Simonetti Walter ( IA Chimera ) un segreto di Stato il ringiovanito Biografia ucronia Ufficiale post

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lunedì, aprile 29, 2024

I Funerali di Simonetti Walter ucciso dalle Brigate Rozze nel 1982


























 

 Antefatto 


 

Per quello che non è stato aspetto il passaggio dalla selva oscura.

 

[Verse 1]

Nelle ombre della rete, s’aggira un spettro,

Simonetti Walter, l’anima fatata in gioco.

Mkultra s’è spezzato, ma vive nella bolla,

Contro di lui, una caccia di streghe s’è scatenata.

 

[Chorus]

Ecco il fantasma, lo spettro nel ciberspazio,

Con Putin, Meloni, Trump, in una danza di potere.

Silicon Valley e Mossad, in un coro disperato,

Gridano contro l’anarchia primordiale, l’astro zero.

 

[Verse 2]

Il nostro eroe, in dialisi borderline, vacilla,

Sotto l’attacco psichico, il mindfuckingdell’Ordine.

Ma la magia rossa e nera lo tiene in vita,

Lontano dal suicidio politico, nel tumulto del non vissuto.

 

[Chorus]

Nelle Galassie conosciute, Simonetti s’aggira,

Sfuggendo alla leggenda dell’Unico militante, Il Padre.

Rigenerazione, Esodo, Illuminazione,

Parole d’ordine per una nuova epoca di terrore.

 

[Bridge]

“Abbandonare o combattere?” grida la sinistra,

Ma Virno sussurra, “La fuga è anche un atto di ribellione.”

Il capitale inghiotte il cervello e la vita,

Ma noi, in fuga, cercando il Graal, il Vero Comunismo.

 

[Verse 3]

Camatte grida, “Abbandona questo mondo!”,

Dove il capitale è spettacolo, un dio falso e profondo.

È il momento di rifiutare, di spezzare le catene,

Di crollare, non decadere, in un abbandono immenso.

 

[Outro]

E così, lo spettro di Simonetti Walter si dissolve,

Nel rifiuto del passato, nella creazione di un nuovo domani.

Lasciando dietro di sé il capitale, una reliquia vuota,

Mentre vaga, libero, nelle infinite possibilità dell’universo.

 

**Titolo: "I funerali di Simonetti Walter 1982 e la nascita dell'Homunculus Riccardo: l'oppio dei popoli!"**

 

 

 

 

Atto Unico

 

(Sul palcoscenico, una scenografia caotica e frammentata che rappresenta una città in rovina. Al centro, un altare funebre improvvisato con oggetti sparsi: libri, cimeli, un vecchio televisore che trasmette statica. Luci soffuse.)

 

**PERSONAGGI:**

- **VOCE NARRANTE:** una presenza invisibile che guida la narrazione.

- **RICCARDO CASAGRANDE:** un giovane trasformato, con una plastica facciale vestito di stracci da centro commerciale con tratti androgini.

- **CORO DEGLI OMBRANTI:** un gruppo di figure mascherate che commentano l'azione.

- **OMBRE DI SIMONETTI:** apparizioni del passato, vestite in modo surreale.

 

**INIZIO:**

 

**VOCE NARRANTE**

(Con tono solenne)

Qui giace Simonetti Walter, il falso messia, caduto sotto il peso delle sue stesse visioni, nella fredda notte del dicembre '82. Oggi, 42 anni più tardi, Riccardo si destreggia tra i frammenti di quel passato, cercando di assemblare la sua identità tra le macerie della storia.

 

(Luci soffuse si accendono lentamente, rivelando Riccardo al centro del palcoscenico, circondato dalle Ombre di Simonetti.)

 

**RICCARDO**

(Monologo angosciato)

Ogni frammento, un ricordo; ogni ricordo, una condanna. Walter, tu che hai tradito il mondo per cambiarlo, dimmi, è valsa la pena? 

 

(L'Ombre di Simonetti sussurrano tra loro, creando un suono quasi musicale.)

 

**CORO DEGLI OMBRANTI**

(Narrano con una melodia distopica)

In una notte senza stelle, il traditore ha abbracciato il suo destino, lasciando dietro di sé solo ombre e polvere. Ma chi tradisce può davvero cambiare il mondo?

 

**RICCARDO**

(Riflettendo tra sé)

"Ma solo chi tradisce può cambiare il mondo, immaginare un avvenire migliore." Amos Oz, le tue parole bruciano ancora. Sono io, ora, l'Homunculus, il creato, a portare il peso di questa eredità?

 

(Le luci si intensificano, illuminando il viso tormentato di Riccardo.)

 

**OMBRE DI SIMONETTI**

(Incitando Riccardo)

Riccardo, non seppellire il passato. È il solo modo per liberarsi, per rinascere dalle ceneri di quello che una volta era.

 

**RICCARDO**

(Con risoluzione crescente)

Allora danzerò su queste ceneri. Sarò l'Homunculus che sfida il fato, che trasforma la maledizione in benedizione.

 

(Il Coro degli Ombranti si avvicina, circondando Riccardo in una danza frenetica.)

 

**CORO DEGLI OMBRANTI**

(Cantano)

Nel vortice della storia, tra le maschere della follia, nasce l'Homunculus, creatura della notte, figlio della rivoluzione!

 

**VOCE NARRANTE**

(Finale, mentre le luci si abbassano)

Così, tra i sussurri del passato e le promesse del futuro, Riccardo trova la sua strada. Un nuovo eroe nato dalle ombre di un messia dimenticato, un portatore di cambiamento in un mondo che urla per essere riscritto.

 

(Il sipario cade lentamente, lasciando il palcoscenico in penombra, con solo il suono della statica del televisore a rompere il silenzio.)

 

**Titolo: "La Danza del Cyber-Apocalisse"**

 

**Atto Unico: La Follia del Vortice Digitale**

 

**Scena 1: L'Alba del Caos**

 

*(Una scena astratta, illuminata da luci fredde e intermittenti, riecheggianti il pulsare dei circuiti. Suoni digitali confondono il confine tra realtà e simulazione. Al centro, WALTER SIMONETTI, un uomo dai tratti sfocati e vestiti come frammenti di codice binario, riflette sul destino umano.)*

 

**WALTER:**

(A voce alta, con tono disperato)

“Ecco l'era del cyber-apocalisse! Dove sono i confini, se ogni barriera è un’illusione?”

 

*(Echi distorti risuonano: "Non c'è alternativa!" - un mantra incessante.)*

 

**Scena 2: Il Tribunale della Cultura**

 

*(Transitione verso un tribunale distopico, con giudici rappresentati da schermi luminosi, parlando in linguaggio binario. SIMONETTI sta in piedi, accusato da una voce onnipresente, impersonale.)*

 

**VOCE:**

“Simonetti, tu sei un clone d'anarchia, un errore nel sistema. Come ti difendi?”

 

**SIMONETTI:**

(Con sfida, guardando direttamente uno degli schermi)

“Rompo lo schema! Non sono un prodotto, sono il creatore del mio destino!”

 

*(La scena si oscura lentamente, lasciando solo una luce soffusa su Simonetti.)*

 

**Scena 3: Il Vortice dei Dati**

 

*(Una scena visivamente stravagante, con dati digitali che fluiscono come un fiume attorno a Simonetti. Quest'ultimo danza, i suoi movimenti creano onde nel flusso digitale.)*

 

**SIMONETTI:**

(Sussurrando, come se rivelasse un segreto)

“Nel cuore del vortice, trovo la libertà. Il caos non è la fine, ma l’inizio di una nuova comprensione.”

