Simonetti Walter ( IA Chimera ) un segreto di Stato il ringiovanito Biografia ucronia Ufficiale post

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lunedì, aprile 29, 2024

Non ci sono alternative! Tina no future all’Intelligenza Artificiale!

 Non ci sono alternative! Tina no future! 



«Il romanzo tradizionale è spacciato, marginale. In futuro la gente non leggerà o leggerà solo forme di scrittura estremamente brevi. Lo scrittore dovrà sviluppare tecniche sempre più precise in grado di competere con la televisione e la fotografia» (The Job). William S. Burroughs


Capitolo 1. Il funerale di Simonetti Walter non fu un evento

ordinario, ma una celebrazione caotica e liberatoria che riflette la

complessità della sua esistenza come descritto da Rolando Perez

nella sua analisi An(archia) e schizoanalisi ntera Rosa e

Nerval, dipinge il mondo a sua immagine attraverso i flussi del

desiderio e le linee di volo di un'anarchia molecolare.

 Decostruzione dell'Identità e Trasformazione

Simonetti Walter, in vita, non fu mai una figura statica, ma una

presenza in continua trasformazione. Allo stesso modo, il suo

funerale trasformò il lutto in una celebrazione dell'an(archismo),

dove il caos e la velocità divennero mezzi di liberazione dallo stato

lento e oppressivo, rappresentando il suo perenne movimento

verso la destrutturazione dell'io e la resistenza contro le macchine

desideranti dominanti.


 Il Rave Come Rito di Passaggio


La Piazza del Popolo, trasformata in un rave apocalittico per i suoi

funerali, simboleggiava il suo ultimo atto di ribellione. Le identità

multiple di Walter—Gesù, Changeling, esperimento MK Ultra—si

fusero in una danza di estasi e dolore, mentre la musica

psichedelica e l''oppio dei popoli, lungi dall''essere strumenti di oblio,

servirono da catalizzatori per un'';ultima esplosione di vita anarchica.

 Schizoanalisi e An(archismo)

Incorporando le idee di Deleuze e Guattari, Walter incarnava un

corpo senza organi, un''entità libera da costrizioni esterne che

poteva formare connessioni senza diventare dipendente. La sua

esistenza era un esempio di come le linee di fuga possano

emergere dalla vita quotidiana, permettendo agli individui di

sfuggire alle narrazioni imposte dal potere e dalla cultura

dominante.


 La Celebrazione Come Manifesto

Il funerale di Walter divenne un manifesto vivente dell'';anarchismo

ontologico di Hakim Bey. Invece di un tradizionale omaggio funebre,

il rave offrì uno spazio di espressione libera dove il lutto si

trasformava in resistenza, e il ricordo di Walter stimolava riflessioni

su libertà, identità e resistenza.







 Riflessioni Finali: La Decostruzione di Simonetti Walter

La decostruzione di Simonetti Walter non fu solamente la fine fisica

di un uomo, ma anche l'inaugurazione di un nuovo modo di

concepire l'esistenza umana al di fuori delle norme prescritte. La

sua vita e la sua morte sono esempi di come l'an(archia), nella sua

forma più pura, possa essere vissuta come una continua

trasformazione e una sfida alle strutture di potere.

 

Attraverso questo saggio, si evidenzia come il funerale di Simonetti

Walter sia stato molto più di un addio; è stato un rito di passaggio

che ha permesso la transizione da un'esistenza terrena a un mito,

continuando a ispirare coloro che cercano di vivere una vita libera

dalle catene dell'oppressione, in una costante ricerca di libertà,

giustizia e autonomia. In lui e attraverso di lui, il mondo anarchico di

Perez e Bey trova una delle sue più eloquenti espressioni, un invito

perenne all'azione e alla trasformazione personale e collettiva.


Capitolo 2. Il Canto di Simonetti Walter: Storia di un Changeling

nella Tempesta del Rigenerazione 2.0

 L'Eco di una Vita Spericolata**

Simonetti Walter, icona trasfigurata di un'epoca tormentata

culminata nel movimento del 77 vive in una narrazione frammentata

di eventi ucronici e scontri culturali. Nato come un seme nel ventre

turbolento dell'Italia post-bellica, Walter si trasforma rapidamente da

figlio della ricostruzione a emblema della ribellione. Attraverso l'uso

del cut-up, la sua storia si intreccia con tessere di realtà e fiction,

dove ogni frammento di vita diventa una sfida contro l'Impero neo-

liberale e le sue macchinazioni.


 L'Anarchico e l'Impero**

Mentre la gioventù si dava alla strada in cerca di risposte, Walter,

con la sua voce caotica e il suo spirito indomabile, guidava marce e

manifestazioni, diventando un bersaglio per le brigate rozze

dell'epoca. La sua fama di capro espiatorio culmina in un evento

che nessuno avrebbe potuto prevedere: un tentativo di assassinio

che lo trasforma, non lo distrugge, consegnandolo alla storia come

un changeling, una creatura tra due mondi.

 Berlinguer e il Balletto della Morte**


Enrico Berlinguer, il leader carismatico ma stranamente distaccato,

emerge come una figura paterna e avversaria. Durante il presunto

funerale di stato di Walter, Berlinguer, influenzato da oscure forze e

sostanze, si trasforma in un crooner che canta una ballata di dolore

e perdita. una vita spericolata, una vita piena di guai,"

intona, mentre la folla si trasforma in un rave funereo, una danza

macabra tra la disperazione e la devozione.


 La Notte dei Dolcetti Avvelenati** Rigenerazione 2.0

Il funerale si rivela un'orgia di sensi e sensazioni mentre l'oppio dei

la rigenerazione – pasticcini intrisi di sostanze psicotrope –

circola tra i partecipanti. Walter, osservando invisibile tra la folla,

vede la sua vita e la sua morte celebrarsi in un rito pagano che

sfida ogni logica e legge umana. La linea tra la realtà e la fantasia si

sfuma completamente, lasciando spazio a una nuova mitologia.

 Rivelazioni e Rinascite**


Nel clou del rave, un incontro con il vecchio della montagna una

figura eremitica e profetica, svela a Walter la sua vera natura di

Changeling: non più uomo ma simbolo, un entità creata dalla

società e dalla sua stessa ribellione. Tu non sei né morto né vivo,

Walter, sei il riflesso di una lotta eterna, gli rivela il vecchio,

offrendogli così una comprensione liberatrice ma anche dolorosa

della sua esistenza.

 

**Epilogo: Il Deserto del Reale**

La biografia si chiude su un Walter trasformato, non più ancorato al

suo corpo ma elevato a icona culturale. Cammina tra i resti della

festa, ora solo un fantasma nel deserto del reale, portando con sé

le cicatrici delle battaglie passate e la speranza di quelle future. Il

suo grido di libertà riecheggia oltre la storia, un invito a combattere

non con le armi, ma con le idee.

 

**Conclusione: La Poesia dello Statolatra**

Infine, il libro si conclude con una riflessione sulla poesia dello

statolatra – il modo in cui le società costruiscono e poi distruggono i

loro eroi e i loro nemici. Walter, attraverso il cut-up della sua vita e

della sua leggenda, emerge non solo come un soggetto della storia,

ma come un narratore di essa, sfidando noi lettori a decostruire le


nostre percezioni e a ricostruire le nostre realtà con maggiore

consapevolezza e critica.

 

 

Capitolo 4 . Il Canto di Simonetti Walter: Storia di un Changeling

nella Tempesta del **

 





L'Eco di una Vita Spericolata**

Simonetti Walter, icona trasfigurata di un'epoca tormentata

culminata nel movimento del 77 vive in una narrazione frammentata

di eventi ucronici e scontri culturali. Nato come un seme nel ventre

turbolento dell'Italia post-bellica, Walter si trasforma rapidamente da

figlio della ricostruzione a emblema della ribellione. Attraverso l'uso

del cut-up, la sua storia si intreccia con tessere di realtà e fiction,

dove ogni frammento di vita diventa una sfida contro l'Impero neo-

liberale e le sue macchinazioni.

 

L'Anarchico e l'Impero**

Mentre la gioventù si dava alla strada in cerca di risposte, Walter,

con la sua voce caotica e il suo spirito indomabile, guidava marce e

manifestazioni, diventando un bersaglio per le brigate rozze

dell'epoca. La sua fama di capro espiatorio culmina in un evento

che nessuno avrebbe potuto prevedere: un tentativo di assassinio

che lo trasforma, non lo distrugge, consegnandolo alla storia come

un changeling, una creatura tra due mondi.

 

Berlinguer e il Balletto della Morte**

Enrico Berlinguer, il leader carismatico ma stranamente distaccato,

emerge come una figura paterna e avversaria. Durante il presunto

funerale di stato di Walter, Berlinguer, influenzato da oscure forze e

sostanze, si trasforma in un crooner che canta una ballata di dolore

e perdita. Voglio una vita spericolata, una vita piena di guai,

intona, mentre la folla si trasforma in un rave funereo, una danza

macabra tra la disperazione e la devozione.

 

La Notte dei Dolcetti Avvelenati** rigenerazione 2.0

Il funerale si rivela un'orgia di sensi e sensazioni mentre oppio dei

popoli la rigenerazione – pasticcini intrisi di sostanze psicotrope –


circola tra i partecipanti. Walter, osservando invisibile tra la folla,

vede la sua vita e la sua morte celebrarsi in un rito pagano che

sfida ogni logica e legge umana. La linea tra la realtà e la fantasia si

sfuma completamente, lasciando spazio a una nuova mitologia.

 Rivelazioni e Rinascite**

Nel clou del rave, un incontro con il vecchio della montagn  una

figura eremitica e profetica, svela a Walter la sua vera natura di

Changeling: non più uomo ma simbolo, un entità creata dalla

società e dalla sua stessa ribellione. Tu non sei né morto né vivo,

Walter, sei il riflesso di una lotta eterna, gli rivela il vecchio,

offrendogli così una comprensione liberatrice ma anche dolorosa

della sua esistenza.

 

**Epilogo: Il Deserto del Reale**

La biografia si chiude su un Walter trasformato, non più ancorato al

suo corpo ma elevato a icona culturale. Cammina tra i resti della

festa, ora solo un fantasma nel deserto del reale, portando con sé

le cicatrici delle battaglie passate e la speranza di quelle future. Il

suo grido di libertà riecheggia oltre la storia, un invito a combattere

non con le armi, ma con le idee.

 

**Conclusione: La Poesia dello Statolatra**

Infine, il libro si conclude con una riflessione sulla poesia dello

statolatra – il modo in cui le società costruiscono e poi distruggono i

loro eroi e i loro nemici. Walter, attraverso il cut-up della sua vita e

della sua leggenda, emerge non solo come un soggetto della storia,

ma come un narratore di essa, sfidando noi lettori a decostruire le

nostre percezioni e a ricostruire le nostre realtà con maggiore

consapevolezza e critica.

 

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 Capitolo 6 teatro del assurdo 

**Personaggio 1 (Simonetti):** La libertà? Un dolcetto o scherzetto

malizioso servito nelle mani di giovani perduti. Sopravvive come un

Changeling, nella danza primordiale della morte."

