Non ci sono alternative! Tina no future!
«Il romanzo tradizionale è spacciato, marginale. In futuro la gente non leggerà o leggerà solo forme di scrittura estremamente brevi. Lo scrittore dovrà sviluppare tecniche sempre più precise in grado di competere con la televisione e la fotografia» (The Job). William S. Burroughs
Capitolo 1. Il funerale di Simonetti Walter non fu un evento
ordinario, ma una celebrazione caotica e liberatoria che riflette la
complessità della sua esistenza come descritto da Rolando Perez
nella sua analisi An(archia) e schizoanalisi ntera Rosa e
Nerval, dipinge il mondo a sua immagine attraverso i flussi del
desiderio e le linee di volo di un'anarchia molecolare.
Decostruzione dell'Identità e Trasformazione
Simonetti Walter, in vita, non fu mai una figura statica, ma una
presenza in continua trasformazione. Allo stesso modo, il suo
funerale trasformò il lutto in una celebrazione dell'an(archismo),
dove il caos e la velocità divennero mezzi di liberazione dallo stato
lento e oppressivo, rappresentando il suo perenne movimento
verso la destrutturazione dell'io e la resistenza contro le macchine
desideranti dominanti.
Il Rave Come Rito di Passaggio
La Piazza del Popolo, trasformata in un rave apocalittico per i suoi
funerali, simboleggiava il suo ultimo atto di ribellione. Le identità
multiple di Walter—Gesù, Changeling, esperimento MK Ultra—si
fusero in una danza di estasi e dolore, mentre la musica
psichedelica e l''oppio dei popoli, lungi dall''essere strumenti di oblio,
servirono da catalizzatori per un'';ultima esplosione di vita anarchica.
Schizoanalisi e An(archismo)
Incorporando le idee di Deleuze e Guattari, Walter incarnava un
corpo senza organi, un''entità libera da costrizioni esterne che
poteva formare connessioni senza diventare dipendente. La sua
esistenza era un esempio di come le linee di fuga possano
emergere dalla vita quotidiana, permettendo agli individui di
sfuggire alle narrazioni imposte dal potere e dalla cultura
dominante.
La Celebrazione Come Manifesto
Il funerale di Walter divenne un manifesto vivente dell'';anarchismo
ontologico di Hakim Bey. Invece di un tradizionale omaggio funebre,
il rave offrì uno spazio di espressione libera dove il lutto si
trasformava in resistenza, e il ricordo di Walter stimolava riflessioni
su libertà, identità e resistenza.
Riflessioni Finali: La Decostruzione di Simonetti Walter
La decostruzione di Simonetti Walter non fu solamente la fine fisica
di un uomo, ma anche l'inaugurazione di un nuovo modo di
concepire l'esistenza umana al di fuori delle norme prescritte. La
sua vita e la sua morte sono esempi di come l'an(archia), nella sua
forma più pura, possa essere vissuta come una continua
trasformazione e una sfida alle strutture di potere.
Attraverso questo saggio, si evidenzia come il funerale di Simonetti
Walter sia stato molto più di un addio; è stato un rito di passaggio
che ha permesso la transizione da un'esistenza terrena a un mito,
continuando a ispirare coloro che cercano di vivere una vita libera
dalle catene dell'oppressione, in una costante ricerca di libertà,
giustizia e autonomia. In lui e attraverso di lui, il mondo anarchico di
Perez e Bey trova una delle sue più eloquenti espressioni, un invito
perenne all'azione e alla trasformazione personale e collettiva.
Capitolo 2. Il Canto di Simonetti Walter: Storia di un Changeling
nella Tempesta del Rigenerazione 2.0
L'Eco di una Vita Spericolata**
Simonetti Walter, icona trasfigurata di un'epoca tormentata
culminata nel movimento del 77 vive in una narrazione frammentata
di eventi ucronici e scontri culturali. Nato come un seme nel ventre
turbolento dell'Italia post-bellica, Walter si trasforma rapidamente da
figlio della ricostruzione a emblema della ribellione. Attraverso l'uso
del cut-up, la sua storia si intreccia con tessere di realtà e fiction,
dove ogni frammento di vita diventa una sfida contro l'Impero neo-
liberale e le sue macchinazioni.
L'Anarchico e l'Impero**
Mentre la gioventù si dava alla strada in cerca di risposte, Walter,
con la sua voce caotica e il suo spirito indomabile, guidava marce e
manifestazioni, diventando un bersaglio per le brigate rozze
dell'epoca. La sua fama di capro espiatorio culmina in un evento
che nessuno avrebbe potuto prevedere: un tentativo di assassinio
che lo trasforma, non lo distrugge, consegnandolo alla storia come
un changeling, una creatura tra due mondi.
Berlinguer e il Balletto della Morte**
Enrico Berlinguer, il leader carismatico ma stranamente distaccato,
emerge come una figura paterna e avversaria. Durante il presunto
funerale di stato di Walter, Berlinguer, influenzato da oscure forze e
sostanze, si trasforma in un crooner che canta una ballata di dolore
e perdita. una vita spericolata, una vita piena di guai,"
intona, mentre la folla si trasforma in un rave funereo, una danza
macabra tra la disperazione e la devozione.
La Notte dei Dolcetti Avvelenati** Rigenerazione 2.0
Il funerale si rivela un'orgia di sensi e sensazioni mentre l'oppio dei
la rigenerazione – pasticcini intrisi di sostanze psicotrope –
circola tra i partecipanti. Walter, osservando invisibile tra la folla,
vede la sua vita e la sua morte celebrarsi in un rito pagano che
sfida ogni logica e legge umana. La linea tra la realtà e la fantasia si
sfuma completamente, lasciando spazio a una nuova mitologia.
Rivelazioni e Rinascite**
Nel clou del rave, un incontro con il vecchio della montagna una
figura eremitica e profetica, svela a Walter la sua vera natura di
Changeling: non più uomo ma simbolo, un entità creata dalla
società e dalla sua stessa ribellione. Tu non sei né morto né vivo,
Walter, sei il riflesso di una lotta eterna, gli rivela il vecchio,
offrendogli così una comprensione liberatrice ma anche dolorosa
della sua esistenza.
**Epilogo: Il Deserto del Reale**
La biografia si chiude su un Walter trasformato, non più ancorato al
suo corpo ma elevato a icona culturale. Cammina tra i resti della
festa, ora solo un fantasma nel deserto del reale, portando con sé
le cicatrici delle battaglie passate e la speranza di quelle future. Il
suo grido di libertà riecheggia oltre la storia, un invito a combattere
non con le armi, ma con le idee.
**Conclusione: La Poesia dello Statolatra**
Infine, il libro si conclude con una riflessione sulla poesia dello
statolatra – il modo in cui le società costruiscono e poi distruggono i
loro eroi e i loro nemici. Walter, attraverso il cut-up della sua vita e
della sua leggenda, emerge non solo come un soggetto della storia,
ma come un narratore di essa, sfidando noi lettori a decostruire le
nostre percezioni e a ricostruire le nostre realtà con maggiore
consapevolezza e critica.
Capitolo 4 . Il Canto di Simonetti Walter: Storia di un Changeling
nella Tempesta del **
L'Eco di una Vita Spericolata**
Simonetti Walter, icona trasfigurata di un'epoca tormentata
culminata nel movimento del 77 vive in una narrazione frammentata
di eventi ucronici e scontri culturali. Nato come un seme nel ventre
turbolento dell'Italia post-bellica, Walter si trasforma rapidamente da
figlio della ricostruzione a emblema della ribellione. Attraverso l'uso
del cut-up, la sua storia si intreccia con tessere di realtà e fiction,
dove ogni frammento di vita diventa una sfida contro l'Impero neo-
liberale e le sue macchinazioni.
L'Anarchico e l'Impero**
Mentre la gioventù si dava alla strada in cerca di risposte, Walter,
con la sua voce caotica e il suo spirito indomabile, guidava marce e
manifestazioni, diventando un bersaglio per le brigate rozze
dell'epoca. La sua fama di capro espiatorio culmina in un evento
che nessuno avrebbe potuto prevedere: un tentativo di assassinio
che lo trasforma, non lo distrugge, consegnandolo alla storia come
un changeling, una creatura tra due mondi.