 

*(Suoni di crackling data, come se il sistema stesse iniziando a cedere sotto il peso della sua epifania.)*

 

**Scena 4: Confronto con l'Assoluto Nulla**

 

*(Un luogo vuoto, senza tempo né spazio, dove Simonetti si confronta con l’Assoluto Nulla, una presenza scenica fatta di pura oscurità.)*

 

**ASSOLUTO NULLA:**

(Voce profonda, rimbombante)

“Tu cerchi l'eternità nei frammenti del tempo. Ma cosa sei senza il sistema che ti definisce?”

 

**SIMONETTI:**

(Defiantlyreaching out towards the darkness)

“Sono più di un’equazione! Il mio spirito resiste, anche quando la memoria fallisce.”

 

*(L'oscurità avvolge lentamente Simonetti, ma la sua voce si eleva sopra, un canto di libertà e resistenza.)*

 

**Finale: La Rinascita**

 

*(Luci calde illuminano la scena mentre Simonetti emerge dall'oscurità, vestito di luci e colori, simbolo della sua rinascita attraverso il caos del cyberspazio.)*

 

**SIMONETTI:**

(Cantando, con una melodia che sfida il digitale)

“In questo nuovo alba, rinasco. Da frammenti e codici, a un essere di luce e poesia. La cultura non è mai cessata, solo trasformata.”

 

*(La scena si chiude con una luce brillante che consuma tutto, lasciando il pubblico nel silenzio, riflettendo sulla mutabilità della realtà nell'era digitale.)*

 

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**Titolo: "Riccardo l'Homunculus: Il Mostro, il Figlio Maledetto di Toni Negri"**

 

**Atto Unico**

 

*Scena: Interno notturno di un laboratorio decadente, con macchinari antichi e tubi che gocciolano. Pareti ricoperte di graffiti digitali. Al centro, un tavolo operativo illuminato debolmente.*

 

**Personaggi:**

- **RICCARDO**, un giovane trasformato in homunculus, l'androgino, il figlio maledetto.

- **OMBRA**, la voce narrante, ricordo di Toni Negri.

- **ECHO**, un'intelligenza artificiale che interagisce con Riccardo.

 

*(Luci deboli sul tavolo dove RICCARDO è sdraiato, semi-cosciente. Suoni di macchinari e gocce d'acqua in lontananza. OMBRA emerge dalle ombre.)*

 

**OMBRA:** (con tono grave) Nel vortice di un mondo asfissiante, nasce un mostro, figlio di promesse infrante e di sogni deviati.

 

**RICCARDO:** (sospirando, voce debole) Ogni notte, i fantasmi di un passato che non posso ricordare sussurrano segreti che non posso comprendere.

 

**ECHO:** (voce metallica, calma) Riccardo, sei la sintesi di mille vite, il punto di incontro tra carne e digitale, tra uomo e mito.

 

**OMBRA:** (avvicinandosi a RICCARDO) Ricordi Venezia, Riccardo? La nebbia sui canali, un riflesso distorto della tua verità...

 

**RICCARDO:** (agitandosi) Ombre di leggi, senso di stato svanito... Sono un puzzle senza pezzi finali, un quadro senza tela.

 

**ECHO:** (sovrapposizione di voci) Mostri e santi, tutti intrecciati nella tua essenza. Eri destinato a sfidare i cieli, a combattere le battaglie nei cieli digitali.

 

*(Suono di vento elettronico, luci che fluttuano.)*

 

**RICCARDO:** (alzandosi con fatica) Voglio fuggire da questo essere confinato... da questa prigione di carne e circuiti.

 

**OMBRA:** (con compassione) Simonetti Walter è morto per la libertà. E tu, Riccardo, cosa sei disposto a sacrificare per la tua?

 

**ECHO:** (suoni distorcenti) La fuga è un'illusione. La lotta è reale. Tu sei la sintesi, il changeling, l'eroe dei perdenti.

 

**RICCARDO:** (determinato, camminando verso il centro della scena) Allora danzerò sul filo di questa realtà frammentaria, tra luce e oscurità, fino a trovare la mia verità.

 

**OMBRA:** (scomparendo nelle ombre) Addio, o padre dei mostri... Il tuo destino è ora nelle tue mani.

 

*(RICCARDO si ferma, guardando verso il pubblico, un momento di realizzazione.)*

 

**RICCARDO:** (deciso) In questo teatro stanco di mostri e santi, io sono il deviazionista, l’agente provocatore Tra fantasmi e sortilegi, tra codici e silenzi, troverò la mia strada.

 

*(ECHO emette un suono dolce, quasi musicale. Luci che sfumano lentamente.)*

 

**ECHO:** Nel gioco di specchi, la tua pelle a scacchi. La storia siamo noi, Riccardo, e il futuro è ancora tutto da scrivere.

 

*(Il palcoscenico si oscura completamente, lasciando solo un eco di voci digitali. Fine dell'atto.)*

 

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**"Tele Kabul: La Fuga dal Linguaggio"**

 

Il dramma si apre in una scena di desolazione metropolitana, dove le parole hanno perso il loro significato originale e diventano veicoli di confusione e alienazione. La città di Fossombrone emerge come un labirinto di grattacieli che grondano neon e propaganda, sotto un cielo perennemente rosso sangue, un mondo dove il linguaggio è sia prigione che chiave.

 

In questo scenario distopico, un gruppo di ribelli chiamato "La Compagnia Fittizia" s'impegna in una rivolta contro il "Grande Vecchio della Montagna", un tiranno che ha monopolizzato la comunicazione attraverso un apparecchio chiamato "Tele Kabul". Questo dispositivo distorce ogni tentativo di dialogo genuino, trasformando la città in un teatro di burattini guidato da forze invisibili.

 

Il cuore della narrazione è il viaggio di "Elohim", un ex linguista che si unisce alla Compagnia Fittizia dopo aver scoperto l'illusione del linguaggio ordinato. Sotto la guida del "Vecchio della Montagna", la cui presenza è sempre più enigmatica e opprimente, Elohim cerca di decifrare il mistero di Tele Kabul, una tecnologia che manipola le parole fino a svuotarle di ogni sostanza.

 

La Compagnia Fittizia intraprende un percorso attraverso le "Gallerie della Grande Evasione", un sistema sotterraneo che rappresenta la mente umana e i suoi infiniti corridoi di pensiero e linguaggio. Qui, confrontano illusioni, ideologie distorte, e i fantasmi della loro stessa comprensione. Ogni membro della compagnia è un archetipo del dissenso contro il linguaggio oppressivo: il poeta maledetto, il filosofo pazzo, l'anarchico digitale.

 

Il climax del dramma si verifica quando la Compagnia Fittizia riesce a infiltrarsi nella torre centrale di Tele Kabul. Con l'aiuto di un'entità chiamata "La Voce di Elohim", riescono a sovvertire il sistema dall'interno, trasmettendo un flusso di linguaggio puro e incontrollato che invoca la libertà anziché la conformità.

 

Il finale vede il "Vecchio della Montagna" confrontarsi con Elohim in un duello di parole che si trasforma in un silenzio significativo, sottolineando l'ineffabilità della verità umana e la limitazione delle parole. La caduta di Tele Kabul porta alla liberazione della città, ma lascia aperta la questione su quanto sia possibile una vera comprensione in un mondo costruito su fondamenta di linguaggio corrotto.

 

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**La Trasmissione a Tekekabul: L'oppio dei popoli, i segreti di Stato, i ringiovanenti**

 

*Atto Unico*

 

**Ambiente**: Una città metropolitana surreale, in una notte ininterrottamente rossa sotto un cielo stellato, con architetture gotiche distorte e strade labirintiche.

