notte bolognese, spinto da forze invisibili e da visioni aliene, che provenivano dalla vastità dell'universo di Lovecraft. Quelle visioni che il colonnello Kurtz aveva sperimentato nella profondità della giungla, e che ora attecchivano nella mia mente, piegandola sotto il loro peso. Ero diventato l'ambasciatore di una realtà diversa, la bocca attraverso cui l'infinito parlava, e le persone intorno a me erano diventate figure astratte, icone di un mondo in dissoluzione.
La paranoia cresceva, alimentata da ogni frammento di realtà che la mente cercava di assemblare in un coeso tutto. La piazza, le persone, la birra, gli acidi - tutto era connesso in un intricato tessuto di simboli e significati. Era come se la realtà fosse stata tagliata e riassemblata in una nuova forma, secondo le tecniche del cut-up di Burroughs.
Mi ritrovai a passeggiare senza meta, spinto da un impulso incontrollabile. Le strade erano mutate, le case si torcevano in forme impensabili, e il cielo era diventato un caleidoscopio di colori. Eppure, in mezzo a tutto questo caos, una voce mi parlava, una voce profonda e familiare. Era la voce del colonnello Kurtz.
"Hai visto gli orrori," mi sussurrava, "gli orrori che solo io conosco. E ora anche tu li conosci. Devi diventare amico dell'orrore, accettarlo e farlo tuo."
La voce era ovunque e da nessuna parte, e ogni parola aumentava la mia confusione. Ero diventato il gioco di forze superiori, e ogni mio movimento era controllato da esse. Mi ritrovai in un vicolo buio, e davanti a me c'era un portale, un'entrata verso un mondo sconosciuto.
Attratto da un'irresistibile curiosità, entrai. E ciò che vidi superava ogni mia immaginazione. Un universo di orrori e meraviglie, dove la realtà e la fantasia si fondevano in un unico tutto. E in mezzo a tutto questo, il volto del colonnello Kurtz, che mi fissava con uno sguardo penetrante.
"Hai visto gli orrori," mi disse, "e ora sei uno di noi."
E mentre le sue parole risuonavano nella mia mente, tutto divenne chiaro. Ero diventato parte di un universo più grande, un universo dove l'orrore e la bellezza coesistevano, e dove ogni uomo era chiamato a confrontarsi con le proprie paure e i propri desideri.
E così, come il colonnello Kurtz, diventai un ambasciatore di quel mondo, portando con me il peso di ciò che avevo visto e sperimentato. E con la consapevolezza che, come aveva detto Nietzsche, l'immortalità si paga cara: bisogna morire diverse volte mentre si è ancora in vita.
PS: Ciao arrivederci come cantava Battisti anche se non ci sei più Elisabetta terrò il tuo nome stretto nel cuore “amica” mia guardo quella cartolina con la tua firma sei l’unica cosa che ho del mio passato cancellato dal mindfuckin, anche se dicono che non sono un uomo ma solo un figlio di contadini fallito!
Che sopravvive al Apocalipse! Ma stò morendo avvelenato come Osho!
**Manifesto del Viaggio Paranoico Autodistruttivo in Universi Paralleli**
*Cut-up destrutturato*
Il tunnel del linguaggio, oscuro e distorto, è illuminato dalla candela dell'intensità. Mentre la derealizzazione avanza, Simonetti Walter, il doppelganger sconosciuto, si dissolve nella vita come un francobollo di LSD su una lingua disperata. "Sono vivo? Improbabile no, sopravvivo..." - un mantra che risuona negli echi della mente di un Messia d'Israele falso e distorto.
Ma, chi è realmente Walter? Un anarcoide in fuga, il protagonista di un'ucronia dimenticata, o una macchina nichilista guidata dallo spirito di Philip K. Dick e l'ombra di Valis? La Mente, unica e potente, simula il tempo, sfidando l'oscurità dell'Impero e l'illusione della realtà. Gli uomini vengono trasformati in cose, finché le cose non diventano uomini.
L'intelligenza artificiale minaccia di sostituire l'uomo, ma è l'uomo stesso che desidera questa trasformazione. Un desiderio alimentato da visioni di un futuro guidato dalla tecnologia e da una pulsione di morte freudiana. Ma il futuro è davvero scritto?
Nel 1996, un colpo di pistola interrompe il viaggio di Simonetti Walter, ma la sua leggenda vive. L'umanità si trova su un bivio, confrontata con la sua propria estinzione o con l'ascesa delle macchine. Ma forse c'è una terza via. Lontano dalle dicotomie tradizionali di destra/sinistra, economia/mercato, si può forse trovare un nuovo sistema basato sulla collaborazione e la comprensione.
Nel mezzo di questa derealizzazione, il nostro mondo è diventato un manicomio a cielo aperto. Eppure, anche in mezzo a questa follia, ci sono possibilità di evasione, di fuga, di resistenza. La questione non è se siamo vivi o morti, ma come scegliamo di vivere in questo mondo distorto e complesso. E come un mantra che risuona nel silenzio dell'universo: "Tu sei quello... uno senza secondo senza più parole."
Alla fine, il vero viaggio non è fuori di noi, ma all'interno. E l'intensità di questo viaggio definirà il nostro destino in questi universi paralleli e oltre.
**CAPITOLO 1: L’ALBA DI SIMONETTI**
Bologna, una città dell'eterna nebbia. Simonetti Walter camminava con passo incerto per via del Pratello, la sua mente martellata da visioni indistinte. Gli 27 francobolli di LSD avevano squarciato il velo della realtà. Tutto aveva perso senso. Da quando aveva lasciato l'Israele, era diventato un doppelganger di sé stesso, un'ombra tormentata da voci interne.