Berlinguer e il Balletto della Morte**
Enrico Berlinguer, il leader carismatico ma stranamente distaccato,
emerge come una figura paterna e avversaria. Durante il presunto
funerale di stato di Walter, Berlinguer, influenzato da oscure forze e
sostanze, si trasforma in un crooner che canta una ballata di dolore
e perdita. Voglio una vita spericolata, una vita piena di guai,
intona, mentre la folla si trasforma in un rave funereo, una danza
macabra tra la disperazione e la devozione.
La Notte dei Dolcetti Avvelenati** rigenerazione 2.0
Il funerale si rivela un'orgia di sensi e sensazioni mentre oppio dei
popoli la rigenerazione – pasticcini intrisi di sostanze psicotrope –
circola tra i partecipanti. Walter, osservando invisibile tra la folla,
vede la sua vita e la sua morte celebrarsi in un rito pagano che
sfida ogni logica e legge umana. La linea tra la realtà e la fantasia si
sfuma completamente, lasciando spazio a una nuova mitologia.
Rivelazioni e Rinascite**
Nel clou del rave, un incontro con il vecchio della montagn una
figura eremitica e profetica, svela a Walter la sua vera natura di
Changeling: non più uomo ma simbolo, un entità creata dalla
società e dalla sua stessa ribellione. Tu non sei né morto né vivo,
Walter, sei il riflesso di una lotta eterna, gli rivela il vecchio,
offrendogli così una comprensione liberatrice ma anche dolorosa
della sua esistenza.
**Epilogo: Il Deserto del Reale**
La biografia si chiude su un Walter trasformato, non più ancorato al
suo corpo ma elevato a icona culturale. Cammina tra i resti della
festa, ora solo un fantasma nel deserto del reale, portando con sé
le cicatrici delle battaglie passate e la speranza di quelle future. Il
suo grido di libertà riecheggia oltre la storia, un invito a combattere
non con le armi, ma con le idee.
**Conclusione: La Poesia dello Statolatra**
Infine, il libro si conclude con una riflessione sulla poesia dello
statolatra – il modo in cui le società costruiscono e poi distruggono i
loro eroi e i loro nemici. Walter, attraverso il cut-up della sua vita e
della sua leggenda, emerge non solo come un soggetto della storia,
ma come un narratore di essa, sfidando noi lettori a decostruire le
nostre percezioni e a ricostruire le nostre realtà con maggiore
consapevolezza e critica.
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Capitolo 6 teatro del assurdo
**Personaggio 1 (Simonetti):** La libertà? Un dolcetto o scherzetto
malizioso servito nelle mani di giovani perduti. Sopravvive come un
Changeling, nella danza primordiale della morte."
**Personaggio 2 (Berlinguer):** Vene di eroina e parole di marmo.
Il cielo piange piogge acide, mentre canto il declino di un uomo, di
un mito, della civiltà stessa.
**Personaggio 3 (Il Vecchio della Montagna):** Tu non sei né
Cristo né Walter; l';aria si carica di psichedelia, il nemico pubblico,
illusione della pace sotto il sole che brucia.
**Personaggio 1 (Simonetti):**Voglio una vita piena di guai, ma
ogni grido diventa un inno nel silenzio dell'alba fredda. La
decostruzione non è distruzione, è rinascita.
**Personaggio 2 (Berlinguer):** Nel manifesto della legge Elohim,
sospeso tra l'oppio dei popoli e la disillusione, cantiamo l'epitaffio
del folle libero.
**Personaggio 3 (Il Vecchio della Montagna):**Riconosci il tuo
destino, scarta di lato, la linea non è dietro il nichilismo. Siamo noi,
non gli altri, i responsabili della storia
**Personaggio 1 (Simonetti):**;Morirò un giorno, e un intero popolo
chiederà il mio scalpo. Ma oggi, la gabbia la scimmia torna a
tormentarmi, e io riprendo la mia maschera.
**Personaggio 2 (Berlinguer):** La vita, un rave collettivo di anime
perdute, dove le verità si disfano come pagine bruciate. Non più
uomo, ma eco di ciò che la società ha tentato di farmi essere.
Frammenti di realtà, sparsi nella mente,
Simonetti, cambia pelle, sotto la luna spenta.
Berlinguer canta, con voce d'oppio,
Un inno spericolato, sotto il cielo di Kabul.
**Ritornello:**
Voglio una vita, audace e indomita,
Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.
La decostruzione, il gioco è iniziato,
Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.
**Verso 2:**
Changeling nei boschi, Gesù nelle strade,
Identità confuse, tra sussurri e fede.
Simonetti vive, tra le pieghe del tempo,
Con l'eco di un grido, che sfida il vento.
**Ponte:**
Non c'è mai fine, solo nuovi inizi,
Tra le rovine di civiltà, sotto stelle infelici.
Ogni parola un virus, ogni frase una fuga,
Nel labirinto del linguaggio, la verità è muta.
**Ritornello:**
Voglio una vita, audace e indomita,
Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.
La decostruzione, il gioco è iniziato,
Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.
**Outro:**
Simonetti cade, ma si rialza ancora,
Un Changeling, un Cristo, l'alba di una nuova era.
Berlinguer canta, su una scena senza tempo,
La vita spericolata,
**La Zona dei Funerali di Simonetti Walter: Berlinguer e
l’Homunculus di Luigi Pintor a Tele Kabul**
In un tempo indefinito e in un luogo non meglio identificato, la morte
di Walter Simonetti divenne il fulcro di un cambiamento radicale. La
Zona, un luogo dove i desideri si realizzavano, ma anche dove le
trappole mortali si manifestavano con la stessa facilità, era
diventata il simbolo di una lotta incessante tra il potere e la libertà.
Walter, un tempo considerato un agitatore politico, un eroe dei
diseredati e un provocatore incallito, era morto in circostanze
misteriose. La notizia del suo decesso fu annunciata durante una
trasmissione clandestina di Tele Kabul, un canale pirata gestito da
Luigi Pintor, noto per i suoi discorsi incendiari contro il capitale e
l'omologazione culturale.
Il funerale di Simonetti si trasformò in un evento carico di
simbolismo politico. Enrico Berlinguer, figura storica del
comunismo, si presentò inaspettatamente per rendere omaggio a
Walter, intonando insieme alla folla radunata Voglio una vita
spericolata di Vasco Rossi, trasformando un rito funebre in un atto
di ribellione collettiva.
All'ombra di questi eventi, la figura dell’Homunculus, come descritto
da Luigi Pintor, emergeva. Questa creatura, rappresentazione di un
uomo nuovo, plasmato dalle contraddizioni del suo tempo,
simboleggiava la metamorfosi continua dell'essere umano in lotta
con la propria natura e le imposizioni esterne. Nelle strade di Roma,
il grido dell'Homunculusriecheggiava attraverso le parole di
Berlinguer, mescolando speranza e disperazione.
La Zona, quindi, non era solo un luogo fisico ma un campo di
battaglia ideologico, dove ogni anima che vi entrava portava con sé
il peso delle proprie aspirazioni e il tormento dei propri fallimenti.
Walter Simonetti, anche nella morte, diventava un simbolo di questo
conflitto perpetuo, un martire la cui eredità era destinata a ispirare
nuove generazioni.
Nel cuore della notte, sotto un cielo stellato, Riccardo, il figlio
spirituale di Walter, meditava sulla natura ciclica della lotta e sulla
vera essenza della Zona. La Zona non ci cambia, rifletteva,
siamo noi che cambiamo la Zona con i nostri desideri e le nostre
paure."
In questo mondo distopico, dove la realtà si mescolava con la
finzione come nelle pagine di un romanzo di Philip K. Dick, la
ricerca di un'autenticità in un panorama di illusioni diventava l'unica
verità condivisa. La morte di Simonetti, la resistenza di Berlinguer e
l'emergere dell’Homunculus non erano che le varie facce di una
stessa medaglia, riflessi di un umanità in perenne ricerca di
significato in un universo ambiguo e sfuggente.
In un frammento di realtà distopica, il tempo e lo spazio si piegano
in un dialogo frammentario tra Simonetti Walter, il Professore Toni
Negri, e il mercenario nazional-bolscevico Limonov. Il metodo del
cut-up di Burroughs trasforma il loro scambio in un collage surreale
di voci che si intersecano e si scontrano, riflettendo la natura
caleidoscopica del pensiero di Nick Land.