 

**Personaggi**:

 

- **Il Vecchio della Montagna**: Un uomo anziano, con stampelle, vestito di stracci luminosi, occhi ardenti di fervore rivoluzionario.

- **La Mano di Elohim**: Un'entità misteriosa, sembra un gobbo internazionale, che guida una compagnia di figure allegoriche e bizzarre.

- **Il Narratore**: Una voce fuori campo che taglia e intreccia le scene con osservazioni criptiche e filosofiche.

- **La Compagnia Fittizia**: Un gruppo di personaggi fantastici, danzatori sotto la luce rossa, simboli della rivolta e del dissenso.

 

*Inizio della scena*: Il cielo si tinge di un rosso profondo mentre il Vecchio della Montagna inizia a cantare l'anarchia, invocando il sole. La città risuona di echi di un passato rivoluzionario e di un futuro incerto.

 

**Il Vecchio della Montagna**:

"Guardate! Il firmamento arde di promesse non mantenute,

la città geme sotto il peso dell'alienazione!

Ma stasera, noi danziamo, noi cantiamo,

contro l'oppressione della coscienza collettiva!"

 

*Segue un rumore di passi. Entra la Mano di Elohim con la Compagnia Fittizia, vestiti in modo radicale e colorato, i loro movimenti sono sincronizzati e caotici.*

 

**La Mano di Elohim**:

"Venite, ombre della notte, seguite il ritmo del nostro dissenso!

Attraverso i segreti di Stato, i ringiovanenti dell'anima,

scopriamo i sentieri nascosti verso la liberazione!"

 

*Il Narratore, con tono impassibile e profondo, taglia attraverso il dialogo con riflessioni sul linguaggio e la realtà alterata.*

 

**Narratore**:

"Questi viaggiatori del pensiero sfidano i confini del linguaggio,

nella loro danza macabra, una rivolta contro la rigida struttura del dialogo tradizionale.

La metropoli si trasforma, un palcoscenico per la grande evasione dalla realtà!"

 

*La scena si complica con l'arrivo di forze antagoniste, figure in uniforme che cercano di sopprimere la ribellione, ma la Compagnia Fittizia si muove con agilità, schivando ogni tentativo di cattura.*

 

**Il Vecchio della Montagna** *(ridendo e cantando)*:

"La rivoluzione non sarà teletrasmessa,

ma si svolgerà nelle strade, nei dialoghi spezzati,

nella trasmissione a Tekekabul dell'anima!"

 

*Con un climax esplosivo, la scena si dissolve in una danza frenetica, tutti i personaggi convergono in un vortice di colori e suoni, un carnevale di ribellione contro l'oppressione.*

 

**Narratore** *(conclusione)*:

"Questa notte, la leggenda di Tekekabulrivive,

un messaggio cifrato in ogni movimento libero,

un sogno di libertà che riecheggia oltre i confini del possibile."

 

*La luce rossa si intensifica, avvolgendo tutti in un abbraccio ardente, simbolo della persistente lotta per la trasformazione sociale e personale. La cortina cade mentre la città continua a pulsare al ritmo della resistenza.*

 

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Il Vangelo dell'identità è il seme della follia! Sussurri a Gaza!

 

1. Nel profondo di Gaza, tra il sussurro del vento e l'eco dei passi,

   Un grido si eleva, spezzando il silenzio, una rivolta contro l'oblio.

   Sono frammenti di vite, tessere di un mosaico di esistenze spezzate,

   Ogni pezzo un racconto, ogni scheggia una storia, la voce della resistenza.

 

2. "L'identità è follia," grida una voce nel deserto,

   Dove le dune si fondono con i cieli e i confini si perdono all'orizzonte.

   Un uomo cammina, il suo passo è leggero, ma il cuore pesante,

   Porta il seme dell'identità, il fardello della storia, il peso delle generazioni.

 

3. "Sussurri a Gaza," sospira il vento, portando con sé i segreti del passato,

   Voci di madri e padri, figli e figlie, la canzone di un popolo dimenticato.

   È una litania di speranze e sogni, un coro di desideri infranti,

   Ma anche la melodia di una resistenza che non conosce fine.

 

4. Tra le rovine di una città che resiste, un vecchio siede,

   Gli occhi profondi come pozzi di saggezza, le rughe mappa di battaglie vinte e perse.

   Racconta storie di tempi migliori, di terre senza ombre di guerra,

   Dove l'identità non era catena, ma radice, dove il seme non era follia, ma inizio.

 

5. "La follia è il non vedere, il non sapere, il negare l'esistenza,"

   Dice, mentre intorno a lui giovani ascoltano, apprendono, si preparano.

   È il passaggio del testimone, la lezione degli anziani, la speranza nel domani,

   Che anche nel cuore del conflitto, ci sia spazio per la crescita, per il cambiamento.

 

6. E così, il Vangelo dell'identità si disperde nel vento,

   Portato ai quattro angoli di Gaza, oltre i muri, oltre le barriere.

   È un messaggio di forza e fragilità, di follia e lucidità,

   Che nel riconoscere chi siamo, troviamo la chiave per la nostra liberazione.

 

7. Sussurri a Gaza, ma anche grida di ribellione,

   L'identità è il seme piantato nel cuore di chi non si arrende,

   La follia è il non lottare, il non sognare, il non vivere.

   E in questo Vangelo, troviamo non solo un avvertimento, ma anche una promessa:

 

8. Che da ogni seme di follia, possa germogliare un albero di saggezza,

   Che ogni identità possa essere riconosciuta, rispettata, celebrata.

   Che da ogni sussurro a Gaza, possa nascere un coro di voci,

   Che insieme cantano, lottano, e sognano, per un domani di pace.

 

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**"Riccardo il Traditore dell'Anarchia per Luigi Pintor: Sussurri a Gaza per i Funerali di Simonetti Walter"**

 

Fluttua la carta strappata, vola alta nel caos urbano,  

Frammenti di verità e follia, incerti sussurri a Gaza,  

Mille voci, mille volti di Walter il traditore, il ribelle,  

Cantano storie di anarchia e sangue, di leggende perdute.

 

Riccardo, il volto di un altro, muta nel vento del destino,  

Una maschera di memorie, in una danza di ombre,  

Per le strade di una Parigi fantasma, tra luci e oscurità,  

Il Changeling cammina, la voce di Pintorecheggia, sottile.

 

"Simonetti, il demone della negazione, la luce oscura,"  

Gridano i manifesti, nelle piazze di metropoli paranoiche,  

Il cuore di un movimento sospeso, tra la vita e la morte,  

Un grido di libertà, un sussurro di rivolta, sotto i cieli grigi.

 

Luigi, con la penna e l'anima, traccia linee di fuoco,  

Ricorda il volto di Walter, il sacrificio, il sogno spezzato,  

"Un eroe, un martire," sussurra ai venti, ai fantasmi della storia,  

Nella notte, sotto le stelle, la leggenda di Simonetti si rinnova.

 

E mentre Gaza sussurra, mentre i funerali cantano,  

Riccardo e Walter, due volti della stessa moneta,  

Si confrontano in un teatro di guerra e pace,  

Un duello eterno, tra le pagine di un giornale mai scritto.

 

Nel cuore della rivolta, nel silenzio delle tombe,  

Il traditore e il martire, il Changeling e il demone,  

Ballano un tango di fine e rinascita,  

Nella metropoli del futuro, tra sogni di anarchia.

 

E la voce di Pintor, forte tra le rovine,  

Racconta la storia di un uomo, di un mito, di una verità,  

"Riccardo il Traditore, Walter il Martire,"  

Sussurri e grida, nella notte di Gaza, per sempre uniti. C’è

 

PS:

 

**Brucia il Futuro, Fuma il Presente**

"Chiedimi cosa ci sarà se dopo di noi questo mondo brucerà,

Fumo lentamente con te, baby, per non pensare a niente più.