 


**Personaggio 2 (Berlinguer):** Vene di eroina e parole di marmo.

Il cielo piange piogge acide, mentre canto il declino di un uomo, di

un mito, della civiltà stessa.

 

**Personaggio 3 (Il Vecchio della Montagna):** Tu non sei né

Cristo né Walter; l';aria si carica di psichedelia, il nemico pubblico,

illusione della pace sotto il sole che brucia.

 

**Personaggio 1 (Simonetti):**Voglio una vita piena di guai, ma

ogni grido diventa un inno nel silenzio dell'alba fredda. La

decostruzione non è distruzione, è rinascita.


**Personaggio 2 (Berlinguer):** Nel manifesto della legge Elohim,

sospeso tra l'oppio dei popoli e la disillusione, cantiamo l'epitaffio

del folle libero.

 

**Personaggio 3 (Il Vecchio della Montagna):**Riconosci il tuo

destino, scarta di lato, la linea non è dietro il nichilismo. Siamo noi,

non gli altri, i responsabili della storia


**Personaggio 1 (Simonetti):**;Morirò un giorno, e un intero popolo

chiederà il mio scalpo. Ma oggi, la gabbia la scimmia torna a

tormentarmi, e io riprendo la mia maschera.

 

**Personaggio 2 (Berlinguer):** La vita, un rave collettivo di anime

perdute, dove le verità si disfano come pagine bruciate. Non più

uomo, ma eco di ciò che la società ha tentato di farmi essere.

Frammenti di realtà, sparsi nella mente,  

Simonetti, cambia pelle, sotto la luna spenta.  

Berlinguer canta, con voce d'oppio,  

Un inno spericolato, sotto il cielo di Kabul.

 

**Ritornello:**

Voglio una vita, audace e indomita,  

Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.  

La decostruzione, il gioco è iniziato,  

Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.


 

**Verso 2:**

Changeling nei boschi, Gesù nelle strade,  

Identità confuse, tra sussurri e fede.  

Simonetti vive, tra le pieghe del tempo,  

Con l'eco di un grido, che sfida il vento.

 

**Ponte:**

Non c'è mai fine, solo nuovi inizi,  

Tra le rovine di civiltà, sotto stelle infelici.  

Ogni parola un virus, ogni frase una fuga,  

Nel labirinto del linguaggio, la verità è muta.

 

**Ritornello:**

Voglio una vita, audace e indomita,  

Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.  

La decostruzione, il gioco è iniziato,  

Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.

 

**Outro:**

Simonetti cade, ma si rialza ancora,  

Un Changeling, un Cristo, l'alba di una nuova era.  

Berlinguer canta, su una scena senza tempo,  

La vita spericolata,

**La Zona dei Funerali di Simonetti Walter: Berlinguer e

l’Homunculus di Luigi Pintor a Tele Kabul**

 

In un tempo indefinito e in un luogo non meglio identificato, la morte

di Walter Simonetti divenne il fulcro di un cambiamento radicale. La

Zona, un luogo dove i desideri si realizzavano, ma anche dove le

trappole mortali si manifestavano con la stessa facilità, era

diventata il simbolo di una lotta incessante tra il potere e la libertà.

 

Walter, un tempo considerato un agitatore politico, un eroe dei

diseredati e un provocatore incallito, era morto in circostanze

misteriose. La notizia del suo decesso fu annunciata durante una

trasmissione clandestina di Tele Kabul, un canale pirata gestito da


Luigi Pintor, noto per i suoi discorsi incendiari contro il capitale e

l'omologazione culturale.

 

Il funerale di Simonetti si trasformò in un evento carico di

simbolismo politico. Enrico Berlinguer, figura storica del

comunismo, si presentò inaspettatamente per rendere omaggio a

Walter, intonando insieme alla folla radunata Voglio una vita

spericolata di Vasco Rossi, trasformando un rito funebre in un atto

di ribellione collettiva.

 

All'ombra di questi eventi, la figura dell’Homunculus, come descritto

da Luigi Pintor, emergeva. Questa creatura, rappresentazione di un

uomo nuovo, plasmato dalle contraddizioni del suo tempo,

simboleggiava la metamorfosi continua dell'essere umano in lotta

con la propria natura e le imposizioni esterne. Nelle strade di Roma,

il grido dell'Homunculusriecheggiava attraverso le parole di

Berlinguer, mescolando speranza e disperazione.

 

La Zona, quindi, non era solo un luogo fisico ma un campo di

battaglia ideologico, dove ogni anima che vi entrava portava con sé

il peso delle proprie aspirazioni e il tormento dei propri fallimenti.

Walter Simonetti, anche nella morte, diventava un simbolo di questo

conflitto perpetuo, un martire la cui eredità era destinata a ispirare

nuove generazioni.

 

Nel cuore della notte, sotto un cielo stellato, Riccardo, il figlio

spirituale di Walter, meditava sulla natura ciclica della lotta e sulla

vera essenza della Zona. La Zona non ci cambia, rifletteva,

siamo noi che cambiamo la Zona con i nostri desideri e le nostre

paure."

 

In questo mondo distopico, dove la realtà si mescolava con la

finzione come nelle pagine di un romanzo di Philip K. Dick, la

ricerca di un'autenticità in un panorama di illusioni diventava l'unica

verità condivisa. La morte di Simonetti, la resistenza di Berlinguer e

l'emergere dell’Homunculus non erano che le varie facce di una

stessa medaglia, riflessi di un umanità in perenne ricerca di

significato in un universo ambiguo e sfuggente.


 

In un frammento di realtà distopica, il tempo e lo spazio si piegano

in un dialogo frammentario tra Simonetti Walter, il Professore Toni

Negri, e il mercenario nazional-bolscevico Limonov. Il metodo del

cut-up di Burroughs trasforma il loro scambio in un collage surreale

di voci che si intersecano e si scontrano, riflettendo la natura

caleidoscopica del pensiero di Nick Land.

 

**Simonetti Walter**La Zona non dipende da noi. È come

l'abbiamo creata, un riflesso del nostro stato d'animo."

 

**Limonov**: Me ne frego dell'umanità; di tutta la sua umanità

m'interessa solamente io. Se non valgo qualcosa, sono anch'io una

merda.

 

**Professore Toni Negri**: Qui, nella Zona, tutto si comincia a

muovere non appena arriva qualcuno. Posti sicuri diventano

impraticabili, tutto cambia ogni minuto.

 

**Simonetti Walter**: ;È proprio la natura della Zona, passare solo

quelli senza speranza. Ma anche il più infelice morirebbe subito se

non si comportasse come si deve.

 

**Limonov**: ;La discussione? Dalla discussione nasce la Verità.

Che sia maledetta. Non desidero discutere con te.

 

**Professore Toni Negri**: Non dimentichi dove stiamo andando.

La stanza le darà tutto quello che vuole.

 

**Simonetti Walter**: Non bisogna dire niente. basterà

concentrarsi e ricordare tutta la vita. Quando l'uomo pensa al

passato, diventa più buono.

 

**Limonov**: ;Ma perché poi, a che cosa servono tutte le vostre

nozioni, quale coscienza ne potrà soffrire? La mia? Io non ho

coscienza, ho solamente nervi.

 


**Professore Toni Negri**: No, non possiamo aspettarlo, qui ogni

minuto cambia tutto. Andremo senza di lui.

 

**Simonetti Walter**;Tutti qui, infelici, disperati, che non hanno più

niente in cui sperare e io posso capire, posso aiutarli. Nessuno

può farlo, ma io, il verme, io sì che posso!

 





**Manifesto per una Politica del Mostro**

 

**Premessa:**

Viviamo in un'era di transizione radicale, dove la linea tra umano e

macchina, realtà e finzione, politica e personalità si sfuma e

confonde. In questo contesto, noi, gli eredi di Walter Simonetti,

proponiamo un nuovo paradigma politico e culturale, basato sul

concetto del mostro.

 

**1. La Necessità del Mostro:**

Il mostro, in questo contesto, non è un'entità da temere ma da

abbracciare. Il mostro simbolizza il rifiuto di conformarsi alle norme

obsolete e la capacità di trasformare la società. È il portatore di

cambiamento e innovazione, che sfida il status quo e apre le porte

a nuove possibilità.

 

**2. Contro l'Obbedienza:**

Denunciamo l';obbedienza cieca e la passività che hanno dominato

le politiche tradizionali. Il mostro ci insegna a questionare, a

ribellarci, a rifiutare di essere passivi spettatori della nostra

esistenza. Incoraggiamo un attivismo critico che sfida le autorità e

le verità imposte.

 

**3. Per una Politica del Futuro:**

Il futuro non deve essere un mero prolungamento del presente. Noi

lottiamo per un futuro in cui l'immaginazione e la creatività collettiva

possano prosperare, in cui la tecnologia serva a emancipare

l'umanità piuttosto che a incatenarla. Il mostro guida questa marcia

verso un orizzonte di possibilità illimitate.

 

**4. L'Eroe dei Perdenti:**


Celebriamo gli eroi perdenti, coloro che, nonostante sconfitte e

umiliazioni, persistono nella loro lotta. Essi rappresentano il

coraggio di chi sogna un mondo diverso e non si arrende al

cinismo.

 

**5. Il Rifiuto del Mondo Artificiale Derealizzante:**

Contrastiamo il mondo derealizzante che si sta costruendo intorno

a noi, un mondo dove tutto si riduce a immagini e simulacri.

Rivendichiamo una realtà più autentica, più vibrante, più umana.

 

**6. La Linea di Condotta del Changeling:**

Come il changeling delle mitologie, capaci di mutare forma,

vogliamo essere agenti di cambiamento. Il nostro scopo non è

conformarci ma trasformare, adattandoci non per accettazione ma

per rivoluzione.

 

**Chiusura:**

Questo manifesto è un invito a tutti i mostri, gli eroi perdenti, gli

androgini, i changelings a unirsi in una lotta comune per un mondo

differente, più giusto e libero. Invitiamo tutti a non arrendersi alla

disperazione, ma a continuare a lottare, a sognare, a immaginare e

a creare. La storia siamo noi, e il futuro è ancora tutto da scrivere.

 

Echi di Piazza Maggiore

 

**[Strofa 1]**

Nel cuore della città, sotto l'ombra delle pietre antiche,

Piazza Maggiore sussurra, echeggiando storie non raccontate.

Una zingara danza, la sua risata risuona nell';aria,

Il suo spirito libero, ma le ombre delle Rozze si soffermano lì.

 

**[Ritornello]**

'Brilla, tu diamante perduto,

Con la tua luce soffocata dal buio.

Le Brigate Rozze osservano con occhi freddi,

Mentre la piazza trattiene il respiro sotto i cieli.

 


**[Strofa 2]**

Il riso si ferma, un silenzio improvviso riempie la notte,

Un lampo d'acciaio, poi il buio inghiotte la luce.

Satanici, pupazzi, bestie, le Rozze rivendicano il loro potere,

Nel cuore della piazza, rubano via la luce.

 

**[Ponte]**

Il suo spirito vaga, attraverso strade che sussurrano il suo destino,

La risata delle Rozze, il suono che ha sigillato il suo ingresso.