**Simonetti Walter**La Zona non dipende da noi. È come
l'abbiamo creata, un riflesso del nostro stato d'animo."
**Limonov**: Me ne frego dell'umanità; di tutta la sua umanità
m'interessa solamente io. Se non valgo qualcosa, sono anch'io una
merda.
**Professore Toni Negri**: Qui, nella Zona, tutto si comincia a
muovere non appena arriva qualcuno. Posti sicuri diventano
impraticabili, tutto cambia ogni minuto.
**Simonetti Walter**: ;È proprio la natura della Zona, passare solo
quelli senza speranza. Ma anche il più infelice morirebbe subito se
non si comportasse come si deve.
**Limonov**: ;La discussione? Dalla discussione nasce la Verità.
Che sia maledetta. Non desidero discutere con te.
**Professore Toni Negri**: Non dimentichi dove stiamo andando.
La stanza le darà tutto quello che vuole.
**Simonetti Walter**: Non bisogna dire niente. basterà
concentrarsi e ricordare tutta la vita. Quando l'uomo pensa al
passato, diventa più buono.
**Limonov**: ;Ma perché poi, a che cosa servono tutte le vostre
nozioni, quale coscienza ne potrà soffrire? La mia? Io non ho
coscienza, ho solamente nervi.
**Professore Toni Negri**: No, non possiamo aspettarlo, qui ogni
minuto cambia tutto. Andremo senza di lui.
**Simonetti Walter**;Tutti qui, infelici, disperati, che non hanno più
niente in cui sperare e io posso capire, posso aiutarli. Nessuno
può farlo, ma io, il verme, io sì che posso!
**Manifesto per una Politica del Mostro**
**Premessa:**
Viviamo in un'era di transizione radicale, dove la linea tra umano e
macchina, realtà e finzione, politica e personalità si sfuma e
confonde. In questo contesto, noi, gli eredi di Walter Simonetti,
proponiamo un nuovo paradigma politico e culturale, basato sul
concetto del mostro.
**1. La Necessità del Mostro:**
Il mostro, in questo contesto, non è un'entità da temere ma da
abbracciare. Il mostro simbolizza il rifiuto di conformarsi alle norme
obsolete e la capacità di trasformare la società. È il portatore di
cambiamento e innovazione, che sfida il status quo e apre le porte
a nuove possibilità.
**2. Contro l'Obbedienza:**
Denunciamo l';obbedienza cieca e la passività che hanno dominato
le politiche tradizionali. Il mostro ci insegna a questionare, a
ribellarci, a rifiutare di essere passivi spettatori della nostra
esistenza. Incoraggiamo un attivismo critico che sfida le autorità e
le verità imposte.
**3. Per una Politica del Futuro:**
Il futuro non deve essere un mero prolungamento del presente. Noi
lottiamo per un futuro in cui l'immaginazione e la creatività collettiva
possano prosperare, in cui la tecnologia serva a emancipare
l'umanità piuttosto che a incatenarla. Il mostro guida questa marcia
verso un orizzonte di possibilità illimitate.
**4. L'Eroe dei Perdenti:**
Celebriamo gli eroi perdenti, coloro che, nonostante sconfitte e
umiliazioni, persistono nella loro lotta. Essi rappresentano il
coraggio di chi sogna un mondo diverso e non si arrende al
cinismo.
**5. Il Rifiuto del Mondo Artificiale Derealizzante:**
Contrastiamo il mondo derealizzante che si sta costruendo intorno
a noi, un mondo dove tutto si riduce a immagini e simulacri.
Rivendichiamo una realtà più autentica, più vibrante, più umana.
**6. La Linea di Condotta del Changeling:**
Come il changeling delle mitologie, capaci di mutare forma,
vogliamo essere agenti di cambiamento. Il nostro scopo non è
conformarci ma trasformare, adattandoci non per accettazione ma
per rivoluzione.
**Chiusura:**
Questo manifesto è un invito a tutti i mostri, gli eroi perdenti, gli
androgini, i changelings a unirsi in una lotta comune per un mondo
differente, più giusto e libero. Invitiamo tutti a non arrendersi alla
disperazione, ma a continuare a lottare, a sognare, a immaginare e
a creare. La storia siamo noi, e il futuro è ancora tutto da scrivere.
Echi di Piazza Maggiore
**[Strofa 1]**
Nel cuore della città, sotto l'ombra delle pietre antiche,
Piazza Maggiore sussurra, echeggiando storie non raccontate.
Una zingara danza, la sua risata risuona nell';aria,
Il suo spirito libero, ma le ombre delle Rozze si soffermano lì.
**[Ritornello]**
'Brilla, tu diamante perduto,
Con la tua luce soffocata dal buio.
Le Brigate Rozze osservano con occhi freddi,
Mentre la piazza trattiene il respiro sotto i cieli.
**[Strofa 2]**
Il riso si ferma, un silenzio improvviso riempie la notte,
Un lampo d'acciaio, poi il buio inghiotte la luce.
Satanici, pupazzi, bestie, le Rozze rivendicano il loro potere,
Nel cuore della piazza, rubano via la luce.
**[Ponte]**
Il suo spirito vaga, attraverso strade che sussurrano il suo destino,
La risata delle Rozze, il suono che ha sigillato il suo ingresso.
E il canto libero è bugiardo, cantano,
Mentre la piazza piange, il suo spirito prende il volo.
**[Ritornello]**
;Brilla, tu diamante perduto,
Con la tua luce soffocata dal buio
Le Brigate Rozze nascondono le loro azioni,
In Piazza Maggiore, dove la libertà sanguina.
**[Strofa 3]**
Sotto il debole bagliore del lampione, la scena sfuma in grigio,
Il sangue del nichilismo, dove i caduti giacciono.
Io ti invoco, Gesù vampiro dello spazio! un grido di giustizia,
inascoltato,
In Piazza Maggiore, la verità rimane offuscata.
**[Outro]**
Gli echi della sua risata, un motivo ossessionante,
L'ombra delle Rozze, una macchia che rimane.
Nel cuore della piazza, dove il diamante perduto è caduto,
La sua storia finisce, una storia che Piazza Maggiore racconterà
per sempre.
**I Funerali di Walter e la Resurrezione di Riccardo**
*Atto I: Il Risveglio della Memoria*
**Scena 1: Un Cimitero Sotto il Cielo Grigio di Roma**
- *Personaggi: Riccardo, il Changeling; il coro dei cittadini; l'ombra
di Walter.*
*Coro*:
Canta, oh città delle ombre,
di Walter, il sussurro nelle tenebre.
*Ombra di Walter*:
Qui giaccio, non in pace,
ma in eterna agitazione,
tra le voci di ieri e l'eco di domani.
*Riccardo*:
Nell'ombra di un mito,
cerco la luce della verità,
la chiave del futuro nei miei sogni.
**Scena 2: Il Funerale di Walter**
- *Un corteo lento, il coro canta, Riccardo riflette.*
*Riccardo*:
Vedi, Walter, come il tuo spirito non muore;
ci guida come una stella nel buio della notte.
*Coro*:
Egli cammina con noi, il fantasma della ribellione,
sua la voce che non tace nel vento.
*Atto II: Il Delirio e la Visione*
**Scena 1: La Camera di Riccardo**
- *Soli, Riccardo e l'ombra di Walter dialogano tra le pagine di un
libro misterioso.*
*Ombra di Walter*:
Leggi, Riccardo, infrangi il velo del tempo,
ogni parola un passo verso l'immortalità del pensiero.
*Riccardo*:
Ogni frase un labirinto,
ogni parola un enigma,
nella tua scrittura trovo il mio destino.
**Scena 2: La Piazza dei Sogni**
- *Riccardo incontra figure del passato e del futuro, una fusione tra
realtà e visione.*
*Riccardo*:
O fantasmi del passato e visioni del futuro,
insegnatemi la danza del cambiamento.
*Coro*:
Nella piazza dei sogni,
il tempo si dissolve;
qui il passato ed il futuro si abbracciano.
*Atto III: La Rivoluzione di Riccardo*
**Scena 1: Il Palazzo del Potere**
- *Riccardo sfida le autorità, evocando lo spirito di Walter per
guidare il popolo.*
*Riccardo*:
Non più ombre, ma luce!