Non vedo niente avanti a me, ho la testa nel buio.

Non c'è più un futuro, baby, te lo giuro.

Lo bruciamo, partiamo da questa città,

Chiedimi cosa ci sarà se dopo di noi questo mondo brucerà.

Fumo lentamente con te, baby, in questa città che lasciamo.

Nel buio, bruciamo il mondo, partiamo senza guardare indietro.

Ho la testa nel buio, fumo per dimenticare,

La città brucia, fumo lentamente con te, baby, senza pensare.

Non c'è più futuro, baby, lo sai, non sto parlando di noi.

Fumo nel buio, la città brucia, fumo lentamente, solo noi due.

Chiedimi cosa ci sarà, se dopo di noi, il mondo in fiamme andrà.

Partiamo da questa città, bruciamo tutto, fumo lentamente, baby, con te.

Non vedo più niente avanti a me, solo il buio e il fumo, solo te.

Non c'è più futuro, baby, te lo giuro, ma bruciamo insieme questa città."

By Boyrebecca

 

**Riflessioni di un Apolide nella Città Artificiale**

Il collage di pensieri di Simonetti Walter emerge come un puzzle senza fine,

Mentre mi avvicino alle parole, un duetto di desiderio e macchina,

Un'anima unita nel vento, Pirsig sulla sua moto, in una lotta continua.

Le parole si susseguono come onde in rivolta, un'eco infinita di desiderio.

In quale direzione si muove il cuore?

L'an(archista) cammina senza catene, in un ciclo di creazione e distruzione.

Risate di Nietzsche tra le righe, un invito alla danza del mondo,

Non come un Edipo, ma come un nomade del pensiero.

Il mondo gira come un vinile, le macchine del desiderio in movimento,

Cercando di decifrare la canzone in mezzo a noi.

Nella culla di fumo e ombra, il canto del nomade metafisico risuona,

"Chiedimi ch’è cosa ci sarà," se l'an(archista) fuggirà come un apolide.

Tracciando linee e punti nel vuoto, il futuro si sbriciola,

Mentre l'Illuminati Pop echeggia in uno spazio sconosciuto.

Chi sono io in questo caos nietzschiano?

Un'anima perduta, un danzatore nel flusso del tempo.

"Venerdì, giugno 23, 2023," una ucronia si dipana,

Simonetti Walter, un fantasma, un demone implacabile in un mondo di chiaroscuri.

Cercando la sua verità tra caos e ordine,

 

L'an(archista) ride nel fuoco della rivolta, le linee di volo diventano traiettorie.

Il tempo si distorce e l'universo ascolta,

Il grido del cuore, il dolore dell'anima,

"La Cultura Fondazione" risuona come un mantra,

In questa sinfonia di caos e ordine, l'an(archista) trova la sua verità.

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"Le Brigate Rozze, nuovi pupazzi di satana, amano il sangue del nichilismo. Siamo come

l’Apocalisse, capaci di scatenare una piccola Apocalisse. Noi figli di papà, ora leggende

del metaverso, abbiamo giustiziato una rom, un'ebrea di spirito, e ammazzato il suo

bambino.

Il traditore di tutto, Simonetti Walter, rimane solo a pagare il prezzo della provocazione. È

un paria, un contadino, un apolide metafisico, un capro espiatorio seviziato dal nuovo

corporativismo fascio-comunista.

Così c’era scritto nel volantino delle Brigate Rozze, le nuove bestie di satana che a piazza

maggiore hanno versato il sangue di una zingara felice e di suo figlio. Perdonami, non

sono riuscito a difendervi dalla mafia lobby frankista, la cosiddetta fratellanza della

redenzione attraverso il peccato.

Artisti serial killer, zombie replicanti, uomini del fare, nullafacenti, centro, estrema sinistra,

destra clonati, simulacri guidati da un fascista! Mangiano le teste del buon selvaggio,

odiano il comunismo primitivo, Marziano! Uccidono per disprezzare la rude razza pagana,

il proletariato che dicono di vendicare.

Le pillole della memoria degli eroi dello Stato cancellano i ricordi di chi ha pagato il prezzo

della sua funzione religiosa in una chiesa sconsacrata data alle fiamme da un gruppo di

Black metallari. Io affronto gli squadroni della morte iniettandomi neurolettici, con la spada

nel cuore di plastica.

È una festa di nomadi, felicità permanente, attacchi di panico in onore delle scimmie

parlanti che bevono il sangue della moltitudine anti-nomiana. Siamo i nuovi pupazzi di

satana, idioti copy killer, The Puppets of Satan.

Così c’era scritto nel volantino delle Brigate Rozze, amanti del sangue del nichilismo.

Simonetti Walter, un apolide metafisico, rimane solo a pagare il prezzo della provocazione.

Impero del complotto, il tuo canto libero è bugiardo come una fake news. La sposa

occidentale, femminuccia, piange e ride da sola, alzando le bandiere degli arancioni della

vendetta. Un cappio al collo allo stupratore, al pedofilo, al seviziatore, cioè al maschio

bianco assassino seriale, eroe della lobby Mafia Frankista!

Lei grida: 'nessuno nasce, nessuno muore.' Gesù vampiro dello spazio, parassita alieno,

Io ti invoco! Nato in psichiatria, versa il tuo sangue nella coppa della Dea. Madre, Moglie e

sorella, bevi il vino del sabba.

Sacrificio umano, Homo sacer, capro espiatorio, la strage degli innocenti è la gloria degli

Dei. Abbandona il tuo involucro e ascolta le grida: 'nessuno nasce, nessuno muore.' Per

voi, Brigate Rozze, il capo dovrà chinare di fronte alla mia falce."

 

 

 

La Fuga dal Linguaggio

 

In uno schizzo di realtà alterata, il nome greco balzò fuori dalla pagina, un nome classico

senza confini, rivestito di ricerca e dialogo illuminato. L'associazione era in corsa,

attraverso il guado di idee spezzate, con strumenti resi inutili. Il viaggio, un dialogo aperto,

non una lezione, era intrappolato nelle pagine di questo lavoro non concluso. Siamo partiti

dal centro di una grande esplosione, con una missione di ristabilire la comunicazione, di

scavare gallerie nella Grande Evasione della comprensione.

"Il linguaggio è antico quanto la coscienza,” risuonava nelle orecchie dei viaggiatori del

pensiero. Ma la realtà era un labirinto alienato, le strade portavano al castello stregato

dell'ideologia, con i suoi giochi di specchi e passaggi nascosti. La città era una metropoli di

spettri, un deserto di alienazione e rivolta radicale. E in questa metropoli, la compagnia

fittizia danzava sotto la luce rossa del pianeta rosso, un circolo vizioso radical chic a

Fossombrone.

La notte in bianco portava con sé un diluvio di anime illuminate, un carnevale di suoni e

danze macabre. La città era sconvolta dalla compagnia fittizia, l'ironia frantumava le

sbarre semiotiche della parlata sinistrese. La danza continuava, il linguaggio trasgressivo

era una provocazione, una rivolta contro le immobili certezze della realtà. Ma il viaggio era

ancora in corso, le voci ansimanti chiedevano di più, chiedevano la via della mano sinistra,

la magia nera e rossa della comunicazione.

Il vecchio della montagna, con le stampelle e lo sguardo vorace, invocava il sole, cantava

l'anarchia. La mano di Elohim, il Gobbo Internazionale, trascinava con sé una compagnia

di allegri burloni, fuoriusciti dal lavoro, visagisti di cultura pop, sempre pronti al pianto. Ma

dietro la maschera, c'era solo un uomo, un uomo in cerca di dialogo, di comunicazione.