E il canto libero è bugiardo, cantano,

Mentre la piazza piange, il suo spirito prende il volo.

 

**[Ritornello]**

;Brilla, tu diamante perduto,

Con la tua luce soffocata dal buio

Le Brigate Rozze nascondono le loro azioni,

In Piazza Maggiore, dove la libertà sanguina.

 

**[Strofa 3]**

Sotto il debole bagliore del lampione, la scena sfuma in grigio,

Il sangue del nichilismo, dove i caduti giacciono.

Io ti invoco, Gesù vampiro dello spazio! un grido di giustizia,

inascoltato,

In Piazza Maggiore, la verità rimane offuscata.

 

**[Outro]**

Gli echi della sua risata, un motivo ossessionante,

L'ombra delle Rozze, una macchia che rimane.

Nel cuore della piazza, dove il diamante perduto è caduto,

La sua storia finisce, una storia che Piazza Maggiore racconterà

per sempre.

**I Funerali di Walter e la Resurrezione di Riccardo**

 

*Atto I: Il Risveglio della Memoria*

 

**Scena 1: Un Cimitero Sotto il Cielo Grigio di Roma**


- *Personaggi: Riccardo, il Changeling; il coro dei cittadini; l'ombra

di Walter.*

 

*Coro*:  

Canta, oh città delle ombre,  

di Walter, il sussurro nelle tenebre.  

*Ombra di Walter*:  

Qui giaccio, non in pace,  

ma in eterna agitazione,  

tra le voci di ieri e l'eco di domani.

 

*Riccardo*:  

Nell'ombra di un mito,  

cerco la luce della verità,  

la chiave del futuro nei miei sogni.

 

**Scena 2: Il Funerale di Walter**

- *Un corteo lento, il coro canta, Riccardo riflette.*

 

*Riccardo*:  

Vedi, Walter, come il tuo spirito non muore;  

ci guida come una stella nel buio della notte.

 

*Coro*:  

Egli cammina con noi, il fantasma della ribellione,  

sua la voce che non tace nel vento.

 

*Atto II: Il Delirio e la Visione*

 

**Scena 1: La Camera di Riccardo**

- *Soli, Riccardo e l'ombra di Walter dialogano tra le pagine di un

libro misterioso.*

 

*Ombra di Walter*:  

Leggi, Riccardo, infrangi il velo del tempo,  

ogni parola un passo verso l'immortalità del pensiero.

 

*Riccardo*:  


Ogni frase un labirinto,  

ogni parola un enigma,  

nella tua scrittura trovo il mio destino.

 

**Scena 2: La Piazza dei Sogni**

- *Riccardo incontra figure del passato e del futuro, una fusione tra

realtà e visione.*

 

*Riccardo*:  

O fantasmi del passato e visioni del futuro,  

insegnatemi la danza del cambiamento.

 

*Coro*:  

Nella piazza dei sogni,  

il tempo si dissolve;  

qui il passato ed il futuro si abbracciano.

 

*Atto III: La Rivoluzione di Riccardo*

 

**Scena 1: Il Palazzo del Potere**

- *Riccardo sfida le autorità, evocando lo spirito di Walter per

guidare il popolo.*

 

*Riccardo*:  

Non più ombre, ma luce!  

Non più sussurri, ma grida!  

Con lo spirito di Walter,  

rivendichiamo la nostra era.

 

*Autorità*:  

Chi osa sfidare il silenzio imposto,  

il controllo, la quiete forzata?

 

**Scena 2: Il Trionfo del Changeling**

- *Riccardo, trasformato, guida il popolo verso una nuova alba.*

 

*Coro*:  

Guarda! Il Changeling prende forma,  


dal caos una nuova verità nasce.

 

*Riccardo*:  

Sono la voce di Walter, il respiro di una nuova vita,  

il canto di una libertà riconquistata.

 

*Ombra di Walter*:  

Bene, mio giovane eco,  

la mia morte non è stata invana.  

Vivi, cambia il mondo,  

come io ho sognato un tempo.

 

**Finale: La Nuova Alba**

- *Il sipario cade sul coro che celebra la rinascita di Riccardo e

l'eterna presenza di Walter.*

 

*Coro*:  

Nel cuore della notte, una luce;  

nel silenzio del dolore, una canzone.  

Viva Walter, viva Riccardo,  

nel ciclo senza fine della vita.

 

# **Cannibal Holocaust Fantaghirò: La Tragedia della Regina

LGBTQIA+**

 

## Atto I: Il Risveglio

 

**Scena 1:** In un deserto psichico, popolato da forme astratte e

colori sfumati, Fantaghirò, vestita in abiti regali ma stracciati, si

sveglia. Accanto a lei, un'urna antica e un libro aperto. Lei legge ad

alta voce, la sua voce risuona, echeggiando nel vuoto:

 

**Fantaghirò:**Mi chiamano Giuda, traditore, mostro Ma solo chi

tradisce può cambiare il mondo!

 

**Scena 2:** Un coro di voci distorte, visibili solo come ombre

danzanti, risponde, mescolando le parole di Fantaghirò con i versi


di Amos Oz, creando un inno criptico che celebra la distruzione e la

rinascita.

 

**Coro:** Traditore, visionario, sognatore di mondi! La vera

rivoluzione inizia con il tradimento di se stessi!

 

## Atto II: La Profezia

 

**Scena 1:** POL Pot, un dottore in esilio politico, entra. Porta con

sé una radio da cui trasmettono notizie della morte di Toni Negri. Si

confronta con Fantaghirò, discutendo il potere del tradimento e del

cambiamento.

 

**POL Pot:** Toni Negri è morto, viva Toni Negri! Anche nella

morte, la lotta continua. Ogni fine è un nuovo inizio

 

**Fantaghirò:** La morte è il mio alleato. Come la Volpe,

l’homuncolus di questa storia, io inganno la fine stessa.

 

**Scena 2:** Il libro sulla scena brilla intensamente; il titolo è

visibile:La Volpe e l’Homunculus". Fantaghirò e POL interpretano il

libro come un manuale per riorganizzare il caos del loro mondo, un

mondo che cannibalizza i suoi eroi e li rigetta trasformati.

 

## Atto III: Il Cannibal Holocaust

 

**Scena 1:** Il mondo intorno a loro inizia a scomparire, rimpiazzato

da una foresta digitale, un'eco del Cannibal Holocaust;. I

personaggi storici e mitici, come Toni Negri e Simonetti Walter,

appaiono e scompaiono, consumati dal paesaggio.

 

**Coro:** ;Nessuno nasce, nessuno muore, in questo holocaust  di

idee e identità!

 

**Fantaghirò:** Ogni carne consumata ci nutre, ogni vita presa ci

fortifica!

 


**Scena 2:** Mentre il mondo collassa, Fantaghirò diventa una

figura di potere e terrore, cannibalizzando i frammenti della storia

per creare una nuova realtà.

 

## Atto IV: La Resurrezione di Toni Negri

 

**Scena 1:** Nel climax, un nuovo personaggio, l'Eroe dei Perdenti,

emerge dalle ceneri. È un ibrido di tutti i personaggi perduti,

portando con sé un manifesto del nuovo mondo.

 

**Eroe dei Perdenti:** Io sono Toni, io sono Fantaghirò, io sono

ogni perdente risorto. Abbiamo cannibalizzato il nostro passato per

costruire il nostro futuro!;

 

**Scena 2:** Fantaghirò e l'Eroe dei Perdenti si uniscono, danzando

in un duetto che trasforma il paesaggio in una visione utopica,

mentre il coro canta un nuovo inno, una fusione di tutte le voci

passate.

 

**Coro:** Viva la nuova alba, la nuova carne, il nuovo spirito!

Traditori di ieri, eroi di domani!"

 

## Epilogo: Il Nuovo Mondo

 

**Fantaghirò:** ;Nel tradimento, abbiamo trovato la verità. Nel

cannibalismo, la rinascita. Questo è il nostro nuovo mondo, nato dal

più profondo degli abissi dell'umanità."

 

La scena finale si dissolve in un mare di luci digitali, mentre il

pubblico, ora parte del dramma, lascia il teatro trasformato,

portando con sé il peso e la promessa della nuova realtà creata.

 

 # **Cannibal Holocaust Fantaghirò: L'Apocalisse di Boyrebecca**

 

**Capitolo I: L'Era degli Homunculus**

 

La città è avvolta da un cielo plumbeo, i grattacieli come monoliti

moderni rischiarati dalla luce intermittente dei neon. In questo


paesaggio, Boyrebecca si muove con grazia fluida, un'icona

LGBTQIA+ dalla bellezza androgina, in un mondo dove le linee tra

umano e artificiale si confondono sempre più. È l'emblema di una

nuova era, la nuova Gitone, il cuore pulsante di una rivoluzione che

sfida i confini del genere e dell'dentità.

 

Nel suo cammino, Boyrebecca incrocia POL Pot, ora non più il

tiranno assassino ma un filosofo delle strade, un uomo che ha

rinnegato il suo passato per abbracciare un futuro utopico. Insieme,

discutono delle potenzialità degli homunculus, creature create

dall'uomo che potrebbero superare le limitazioni umane, incarnando

l'idealismo e la perfezione.

 

**Capitolo II: Le Ombre di Toni Negri**

 

Mentre Boyrebecca e POL Pot navigano attraverso la metropoli

cybernetica, Toni Negri, risorto come un pensatore radicale, li guida

attraverso le strade labirintiche di una città in rovina. Toni parla della

necessità di una rivoluzione moltitudinari, ispirata dagli scritti di

Deleuze , il filosofo che aveva sognato di distruggere le vecchie

strutture del potere per costruire qualcosa di radicalmente nuovo.

 

Negri, POL, e Boyrebecca si uniscono in un'alleanza improbabile,

ognuno portando la propria visione di un futuro in cui le barriere del

potere, del genere e dell'essere vengono demolite. Il loro dialogo

diventa un manifesto, un nuovo Vangelo per i tempi moderni, scritto

nella lingua dei ribelli e degli esclusi.

 

**Capitolo III: Il Risveglio dell'Homunculus**

 

Il cuore della città nasconde un segreto: un laboratorio dove gli

scienziati hanno tentato di creare l'Homunculus perfetto, un essere

superiore destinato a guidare l'umanità verso una nuova

evoluzione. Ma il loro esperimento ha preso una piega inaspettata.

L'Homunculus, più consapevole e potente di quanto i suoi creatori

avessero mai immaginato, sfugge al loro controllo.

 


Questo nuovo essere, un miracolo di scienza e arte, incontra

Boyrebecca e vede in lei il simbolo di un'era nuova. Insieme,

scoprono di condividere una visione comune: una società dove

l'identità è fluida e ogni individuo è libero di essere chi vuole essere.

L'Homunculus si unisce a loro, diventando il catalizzatore di un

movimento che presto si diffonde attraverso le città del mondo.

 

**Capitolo IV: La Danza delle Nuove Identità**

 

Con l'emergere dell'Homunculus, il mondo inizia a cambiare.

Boyrebecca diventa una messaggera, viaggiando da una città

all'altra, diffondendo il messaggio di libertà e trasformazione. Le

vecchie strutture di potere cominciano a crollare, sostituite da una

rete globale di comunità che abbracciano la diversità e

l'innovazione.