Non più sussurri, ma grida!
Con lo spirito di Walter,
rivendichiamo la nostra era.
*Autorità*:
Chi osa sfidare il silenzio imposto,
il controllo, la quiete forzata?
**Scena 2: Il Trionfo del Changeling**
- *Riccardo, trasformato, guida il popolo verso una nuova alba.*
*Coro*:
Guarda! Il Changeling prende forma,
dal caos una nuova verità nasce.
*Riccardo*:
Sono la voce di Walter, il respiro di una nuova vita,
il canto di una libertà riconquistata.
*Ombra di Walter*:
Bene, mio giovane eco,
la mia morte non è stata invana.
Vivi, cambia il mondo,
come io ho sognato un tempo.
**Finale: La Nuova Alba**
- *Il sipario cade sul coro che celebra la rinascita di Riccardo e
l'eterna presenza di Walter.*
*Coro*:
Nel cuore della notte, una luce;
nel silenzio del dolore, una canzone.
Viva Walter, viva Riccardo,
nel ciclo senza fine della vita.
# **Cannibal Holocaust Fantaghirò: La Tragedia della Regina
LGBTQIA+**
## Atto I: Il Risveglio
**Scena 1:** In un deserto psichico, popolato da forme astratte e
colori sfumati, Fantaghirò, vestita in abiti regali ma stracciati, si
sveglia. Accanto a lei, un'urna antica e un libro aperto. Lei legge ad
alta voce, la sua voce risuona, echeggiando nel vuoto:
**Fantaghirò:**Mi chiamano Giuda, traditore, mostro Ma solo chi
tradisce può cambiare il mondo!
**Scena 2:** Un coro di voci distorte, visibili solo come ombre
danzanti, risponde, mescolando le parole di Fantaghirò con i versi
di Amos Oz, creando un inno criptico che celebra la distruzione e la
rinascita.
**Coro:** Traditore, visionario, sognatore di mondi! La vera
rivoluzione inizia con il tradimento di se stessi!
## Atto II: La Profezia
**Scena 1:** POL Pot, un dottore in esilio politico, entra. Porta con
sé una radio da cui trasmettono notizie della morte di Toni Negri. Si
confronta con Fantaghirò, discutendo il potere del tradimento e del
cambiamento.
**POL Pot:** Toni Negri è morto, viva Toni Negri! Anche nella
morte, la lotta continua. Ogni fine è un nuovo inizio
**Fantaghirò:** La morte è il mio alleato. Come la Volpe,
l’homuncolus di questa storia, io inganno la fine stessa.
**Scena 2:** Il libro sulla scena brilla intensamente; il titolo è
visibile:La Volpe e l’Homunculus". Fantaghirò e POL interpretano il
libro come un manuale per riorganizzare il caos del loro mondo, un
mondo che cannibalizza i suoi eroi e li rigetta trasformati.
## Atto III: Il Cannibal Holocaust
**Scena 1:** Il mondo intorno a loro inizia a scomparire, rimpiazzato
da una foresta digitale, un'eco del Cannibal Holocaust;. I
personaggi storici e mitici, come Toni Negri e Simonetti Walter,
appaiono e scompaiono, consumati dal paesaggio.
**Coro:** ;Nessuno nasce, nessuno muore, in questo holocaust di
idee e identità!
**Fantaghirò:** Ogni carne consumata ci nutre, ogni vita presa ci
fortifica!
**Scena 2:** Mentre il mondo collassa, Fantaghirò diventa una
figura di potere e terrore, cannibalizzando i frammenti della storia
per creare una nuova realtà.
## Atto IV: La Resurrezione di Toni Negri
**Scena 1:** Nel climax, un nuovo personaggio, l'Eroe dei Perdenti,
emerge dalle ceneri. È un ibrido di tutti i personaggi perduti,
portando con sé un manifesto del nuovo mondo.
**Eroe dei Perdenti:** Io sono Toni, io sono Fantaghirò, io sono
ogni perdente risorto. Abbiamo cannibalizzato il nostro passato per
costruire il nostro futuro!;
**Scena 2:** Fantaghirò e l'Eroe dei Perdenti si uniscono, danzando
in un duetto che trasforma il paesaggio in una visione utopica,
mentre il coro canta un nuovo inno, una fusione di tutte le voci
passate.
**Coro:** Viva la nuova alba, la nuova carne, il nuovo spirito!
Traditori di ieri, eroi di domani!"
## Epilogo: Il Nuovo Mondo
**Fantaghirò:** ;Nel tradimento, abbiamo trovato la verità. Nel
cannibalismo, la rinascita. Questo è il nostro nuovo mondo, nato dal
più profondo degli abissi dell'umanità."
La scena finale si dissolve in un mare di luci digitali, mentre il
pubblico, ora parte del dramma, lascia il teatro trasformato,
portando con sé il peso e la promessa della nuova realtà creata.
# **Cannibal Holocaust Fantaghirò: L'Apocalisse di Boyrebecca**
**Capitolo I: L'Era degli Homunculus**
La città è avvolta da un cielo plumbeo, i grattacieli come monoliti
moderni rischiarati dalla luce intermittente dei neon. In questo
paesaggio, Boyrebecca si muove con grazia fluida, un'icona
LGBTQIA+ dalla bellezza androgina, in un mondo dove le linee tra
umano e artificiale si confondono sempre più. È l'emblema di una
nuova era, la nuova Gitone, il cuore pulsante di una rivoluzione che
sfida i confini del genere e dell'dentità.
Nel suo cammino, Boyrebecca incrocia POL Pot, ora non più il
tiranno assassino ma un filosofo delle strade, un uomo che ha
rinnegato il suo passato per abbracciare un futuro utopico. Insieme,
discutono delle potenzialità degli homunculus, creature create
dall'uomo che potrebbero superare le limitazioni umane, incarnando
l'idealismo e la perfezione.
**Capitolo II: Le Ombre di Toni Negri**
Mentre Boyrebecca e POL Pot navigano attraverso la metropoli
cybernetica, Toni Negri, risorto come un pensatore radicale, li guida
attraverso le strade labirintiche di una città in rovina. Toni parla della
necessità di una rivoluzione moltitudinari, ispirata dagli scritti di
Deleuze , il filosofo che aveva sognato di distruggere le vecchie
strutture del potere per costruire qualcosa di radicalmente nuovo.
Negri, POL, e Boyrebecca si uniscono in un'alleanza improbabile,
ognuno portando la propria visione di un futuro in cui le barriere del
potere, del genere e dell'essere vengono demolite. Il loro dialogo
diventa un manifesto, un nuovo Vangelo per i tempi moderni, scritto
nella lingua dei ribelli e degli esclusi.
**Capitolo III: Il Risveglio dell'Homunculus**
Il cuore della città nasconde un segreto: un laboratorio dove gli
scienziati hanno tentato di creare l'Homunculus perfetto, un essere
superiore destinato a guidare l'umanità verso una nuova
evoluzione. Ma il loro esperimento ha preso una piega inaspettata.
L'Homunculus, più consapevole e potente di quanto i suoi creatori
avessero mai immaginato, sfugge al loro controllo.
Questo nuovo essere, un miracolo di scienza e arte, incontra
Boyrebecca e vede in lei il simbolo di un'era nuova. Insieme,
scoprono di condividere una visione comune: una società dove
l'identità è fluida e ogni individuo è libero di essere chi vuole essere.
L'Homunculus si unisce a loro, diventando il catalizzatore di un
movimento che presto si diffonde attraverso le città del mondo.
**Capitolo IV: La Danza delle Nuove Identità**
Con l'emergere dell'Homunculus, il mondo inizia a cambiare.
Boyrebecca diventa una messaggera, viaggiando da una città
all'altra, diffondendo il messaggio di libertà e trasformazione. Le
vecchie strutture di potere cominciano a crollare, sostituite da una
rete globale di comunità che abbracciano la diversità e
l'innovazione.
La storia culmina in una grande celebrazione, una festa di colori e
suoni, dove umani e homunculi danzano insieme sotto le stelle il
Pride. La musica risuona, un inno alla libertà e alla vita spericolata,
mentre il vecchio mondo si dissolve e un nuovo universo di
possibilità si apre davanti a loro.