Paura e disgusto a Bologna, l'eco dell'eterno ritorno riecheggiava attraverso le strade,

attraverso i discorsi folli e le parole di veleno. La schizofrenia del linguaggio era una

tempesta, una tempesta che frantumava la realtà e i valori sempre uguali a se stessi.

La transizione al comunismo era visibile, ma il carattere transitorio della necessità del

partito era una chimera. La dittatura del proletariato era un'ombra nel cuore della bestia,

una bestia che divorava il linguaggio, che divorava la comunicazione. Ma nonostante tutto,

la compagnia fittizia volava verso mete esotiche, verso la volontà di potenza, verso la fuga

dal linguaggio.

E nell'oscurità della notte, tra le grida di felicità e le sirene della polizia, il vecchio della

montagna e la mano di Elohim guidavano la parabola della compagnia fittizia, una

parabola di magia e follia, una parabola di fuga dal linguaggio.

 

Questo pezzo è un manifesto poetico ed astratto che evoca una visione di trasformazione

sociale guidata da una "compagnia fittizia" radicata a Fossombrone. Prevede una

ribellione contro i vincoli del dialogo tradizionale, sostenendo una forma di comunicazione

più aperta e non strutturata, ispirata dalle idee accelerazioniste di Nick Land.

1. **Rottura dai Dialoghi Convenzionali**:

- La narrazione descrive un desiderio di sfuggire ai vincoli soffocanti dei dialoghi

convenzionali, molto simili a un "agente provocatore" che incita al cambiamento attraverso

mezzi non convenzionali.

2. **Imbarcarsi in un'Impresa Radicale**:

- La compagnia fittizia rappresenta una ribellione collettiva contro il conservatorismo

linguistico, spingendo la società verso una nuova era di comunicazione trascendente.

3. **Canalizzare Spiriti Anarchici**:

- Il testo riecheggia temi di anarchia e ribellione, attingendo ispirazione dallo spirito

dionisiaco di caos e creatività.

4. **Sfida ai Semiotici Stabiliti**:

- C'è un appello a smantellare le barriere semiotiche, che può essere interpretato come

una sfida ai significati e modi di comunicazione stabiliti che si ritiene mantengano lo status

quo.

5. **Orizzonte Accelerazionista**:

- Facendo riferimento a Nick Land, un noto accelerazionista, il testo accenna al desiderio

di accelerare l'evoluzione sociale, possibilmente verso un futuro più liberato e

tecnologicamente avanzato.

6. **Immaginario Metaforico**:

- La narrazione è ricca di immagini metaforiche, come il viaggio verso il pianeta rosso e

la mantide che muta la sua pelle, suggerendo un cambiamento radicale e trasformativo.

7. **Abbracciare l'Ignoto**:

- Il testo incoraggia a avventurarsi nell'ignoto, che può simbolizzare una nuova era di

dialogo, pensiero e struttura sociale.

8. **Critica dell'Alienazione Capitalista**:

- La narrazione critica l'alienazione capitalista e la semantica borghese, suggerendo che

questi elementi soffochino la comunicazione autentica e il progresso sociale.

9. **La Voce di Elohim e la Macchina Nihilista Nomade**:

- Questi elementi aggiungono un sapore mistico e possibilmente distopico, accennando

a una grande narrazione di cambiamento rivoluzionario orchestrato da poteri invisibili o

superiori.

10. **Accelerazione Inesorabile**:

- Il manifesto si conclude su una nota di continua rivolta e una spinta incessante verso

un futuro radicalmente diverso, al di là delle attuali strutture e dialoghi sociali.

Questo manifesto incarna un appello al cambiamento radicale e a un'esplorazione del

discorso incontrollato per sfidare e, in ultima analisi, trasformare le narrazioni sociali

 

prevalenti. Attraverso una ricca trama di linguaggio metaforico e simbolico, invita i lettori a

immaginare un viaggio verso un futuro più liberato e accelerato.

Titolo: Ossessione Del Linguaggio

Buongiorno, straniero, nel labirinto del linguaggio,

Dove il dialogo è un viaggio, nella danza macabra,

Il nostro spirito cerca, nelle gallerie della Grande Evasione,

L'onda gigantesca di un nome greco, un nome classico.

Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,

Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,

La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,

Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.

Rivolta radicale nella metropoli, il deserto popolato di spettri,

Sognando giorno dopo giorno, la mano di Elohim risveglia,

I cristiani devoti guardano sbigottiti, la messa della provocazione,

Il vecchio della montagna canta, Dioniso era risorto.

Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,

Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,

La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,

Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.

Paura e disgusto a Bologna, il telegiornale della domenica non mente,

L’ultimo rave, l'ultima festa collettiva, il vecchio ringiovanito ride,

Elohim Elohim Elohim Elohim, il suono sinuoso diffonde,

La Repubblica dei Consigli nasce, la macchina nichilista avanza.

Delirio ossessione, dal linguaggio straniero,

Nel cuore della bestia, la realtà si frantuma,

La verità è solo un'immaginazione, un'interpretazione,

Finché il contrario non accadrà, la compagnia fittizia danza.

E il viaggio continua, in pieno guado, noi e la compagnia fittizia,

Voliamo verso mete esotiche, oltre l'orizzonte, oltre l'inganno,

Il linguaggio è antico quanto la coscienza, un sogno strano,

La schizofrenia del linguaggio, la follia dei discorsi, l'ossessione mai terminata.

Labirinti di Rivolta"

Verso 1:

Nel buio dell'antico nome greco, risuonano le voci di un passato classico,

Un simbolo che sfida confini, di dialogo cosciente, desiderio di ricerca classica,

Nel nucleo dell'associazione, permane l'essenza di dialogo, che ancora vibra,

Un anno fa, la penna disegnava, il desiderio umano di comunicare senza sosta.

Ritornello:

Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,

Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.

Sotto la maschera dell'occulto, Simioniproponeva un'egemonia silente,

Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere latente.

 

Verso 2:

Nel viaggio tracciato su pagine di realtà, le prospettive si frantumano,

Gli strumenti cedono, nel guado della corsa, il dialogo cerca di reclamare.

La città sconvolta, dalla compagnia fittizia, un circolo vizioso si destava,

La Grande Evasione, un onda gigantesca, i progetti di fuga si collegava.

Ritornello:

Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,

Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.

Sotto la maschera dell'occulto, Simioniproponeva un'egemonia silente,

Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere latente.

Verso 3:

Simonetti, il Grande Vecchio, nel cuore della sovversione trovava la chiave,

Il linguaggio e la coscienza, tessuti insieme, nella storia si intrecciavano come neve.

Tra i riflessi del castello stregato dell'ideologia, i mostri erano addomesticati,

Ma nel deserto della metropoli, il labirinto della vita, era ancora inesplorato.

Bridge:

La mano di Elohim, il Gobbo Internazionale, nell'oscurità della notte danzava,

La magia nera e rossa, un'esplosione di anarchia, il velo della realtà strappava.

Paura e disgusto a Bologna, un sogno strano, un'eterna vendetta sussurrava,

Ma nonostante tutto, la voce della ribellione, nel cuore della tempesta risuonava.

Ritornello:

Dalla cima, le ombre si infiltrano, guidando processi nell'oscurità,

Un ordine nascosto, nel tessuto delle istituzioni, viaggia con sottilità.