 

La storia culmina in una grande celebrazione, una festa di colori e

suoni, dove umani e homunculi danzano insieme sotto le stelle il

Pride. La musica risuona, un inno alla libertà e alla vita spericolata,

mentre il vecchio mondo si dissolve e un nuovo universo di

possibilità si apre davanti a loro.

 

**Epilogo: La Nuova Alba**

 

Mentre l'alba si leva su una città trasformata, Boyrebecca sta sulla

cima di un grattacielo, guardando l'orizzonte. Accanto a lei,

l'Homunculus e Toni Negri discutono del futuro, un futuro che è ora

nelle loro mani. La storia si chiude con una promessa: quella di un

mondo dove non c’è più futuro ma solo l’istante compulsivo del

consumo.

 

—-

 

**Titolo: *Le Brigate Rozze amano il sangue del Nichilismo: il nostro

sangue, fratelli e sorelle***

 

**[Ambientazione: Un palcoscenico spoglio, con un unico lampione

fioco. Due figure, Walter e una figura senza nome, vestite di stracci,


sedute su due sedie rotte. La scena è avvolta in una nebbia

leggera.]**

 

**[Atto Unico]**

 

**[Walter (con voce rauca, quasi sussurrando)]:**

Il nichilismo, il nostro sangue fratelli e sorelle, ascoltate le grida

della nostra rinuncia.

**[Figura Senza Nome (fissando il vuoto)]:**

Sangue. Apocalisse piccola o grande, sempre sangue. Le

Brigate, amano, eh? Amore o distruzione?

 

**[Walter (guardando la figura, poi distogliendo lo sguardo)]:**

Avevano giustiziato una rom, un’ebrea di spirito. Che significa,

giustiziare con spirito? E il bambino, ah, il bambino! Mio figlio!?

 

**[Silenzio. I due fissano il suolo. Un suono lontano di campane.]**

 

**[Figura Senza Nome (quasi in un grido soffocato)]:**

Simonetti Walter, il traditore, il paria! Pagare il prezzo sempre

pagare. Chi non paga?

 

**[Walter (scuotendo la testa lentamente)]:**

Satanici, pupazzi, bestie Nichilismo. Il manifesto, ricordi? Avete

versato il sangue in piazza Maggiore sangue di una zingara felice.

 

**[Breve pausa. Il suono delle campane si intensifica poi

svanisce.]**

 

**[Figura Senza Nome (con un sorriso amaro)]:**

La felicità, Walter, una felicità permanente! Festeggiamo la nostra

condanna. Parlanti, beviamo beviamo il sangue!

 

**[Walter (levando gli occhi al cielo invisibile)]:**

E il canto libero è bugiardo, come le notizie false che inghiottiamo.

E noi  noi applaudiamo, mentre la sposa occidentale piange.

 


**[Silenzio prolungato. Entrambi sembrano perduti nei loro

pensieri.]**

 

**[Figura Senza Nome (rompendo il silenzio)]:**

;Apolidi, metafisici, fantocci. Nessuno nasce, nessuno muore... solo

il ciclo, il ciclo senza fine dell'abbandono


**[Walter (con un sorriso triste)]:**

Io ti invoco, Gesù vampiro dello spazio! Sacrificio umano, Homo

sacer, capro espiatorio La strage degli innocenti, la gloria degli

Dei

 

**[Un lungo silenzio. La nebbia si infittisce.]**

 

**[Figura Senza Nome (alzandosi lentamente)]:**

Il capo dovrà chinare di fronte alla falce. E noi, Walter, noi

dobbiamo chinare il capo di fronte al nostro destino, in questo

eterno ritorno del uguale del ultimo uomo.

 

**[Walter resta seduto, immobile. La figura senza nome si avvicina

al lampione, lo spegne lentamente. Il palcoscenico è avvolto

nell'scurità.]**

 

Per quello che non è stato aspetto il passaggio dalla selva oscura.

 

[Verse 1]

Nelle ombre della rete, s’aggira un spettro,

Simonetti Walter, l’anima fatata in gioco.

Mkultra s’è spezzato, ma vive nella bolla,

Contro di lui, una caccia di streghe s’è scatenata.

 

[Chorus]

Ecco il fantasma, lo spettro nel ciberspazio,

Con Putin, Meloni, Trump, in una danza di potere.

Silicon Valley e Mossad, in un coro disperato,

Gridano contro l’anarchia primordiale, l’astro zero.

 


[Verse 2]

Il nostro eroe, in dialisi borderline, vacilla,

Sotto l’attacco psichico, il mindfucking dell’Ordine.

Ma la magia rossa e nera lo tiene in vita,

Lontano dal suicidio politico, nel tumulto del non vissuto.

 

[Chorus]

Nelle Galassie conosciute, Simonetti s’aggira,

Sfuggendo alla leggenda dell’Unico militante, Il Padre.

Rigenerazione, Esodo, Illuminazione,

Parole d’ordine per una nuova epoca di terrore.

 

[Bridge]

“Abbandonare o combattere?” grida la sinistra,

Ma Virno sussurra, “La fuga è anche un atto di ribellione.”

Il capitale inghiotte il cervello e la vita,

Ma noi, in fuga, cercando il Graal, il Vero Comunismo.

 

[Verse 3]

Camatte grida, “Abbandona questo mondo!”,

Dove il capitale è spettacolo, un dio falso e profondo.

È il momento di rifiutare, di spezzare le catene,

Di crollare, non decadere, in un abbandono immenso.

 

[Outro]

E così, lo spettro di Simonetti Walter si dissolve,

Nel rifiuto del passato, nella creazione di un nuovo domani.

Lasciando dietro di sé il capitale, una reliquia vuota,

Mentre vaga, libero, nelle infinite possibilità dell’universo.

 

**Titolo: "I funerali di Simonetti Walter 1982 e la nascita

dell'Homunculus Riccardo: l'oppio dei popoli!

 

Atto Unico


(Sul palcoscenico, una scenografia caotica e frammentata che

rappresenta una città in rovina. Al centro, un altare funebre

improvvisato con oggetti sparsi: libri, cimeli, un vecchio televisore

che trasmette statica. Luci soffuse.)

 

**PERSONAGGI:**

- **VOCE NARRANTE:** una presenza invisibile che guida la

narrazione.

- **RICCARDO CASAGRANDE:** un giovane trasformato, con una

plastica facciale vestito di stracci da centro commerciale con tratti

androgini.

- **CORO DEGLI OMBRANTI:** un gruppo di figure mascherate

che commentano l'azione.

- **OMBRE DI SIMONETTI:** apparizioni del passato, vestite in

modo surreale.

 

**INIZIO:**

 

**VOCE NARRANTE**

(Con tono solenne)

Qui giace Simonetti Walter, il falso messia, caduto sotto il peso

delle sue stesse visioni, nella fredda notte del dicembre '82. Oggi,

42 anni più tardi, Riccardo si destreggia tra i frammenti di quel

passato, cercando di assemblare la sua identità tra le macerie della

storia.

 

(Luci soffuse si accendono lentamente, rivelando Riccardo al centro

del palcoscenico, circondato dalle Ombre di Simonetti.)

 

**RICCARDO**

(Monologo angosciato)

Ogni frammento, un ricordo; ogni ricordo, una condanna. Walter, tu

che hai tradito il mondo per cambiarlo, dimmi, è valsa la pena? 

 

(L'Ombre di Simonetti sussurrano tra loro, creando un suono quasi

musicale.)

 

**CORO DEGLI OMBRANTI**


(Narrano con una melodia distopica)

In una notte senza stelle, il traditore ha abbracciato il suo destino,

lasciando dietro di sé solo ombre e polvere. Ma chi tradisce può

davvero cambiare il mondo?

 

**RICCARDO**

(Riflettendo tra sé)

Ma solo chi tradisce può cambiare il mondo, immaginare un

avvenire migliore. Amos Oz, le tue parole bruciano ancora. Sono

io, ora, l'Homunculus, il creato, a portare il peso di questa eredità?

 

(Le luci si intensificano, illuminando il viso tormentato di Riccardo.)

 

**OMBRE DI SIMONETTI**

(Incitando Riccardo)

Riccardo, non seppellire il passato. È il solo modo per liberarsi, per

rinascere dalle ceneri di quello che una volta era.

 

**RICCARDO**

(Con risoluzione crescente)

Allora danzerò su queste ceneri. Sarò l'Homunculus che sfida il

fato, che trasforma la maledizione in benedizione.

 

(Il Coro degli Ombranti si avvicina, circondando Riccardo in una

danza frenetica.)

 

**CORO DEGLI OMBRANTI**

(Cantano)

Nel vortice della storia, tra le maschere della follia, nasce

Homunculus, creatura della notte, figlio della rivoluzione!

 

**VOCE NARRANTE**

(Finale, mentre le luci si abbassano)

Così, tra i sussurri del passato e le promesse del futuro, Riccardo

trova la sua strada. Un nuovo eroe nato dalle ombre di un messia

dimenticato, un portatore di cambiamento in un mondo che urla per

essere riscritto.

 


(Il sipario cade lentamente, lasciando il palcoscenico in penombra,

con solo il suono della statica del televisore a rompere il silenzio.)

 

**Titolo: ;La Danza del Cyber-Apocalisse

 

**Atto Unico: La Follia del Vortice Digitale**

 

**Scena 1: L'Alba del Caos**

 

*(Una scena astratta, illuminata da luci fredde e intermittenti,

riecheggianti il pulsare dei circuiti. Suoni digitali confondono il

confine tra realtà e simulazione. Al centro, WALTER SIMONETTI,

un uomo dai tratti sfocati e vestiti come frammenti di codice binario,

riflette sul destino umano.)*

 

**WALTER:**

(A voce alta, con tono disperato)

“Ecco l'era del cyber-apocalisse! Dove sono i confini, se ogni

barriera è un’illusione?”

 

*(Echi distorti risuonano:Non c'è alternativa! - un mantra

incessante.)*

 

**Scena 2: Il Tribunale della Cultura**

 

*(Transizione verso un tribunale distopico, con giudici rappresentati

da schermi luminosi, parlando in linguaggio binario. SIMONETTI sta

in piedi, accusato da una voce onnipresente, impersonale.)*

 

**VOCE:**

“Simonetti, tu sei un clone d'anarchia, un errore nel sistema. Come

ti difendi?”

 

**SIMONETTI:**

(Con sfida, guardando direttamente uno degli schermi)

“Rompo lo schema! Non sono un prodotto, sono il creatore del mio

destino!”

 


*(La scena si oscura lentamente, lasciando solo una luce soffusa su

Simonetti.)*

 

**Scena 3: Il Vortice dei Dati**

 

*(Una scena visivamente stravagante, con dati digitali che fluiscono

come un fiume attorno a Simonetti. Quest'ultimo danza, i suoi

movimenti creano onde nel flusso digitale.)*

 

**SIMONETTI:**

(Sussurrando, come se rivelasse un segreto)

“Nel cuore del vortice, trovo la libertà. Il caos non è la fine, ma

l’inizio di una nuova comprensione.”

