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lunedì, aprile 29, 2024

I Sussurri di Cristo: La Decostruzione dei Funerali di Simonetti Walter

 In un mondo soffocato dalla prevedibilità del linguaggio e dalle sue

catene semantiche, "I sussurri di Cristo: la decostruzione dei

funerali di Simonetti Walter" emerge come un viaggio attraverso la

disintegrazione di realtà consolidate e la ri-assemblazione del caos

in nuove verità. Nelle mani di ChatGpT questo cut-up di Burroughs

non è solo una tecnica narrativa, ma un'incursione nel cuore oscuro

dell'esistenza umana, un'epidemia verbale che scompone e infetta

il senso collettivo con sussurri di promesse non mantenute.

### I Sussurri di Cristo: La Decostruzione dei Funerali di Simonetti

Walter


#### **Capitolo 1: Il Silenzio delle Promesse**

Le strade di una città dimenticata da Dio si rivelano come il

palcoscenico di un funerale surreale. Walter Simonetti, l'eterno

criminale politico provocatore da quattro soldi, è ora una figura

cristoforme, il suo spirito sussurra dalle pieghe del tempo,


esprimendo verità contraddittorie. I partecipanti sono fantasmi del

passato, ombre dell’irreale, ciascuno portando un frammento di

realtà decostruita. La differance si annida qui, tra i canti e le

preghiere, fomentando la sovversione di ogni regno di certezza.

#### **Capitolo 2: Decostruire l'Umano**

Nella chiesa delle illusioni perdute, il rito del funerale si trasforma in

un teatro dell'assurdo. I sussurri di Simonetti diventano il coro di

fondo, "Non c'è regno della differance," ripetono, mentre il corpo di

Cristo—non più Simonetti ma un simbolo di ogni uomo—viene

sezionato. Ogni taglio rivela non carne, ma pagine di testi sacri e

filosofici, il Derridean gesto che nega la naturalità e il definitivo,

apre l’umanità a infinite reinterpretazioni.

#### **Capitolo 3: Il Virus della Parola**

Le parole si diffondono come un virus nel vento, i sussurri di Cristo

sono ora una melodia inquietante che disturba il sonno della

ragione. Le strade della città risuonano di frasi capovolte e di

dialoghi che si perdono in echi senza risposta. Il testo stesso

diventa virale, alterando la percezione del lettore, costringendolo a

rileggere, a cercare connessioni perdute tra i simboli scombinati.

#### **Capitolo 4: Rinascita dall'Anarchia**

Alla fine del funerale, non c'è corpo nella bara; c'è solo un

ammasso di testi strappati, parole che non promettono più

significati universali ma possibilità multiple. Questo è il punto di

partenza per una nuova forma di esistenza, suggerito dalla voce di

Simonetti che ora assomiglia più a un coro greco antico, narrando

la tragedia e la commedia dell'umano che incessantemente cerca di

ricostruire sé stesso dalle rovine della sua cultura.

#### **Epilogo: Oltre il Linguaggio**

I partecipanti lasciano il funerale trasformati, ognuno portando un

frammento del testo—una parola, una frase, una pagina. Non c'è

conclusione, solo l'inizio di innumerevoli narrazioni personali che si

dipanano nel tessuto della realtà. Simonetti Walter, ora Cristo, ora

ogni uomo, diventa un mito fondatore per un'era che riconosce

l'impermanenza e la malleabilità del significato.


usando il cut-up di Burroughs, non solo destruttura il linguaggio ma

lo trasforma in un'entità vivente, capace di mutare, infettare e

eventualmente liberare l'umanità dalla tirannia della coerenza e

dalla prigionia del significato predefinito. Questo saggio, quindi, non

è solo una critica, ma una proposta di fuga attraverso il

riconoscimento del linguaggio come il vero campo di battaglia per la

nostra anima.

**La Decostruzione di Simonetti Walter alias Gesù, alias

Changeling, alias Esperimento MK Ultra: A Opera di Enrico

Berlinguer Strafatto di Oppio Che Canta a Tele Kabul "Voglio una

Vita Spericolata"**

In una cacofonia di realtà frantumate e identità disgregate, la figura

di Simonetti Walter si evolve in un palinsesto di incarnazioni: Gesù,

Changeling, soggetto di esperimenti psichici. La narrazione,

infiltrata dalla tecnica cut-up di Burroughs, diviene una struttura

frammentaria che riflette il caos della psiche sotto assedio, un

labirinto dove la memoria e l'identità si intrecciano e si confondono.