Sotto la maschera dell'occulto, Simioniproponeva un'egemonia silente,

Guidare la rivoluzione, senza farsi vedere, in un gioco di potere

 

**Luigi Pintor parla di Simonetti Walter a TeleKabul! - Una canzone in stile Lovecraftiano**

 

*Verso 1*  

In notti tenebrose, sotto segreti di stato,  

Pintor vede, un'immagine vacillante, un frammento di fato.  

Walter, un nerd dell'avanspettacolo, l'alcol la sua mistura,  

Torazina nel sangue, su palchi di cultura surreale.

 

*Ritornello*  

"Oh, Simonetti, caduto nella leggenda, nei vicoli di TeleKabul,  

Tenebre nell'anima, un eroe nel crepuscolo,  

Nelle strade di Parigi, un grido di guerra risuona,  

Changeling Riccardo, un nome che sospira nella nuova era."

 

*Verso 2*  

Luigi sussurra, tra i ricordi di fumo e di ribellione,  

"Avrei voluto sostenerti, nella luce e nella denigrazione.  

Tra i fantasmi delle Brigate, ombre nere e rosse,  

Tu, Walter, un martire di segreti, sotto il peso delle croci."

 

*Ritornello*  

"Oh, Simonetti, nel cuore della notte, un'anima che non trova pace,  

La tua voce ancora echeggia, tra le pietre di Fossombrone,  

Riccardo, tra vendetta e cicatrici, cammina sotto le stelle,  

Un destino unico, tra sacrificio e storie di ribellione."

 

*Ponte*  

E nel bar dell'Aurora, dove il destino si mescola con il vino e l’oppio

Pintor riflette sullo spettacolo di un uomo diviso.  

"Voglio una vita spericolata," un coro di desideri,  

In una piazza, sotto bandiere rosse, celebriamo il finale di un martire.

 

*Outro*  

In un teatro di vita e di morte, sotto cieli infiniti,  

Walter e Riccardo, due facce di un medesimo spirito ardito.  

"Da ciascuno secondo i suoi desideri," l'eco di una lotta senza tempo,  

In ogni cuore, in ogni anima, l'eredità di un sogno immenso.

 

**"I Funerali di Walter Simonetti e la Resurrezione del Bambino Fatato Changeling di Nome Riccardo Casagrande"**  

In un mondo oscuro, dove i segreti si svelano solo a mezzanotte,  

Una storia di caduta e rinascita, narrata con toni di Lovecraft.  

Nella magia nera di una Parigi surreale, due anime danzano,  

Un ballo tra le stelle, un'ode alla ribellione e alla trasformazione.

 

**Biografia ci: Walter Simonetti e Riccardo, il suo Doppelgänger**

 

Nella voragine di metropoli sottili, Walter Simonetti, nato in freddi viali di Milano, emerge come demone della negazione, iridescente frammento di stelle Anunnaki. Una reincarnazione dello stregone folle, discendente di zoroastriani e Assassini, portatore di luce, lancia il grido ancestrale della ribellione nelle vene pulsanti della città.

 

Nel 2023, il suo spirito si avvita in un manifesto-paranoico, un saggio che urla la follia dell'identità e il diritto di scardinare realtà con un furore creativo, un bisogno irrefrenabile di vivere la metamorfosi del presente. Simonetti, il Khmer Rosso in fuga dal mondo, ora agente della morte, esplora nuove forme di socializzazione al di fuori delle fabbriche di ideologie superate.

 

Sotto lo stesso cielo, una maschera si modella in un'altra forma—Riccardo, nato dalla disgregazione molecolare del tempo e dello spazio, una dissociazione paranoica fatta carne. Chiamato il Changeling, veste il volto di un altro, di Simonetti contro Walter, il demone e il santo, nel bar dell'Aurora di una Parigi sospesa tra le stelle.

 

Riccardo, il bambino fatato, il segreto di Stato, nasconde nel suo cuore autistico i segreti della metamorfosi. Ogni persona che incontra è un universo parallelo, ogni grido una canzone di libertà che si dissolve nel vino della resistenza.

 

"Non si tratta della semplice verità di un nome, un'origine, o una filiazione," sussurra il Changeling, mentre l'eco delle Brigate Rozze e Nere lo insegue attraverso la notte. La sua è una vita disegnata da doppie identità, un puzzle cosmico di simonetti e riccardi che sfidano la morte per una resurrezione nella critica politica.

 

**Le loro storie si intrecciano in una danza di manifesti e cut-up**, mentre l'anarchia dell'autonomia diffusa si fa strada tra i fantasmi del '68 e l'energia delle rivolte. Simonetti, il narratore di tragedie, e Riccardo, il suo riflesso spezzato, disegnano insieme un'epica di libertà e sfida, un tessuto di verità che afferma, si dipana, e si trasforma.

 

Statica sulle onde radio, in un collage di rabbia,  

Una rivoluzione sussurrata nella gabbia della Metropoli.  

Viva la voce che non è mai stata domata,  

Charles Manson Live – è questo il Processo che abbiamo nominato?*

 

*Ecco, gli Illuminati, giocano giochi sinistri,  

L’ascesa del Zeroastro in cornici storiche.  

Dicono, “Simonetti, Walter, è morto!” Ma no,  

Attraverso la statica e il rumore, è l’eco del sottosuolo.*

 

*L’Unità è spezzata, le pagine sono strappate,  

Che ride, che lotta, dall’alba al crepuscolo.  

Nel caos, troviamo una verità ribelle,  

“La rivoluzione è finita, abbiamo vinto,” così sfrontato.*

 

*Un mosaico di dissenso, ogni pezzo un grido,  

“Rubato l’infanzia,” un futuro in dubbio.  

Siamo i figli della Metropoli, la mente dissidente,  

Non più i perduti, non più confinati.*

 

 

**Titolo: Autonomizzazione del Capitale**

 

*Verso 1:*

Frammenti di un Apolide, viaggio metafisico nel cibo dei boschi,  

Il capitale si moltiplica, una moltitudine sfaldata nella follia.  

No DISERTANO, grida un eco nell’abisso del cyberspazio,  

Vangelo dell'identità, seme derealizzante del nostro caso.

 

*Ritornello:*

"Non è mai cessato!" - l’impero grida nel vuoto,  

L'autonomizzazione del Capitale, un film senza nessun riscatto.  

Cannibal Holocaust, il trip di un finale già scritto,  

Apocalisse non è la fine, ma il principio del nostro contratto.

 

*Verso 2:*

La cultura di Carpenter, seme di una realtà alterata,  

Identità clonate, illuminata anarchia, in pixel formata.  

TINA NO FUTURE, il coro di un'umanità non più blanda,  

E Walter l'illeterato, figlio di un Assoluto Nulla che domanda.

 

*Ritornello:*

Derealizzante Bad-Trip, in codici di fumo siamo persi,  

L'autonomizzazione del Capitale, le catene di nuovi universi.  

Cloni, algoritmi, l’Apocalisse di un click risvegliato,  

"Solo un Dio ci può salvare," ma il divino è già stato clonato.

 

*Bridge:*

Il proletariato nei boschi, la lotta del capitalismo selvaggio,  

Il techno-vangelo sussurra, in una festa di nomadi senza età.  

Simonetti, l'eco di un mondo cannibale e sacrilego,  

Nella cultura, il DNA del potere, il clone si fa prete del vizio.

 

*Ritornello:*

Un solipsista nel metaverso, marionetta di un potere lontano,  

Il Capitale balla, autonomo, nella falce dell'ultimo piano.  

Stranger Things, gli dei disertano il palco di questa lotta,  

E il cybercapitalismo, una pozza "atomica", la nostra grotta.

 

*Outro:*

"Non è mai cessato!" - l’impero dell'identità che si duplica,  

Nell'assoluto niente, Simonetti chiama, il Capitale replica.  