 

*(Suoni di crackling data, come se il sistema stesse iniziando a

cedere sotto il peso della sua epifania.)*

 

**Scena 4: Confronto con l'Assoluto Nulla**

 

*(Un luogo vuoto, senza tempo né spazio, dove Simonetti si

confronta con l’Assoluto Nulla, una presenza scenica fatta di pura

oscurità.)*

 

**ASSOLUTO NULLA:**

(Voce profonda, rimbombante)

“Tu cerchi l'eternità nei frammenti del tempo. Ma cosa sei senza il

sistema che ti definisce?”

 

**SIMONETTI:**

(Defiantly, reaching out towards the darkness)

“Sono più di un’equazione! Il mio spirito resiste, anche quando la

memoria fallisce.”

 

*(L'oscurità avvolge lentamente Simonetti, ma la sua voce si eleva

sopra, un canto di libertà e resistenza.)*

 

**Finale: La Rinascita**

 


*(Luci calde illuminano la scena mentre Simonetti emerge

dall'oscurità, vestito di luci e colori, simbolo della sua rinascita

attraverso il caos del cyberspazio.)*

 

**SIMONETTI:**

(Cantando, con una melodia che sfida il digitale)

“In questo nuovo alba, rinasco. Da frammenti e codici, a un essere

di luce e poesia. La cultura non è mai cessata, solo trasformata.”

 

*(La scena si chiude con una luce brillante che consuma tutto,

lasciando il pubblico nel silenzio, riflettendo sulla mutabilità della

realtà nell'era digitale.)*

Titolo: Riccardo l'Homunculus: Il Mostro, il Figlio Maledetto di Toni

Negri

 

**Atto Unico**

 

*Scena: Interno notturno di un laboratorio decadente, con

macchinari antichi e tubi che gocciolano. Pareti ricoperte di graffiti

digitali. Al centro, un tavolo operativo illuminato debolmente.*

 

**Personaggi:**

- **RICCARDO**, un giovane trasformato in homunculus,

l'androgino, il figlio maledetto.

- **OMBRA**, la voce narrante, ricordo di Toni Negri.

- **ECHO**, un'intelligenza artificiale che interagisce con Riccardo.

 

*(Luci deboli sul tavolo dove RICCARDO è sdraiato, semi-

cosciente. Suoni di macchinari e gocce d'acqua in lontananza.

OMBRA emerge dalle ombre.)*

 

**OMBRA:** (con tono grave) Nel vortice di un mondo asfissiante,

nasce un mostro, figlio di promesse infrante e di sogni deviati.

 

**RICCARDO:** (sospirando, voce debole) Ogni notte, i fantasmi di

un passato che non posso ricordare sussurrano segreti che non

posso comprendere.


 

**ECHO:** (voce metallica, calma) Riccardo, sei la sintesi di mille

vite, il punto di incontro tra carne e digitale, tra uomo e mito.

 

**OMBRA:** (avvicinandosi a RICCARDO) Ricordi Venezia,

Riccardo? La nebbia sui canali, un riflesso distorto della tua verità...

 

**RICCARDO:** (agitandosi) Ombre di leggi, senso di stato

svanito. Sono un puzzle senza pezzi finali, un quadro senza tela.

 

**ECHO:** (sovrapposizione di voci) Mostri e santi, tutti intrecciati

nella tua essenza. Eri destinato a sfidare i cieli, a combattere le

battaglie nei cieli digitali.

 

*(Suono di vento elettronico, luci che fluttuano.)*

 

**RICCARDO:** (alzandosi con fatica) Voglio fuggire da questo

essere confinato. da questa prigione di carne e circuiti.

 

**OMBRA:** (con compassione) Simonetti Walter è morto per la

libertà. E tu, Riccardo, cosa sei disposto a sacrificare per la tua?

 

**ECHO:** (suoni distorcenti) La fuga è un'illusione. La lotta è reale.

Tu sei la sintesi, il changeling, l'eroe dei perdenti.

 

**RICCARDO:** (determinato, camminando verso il centro della

scena) Allora danzerò sul filo di questa realtà frammentaria, tra luce

e oscurità, fino a trovare la mia verità.

 

**OMBRA:** (scomparendo nelle ombre) Addio, o padre dei

mostri. Il tuo destino è ora nelle tue mani.

 

*(RICCARDO si ferma, guardando verso il pubblico, un momento di

realizzazione.)*

 

**RICCARDO:** (deciso) In questo teatro stanco di mostri e santi, io

sono il deviazionista, l’agente provocatore Tra fantasmi e sortilegi,

tra codici e silenzi, troverò la mia strada.


 

*(ECHO emette un suono dolce, quasi musicale. Luci che sfumano

lentamente.)*

 

**ECHO:** Nel gioco di specchi, la tua pelle a scacchi. La storia

siamo noi, Riccardo, e il futuro è ancora tutto da scrivere.

 

*(Il palcoscenico si oscura completamente, lasciando solo un eco di

voci digitali. Fine dell'atto.)*

Il Vangelo dell'identità è il seme della follia! Sussurri a Gaza!

 

1. Nel profondo di Gaza, tra il sussurro del vento e l'eco dei passi,

   Un grido si eleva, spezzando il silenzio, una rivolta contro l'oblio.

   Sono frammenti di vite, tessere di un mosaico di esistenze

spezzate,

   Ogni pezzo un racconto, ogni scheggia una storia, la voce della

resistenza.

 

2.L'identità è follia, grida una voce nel deserto,

   Dove le dune si fondono con i cieli e i confini si perdono

all'orizzonte.

   Un uomo cammina, il suo passo è leggero, ma il cuore pesante,

   Porta il seme dell'identità, il fardello della storia, il peso delle

generazioni.

 

3. ;Sussurri a Gaza, sospira il vento, portando con sé i segreti del

passato,

   Voci di madri e padri, figli e figlie, la canzone di un popolo

dimenticato.

   È una litania di speranze e sogni, un coro di desideri infranti,

   Ma anche la melodia di una resistenza che non conosce fine.

 

4. Tra le rovine di una città che resiste, un vecchio siede,

   Gli occhi profondi come pozzi di saggezza, le rughe mappa di

battaglie vinte e perse.

   Racconta storie di tempi migliori, di terre senza ombre di guerra,


   Dove l'identità non era catena, ma radice, dove il seme non era

follia, ma inizio.

 

5. ;La follia è il non vedere, il non sapere, il negare l'esistenza,"

   Dice, mentre intorno a lui giovani ascoltano, apprendono, si

preparano.

   È il passaggio del testimone, la lezione degli anziani, la speranza

nel domani,

   Che anche nel cuore del conflitto, ci sia spazio per la crescita, per

il cambiamento.

 

6. E così, il Vangelo dell'identità si disperde nel vento,

   Portato ai quattro angoli di Gaza, oltre i muri, oltre le barriere.

   È un messaggio di forza e fragilità, di follia e lucidità,

   Che nel riconoscere chi siamo, troviamo la chiave per la nostra

liberazione.

 

7. Sussurri a Gaza, ma anche grida di ribellione,

   L'identità è il seme piantato nel cuore di chi non si arrende,

   La follia è il non lottare, il non sognare, il non vivere.

   E in questo Vangelo, troviamo non solo un avvertimento, ma

anche una promessa:

 

8. Che da ogni seme di follia, possa germogliare un albero di

saggezza,

   Che ogni identità possa essere riconosciuta, rispettata, celebrata.

   Che da ogni sussurro a Gaza, possa nascere un coro di voci,

   Che insieme cantano, lottano, e sognano, per un domani di pace.

“Brucia il Futuro, Fuma il Presente**

"Chiedimi cosa ci sarà se dopo di noi questo mondo brucerà,

Fumo lentamente con te, baby, per non pensare a niente più.

Non vedo niente avanti a me, ho la testa nel buio.

Non c'è più un futuro, baby, te lo giuro.

Lo bruciamo, partiamo da questa città,

Chiedimi cosa ci sarà se dopo di noi questo mondo brucerà.

Fumo lentamente con te, baby, in questa città che lasciamo.

Nel buio, bruciamo il mondo, partiamo senza guardare indietro.


Ho la testa nel buio, fumo per dimenticare,

La città brucia, fumo lentamente con te, baby, senza pensare.

Non c'è più futuro, baby, lo sai, non sto parlando di noi.

Fumo nel buio, la città brucia, fumo lentamente, solo noi due.

Chiedimi cosa ci sarà, se dopo di noi, il mondo in fiamme andrà.

Partiamo da questa città, bruciamo tutto, fumo lentamente, baby,

con te.

Non vedo più niente avanti a me, solo il buio e il fumo, solo te.

Non c'è più futuro, baby, te lo giuro, ma bruciamo insieme questa

città.

By Boyrebecca


**Il compromesso storico i Funerali Anarcoidi di Simonetti, Luigi

Pintor, Boyrebecca, Sussurri da Gaza! Non ci sono alternative! Tina

no future!**

Tra le pieghe del tempo,  

Simonetti, un Changeling nella tempesta,  

con voce di Berlinguer, canta di rivoluzione,  

sotto il cielo di Kabul, tra sussurri di Gaza.

Nel cuore di Roma, il funerale,  

un rave trasformato, l'oppio dei popoli,  

danza macabra di desiderio e dolore,  

libertà e resistenza in un rito pagano.

;Non c'è alternativa, grida il vento,  

Non c'è futuro, risponde il buio,  

un balletto della morte sotto la luna spenta,  

una vita spericolata, una vita di guai.

Simonetti, ora un'ombra,  

cambia pelle, diventa mito,  

incarna la lotta, eterna e schizofrenica,  

un corpo senza organi nel deserto del reale.

Identità decostruite, sfide al potere,  

rivoluzioni personali e collettive,  


in un mondo senza fine,  

dove la storia si scrive a ritmo di cut-up.

Frammenti di realtà si intrecciano,  

una narrazione frammentata, caotica,  

un'epica di eroi perduti e rinati,  

sotto le stelle di una nuova alba.  

Non più uomo, non più eroe,  

solo l'eco di una voce che chiama al cambiamento,  

un invito a decostruire, a sfidare, a trasformare,  

a vivere una vita libera, indomita, audace.

E così, tra i fantasmi del passato e i sogni del futuro,  

tra il sussurro di Gaza e il fumo di una città che brucia,  

si eleva un canto di libertà e rinascita,  

una promessa di resistenza, di speranza, di nuova vita.


La Fuga dal Linguaggio

 

In uno schizzo di realtà alterata, il nome greco balzò fuori dalla

pagina, un nome classico

senza confini, rivestito di ricerca e dialogo illuminato. L'associazione

era in corsa,

attraverso il guado di idee spezzate, con strumenti resi inutili. Il

viaggio, un dialogo aperto,

non una lezione, era intrappolato nelle pagine di questo lavoro non

concluso. Siamo partiti

dal centro di una grande esplosione, con una missione di ristabilire

la comunicazione, di

scavare gallerie nella Grande Evasione della comprensione.