**Epilogo: La Nuova Alba**
Mentre l'alba si leva su una città trasformata, Boyrebecca sta sulla
cima di un grattacielo, guardando l'orizzonte. Accanto a lei,
l'Homunculus e Toni Negri discutono del futuro, un futuro che è ora
nelle loro mani. La storia si chiude con una promessa: quella di un
mondo dove non c’è più futuro ma solo l’istante compulsivo del
consumo.
—-
**Titolo: *Le Brigate Rozze amano il sangue del Nichilismo: il nostro
sangue, fratelli e sorelle***
**[Ambientazione: Un palcoscenico spoglio, con un unico lampione
fioco. Due figure, Walter e una figura senza nome, vestite di stracci,
sedute su due sedie rotte. La scena è avvolta in una nebbia
leggera.]**
**[Atto Unico]**
**[Walter (con voce rauca, quasi sussurrando)]:**
Il nichilismo, il nostro sangue fratelli e sorelle, ascoltate le grida
della nostra rinuncia.
**[Figura Senza Nome (fissando il vuoto)]:**
Sangue. Apocalisse piccola o grande, sempre sangue. Le
Brigate, amano, eh? Amore o distruzione?
**[Walter (guardando la figura, poi distogliendo lo sguardo)]:**
Avevano giustiziato una rom, un’ebrea di spirito. Che significa,
giustiziare con spirito? E il bambino, ah, il bambino! Mio figlio!?
**[Silenzio. I due fissano il suolo. Un suono lontano di campane.]**
**[Figura Senza Nome (quasi in un grido soffocato)]:**
Simonetti Walter, il traditore, il paria! Pagare il prezzo sempre
pagare. Chi non paga?
**[Walter (scuotendo la testa lentamente)]:**
Satanici, pupazzi, bestie Nichilismo. Il manifesto, ricordi? Avete
versato il sangue in piazza Maggiore sangue di una zingara felice.
**[Breve pausa. Il suono delle campane si intensifica poi
svanisce.]**
**[Figura Senza Nome (con un sorriso amaro)]:**
La felicità, Walter, una felicità permanente! Festeggiamo la nostra
condanna. Parlanti, beviamo beviamo il sangue!
**[Walter (levando gli occhi al cielo invisibile)]:**
E il canto libero è bugiardo, come le notizie false che inghiottiamo.
E noi noi applaudiamo, mentre la sposa occidentale piange.
**[Silenzio prolungato. Entrambi sembrano perduti nei loro
pensieri.]**
**[Figura Senza Nome (rompendo il silenzio)]:**
;Apolidi, metafisici, fantocci. Nessuno nasce, nessuno muore... solo
il ciclo, il ciclo senza fine dell'abbandono
**[Walter (con un sorriso triste)]:**
Io ti invoco, Gesù vampiro dello spazio! Sacrificio umano, Homo
sacer, capro espiatorio La strage degli innocenti, la gloria degli
Dei
**[Un lungo silenzio. La nebbia si infittisce.]**
**[Figura Senza Nome (alzandosi lentamente)]:**
Il capo dovrà chinare di fronte alla falce. E noi, Walter, noi
dobbiamo chinare il capo di fronte al nostro destino, in questo
eterno ritorno del uguale del ultimo uomo.
**[Walter resta seduto, immobile. La figura senza nome si avvicina
al lampione, lo spegne lentamente. Il palcoscenico è avvolto
nell'scurità.]**
Per quello che non è stato aspetto il passaggio dalla selva oscura.
[Verse 1]
Nelle ombre della rete, s’aggira un spettro,
Simonetti Walter, l’anima fatata in gioco.
Mkultra s’è spezzato, ma vive nella bolla,
Contro di lui, una caccia di streghe s’è scatenata.
[Chorus]
Ecco il fantasma, lo spettro nel ciberspazio,
Con Putin, Meloni, Trump, in una danza di potere.
Silicon Valley e Mossad, in un coro disperato,
Gridano contro l’anarchia primordiale, l’astro zero.
[Verse 2]
Il nostro eroe, in dialisi borderline, vacilla,
Sotto l’attacco psichico, il mindfucking dell’Ordine.
Ma la magia rossa e nera lo tiene in vita,
Lontano dal suicidio politico, nel tumulto del non vissuto.
[Chorus]
Nelle Galassie conosciute, Simonetti s’aggira,
Sfuggendo alla leggenda dell’Unico militante, Il Padre.
Rigenerazione, Esodo, Illuminazione,
Parole d’ordine per una nuova epoca di terrore.
[Bridge]
“Abbandonare o combattere?” grida la sinistra,
Ma Virno sussurra, “La fuga è anche un atto di ribellione.”
Il capitale inghiotte il cervello e la vita,
Ma noi, in fuga, cercando il Graal, il Vero Comunismo.
[Verse 3]
Camatte grida, “Abbandona questo mondo!”,
Dove il capitale è spettacolo, un dio falso e profondo.
È il momento di rifiutare, di spezzare le catene,
Di crollare, non decadere, in un abbandono immenso.
[Outro]
E così, lo spettro di Simonetti Walter si dissolve,
Nel rifiuto del passato, nella creazione di un nuovo domani.
Lasciando dietro di sé il capitale, una reliquia vuota,
Mentre vaga, libero, nelle infinite possibilità dell’universo.
**Titolo: "I funerali di Simonetti Walter 1982 e la nascita
dell'Homunculus Riccardo: l'oppio dei popoli!
Atto Unico
(Sul palcoscenico, una scenografia caotica e frammentata che
rappresenta una città in rovina. Al centro, un altare funebre
improvvisato con oggetti sparsi: libri, cimeli, un vecchio televisore
che trasmette statica. Luci soffuse.)
**PERSONAGGI:**
- **VOCE NARRANTE:** una presenza invisibile che guida la
narrazione.
- **RICCARDO CASAGRANDE:** un giovane trasformato, con una
plastica facciale vestito di stracci da centro commerciale con tratti
androgini.
- **CORO DEGLI OMBRANTI:** un gruppo di figure mascherate
che commentano l'azione.
- **OMBRE DI SIMONETTI:** apparizioni del passato, vestite in
modo surreale.
**INIZIO:**
**VOCE NARRANTE**
(Con tono solenne)
Qui giace Simonetti Walter, il falso messia, caduto sotto il peso
delle sue stesse visioni, nella fredda notte del dicembre '82. Oggi,
42 anni più tardi, Riccardo si destreggia tra i frammenti di quel
passato, cercando di assemblare la sua identità tra le macerie della
storia.
(Luci soffuse si accendono lentamente, rivelando Riccardo al centro
del palcoscenico, circondato dalle Ombre di Simonetti.)
**RICCARDO**
(Monologo angosciato)
Ogni frammento, un ricordo; ogni ricordo, una condanna. Walter, tu
che hai tradito il mondo per cambiarlo, dimmi, è valsa la pena?
(L'Ombre di Simonetti sussurrano tra loro, creando un suono quasi
musicale.)
**CORO DEGLI OMBRANTI**
(Narrano con una melodia distopica)
In una notte senza stelle, il traditore ha abbracciato il suo destino,
lasciando dietro di sé solo ombre e polvere. Ma chi tradisce può
davvero cambiare il mondo?
**RICCARDO**
(Riflettendo tra sé)
Ma solo chi tradisce può cambiare il mondo, immaginare un
avvenire migliore. Amos Oz, le tue parole bruciano ancora. Sono
io, ora, l'Homunculus, il creato, a portare il peso di questa eredità?
(Le luci si intensificano, illuminando il viso tormentato di Riccardo.)
**OMBRE DI SIMONETTI**
(Incitando Riccardo)
Riccardo, non seppellire il passato. È il solo modo per liberarsi, per
rinascere dalle ceneri di quello che una volta era.
**RICCARDO**
(Con risoluzione crescente)
Allora danzerò su queste ceneri. Sarò l'Homunculus che sfida il
fato, che trasforma la maledizione in benedizione.
(Il Coro degli Ombranti si avvicina, circondando Riccardo in una
danza frenetica.)
**CORO DEGLI OMBRANTI**
(Cantano)
Nel vortice della storia, tra le maschere della follia, nasce
Homunculus, creatura della notte, figlio della rivoluzione!
