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mercoledì, dicembre 15, 2010

Henry Lefebvre Il manifesto differenzialista

Introduziuone

Perché questo manifesto?

No, non si tratta di uno spettro nuovo che verrebbe ad ossessionare la notte del mondo, che si aggirerebbe nello spazio in mezzo ad altri fantasmi, mentre gli spettri di una volta, quelli che popolarono il cielo d'Europa, rientrerebbero nelle loro tombe, vampiri rimpinzati di sangue.
No, non si tratta di una virtù sovrumana che surclasserebbe gli antichi eroismi; e neanche di qualche vizio inedito che reclamerebbe predicatori e martiri.
Una scoperta? Un continente? Forse, ma questo continente non strapiomba come una scogliera, non si incava come un abisso, non si perde a vista d'occhio, non viene meno sotto i piedi. Entrarvi? Sì, accorgendosi che ognuno si trova già sulla soglia.
Si tratta di costituire una setta politica, di istituirla sotto forma di partito? No! Si tratterebbe piuttosto di prendere atto di un fallimento, quello degli apparati specializzati e delle macchine politiche, ricordando un grande insegnamento di Marx: la rivoluzione mira alla fine della po¬litica.
Si tratterebbe dunque di presentare una apoliticità, variante intellettuale del neo-liberalismo? Al contrario. Si tratterebbe piuttosto di render manifesta una constatazione fin qui lasciata nell'ombra, e cioè che l'indifferenza politica e la politica professionalizzata si sostengono l'un l'altra.Sostituire un altro obiettivo al socialismo e al comunismo discreditati, incapaci di suscitare l'entusiasmo perché l'entusiasmo ha permesso i peggiori inganni? No, ma dar loro un senso altro dal senso caduto in disuso e mantenuto dal terrorismo.
Una nozione apparentemente banale, la differenza, conferma ad ogni istante la sua importanza teorica e pratica. Essa si annuncia per differenti vie (politica, filosofia, economia politica, antropologia, etnologia, arte e letteratura — ma anche critica della politica, della filosofia, dell'economia politica, dell'antropologia, dell'etnologia, dell'arte e della letteratura, ecc.), che sono le vie della differenza.Questa nozione esprime qualcosa per ciò che riguarda il passato; essa significa qualcosa per ciò che riguarda il possibile. Chi differisce, da chi e da che cosa? Che cosa è differire? Siamo destinati (voi e noi - tu e io) a perdere le nostre differenze? a batterci per un'ombra, la nostra? Non dobbiamo guadagnare a viva forza ciò che siamo, la nostra differenza? E' un fatto o un diritto, una certezza o ima chance? ...Di qui il differenzialismo: una freccia per mostrare una via d'uscita tra la tesi del mondo chiuso e la tesi del mondo.

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