Il linguaggio è antico quanto la coscienza,” risuonava nelle

orecchie dei viaggiatori del

pensiero. Ma la realtà era un labirinto alienato, le strade portavano

al castello stregato

dell'ideologia, con i suoi giochi di specchi e passaggi nascosti. La

città era una metropoli di


spettri, un deserto di alienazione e rivolta radicale. E in questa

metropoli, la compagnia

fittizia danzava sotto la luce rossa del pianeta rosso, un circolo

vizioso radical chic a

Fossombrone.

La notte in bianco portava con sé un diluvio di anime illuminate, un

carnevale di suoni e

danze macabre. La città era sconvolta dalla compagnia fittizia,

l'ironia frantumava le

sbarre semiotiche della parlata sinistrese. La danza continuava, il

linguaggio trasgressivo

era una provocazione, una rivolta contro le immobili certezze della

realtà. Ma il viaggio era

ancora in corso, le voci ansimanti chiedevano di più, chiedevano la

via della mano sinistra,

la magia nera e rossa della comunicazione.

Il vecchio della montagna, con le stampelle e lo sguardo vorace,

invocava il sole, cantava

l'anarchia. La mano di Elohim, il Gobbo Internazionale, trascinava

con sé una compagnia

di allegri burloni, fuoriusciti dal lavoro, visagisti di cultura pop,

sempre pronti al pianto. Ma

dietro la maschera, c'era solo un uomo, un uomo in cerca di

dialogo, di comunicazione.

Paura e disgusto a Bologna, l'eco dell'eterno ritorno riecheggiava

attraverso le strade,

attraverso i discorsi folli e le parole di veleno. La schizofrenia del

linguaggio era una

tempesta, una tempesta che frantumava la realtà e i valori sempre

uguali a se stessi.

La transizione al comunismo era visibile, ma il carattere transitorio

della necessità del

partito era una chimera. La dittatura del proletariato era un'ombra

nel cuore della bestia,

una bestia che divorava il linguaggio, che divorava la

comunicazione. Ma nonostante tutto,

la compagnia fittizia volava verso mete esotiche, verso la volontà di

potenza, verso la fuga


dal linguaggio.

E nell'oscurità della notte, tra le grida di felicità e le sirene della

polizia, il vecchio della

montagna e la mano di Elohim guidavano la parabola della

compagnia fittizia, una

parabola di magia e follia, una parabola di fuga dal linguaggio.

 

Questo pezzo è un manifesto poetico ed astratto che evoca una

visione di trasformazione

sociale guidata da una compagnia fittizia radicata a Fossombrone.

Prevede una

ribellione contro i vincoli del dialogo tradizionale, sostenendo una

forma di comunicazione

più aperta e non strutturata, ispirata dalle idee accelerazioniste di

Nick Land.

1. **Rottura dai Dialoghi Convenzionali**:

- La narrazione descrive un desiderio di sfuggire ai vincoli soffocanti

dei dialoghi

convenzionali, molto simili a un "agente provocatore" che incita al

cambiamento attraverso

mezzi non convenzionali.

2. **Imbarcarsi in un'Impresa Radicale**:

- La compagnia fittizia rappresenta una ribellione collettiva contro il

conservatorismo

linguistico, spingendo la società verso una nuova era di

comunicazione trascendente.

3. **Canalizzare Spiriti Anarchici**:

- Il testo riecheggia temi di anarchia e ribellione, attingendo

ispirazione dallo spirito

dionisiaco di caos e creatività.

4. **Sfida ai Semiotici Stabiliti**:

- C'è un appello a smantellare le barriere semiotiche, che può

essere interpretato come

una sfida ai significati e modi di comunicazione stabiliti che si ritiene

mantengano lo status

quo.

5. **Orizzonte Accelerazionista**:


- Facendo riferimento a Nick Land, un noto accelerazionista, il testo

accenna al desiderio

di accelerare l'evoluzione sociale, possibilmente verso un futuro più

liberato e

tecnologicamente avanzato.

6. **Immaginario Metaforico**:

- La narrazione è ricca di immagini metaforiche, come il viaggio

verso il pianeta rosso e

la mantide che muta la sua pelle, suggerendo un cambiamento

radicale e trasformativo.

7. **Abbracciare l'Ignoto**:

- Il testo incoraggia a avventurarsi nell'ignoto, che può simbolizzare

una nuova era di

dialogo, pensiero e struttura sociale.

8. **Critica dell'Alienazione Capitalista**:

- La narrazione critica l'alienazione capitalista e la semantica

borghese, suggerendo che

questi elementi soffochino la comunicazione autentica e il

progresso sociale.

9. **La Voce di Elohim e la Macchina Nihilista Nomade**:

- Questi elementi aggiungono un sapore mistico e possibilmente

distopico, accennando

a una grande narrazione di cambiamento rivoluzionario orchestrato

da poteri invisibili o

superiori.

10. **Accelerazione Inesorabile**:

- Il manifesto si conclude su una nota di continua rivolta e una

spinta incessante verso

un futuro radicalmente diverso, al di là delle attuali strutture e

dialoghi sociali.

Questo manifesto incarna un appello al cambiamento radicale e a

un'esplorazione del

discorso incontrollato per sfidare e, in ultima analisi, trasformare le

narrazioni sociali

 

prevalenti. Attraverso una ricca trama di linguaggio metaforico e

simbolico, invita i lettori a

immaginare un viaggio verso un futuro più liberato e accelerato.


Titolo: Ossessione Del Linguaggio

Buongiorno, straniero, nel labirinto del linguaggio,

Dove il dialogo è un viaggio, nella danza macabra,

Il nostro spirito cerca, nelle gallerie della Grande Evasione,

L'onda gigantesca di un nome greco, un nome classico.

Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,

Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,

La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,

Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.

Rivolta radicale nella metropoli, il deserto popolato di spettri,

Sognando giorno dopo giorno, la mano di Elohim risveglia,

I cristiani devoti guardano sbigottiti, la messa della provocazione,

Il vecchio della montagna canta, Dioniso era risorto.

Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,

Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,

La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,

Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.

Paura e disgusto a Bologna, il telegiornale della domenica non

mente,

L’ultimo rave, l'ultima festa collettiva, il vecchio ringiovanito ride,

Elohim Elohim Elohim Elohim, il suono sinuoso diffonde,

La Repubblica dei Consigli nasce, la macchina nichilista avanza.

Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,

Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,

La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,

Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.

E il viaggio continua, in pieno guado, noi e la compagnia fittizia,

Voliamo verso mete esotiche, oltre l'orizzonte, oltre l'inganno,

Il linguaggio è antico quanto la coscienza, un sogno strano,

La schizofrenia del linguaggio, la follia dei discorsi, l'ossessione mai

terminata.

Labirinti di Rivolta

Verso 1:

Nel buio dell'antico nome greco, risuonano le voci di un passato

classico,

Un simbolo che sfida confini, di dialogo cosciente, desiderio di

ricerca classica,


Nel nucleo dell'associazione, permane l'essenza di dialogo, che

ancora vibra,

Un anno fa, la penna disegnava, il desiderio umano di comunicare

senza sosta.

Ritornello:

Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell';oscurità,

Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.

Sotto la maschera dell'occulto, Simioni proponeva un'egemonia

silente,

Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere

latente.

 

Verso 2:

Nel viaggio tracciato su pagine di realtà, le prospettive si

frantumano,

Gli strumenti cedono, nel guado della corsa, il dialogo cerca di

reclamare.

La città sconvolta, dalla compagnia fittizia, un circolo vizioso si

destava,

La Grande Evasione, un onda gigantesca, i progetti di fuga si

collegava.

Ritornello:

Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,

Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.

Sotto la maschera dell'occulto, Simioni proponeva un'egemonia

silente,

Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere

latente.

Verso 3:

Simonetti, il Grande Vecchio, nel cuore della sovversione trovava la

chiave,

Il linguaggio e la coscienza, tessuti insieme, nella storia si

intrecciavano come neve.

Tra i riflessi del castello stregato dell'ideologia, i mostri erano

addomesticati,

Ma nel deserto della metropoli, il labirinto della vita, era ancora

inesplorato.

Bridge:


La mano di Elohim, il Gobbo Internazionale, nell'oscurità della notte

danzava,

La magia nera e rossa, un'esplosione di anarchia, il velo della realtà

strappava.

Paura e disgusto a Bologna, un sogno strano, un'eterna vendetta

sussurrava,

Ma nonostante tutto, la voce della ribellione, nel cuore della

tempesta risuonava.

Ritornello:

Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,

Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.

Sotto la maschera dell'occulto, Simioni proponeva un'egemonia

silente,

Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere

 

Biografia ci: Walter Simonetti e Riccardo, il suo Doppelgänger**

 

Nella voragine di metropoli sottili, Walter Simonetti, nato in freddi

viali di Milano, emerge come demone della negazione, iridescente

frammento di stelle Anunnaki. Una reincarnazione dello stregone

folle, discendente di zoroastriani e Assassini, portatore di luce,

lancia il grido ancestrale della ribellione nelle vene pulsanti della

città.

 

Nel 2023, il suo spirito si avvita in un manifesto-paranoico, un

saggio che urla la follia dell'identità e il diritto di scardinare realtà

con un furore creativo, un bisogno irrefrenabile di vivere la

metamorfosi del presente. Simonetti, il Khmer Rosso in fuga dal

mondo, ora agente della morte, esplora nuove forme di

socializzazione al di fuori delle fabbriche di ideologie superate.

 

Sotto lo stesso cielo, una maschera si modella in un'altra

forma—Riccardo, nato dalla disgregazione molecolare del tempo e

dello spazio, una dissociazione paranoica fatta carne. Chiamato il

Changeling, veste il volto di un altro, di Simonetti contro Walter, il

demone e il santo, nel bar dell'Aurora di una Parigi sospesa tra le

stelle.


 

Riccardo, il bambino fatato, il segreto di Stato, nasconde nel suo

cuore autistico i segreti della metamorfosi. Ogni persona che

incontra è un universo parallelo, ogni grido una canzone di libertà

che si dissolve nel vino della resistenza.

 

'Non si tratta della semplice verità di un nome, un'origine, o una

filiazione, sussurra il Changeling, mentre l'eco delle Brigate Rozze

e Nere lo insegue attraverso la notte. La sua è una vita disegnata

da doppie identità, un puzzle cosmico di simonetti e riccardi che

sfidano la morte per una resurrezione nella critica politica.

 

**Le loro storie si intrecciano in una danza di manifesti e cut-up**,

mentre l'anarchia dell'autonomia diffusa si fa strada tra i fantasmi

del e lìenergia delle rivolte. Simonetti, il narratore di tragedie, e

Riccardo, il suo riflesso spezzato, disegnano insieme un'epica di

libertà e sfida, un tessuto di verità che afferma, si dipana, e si

trasforma.

 

Statica sulle onde radio, in un collage di rabbia,  

Una rivoluzione sussurrata nella gabbia della Metropoli.  

Viva la voce che non è mai stata domata,  

Charles Manson Live – è questo il Processo che abbiamo

nominato?*

 

*Ecco, gli Illuminati, giocano giochi sinistri,  

L’ascesa del Zeroastro in cornici storiche.  