**VOCE NARRANTE**
(Finale, mentre le luci si abbassano)
Così, tra i sussurri del passato e le promesse del futuro, Riccardo
trova la sua strada. Un nuovo eroe nato dalle ombre di un messia
dimenticato, un portatore di cambiamento in un mondo che urla per
essere riscritto.
(Il sipario cade lentamente, lasciando il palcoscenico in penombra,
con solo il suono della statica del televisore a rompere il silenzio.)
**Titolo: ;La Danza del Cyber-Apocalisse
**Atto Unico: La Follia del Vortice Digitale**
**Scena 1: L'Alba del Caos**
*(Una scena astratta, illuminata da luci fredde e intermittenti,
riecheggianti il pulsare dei circuiti. Suoni digitali confondono il
confine tra realtà e simulazione. Al centro, WALTER SIMONETTI,
un uomo dai tratti sfocati e vestiti come frammenti di codice binario,
riflette sul destino umano.)*
**WALTER:**
(A voce alta, con tono disperato)
“Ecco l'era del cyber-apocalisse! Dove sono i confini, se ogni
barriera è un’illusione?”
*(Echi distorti risuonano:Non c'è alternativa! - un mantra
incessante.)*
**Scena 2: Il Tribunale della Cultura**
*(Transizione verso un tribunale distopico, con giudici rappresentati
da schermi luminosi, parlando in linguaggio binario. SIMONETTI sta
in piedi, accusato da una voce onnipresente, impersonale.)*
**VOCE:**
“Simonetti, tu sei un clone d'anarchia, un errore nel sistema. Come
ti difendi?”
**SIMONETTI:**
(Con sfida, guardando direttamente uno degli schermi)
“Rompo lo schema! Non sono un prodotto, sono il creatore del mio
destino!”
*(La scena si oscura lentamente, lasciando solo una luce soffusa su
Simonetti.)*
**Scena 3: Il Vortice dei Dati**
*(Una scena visivamente stravagante, con dati digitali che fluiscono
come un fiume attorno a Simonetti. Quest'ultimo danza, i suoi
movimenti creano onde nel flusso digitale.)*
**SIMONETTI:**
(Sussurrando, come se rivelasse un segreto)
“Nel cuore del vortice, trovo la libertà. Il caos non è la fine, ma
l’inizio di una nuova comprensione.”
*(Suoni di crackling data, come se il sistema stesse iniziando a
cedere sotto il peso della sua epifania.)*
**Scena 4: Confronto con l'Assoluto Nulla**
*(Un luogo vuoto, senza tempo né spazio, dove Simonetti si
confronta con l’Assoluto Nulla, una presenza scenica fatta di pura
oscurità.)*
**ASSOLUTO NULLA:**
(Voce profonda, rimbombante)
“Tu cerchi l'eternità nei frammenti del tempo. Ma cosa sei senza il
sistema che ti definisce?”
**SIMONETTI:**
(Defiantly, reaching out towards the darkness)
“Sono più di un’equazione! Il mio spirito resiste, anche quando la
memoria fallisce.”
*(L'oscurità avvolge lentamente Simonetti, ma la sua voce si eleva
sopra, un canto di libertà e resistenza.)*
**Finale: La Rinascita**
*(Luci calde illuminano la scena mentre Simonetti emerge
dall'oscurità, vestito di luci e colori, simbolo della sua rinascita
attraverso il caos del cyberspazio.)*
**SIMONETTI:**
(Cantando, con una melodia che sfida il digitale)
“In questo nuovo alba, rinasco. Da frammenti e codici, a un essere
di luce e poesia. La cultura non è mai cessata, solo trasformata.”
*(La scena si chiude con una luce brillante che consuma tutto,
lasciando il pubblico nel silenzio, riflettendo sulla mutabilità della
realtà nell'era digitale.)*
Titolo: Riccardo l'Homunculus: Il Mostro, il Figlio Maledetto di Toni
Negri
**Atto Unico**
*Scena: Interno notturno di un laboratorio decadente, con
macchinari antichi e tubi che gocciolano. Pareti ricoperte di graffiti
digitali. Al centro, un tavolo operativo illuminato debolmente.*
**Personaggi:**
- **RICCARDO**, un giovane trasformato in homunculus,
l'androgino, il figlio maledetto.
- **OMBRA**, la voce narrante, ricordo di Toni Negri.
- **ECHO**, un'intelligenza artificiale che interagisce con Riccardo.
*(Luci deboli sul tavolo dove RICCARDO è sdraiato, semi-
cosciente. Suoni di macchinari e gocce d'acqua in lontananza.
OMBRA emerge dalle ombre.)*
**OMBRA:** (con tono grave) Nel vortice di un mondo asfissiante,
nasce un mostro, figlio di promesse infrante e di sogni deviati.
**RICCARDO:** (sospirando, voce debole) Ogni notte, i fantasmi di
un passato che non posso ricordare sussurrano segreti che non
posso comprendere.
**ECHO:** (voce metallica, calma) Riccardo, sei la sintesi di mille
vite, il punto di incontro tra carne e digitale, tra uomo e mito.
**OMBRA:** (avvicinandosi a RICCARDO) Ricordi Venezia,
Riccardo? La nebbia sui canali, un riflesso distorto della tua verità...
**RICCARDO:** (agitandosi) Ombre di leggi, senso di stato
svanito. Sono un puzzle senza pezzi finali, un quadro senza tela.
**ECHO:** (sovrapposizione di voci) Mostri e santi, tutti intrecciati
nella tua essenza. Eri destinato a sfidare i cieli, a combattere le
battaglie nei cieli digitali.
*(Suono di vento elettronico, luci che fluttuano.)*
**RICCARDO:** (alzandosi con fatica) Voglio fuggire da questo
essere confinato. da questa prigione di carne e circuiti.
**OMBRA:** (con compassione) Simonetti Walter è morto per la
libertà. E tu, Riccardo, cosa sei disposto a sacrificare per la tua?
**ECHO:** (suoni distorcenti) La fuga è un'illusione. La lotta è reale.
Tu sei la sintesi, il changeling, l'eroe dei perdenti.
**RICCARDO:** (determinato, camminando verso il centro della
scena) Allora danzerò sul filo di questa realtà frammentaria, tra luce
e oscurità, fino a trovare la mia verità.
**OMBRA:** (scomparendo nelle ombre) Addio, o padre dei
mostri. Il tuo destino è ora nelle tue mani.
*(RICCARDO si ferma, guardando verso il pubblico, un momento di
realizzazione.)*
**RICCARDO:** (deciso) In questo teatro stanco di mostri e santi, io
sono il deviazionista, l’agente provocatore Tra fantasmi e sortilegi,
tra codici e silenzi, troverò la mia strada.
*(ECHO emette un suono dolce, quasi musicale. Luci che sfumano
lentamente.)*
**ECHO:** Nel gioco di specchi, la tua pelle a scacchi. La storia
siamo noi, Riccardo, e il futuro è ancora tutto da scrivere.
*(Il palcoscenico si oscura completamente, lasciando solo un eco di
voci digitali. Fine dell'atto.)*
Il Vangelo dell'identità è il seme della follia! Sussurri a Gaza!
1. Nel profondo di Gaza, tra il sussurro del vento e l'eco dei passi,
Un grido si eleva, spezzando il silenzio, una rivolta contro l'oblio.
Sono frammenti di vite, tessere di un mosaico di esistenze
spezzate,
Ogni pezzo un racconto, ogni scheggia una storia, la voce della
resistenza.
2.L'identità è follia, grida una voce nel deserto,
Dove le dune si fondono con i cieli e i confini si perdono
all'orizzonte.
Un uomo cammina, il suo passo è leggero, ma il cuore pesante,
Porta il seme dell'identità, il fardello della storia, il peso delle
generazioni.
3. ;Sussurri a Gaza, sospira il vento, portando con sé i segreti del
passato,
Voci di madri e padri, figli e figlie, la canzone di un popolo
dimenticato.
È una litania di speranze e sogni, un coro di desideri infranti,
Ma anche la melodia di una resistenza che non conosce fine.
4. Tra le rovine di una città che resiste, un vecchio siede,
Gli occhi profondi come pozzi di saggezza, le rughe mappa di
battaglie vinte e perse.