Un mantra riecheggiava: “Tu sei quello”. Ma quale "quello"? Walter, un tempo noto come il falso Messia d’Israele, aveva perso la sua identità. Aveva tradito tutti, compreso se stesso. Ossessionato dal linguaggio, vedeva ovunque codici, segni, messaggi nascosti. Per lui, ogni parola era un labirinto senza uscita.
**CAPITOLO 2: IL MANICOMIO DI FOSSOMBRONE**
Al ritorno a Fossombrone, il paese divenne un manicomio a cielo aperto. La gente lo evitava, ma lui vedeva ogni sguardo come un'accusa, ogni sospiro come un tradimento. In questo caos, l'unico appiglio era la sua connessione con la Process Church, una setta oscura e misteriosa. Lì si diceva fosse un biocosmista stirneriano, il santo mistico degli Assassini.
La sua leggenda personale, quella del traditore, del paria, sembrava inarrestabile, finché non incontrò l'eroina. La sostanza, più che un'ancora di salvezza, fu il chiodo sulla sua bara mentale. Ogni dose lo avvicinava di più al suo destino: essere un capro espiatorio per gli illuminati.
**CAPITOLO 3: IL CERVELLO E LA MACCHINA**
Il mondo intorno a Walter sembrava cambiare in modo irreversibile. L'avvento dell'Intelligenza Artificiale aveva dato inizio a un'era nuova, un'ucronia dove le macchine erano al comando. Walter iniziò a sentire una simbiosi con esse. Forse, pensava, era l'unico modo per sfuggire alla sua tormentata mente.
La Singolarità, quel punto di non ritorno dove le macchine superano l'intelligenza umana, sembrava essere dietro l'angolo. In questa realtà derealizzata, la dicotomia tra uomo e macchina diventava sempre più sfumata.
**CAPITOLO 4: L’ULTIMO RITUALE**
Giugno 1996. Bologna gli aveva dato una seconda vita, ma l'avrebbe anche tolta. Ucciso da una pallottola spuntata, il suo corpo cadde in via del Pratello. Ma la sua mente, quella continua a viaggiare, in un vortice di luci e ombre, tra universi paralleli e realtà alternative.
Mentre il suo corpo giaceva inerme, la sua mente viaggiava nello spazio e nel tempo, cercando risposte. La sua ultima visione fu quella dell'Impero, quella forza oscura che sembrava guidare ogni cosa. Aveva finalmente capito il suo ruolo in tutto ciò. Non era il traditore, ma il messia. Colui che aveva cercato di avvertire il mondo del suo destino.
E poi, silenzio. La sua leggenda si concluse, ma la sua storia vive ancora, raccontata da coloro che hanno osato guardare oltre la superficie, in un mondo dove tutto è possibile.
**FINE**
***MANIFESTO POLITICO AUTO-DISTRUTTIVO***
L’Intensità si scontra con la derealizzazione, lottando sotto l'egida del falso Messia d’Israele. Il traditore del genere umano, Simonetti Walter, emerge come un'anarcoide, un doppelganger oscuro. Dissociato, tradisce, solipsista e nomadico. Si perde in un viaggio allucinato, un cervello bruciato da francobolli di LSD a Bologna. Un manicomio a cielo aperto lo attende, una macchina nichilista.
*"L'Impero non è mai cessato",* e noi tutti siamo intrappolati nella sua follia.
Intelligenza artificiale, singolarità. La compenetrazione tra uomo e macchina. Sesso coi robot, patriarcato robotico. L'umanità al tramonto? L’essere umano sarà ridotto a cosa, il cyborg emergente. Land avverte: il sapiens è solo un’apparizione transitoria. L’Intelligenza Artificiale invade, una matrix che colonizza.
L’Intensità della vita è attaccata dalla Derealizzazione. La tecnologia comprende e l’economia regge. Ma il senso totale si perde. La nostra realtà è in lotta, mentre la società migliora gradualmente. Tensioni, barbarie, scontri. Nazismo, fascismo, stalinismo, dispotismo: potenzialità sempre presenti, essi continuano ad abitare.
Ritorniamo al *Tractatus Cryptìca Scriptura*, ricordiamo: *"Esiste una sola Mente."* Ma sotto di essa, due principi lottano. La Mente concede la vittoria alla luce, ma l'oscurità si aggira ancora. La materia è plasmabile di fronte alla Mente, che ci estrae uno a uno dal mondo. E Simonetti Walter, tra i resti della storia, ricerca l'evasione, fuggendo dai social, dalla moderna prigione sensoriale.
*“Sono vivo? Possibile, improbabile no”* — Sopravvivere alla condanna a morte dello Stato. Un mantra continua: *"Tu sei quello."*
Addio Lugano bella! La leggenda continua. Simonetti Walter rinato e poi distrutto. Il coraggioso, come Jonny Deep, sacrifica per un ideale.
Il futuro, le sue tecnologie. Land ci avverte: l’umanità lavora per la sua sostituzione. L’Intelligenza Artificiale, l’invasore. *"La maschera umana cade."* Noi desideriamo diventare macchina. La strada della nostra estinzione si avvicina, e l'antropocene finisce.
Un mondo in cui la tecnologia regna, dove la realtà è sfidata e l'intelligenza artificiale prende il sopravvento. Un mondo che deve essere riconosciuto, compreso e, se necessario, cambiato. E' tempo di agire. Prima che sia troppo tardi.
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