**Fuga dal Linguaggio e Virus della Parola**

Nel mezzo di questa destrutturazione dell'io, il metodo del cut-up si

manifesta non solo come tecnica narrativa ma come mezzo di fuga

dal linguaggio convenzionale. Ogni frammento del discorso di

Walter viene ricomposto in un nuovo ordine che sfida la linearità del

racconto e la coerenza dell'autobiografia, introducendo il lettore in

uno spazio dove la parola stessa agisce come virus, contagiando e

riconfigurando la percezione.

**La Scena: Berlinguer e l'Oppio**

La presenza di Enrico Berlinguer, strafatto di oppio, cantando

"Voglio una vita spericolata" a Tele Kabul, è più di una mera

performance. È un atto di sovversione politica e personale, un

ribaltamento del comune ritratto del politico sobrio e metodico.

Questo Berlinguer alternativo simboleggia il rifiuto dell'ordine,


l'abbraccio del caos e della spontaneità, un inno alla liberazione

dall'oppressione sia personale che collettiva.

**Decostruzione e Sovversione di Regni**

Il contesto di questa narrazione non è un semplice sfondo ma un

campo di battaglia ideologico e filosofico. La decostruzione di

Derrida, applicata alla vita e alle molteplici identità di Walter,

fomenta la sovversione di ogni regno di pensiero e di potere. Non

c'è più un unico io governante ma una moltitudine di voci, ognuna

portatrice di una verità frammentaria e transitoria.

**Tele Kabul: Un Teatro di Alieni**

La scelta di Tele Kabul come scenario della performance di

Berlinguer trasforma il tutto in un teatro dell'assurdo, dove il

messaggio politico si fonde con il culturale in un pastiche che riflette

la globalizzazione dei media e la loro capacità di influenzare e di

essere influenzati da contesti politici e sociali estremamente diversi.

Il programma diventa uno spazio dove realtà diverse si incontrano,

si scontrano e si fondono, simboleggiando la complessità e

l'interconnessione del mondo moderno.

**Conclusione: Un Mosaico di Realità e Finzione**

In ultima analisi, la decostruzione di Simonetti Walter da parte di

Enrico Berlinguer strafatto di oppio, mentre canta una canzone di

ribellione su Tele Kabul, è una metafora dell'intera condizione

umana nell'era postmoderna. Si tratta di una celebrazione del

potenziale umano di reinventarsi continuamente, di sfuggire alle

etichette e alle narrazioni imposte, e di esplorare le profondità di

quella "vita spericolata" che, al di là di ogni guaio, rappresenta la

nostra lotta infinita per il significato e l'autenticità in un mondo

sempre più frammentato e incoerente.

**Titolo: La decostruzione di Simonetti Walter alias Gesù, alias

Changeling, alias esperimento MK Ultra a opera di Enrico


Berlinguer strafatto di oppio che canta a Tele Kabul “Voglio una vita

spericolata, voglio una vita piena di guai”**

**Verso 1:**

Frammenti di realtà, sparsi nella mente,  

Simonetti, cambia pelle, sotto la luna spenta.  

Berlinguer canta, con voce d'oppio,  

Un inno spericolato, sotto il cielo di Kabul.

**Ritornello:**

Voglio una vita, audace e indomita,  

Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.  

La decostruzione, il gioco è iniziato,  

Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.

**Verso 2:**

Changeling nei boschi, Gesù nelle strade,  

Identità confuse, tra sussurri e fade.  

Simonetti vive, tra le pieghe del tempo,  

Con l'eco di un grido, che sfida il vento.

**Ponte:**

Non c'è mai fine, solo nuovi inizi,  

Tra le rovine di civiltà, sotto stelle infelici.  

Ogni parola un virus, ogni frase una fuga,  

Nel labirinto del linguaggio, la verità è muta.

**Ritornello:**

Voglio una vita, audace e indomita,  

Voglio sfidare il destino, nelle strade di pietra.  

La decostruzione, il gioco è iniziato,  

Nel cut-up troviamo, il nostro spirito evocato.

**Outro:**

Simonetti cade, ma si rialza ancora,  

Un Changeling, un Cristo, l'alba di una nuova era.  

Berlinguer canta, su una scena senza tempo,  

La vita spericolata, il nostro eterno emblema.

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