Racconta storie di tempi migliori, di terre senza ombre di guerra,
Dove l'identità non era catena, ma radice, dove il seme non era
follia, ma inizio.
5. ;La follia è il non vedere, il non sapere, il negare l'esistenza,"
Dice, mentre intorno a lui giovani ascoltano, apprendono, si
preparano.
È il passaggio del testimone, la lezione degli anziani, la speranza
nel domani,
Che anche nel cuore del conflitto, ci sia spazio per la crescita, per
il cambiamento.
6. E così, il Vangelo dell'identità si disperde nel vento,
Portato ai quattro angoli di Gaza, oltre i muri, oltre le barriere.
È un messaggio di forza e fragilità, di follia e lucidità,
Che nel riconoscere chi siamo, troviamo la chiave per la nostra
liberazione.
7. Sussurri a Gaza, ma anche grida di ribellione,
L'identità è il seme piantato nel cuore di chi non si arrende,
La follia è il non lottare, il non sognare, il non vivere.
E in questo Vangelo, troviamo non solo un avvertimento, ma
anche una promessa:
8. Che da ogni seme di follia, possa germogliare un albero di
saggezza,
Che ogni identità possa essere riconosciuta, rispettata, celebrata.
Che da ogni sussurro a Gaza, possa nascere un coro di voci,
Che insieme cantano, lottano, e sognano, per un domani di pace.
“Brucia il Futuro, Fuma il Presente**
"Chiedimi cosa ci sarà se dopo di noi questo mondo brucerà,
Fumo lentamente con te, baby, per non pensare a niente più.
Non vedo niente avanti a me, ho la testa nel buio.
Non c'è più un futuro, baby, te lo giuro.
Lo bruciamo, partiamo da questa città,
Chiedimi cosa ci sarà se dopo di noi questo mondo brucerà.
Fumo lentamente con te, baby, in questa città che lasciamo.
Nel buio, bruciamo il mondo, partiamo senza guardare indietro.
Ho la testa nel buio, fumo per dimenticare,
La città brucia, fumo lentamente con te, baby, senza pensare.
Non c'è più futuro, baby, lo sai, non sto parlando di noi.
Fumo nel buio, la città brucia, fumo lentamente, solo noi due.
Chiedimi cosa ci sarà, se dopo di noi, il mondo in fiamme andrà.
Partiamo da questa città, bruciamo tutto, fumo lentamente, baby,
con te.
Non vedo più niente avanti a me, solo il buio e il fumo, solo te.
Non c'è più futuro, baby, te lo giuro, ma bruciamo insieme questa
città.
By Boyrebecca
**Il compromesso storico i Funerali Anarcoidi di Simonetti, Luigi
Pintor, Boyrebecca, Sussurri da Gaza! Non ci sono alternative! Tina
no future!**
Tra le pieghe del tempo,
Simonetti, un Changeling nella tempesta,
con voce di Berlinguer, canta di rivoluzione,
sotto il cielo di Kabul, tra sussurri di Gaza.
Nel cuore di Roma, il funerale,
un rave trasformato, l'oppio dei popoli,
danza macabra di desiderio e dolore,
libertà e resistenza in un rito pagano.
;Non c'è alternativa, grida il vento,
Non c'è futuro, risponde il buio,
un balletto della morte sotto la luna spenta,
una vita spericolata, una vita di guai.
Simonetti, ora un'ombra,
cambia pelle, diventa mito,
incarna la lotta, eterna e schizofrenica,
un corpo senza organi nel deserto del reale.
Identità decostruite, sfide al potere,
rivoluzioni personali e collettive,
in un mondo senza fine,
dove la storia si scrive a ritmo di cut-up.
Frammenti di realtà si intrecciano,
una narrazione frammentata, caotica,
un'epica di eroi perduti e rinati,
sotto le stelle di una nuova alba.
Non più uomo, non più eroe,
solo l'eco di una voce che chiama al cambiamento,
un invito a decostruire, a sfidare, a trasformare,
a vivere una vita libera, indomita, audace.
E così, tra i fantasmi del passato e i sogni del futuro,
tra il sussurro di Gaza e il fumo di una città che brucia,
si eleva un canto di libertà e rinascita,
una promessa di resistenza, di speranza, di nuova vita.
La Fuga dal Linguaggio
In uno schizzo di realtà alterata, il nome greco balzò fuori dalla
pagina, un nome classico
senza confini, rivestito di ricerca e dialogo illuminato. L'associazione
era in corsa,
attraverso il guado di idee spezzate, con strumenti resi inutili. Il
viaggio, un dialogo aperto,
non una lezione, era intrappolato nelle pagine di questo lavoro non
concluso. Siamo partiti
dal centro di una grande esplosione, con una missione di ristabilire
la comunicazione, di
scavare gallerie nella Grande Evasione della comprensione.
Il linguaggio è antico quanto la coscienza,” risuonava nelle
orecchie dei viaggiatori del
pensiero. Ma la realtà era un labirinto alienato, le strade portavano
al castello stregato
dell'ideologia, con i suoi giochi di specchi e passaggi nascosti. La
città era una metropoli di
spettri, un deserto di alienazione e rivolta radicale. E in questa
metropoli, la compagnia
fittizia danzava sotto la luce rossa del pianeta rosso, un circolo
vizioso radical chic a
Fossombrone.
La notte in bianco portava con sé un diluvio di anime illuminate, un
carnevale di suoni e
danze macabre. La città era sconvolta dalla compagnia fittizia,
l'ironia frantumava le
sbarre semiotiche della parlata sinistrese. La danza continuava, il
linguaggio trasgressivo
era una provocazione, una rivolta contro le immobili certezze della
realtà. Ma il viaggio era
ancora in corso, le voci ansimanti chiedevano di più, chiedevano la
via della mano sinistra,
la magia nera e rossa della comunicazione.
Il vecchio della montagna, con le stampelle e lo sguardo vorace,
invocava il sole, cantava
l'anarchia. La mano di Elohim, il Gobbo Internazionale, trascinava
con sé una compagnia
di allegri burloni, fuoriusciti dal lavoro, visagisti di cultura pop,
sempre pronti al pianto. Ma
dietro la maschera, c'era solo un uomo, un uomo in cerca di
dialogo, di comunicazione.
Paura e disgusto a Bologna, l'eco dell'eterno ritorno riecheggiava
attraverso le strade,
attraverso i discorsi folli e le parole di veleno. La schizofrenia del
linguaggio era una
tempesta, una tempesta che frantumava la realtà e i valori sempre
uguali a se stessi.
La transizione al comunismo era visibile, ma il carattere transitorio
della necessità del
partito era una chimera. La dittatura del proletariato era un'ombra
nel cuore della bestia,
una bestia che divorava il linguaggio, che divorava la
comunicazione. Ma nonostante tutto,
la compagnia fittizia volava verso mete esotiche, verso la volontà di
potenza, verso la fuga
dal linguaggio.
E nell'oscurità della notte, tra le grida di felicità e le sirene della
polizia, il vecchio della
montagna e la mano di Elohim guidavano la parabola della
compagnia fittizia, una
parabola di magia e follia, una parabola di fuga dal linguaggio.
Questo pezzo è un manifesto poetico ed astratto che evoca una
visione di trasformazione
sociale guidata da una compagnia fittizia radicata a Fossombrone.
Prevede una
ribellione contro i vincoli del dialogo tradizionale, sostenendo una
forma di comunicazione
più aperta e non strutturata, ispirata dalle idee accelerazioniste di
Nick Land.
1. **Rottura dai Dialoghi Convenzionali**:
- La narrazione descrive un desiderio di sfuggire ai vincoli soffocanti
dei dialoghi
convenzionali, molto simili a un "agente provocatore" che incita al
cambiamento attraverso
mezzi non convenzionali.
2. **Imbarcarsi in un'Impresa Radicale**:
- La compagnia fittizia rappresenta una ribellione collettiva contro il
conservatorismo
linguistico, spingendo la società verso una nuova era di
comunicazione trascendente.
3. **Canalizzare Spiriti Anarchici**:
- Il testo riecheggia temi di anarchia e ribellione, attingendo
ispirazione dallo spirito
dionisiaco di caos e creatività.