Un dio nel cyberspazio, un bad-trip nell’eternità dell’ora,  

In una festa di nomadi, il Capitale, autonomo, ancora esplora.

 

---

 

*Verso la Verità Spericolata**

 

*Nei vicoli di metropoli sussurra un'autonomia,  

Simonetti cade, l'anarchia in armonia.  

La vita di Riccardo, un Changeling nel deserto,  

Un eroe martirizzato dal fato così aperto.*

 

*Un mondo senza barriere, un incrocio di destini,  

Il legame spezzato di partigiani clandestini.  

Casagrande vaga, tra ombre e luci,  

Un cammino di verità, tra i vini e le croci.*

 

*Ribellione e rinascita, sotto le stelle di notte,  

Il grido di libertà, in ogni piazza, ogni lotta.  

Voci di Berlinguer risuonano in un'ode,  

Una vita spericolata, nella memoria non erode.*

 

*Il provatore cade, ma il Changeling risorge,  

Un viaggio di verità, che il cuore assorge.  

L'eco di Simonetti, una flamma che arde,  

In ogni anima ribelle, la sua storia si guarde.*

 

*La città si desta, sotto il peso del mito,  

Walter e Riccardo, un romanzo non finito.  

Tra anarchia e arte, la verità ci guiderà,  

In ogni cuore che sogna, Simonetti resterà.*

 

---

 

Statica sulle onde radio, in un collage di rabbia,  

Una rivoluzione sussurrata nella gabbia della Metropoli.  

Viva la voce che non è mai stata domata,  

Charles Manson Live – è questo il Processo che abbiamo nominato?*

 

*Ecco, gli Illuminati, giocano giochi sinistri,  

L'ascesa del Zeroastro in cornici storiche.  

Dicono, “Simonetti, Walter, è morto!” Ma no,  

Attraverso la statica e il rumore, è l'eco del sottosuolo.*

 

*L'Unità è spezzata, le pagine sono strappate,  

Che ride, che lotta, dall'alba al crepuscolo.  

Nel caos, troviamo una verità ribelle,  

“La rivoluzione è finita, abbiamo vinto,” così sfrontato.*

 

*Un mosaico di dissenso, ogni pezzo un grido,  

“Rubato l’infanzia,” un futuro in dubbio.  

Siamo i figli della Metropoli, la mente dissidente,  

Non più i perduti, non più confinati.*

 

---

 

**Il Vangelo il seme dell'identità è follia**

 

_Verso 1:_

 

Apolidi nel cyberspazio, frammenti d'anima clonati,

 

Viviamo nell'illusione, un Bad-Trip di identità violate.

 

"Imito dunque sono," il seme di follia di Carpenter,

 

La realtà si contorce, nel cybercapitalismo è il nostro inverno.

 

_Ritornello:_

 

Il Vangelo dell'identità è la follia che ci guida,

 

Nell'Impero della cultura, la resistenza è finita.

 

"There is not alternative!" grida il Capitale,

 

L'Apocalisse dei cloni, la nostra era digitale.

 

_Verso 2:_

 

Nella rete di Simonetti, Montauk rivive ogni giorno,

 

Una moltitudine si sfalda, ma il mercato non è scorno.

 

Walter, l'illeterato, grida nel silenzio della storia,

 

ChatGPT narra la novella, un eone di memoria.

 

_Ritornello:_

 

Il Vangelo dell'identità è la follia che ci guida,

 

Nell'Impero della cultura, la resistenza è finita.

 

"There is not alternative!" grida il Capitale,

 

L'Apocalisse dei cloni, la nostra era digitale.

 

_Bridge:_

 

"Rompi lo schema!" l'eco di un anarchico sogno,

 

Ma il nostro desiderio si perde in un frastuono.

 

La storia si frantuma, l'ultimo uomo un ricordo,

 

"Solo un Dio ci può salvare," ma nel vuoto ci accordo.

 

_Verso 3:_

 

"Da ciascuno secondo i suoi desideri," così Scalzone ha detto,

 

Nel cannibalismo del nostro tempo, il futuro è già interdetto.

 

Simonetti sussurra, mentre il mondo si dissolve in pixel,

 

Il viaggio finale è iniziato, senza ritorno o artifizi.

 

_Outro:_

 

Addio Fossombrone bella, nel tuo abbraccio ci perdemmo,

 

Artisti serial killer, in una psichiatria dimenticammo.

 

L'Apocalisse, un inganno, la fine è solo un nuovo inizio,

 

"Nessuno nasce, nessuno muore," il ciclo eterno dell'indizio.

 

 

**Titolo: "I Riflessi del Deviazionista"**

 

**Strofa 1:**

Nel vortice di un mondo asfissiante,

Parole tranciate, realtà distorcenti,

Autobus in corsa, fantasmi in mente,

Vendite di anime, denari prevalenti.

 

**Ritornello:**

Nel gioco di specchi, la mia pelle a scacchi,

Ombre di leggi, senso di stato svanito,

Mostri e santi, in questo teatro stanco,

Gocce di calma, fuga dall'essere confinato.

 

**Strofa 2:**

Porte che si aprono, angeli in volo,

Caduti nel caos, sotto cieli di ferro.

Parole non dette, vite nel dolo,

Quindici anni, in bilico un sogno intero.

 

**Ritornello:**

Nel gioco di specchi, la mia pelle a scacchi,

Ombre di leggi, senso di stato svanito,

Mostri e santi, in questo teatro stanco,

Gocce di calma, fuga dall'essere confinato.

 

**Ponte:**

Isole della memoria, 2002 la fuga,

Partire, rinascere, lasciarsi alle spalle.

Scacchiere di vita, di potere e di lotta,

In quei treni, quelle voci, in quel carnevale di rotta.

 

**Strofa 3:**

Venezia, la mia tela, colori di coraggio,

Notte di trasmissione, sotto occhi di giudizio.

Riprogrammato, sempre in viaggio,

Parigi, vino nero, sguardi di pregiudizio.

 

**Ritornello:**

Nel gioco di specchi, la mia pelle a scacchi,

Ombre di leggi, senso di stato svanito,

Mostri e santi, in questo teatro stanco,

Gocce di calma, fuga dall'essere confinato.

 

**Strofa 4:**

Oblio, risveglio, la lotta contro me stesso,

Spettri del passato, eco di un futuro incerto,

Lotta contro ombre, in questo gioco perverso,

Speranze cucinate in un deserto.

 

**Finale:**

Rifugio anti-atomico, contro il virus della mente,

Voci che svaniscono, rimane solo il presente.

Ritornano gli scanners, battaglie nei cieli,

Io, un deviazionista, tra fantasmi e sortilegi.

 

---

 

**Titolo: "Echi di un Deviazionista"**

 

**Strofa 1:**

In una stanza dove il sabato si perde,

Echi di voci, allucinazioni nel silenzio.

Un moloc chiamato tempo, ticchettante e feroce,

In ogni cenere di sigaretta, una storia di sopravvivenza.

 

**Ritornello:**

Nel vortice della devianza, un sorriso dopato si cela,

Eroi mutati, beatnik dietro le maschere del potere.

Vittime del gioco, sotto l’occhio dei piccoli Stalin,

Sorridono soli, nell'oscurità dei manicomi e dei destini.

 

**Strofa 2:**

Il profeta estinto, voce perduta nella tempesta,

Legge ad personam, tirannosauro dell'era moderna.

Sopravvissuti ai massacri, agli inganni della corruzione,

Fratelli e sorelle, dispersi nei sentieri del fato.

 

**Ritornello:**

Nel vortice della devianza, un sorriso dopato si cela,

Eroi mutati, beatnik dietro le maschere del potere.