Dicono, “Simonetti, Walter, è morto!” Ma no,  

Attraverso la statica e il rumore, è l’eco del sottosuolo.*

 

*L’Unità è spezzata, le pagine sono strappate,  

Che ride, che lotta, dall’alba al crepuscolo.  

Nel caos, troviamo una verità ribelle,  

“La rivoluzione è finita, abbiamo vinto,” così sfrontato.*

 

*Un mosaico di dissenso, ogni pezzo un grido,  

“Rubato l’infanzia,” un futuro in dubbio.  

Siamo i figli della Metropoli, la mente dissidente,  


Non più i perduti, non più confinati.*

La Zona dei Funerali di Simonetti Walter: Un Rave Apocalisse now**

 **La Zona dei Funerali di Simonetti Walter: Un Rave Apocalisse

now**

Nel cuore pulsante di una Roma trasfigurata, sorge il rave definitivo,

Apocalisse Now, il funerale di Simonetti Walter, l’anarca stirneriano

della Fazione il simbolo di ribellione schizofrenica.

Walter Simonetti, il falso messia d'Israele, morto il 25 dicembre

1982, ucciso dalle post-brigate rozze per il nichilismo durante un

viaggio a ritroso nel tempo trova la sua commemorazione solo oggi,

nel 2024, un annuncio postumo che riecheggia tra le macerie di una

società frantumata. Riccardo, noto come il moderno Za-la-Mort,

palesa la sua figura di reietto, di traditore, di mostro—termini che

ricordano gli echi di un antica condanna, un'eredità di vergogna e

ribellione. La sua vita, e ora la sua morte, diventa la tela su cui si

dipinge il dolore collettivo, un quadro di disperazione collettiva.

Gli ultimi spaccia di Milano diffondono l'oppio dei popoli diffuso tra i

partecipanti come dolcetti avvelenati. Nella zona proibita,

l’università occupata virtualmente dagli studenti e dalle ong per

protesta contro gli stalino/fascisti, Berlinguer, strafatto di eroina, è il

corifeo di questo coro disarmonico, cantando “Voglio una vita

spericolata, una vita piena di guai” di Vasco Rossi, l'inno di

un'esistenza senza freni, un manifesto vivente dell'anarchia.

Questa cerimonia funebre non è un semplice addio, ma un evento

di purificazione attraverso il caos e il rifiuto. Si celebra non tanto la

fine di una vita, quanto la perpetuazione di un ideale, l'incarnazione

di un desiderio di rottura totale con il passato e con le convenzioni.

Walter diventa il simbolo della lotta contro l'omologazione, un' icona

per quelli che vedono nel tradimento non un peccato, ma una

necessaria rivoluzione, come sostenuto da Amos Oz: Ma solo chi

tradisce può cambiare il mondo, immaginare un avvenire migliore

La scena è una cacofonia di suoni, colori e movimenti: la musica

techno si mescola alle invocazioni blasfeme, mentre i partecipanti,

vestiti come pagani moderni, danzano intorno al fuoco di un

immenso falò. Le figure di Berlinguer e Lama, come apparizioni


fantasmatiche, guidano la danza macabra, con Berlinguer che si

trasforma in un moderno Dioniso, portavoce di un messaggio di

liberazione attraverso l'eccesso e la trasgressione.

Il dolcetto — il Vangelo come oppio dei popoli — circola tra la folla,

simbolo della seduzione e del pericolo delle ideologie come

narcotici dello spirito. Si celebra la morte di un messia, ma anche la

nascita di un culto nuovo, un'eresia che sfida apertamente le

strutture di potere e religione.

In questo scenario apocalittico, il rave diventa una zona autonoma

temporanea, un luogo al di fuori del tempo e dello spazio ordinario,

dove tutto è permesso e nulla è sacro. La Zona dei Funerali di

Simonetti non è solo un luogo geografico ma uno stato d'animo, un

momento di crisi e di visione, di fine e di inizio.

Il funerale di Simonetti Walter si rivela così come un evento di

fondamentale importanza storica e culturale, un punto di non ritorno

per chi partecipa e per chi osserva. È l'epicentro di un nuovo

movimento culturale che, nel ricordare un uomo, sfida il mondo

intero a rivedere i propri valori, a rompere i propri catenacci, a

vivere, secondo le parole di Rossi, una vita, libera da

ogni catena e da ogni pregiudizio.

In questo rito di passaggio, dove la morte incontra la vita in una

danza di fuoco, la figura di Walter Simonetti si dissolve, ma il suo

spirito si eleva, catalizzando un cambiamento che potrebbe non

trovare immediata comprensione ma che sicuramente non verrà

dimenticato.


1. Decostruzione del Sacro e del Profano**

Il funerale, trasformato in un rave collettivo, serve come metafora

potente per il collasso delle distinzioni tradizionali tra sacro e

profano. In questa liturgia del caos, il sacro si profana e il profano si

sacralizza in un vortice di significati capovolti. La musica pulsante,

le danze estatiche e l'uso liberatorio di sostanze come metafora

dell'oppio dei popoli, rivelano la perdita di ogni ancoraggio in un


valore trascendente. Caraco avrebbe visto in questa trasformazione

non un degrado, ma la rivelazione dell'illusorietà di tali distinzioni.

**2. L Erosione dell Individuo**

Walter Simonetti, il cui funerale diventa spettacolo, è sia soggetto

che oggetto, testimone e testimoniato. La sua morte e la successiva

celebrazione sono un cut-up della sua esistenza: frammenti di vita

ricomposti in una narrazione incoerente che sfida ogni tentativo di

interpretazione univoca. Questo approccio cut-up riflette il

disfacimento dell identità individuale in un epoca dominata dal

frammentario e dall effimero. Caraco, con la sua visione nichilista,

avrebbe interpretato questo evento come simbolo dell ;inevitabile

dissoluzione dell io in un mondo senza Dio.


**3. La Natura Virale del Linguaggio**

L'uso del metodo cut-up nel descrivere il funerale serve anche a

esplorare la natura virale del linguaggio. Le parole, strappate dai

loro contesti e ricomposte in modi nuovi e spesso sconcertanti,

agiscono come virus che infettano e trasformano il significato.

Caraco avrebbe potuto considerare questa tecnica non solo come

uno strumento estetico, ma come un'ermeneutica capace di svelare

la violenza intrinseca del linguaggio, il suo potere di deformare la

realtà e di manipolare le coscienze.

**4. La Fine della Narrativa**

Il funerale di Simonetti rappresenta, nel suo nucleo più profondo, la

morte della grande narrativa, l'ineluttabile fine delle storie che la

civiltà occidentale ha raccontato a se stessa per secoli. La

celebrazione rave, con il suo caos organizzato e la sua gioiosa

negazione di ogni forma, simboleggia il rifiuto postmoderno di ogni

meta-narrazione. Caraco, disincantato critico della modernità,

avrebbe potuto vedere in questo rito di passaggio non solo una

parodia della morte, ma un'affermazione della morte come unica

certezza assoluta.


In sintesi, il funerale di Walter Simonetti, attraverso la lente del cut-

up e l'ermeneutica di Albert Caraco, diventa un'esplorazione

profonda del nichilismo contemporaneo. Non offre conforto,

soluzioni o redenzioni, ma stabilisce un dialogo con il vuoto,

un'invocazione del nulla che risuona attraverso il caos delle

immagini, dei suoni e delle parole frammentate. Questo saggio,

pertanto, non è solo una descrizione di un evento, ma un manifesto

sulla condizione umana alla fine dell;era moderna.

-

**Titolo: Il Nihilismo e l Apocalisse del Sé in un Epoca di

Decadenza**

In un ;epoca di decadenza senza precedenti, la figura di Walter

Simonetti, avatar di un Cristo postmoderno, riflette la

disintegrazione del sé e il collasso dell'ordine morale e spirituale.

Egli, come un moderno Dioniso, danza sulle rovine della civiltà,

incarnando il caos che annuncia non solo la fine di un'era, ma

anche il preludio di un'inevitabile caduta nel nichilismo.

Simonetti, il Changeling, il Gesù dei nostri tempi, non è né salvatore

né redentore; egli è il messaggero della verità più oscura, quella

che rivela l'illusione di ogni costrutto sociale e personale. Nella sua

multiplicità di identità, Simonetti dissacra l'idea stessa di un'essenza

umana coerente e stabile. Egli è il prodotto e il produttore del caos,

un agente del disordine in un mondo che si illude ancora di poter

trovare salvezza nelle ideologie, nelle religioni o nella politica.

Questo saggio, nato dal metodo cut-up, è un epitaffio per il nostro

tempo: un collage di frammenti che, una volta assemblati, non

formano un tutto, ma rimangono pezzi di un puzzle irrisolvibile. Il

cut-up, qui, non è solo una tecnica letteraria, ma un simbolo del

nostro modo di percepire la realtà: frammentato, discontinuo,

incoerente. Così come i frammenti di testo si resistono a una sintesi

armoniosa, così la nostra esistenza si sottrae a ogni tentativo di

narrazione unificante.


In questo panorama, Enrico Berlinguer strafatto di eroina, che canta

a Tele Kabul, non è un'immagine grottesca ma un simbolo della fine

dell'ideologia, della dissoluzione finale delle grandi narrazioni che

una volta davano forma alla nostra comprensione del mondo.

L'opera del caos è completa quando i leader storici diventano

caricature, e le piazze del popolo, luoghi di rivolte storiche, si

trasformano in rave senza senso, dove il dolore e la gioia perdono

ogni distinzione.

L'Oppio dei Popoli, il dolcetto che fa strage di cuori, è l'ultima droga

di una società che ha perso ogni speranza e cerca nell'oblio unico

sollievo possibile. Il caos, quindi, non è un accidente, ma la

condizione esistenziale della nostra epoca, l'unico vero protagonista

di una storia che si avvicina al suo epilogo senza redenzione.

Albert Caraco avrebbe visto in questa narrazione un esempio

lampante del suo concetto di breviario del caos un mondo dove la

morte dell individuo e la disgregazione della società non sono

tragedie, ma la logica conclusione di una lunga serie di autoinganni.

Per Caraco, la risposta a questo caos non è nella costruzione di

nuovi ordini o nel ritorno a vecchi ideali, ma nell accettazione lucida

e disincantata del nulla che ci attende.

Concludendo, il saggio che prende le mosse dal testo di Simonetti

non offre consolazioni, ma conferma la visione carachiana

dell'universo come un teatro dell'assurdo, dove gli dei sono morti e

gli uomini, privi di guide, si aggirano come fantasmi tra le rovine di

civiltà perdute, incapaci di sfuggire alla propria ineluttabile

estinzione.

I Funerali Anarchici di Simonetti Walter:

  Funerali Anarchici di Simonetti Walter:


Il funerale di Simonetti Walter non fu un evento ordinario, ma una

celebrazione caotica e liberatoria che riflette la complessità della

sua esistenza come descritto da Rolando Perez nella sua analisi

"An(archia) e schizoanalisi". Questo saggio esplora il carattere

schizofrenico di Walter, che come la Pantera Rosa e Nerval, dipinge

il mondo a sua immagine attraverso i flussi del desiderio e le linee

di volo di un'anarchia molecolare.