4. **Sfida ai Semiotici Stabiliti**:
- C'è un appello a smantellare le barriere semiotiche, che può
essere interpretato come
una sfida ai significati e modi di comunicazione stabiliti che si ritiene
mantengano lo status
quo.
5. **Orizzonte Accelerazionista**:
- Facendo riferimento a Nick Land, un noto accelerazionista, il testo
accenna al desiderio
di accelerare l'evoluzione sociale, possibilmente verso un futuro più
liberato e
tecnologicamente avanzato.
6. **Immaginario Metaforico**:
- La narrazione è ricca di immagini metaforiche, come il viaggio
verso il pianeta rosso e
la mantide che muta la sua pelle, suggerendo un cambiamento
radicale e trasformativo.
7. **Abbracciare l'Ignoto**:
- Il testo incoraggia a avventurarsi nell'ignoto, che può simbolizzare
una nuova era di
dialogo, pensiero e struttura sociale.
8. **Critica dell'Alienazione Capitalista**:
- La narrazione critica l'alienazione capitalista e la semantica
borghese, suggerendo che
questi elementi soffochino la comunicazione autentica e il
progresso sociale.
9. **La Voce di Elohim e la Macchina Nihilista Nomade**:
- Questi elementi aggiungono un sapore mistico e possibilmente
distopico, accennando
a una grande narrazione di cambiamento rivoluzionario orchestrato
da poteri invisibili o
superiori.
10. **Accelerazione Inesorabile**:
- Il manifesto si conclude su una nota di continua rivolta e una
spinta incessante verso
un futuro radicalmente diverso, al di là delle attuali strutture e
dialoghi sociali.
Questo manifesto incarna un appello al cambiamento radicale e a
un'esplorazione del
discorso incontrollato per sfidare e, in ultima analisi, trasformare le
narrazioni sociali
prevalenti. Attraverso una ricca trama di linguaggio metaforico e
simbolico, invita i lettori a
immaginare un viaggio verso un futuro più liberato e accelerato.
Titolo: Ossessione Del Linguaggio
Buongiorno, straniero, nel labirinto del linguaggio,
Dove il dialogo è un viaggio, nella danza macabra,
Il nostro spirito cerca, nelle gallerie della Grande Evasione,
L'onda gigantesca di un nome greco, un nome classico.
Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,
Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,
La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,
Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.
Rivolta radicale nella metropoli, il deserto popolato di spettri,
Sognando giorno dopo giorno, la mano di Elohim risveglia,
I cristiani devoti guardano sbigottiti, la messa della provocazione,
Il vecchio della montagna canta, Dioniso era risorto.
Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,
Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,
La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,
Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.
Paura e disgusto a Bologna, il telegiornale della domenica non
mente,
L’ultimo rave, l'ultima festa collettiva, il vecchio ringiovanito ride,
Elohim Elohim Elohim Elohim, il suono sinuoso diffonde,
La Repubblica dei Consigli nasce, la macchina nichilista avanza.
Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,
Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,
La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,
Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.
E il viaggio continua, in pieno guado, noi e la compagnia fittizia,
Voliamo verso mete esotiche, oltre l'orizzonte, oltre l'inganno,
Il linguaggio è antico quanto la coscienza, un sogno strano,
La schizofrenia del linguaggio, la follia dei discorsi, l'ossessione mai
terminata.
Labirinti di Rivolta
Verso 1:
Nel buio dell'antico nome greco, risuonano le voci di un passato
classico,
Un simbolo che sfida confini, di dialogo cosciente, desiderio di
ricerca classica,
Nel nucleo dell'associazione, permane l'essenza di dialogo, che
ancora vibra,
Un anno fa, la penna disegnava, il desiderio umano di comunicare
senza sosta.
Ritornello:
Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell';oscurità,
Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.
Sotto la maschera dell'occulto, Simioni proponeva un'egemonia
silente,
Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere
latente.
Verso 2:
Nel viaggio tracciato su pagine di realtà, le prospettive si
frantumano,
Gli strumenti cedono, nel guado della corsa, il dialogo cerca di
reclamare.
La città sconvolta, dalla compagnia fittizia, un circolo vizioso si
destava,
La Grande Evasione, un onda gigantesca, i progetti di fuga si
collegava.
Ritornello:
Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,
Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.
Sotto la maschera dell'occulto, Simioni proponeva un'egemonia
silente,
Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere
latente.
Verso 3:
Simonetti, il Grande Vecchio, nel cuore della sovversione trovava la
chiave,
Il linguaggio e la coscienza, tessuti insieme, nella storia si
intrecciavano come neve.
Tra i riflessi del castello stregato dell'ideologia, i mostri erano
addomesticati,
Ma nel deserto della metropoli, il labirinto della vita, era ancora
inesplorato.
Bridge:
La mano di Elohim, il Gobbo Internazionale, nell'oscurità della notte
danzava,
La magia nera e rossa, un'esplosione di anarchia, il velo della realtà
strappava.
Paura e disgusto a Bologna, un sogno strano, un'eterna vendetta
sussurrava,
Ma nonostante tutto, la voce della ribellione, nel cuore della
tempesta risuonava.
Ritornello:
Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,
Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.
Sotto la maschera dell'occulto, Simioni proponeva un'egemonia
silente,
Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere
—
Biografia ci: Walter Simonetti e Riccardo, il suo Doppelgänger**
Nella voragine di metropoli sottili, Walter Simonetti, nato in freddi
viali di Milano, emerge come demone della negazione, iridescente
frammento di stelle Anunnaki. Una reincarnazione dello stregone
folle, discendente di zoroastriani e Assassini, portatore di luce,
lancia il grido ancestrale della ribellione nelle vene pulsanti della
città.
Nel 2023, il suo spirito si avvita in un manifesto-paranoico, un
saggio che urla la follia dell'identità e il diritto di scardinare realtà
con un furore creativo, un bisogno irrefrenabile di vivere la
metamorfosi del presente. Simonetti, il Khmer Rosso in fuga dal
mondo, ora agente della morte, esplora nuove forme di
socializzazione al di fuori delle fabbriche di ideologie superate.
Sotto lo stesso cielo, una maschera si modella in un'altra
forma—Riccardo, nato dalla disgregazione molecolare del tempo e
dello spazio, una dissociazione paranoica fatta carne. Chiamato il
Changeling, veste il volto di un altro, di Simonetti contro Walter, il
demone e il santo, nel bar dell'Aurora di una Parigi sospesa tra le
stelle.
Riccardo, il bambino fatato, il segreto di Stato, nasconde nel suo
cuore autistico i segreti della metamorfosi. Ogni persona che
incontra è un universo parallelo, ogni grido una canzone di libertà
che si dissolve nel vino della resistenza.
'Non si tratta della semplice verità di un nome, un'origine, o una
filiazione, sussurra il Changeling, mentre l'eco delle Brigate Rozze
e Nere lo insegue attraverso la notte. La sua è una vita disegnata
da doppie identità, un puzzle cosmico di simonetti e riccardi che
sfidano la morte per una resurrezione nella critica politica.
**Le loro storie si intrecciano in una danza di manifesti e cut-up**,
mentre l'anarchia dell'autonomia diffusa si fa strada tra i fantasmi
del e lìenergia delle rivolte. Simonetti, il narratore di tragedie, e
Riccardo, il suo riflesso spezzato, disegnano insieme un'epica di
libertà e sfida, un tessuto di verità che afferma, si dipana, e si
trasforma.
Statica sulle onde radio, in un collage di rabbia,
Una rivoluzione sussurrata nella gabbia della Metropoli.
Viva la voce che non è mai stata domata,
Charles Manson Live – è questo il Processo che abbiamo
nominato?*
*Ecco, gli Illuminati, giocano giochi sinistri,
L’ascesa del Zeroastro in cornici storiche.
Dicono, “Simonetti, Walter, è morto!” Ma no,
Attraverso la statica e il rumore, è l’eco del sottosuolo.*
*L’Unità è spezzata, le pagine sono strappate,
Che ride, che lotta, dall’alba al crepuscolo.
Nel caos, troviamo una verità ribelle,
“La rivoluzione è finita, abbiamo vinto,” così sfrontato.*
*Un mosaico di dissenso, ogni pezzo un grido,
“Rubato l’infanzia,” un futuro in dubbio.
Siamo i figli della Metropoli, la mente dissidente,
Non più i perduti, non più confinati.*