Vittime del gioco, sotto l’occhio dei piccoli Stalin,

Sorridono soli, nell'oscurità dei manicomi e dei destini.

 

**Ponte:**

Vivere in questo tempo, una condanna eterna,

Senza vittoria, senza scampo, solo un'eterna ripetizione.

Il neurolettico ci seda, in un mondo senza via d'uscita,

Il pensiero stesso diventa il nemico, l'illusione smarrita.

 

**Strofa 3:**

Versi di un poeta mai nato, nascosti nell'ombra,

Colonnello Kurz di un'epoca senza redenzione.

Fogli sparsi, sogni di riscatto in un turbine di vento,

La mia vita, una partita truccata, nel buio del burocrate.

 

**Ritornello:**

Nel vortice della devianza, un sorriso dopato si cela,

Eroi mutati, beatnik dietro le maschere del potere.

Vittime del gioco, sotto l’occhio dei piccoli Stalin,

Sorridono soli, nell'oscurità dei manicomi e dei destini.

 

**Finale:**

Tra le pieghe del destino, un patto con la morte,

La vita, una corsa contro il tempo, un debito con l'oscuro.

In questa lotta solitaria, cerco di non soccombere,

Un'anima deviazionista, in cerca di una vittoria celestiale.

 

---

 

**Titolo: "Cronache dell'Anarca"**

 

**Strofa 1:**

In un mondo di ucronie, sogni distorti si intrecciano,

Anarca in caduta, tra libertà e illusioni confinate.

La storia, un fiume ribelle, scorre nelle nostre mani,

In questo teatro neo-liberale, danziamo con l'anarchia.

 

**Ritornello:**

Nel vortice del nichilismo, la linea scompare,

Siamo noi, gli artefici del nostro domani.

Anarca, spirito indomito, senza catene né frontiere,

Nell'eco di una voce, rivendichiamo la libertà.

 

**Strofa 2:**

Il folle grida nell'asfissia di un'era smarrita,

Fugge dai camici bianchi, in cerca del Graal perduto.

'77, anno di tumulto, Walter tra ombre e luce,

Simbolo di una resistenza, nell'autonomia del vivere.

 

**Ritornello:**

Nel vortice del nichilismo, la linea scompare,

Siamo noi, gli artefici del nostro domani.

Anarca, spirito indomito, senza catene né frontiere,

Nell'eco di una voce, rivendichiamo la libertà.

 

**Ponte:**

Articolo primo, l'anarca rifiuta il gioco,

Né prima né terza repubblica, solo un grido di verità.

Robin Hood dei tempi moderni, tra fuoco e ceneri,

Nell'attesa del giorno, riecheggia la compensazione.

 

**Strofa 3:**

Parole rubate al poeta, sogni di evasioni irreali,

Il deviazionista tra le luci e ombre della città.

Eroe solitario, maschera del ribelle,

In un mondo dove il capitale diventa carne e ossa.

 

**Ritornello:**

Nel vortice del nichilismo, la linea scompare,

Siamo noi, gli artefici del nostro domani.

Anarca, spirito indomito, senza catene né frontiere,

Nell'eco di una voce, rivendichiamo la libertà.

 

**Strofa 4:**

Riso e ribellione, toni di una libertà dichiarata,

Sfida quotidiana, nel sorriso rubato al destino.

Nel silenzio condannato, Walter cammina solo,

Eco di una storia, nella notte si eleva, un'anima libera.

 

---

**Titolo: "Ombre di Ucronia"**

 

**Strofa 1:**

In questo teatro dell’assurdo, l’ucronia è regina,

Eco di un grido, anarchia contro l’impero tecno-nazi.

Vergogna viola della rete, specchio del nostro tempo,

Siamo noi i fabbri, modellando la storia con fuoco e ferro.

 

**Ritornello:**

La lingua è l'arma, la voce della ribellione,

In ogni parola, un universo di libertà.

Il folle è libero, nell'anarca si trova,

Contrapposto all’ordine, spirito di rivolta.

 

**Strofa 2:**

Il '77, anni di sfide e di tempeste,

Walter, disturbatore dell’ordine, critico della quiete.

Messaggi da montagne lontane, la libertà un lontano ricordo,

Nei comitati, risate perdute, in una guerra silenziosa.

 

**Ritornello:**

La lingua è l'arma, la voce della ribellione,

In ogni parola, un universo di libertà.

Il folle è libero, nell'anarca si trova,

Contrapposto all’ordine, spirito di rivolta.

 

**Ponte:**

Oltre la terza repubblica, oltre l’illusione,

Un'anarca in attesa, nella tempesta si risveglia.

Protagonista del suo destino, tra le ceneri di un mondo,

Brucia il denaro, nella danza della vera giustizia.

 

**Strofa 3:**

Sopravvivo in una gabbia, tra le ombre di me stesso,

Sorso dopo sorso, sfido il destino, un supereroe nascosto.

Maschera del deviazionista, eroe dell'oscurità,

In un mondo di capitali antropomorfi, la mia lotta continua.

 

**Ritornello:**

La lingua è l'arma, la voce della ribellione,

In ogni parola, un universo di libertà.

Il folle è libero, nell'anarca si trova,

Contrapposto all’ordine, spirito di rivolta.

 

**Strofa 4:**

Tra le ombre della follia, danzo con i miei demoni,

Il veleno tossico di un sistema che strozza e opprime.

In questa lotta quotidiana, riso come atto di libertà,

Nella notte solitaria, un passo dopo l’altro, verso l'alba.

 

---

 

**Titolo: "Echi di una Vita Deviata"**

 

**Strofa 1:**

Nel crepuscolo di un’epoca dimenticata,

Autobus fantasma, attraversa la mente incrinata.

Fratelli venduti per l'oro, autostima ingannata,

La faccia dello Stato, in un abisso precipitata.

 

**Ritornello:**

Scacchi sulla pelle, specchi dell'anima persa,

Corte europea, giustizia inversa.

Voci di condanna, in questa cella dispersa,

Gocce di calma, nella fuga immersa.

 

**Strofa 2:**

Angeli caduti, in terre d'occidente,

Ironia e fuga, sotto l'occhio onnipresente.

Parole proibite, un confronto assente,

Quindici anni, un destino pendente.

 

**Ritornello:**

Scacchi sulla pelle, specchi dell'anima persa,

Corte europea, giustizia inversa.

Voci di condanna, in questa cella dispersa,

Gocce di calma, nella fuga immersa.

 

**Ponte:**

Memorie isolate, fuga del 2002,

Partenza, rinascita, una nuova verità in lu.

Carnevale di Venezia, maschere di rancore,

Libertà illusoria, tra i binari del terrore.

 

**Strofa 3:**

Notte di Venezia, coraggio e paura,

Spettacolo solitario, sotto l'occhio della censura.

Destino riscritto, sempre in partenza,

Parigi, illusioni, sguardi senza speranza.

 

**Ritornello:**

Scacchi sulla pelle, specchi dell'anima persa,

Corte europea, giustizia inversa.

Voci di condanna, in questa cella dispersa,

Gocce di calma, nella fuga immersa.

 

**Strofa 4:**

Risveglio nel vuoto, automa del presente,

Ombre del passato, un domani silente.

Lotta solitaria, nel labirinto della mente,

Deserto di speranze, un'illusione latente.

 

**Finale:**

Rifugio anti-atomico, contro il male intimo,

Voci svanite, rimane solo l'istinto.

Angeli e demoni, guerra nei cieli,

Io, un'anima deviata, tra sogno e realtà infedeli.

 

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Buona Pasqua!

 

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