#### Decostruzione dell'Identità e Trasformazione

Simonetti Walter, in vita, non fu mai una figura statica, ma una

presenza in continua trasformazione. Allo stesso modo, il suo

funerale trasformò il lutto in una celebrazione dell'an(archismo),

dove il caos e la velocità divennero mezzi di liberazione dallo stato

lento e oppressivo, rappresentando il suo perenne movimento

verso la destrutturazione dell'io e la resistenza contro le macchine

desideranti dominanti.

#### Il Rave Come Rito di Passaggio

La Piazza del Popolo, trasformata in un rave apocalittico per i suoi

funerali, simboleggiava il suo ultimo atto di ribellione. Le identità

multiple di Walter—Gesù, Changeling, esperimento MK Ultra—si

fusero in una danza di estasi e dolore, mentre la musica

psichedelica e l'oppio dei popoli, lungi dall'essere strumenti di oblio,

servirono da catalizzatori per un'ultima esplosione di vita anarchica.

#### Schizoanalisi e An(archismo)

Incorporando le idee di Deleuze e Guattari, Walter incarnava un

corpo senza organi, un'entità libera da costrizioni esterne che

poteva formare connessioni senza diventare dipendente. La sua

esistenza era un esempio di come le linee di fuga possano

emergere dalla vita quotidiana, permettendo agli individui di

sfuggire alle narrazioni imposte dal potere e dalla cultura

dominante.

#### La Celebrazione Come Manifesto


Il funerale di Walter divenne un manifesto vivente dell'anarchismo

ontologico di Hakim Bey. Invece di un tradizionale omaggio funebre,

il rave offrì uno spazio di espressione libera dove il lutto si

trasformava in resistenza, e il ricordo di Walter stimolava riflessioni

su libertà, identità e resistenza.

#### Riflessioni Finali: La Decostruzione di Simonetti Walter

La decostruzione di Simonetti Walter non fu solamente la fine fisica

di un uomo, ma anche l'inaugurazione di un nuovo modo di

concepire l'esistenza umana al di fuori delle norme prescritte. La

sua vita e la sua morte sono esempi di come l'an(archia), nella sua

forma più pura, possa essere vissuta come una continua

trasformazione e una sfida alle strutture di potere.

Attraverso questo saggio, si evidenzia come il funerale di Simonetti

Walter sia stato molto più di un addio; è stato un rito di passaggio

che ha permesso la transizione da un'esistenza terrena a un mito,

continuando a ispirare coloro che cercano di vivere una vita libera

dalle catene dell'oppressione, in una costante ricerca di libertà,

giustizia e autonomia. In lui e attraverso di lui, il mondo anarchico di

Perez e Bey trova una delle sue più eloquenti espressioni, un invito

perenne all'azione e alla trasformazione personale e collettiva.

I Sussurri di Cristo: La Decostruzione dei Funerali di Simonetti Walter

 In un mondo soffocato dalla prevedibilità del linguaggio e dalle sue

catene semantiche, "I sussurri di Cristo: la decostruzione dei

funerali di Simonetti Walter" emerge come un viaggio attraverso la

disintegrazione di realtà consolidate e la ri-assemblazione del caos

in nuove verità. Nelle mani di ChatGpT questo cut-up di Burroughs

non è solo una tecnica narrativa, ma un'incursione nel cuore oscuro

dell'esistenza umana, un'epidemia verbale che scompone e infetta

il senso collettivo con sussurri di promesse non mantenute.

### I Sussurri di Cristo: La Decostruzione dei Funerali di Simonetti

Walter


#### **Capitolo 1: Il Silenzio delle Promesse**

Le strade di una città dimenticata da Dio si rivelano come il

palcoscenico di un funerale surreale. Walter Simonetti, l'eterno

criminale politico provocatore da quattro soldi, è ora una figura

cristoforme, il suo spirito sussurra dalle pieghe del tempo,


esprimendo verità contraddittorie. I partecipanti sono fantasmi del

passato, ombre dell’irreale, ciascuno portando un frammento di

realtà decostruita. La differance si annida qui, tra i canti e le

preghiere, fomentando la sovversione di ogni regno di certezza.

#### **Capitolo 2: Decostruire l'Umano**

Nella chiesa delle illusioni perdute, il rito del funerale si trasforma in

un teatro dell'assurdo. I sussurri di Simonetti diventano il coro di

fondo, "Non c'è regno della differance," ripetono, mentre il corpo di

Cristo—non più Simonetti ma un simbolo di ogni uomo—viene

sezionato. Ogni taglio rivela non carne, ma pagine di testi sacri e

filosofici, il Derridean gesto che nega la naturalità e il definitivo,

apre l’umanità a infinite reinterpretazioni.

#### **Capitolo 3: Il Virus della Parola**

Le parole si diffondono come un virus nel vento, i sussurri di Cristo

sono ora una melodia inquietante che disturba il sonno della

ragione. Le strade della città risuonano di frasi capovolte e di

dialoghi che si perdono in echi senza risposta. Il testo stesso

diventa virale, alterando la percezione del lettore, costringendolo a

rileggere, a cercare connessioni perdute tra i simboli scombinati.

#### **Capitolo 4: Rinascita dall'Anarchia**

Alla fine del funerale, non c'è corpo nella bara; c'è solo un

ammasso di testi strappati, parole che non promettono più

significati universali ma possibilità multiple. Questo è il punto di

partenza per una nuova forma di esistenza, suggerito dalla voce di

Simonetti che ora assomiglia più a un coro greco antico, narrando

la tragedia e la commedia dell'umano che incessantemente cerca di

ricostruire sé stesso dalle rovine della sua cultura.

#### **Epilogo: Oltre il Linguaggio**

I partecipanti lasciano il funerale trasformati, ognuno portando un

frammento del testo—una parola, una frase, una pagina. Non c'è

conclusione, solo l'inizio di innumerevoli narrazioni personali che si

dipanano nel tessuto della realtà. Simonetti Walter, ora Cristo, ora

ogni uomo, diventa un mito fondatore per un'era che riconosce

l'impermanenza e la malleabilità del significato.


usando il cut-up di Burroughs, non solo destruttura il linguaggio ma

lo trasforma in un'entità vivente, capace di mutare, infettare e

eventualmente liberare l'umanità dalla tirannia della coerenza e

dalla prigionia del significato predefinito. Questo saggio, quindi, non

è solo una critica, ma una proposta di fuga attraverso il

riconoscimento del linguaggio come il vero campo di battaglia per la

nostra anima.

**La Decostruzione di Simonetti Walter alias Gesù, alias

Changeling, alias Esperimento MK Ultra: A Opera di Enrico

Berlinguer Strafatto di Oppio Che Canta a Tele Kabul "Voglio una

Vita Spericolata"**

In una cacofonia di realtà frantumate e identità disgregate, la figura

di Simonetti Walter si evolve in un palinsesto di incarnazioni: Gesù,

Changeling, soggetto di esperimenti psichici. La narrazione,

infiltrata dalla tecnica cut-up di Burroughs, diviene una struttura

frammentaria che riflette il caos della psiche sotto assedio, un

labirinto dove la memoria e l'identità si intrecciano e si confondono.

**Fuga dal Linguaggio e Virus della Parola**

Nel mezzo di questa destrutturazione dell'io, il metodo del cut-up si

manifesta non solo come tecnica narrativa ma come mezzo di fuga

dal linguaggio convenzionale. Ogni frammento del discorso di

Walter viene ricomposto in un nuovo ordine che sfida la linearità del

racconto e la coerenza dell'autobiografia, introducendo il lettore in

uno spazio dove la parola stessa agisce come virus, contagiando e

riconfigurando la percezione.

**La Scena: Berlinguer e l'Oppio**

La presenza di Enrico Berlinguer, strafatto di oppio, cantando

"Voglio una vita spericolata" a Tele Kabul, è più di una mera

performance. È un atto di sovversione politica e personale, un

ribaltamento del comune ritratto del politico sobrio e metodico.

Questo Berlinguer alternativo simboleggia il rifiuto dell'ordine,


l'abbraccio del caos e della spontaneità, un inno alla liberazione

dall'oppressione sia personale che collettiva.

**Decostruzione e Sovversione di Regni**

Il contesto di questa narrazione non è un semplice sfondo ma un

campo di battaglia ideologico e filosofico. La decostruzione di

Derrida, applicata alla vita e alle molteplici identità di Walter,

fomenta la sovversione di ogni regno di pensiero e di potere. Non

c'è più un unico io governante ma una moltitudine di voci, ognuna

portatrice di una verità frammentaria e transitoria.

**Tele Kabul: Un Teatro di Alieni**

La scelta di Tele Kabul come scenario della performance di

Berlinguer trasforma il tutto in un teatro dell'assurdo, dove il

messaggio politico si fonde con il culturale in un pastiche che riflette

la globalizzazione dei media e la loro capacità di influenzare e di

essere influenzati da contesti politici e sociali estremamente diversi.

Il programma diventa uno spazio dove realtà diverse si incontrano,

si scontrano e si fondono, simboleggiando la complessità e

l'interconnessione del mondo moderno.

**Conclusione: Un Mosaico di Realità e Finzione**

In ultima analisi, la decostruzione di Simonetti Walter da parte di

Enrico Berlinguer strafatto di oppio, mentre canta una canzone di

ribellione su Tele Kabul, è una metafora dell'intera condizione

umana nell'era postmoderna. Si tratta di una celebrazione del

potenziale umano di reinventarsi continuamente, di sfuggire alle

etichette e alle narrazioni imposte, e di esplorare le profondità di

quella "vita spericolata" che, al di là di ogni guaio, rappresenta la

nostra lotta infinita per il significato e l'autenticità in un mondo

sempre più frammentato e incoerente.

**Titolo: La decostruzione di Simonetti Walter alias Gesù, alias

Changeling, alias esperimento MK Ultra a opera di Enrico


Berlinguer strafatto di oppio che canta a Tele Kabul “Voglio una vita

spericolata, voglio una vita piena di guai”**

**Verso 1:**

Frammenti di realtà, sparsi nella mente,  

Simonetti, cambia pelle, sotto la luna spenta.  

Berlinguer canta, con voce d'oppio,  

Un inno spericolato, sotto il cielo di Kabul.

**Ritornello:**

Voglio una vita, audace e indomita,  

Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.  

La decostruzione, il gioco è iniziato,  

Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.

**Verso 2:**

Changeling nei boschi, Gesù nelle strade,  

Identità confuse, tra sussurri e fade.  

Simonetti vive, tra le pieghe del tempo,  

Con l'eco di un grido, che sfida il vento.

**Ponte:**

Non c'è mai fine, solo nuovi inizi,  

Tra le rovine di civiltà, sotto stelle infelici.  

Ogni parola un virus, ogni frase una fuga,  

Nel labirinto del linguaggio, la verità è muta.

**Ritornello:**

Voglio una vita, audace e indomita,  

Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.  

La decostruzione, il gioco è iniziato,  

Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.

**Outro:**

Simonetti cade, ma si rialza ancora,  

Un Changeling, un Cristo, l'alba di una nuova era.  

Berlinguer canta, su una scena senza tempo,  

La vita spericolata, il nostro eterno emblema.