La corta notte delle bambole di vetro e il monstrum
La via per Damasco è stata
presa non si torna indietro sarebbe come suicidarsi che poi è il mio mestiere. Sopravvivere alle intemperie del tempo ai prodigi che si abbattono impietosi
sulla mia vita di Illuminato mistico dal volto oltreumano un monstrum. Eravamo in quattro
troppo forti troppo belli per essere veri in procinto di esplodere non come l’eremita
che rinuncia a se.
C’era un senso di sollievo
di pace nel aver preso parte all’insurrezione, partigiano del mio tempo
dominato dal nichilismo. Io stesso un nichilista creatore di mondi immaginari
prodotti dalle droghe da bevande afrodisiache dal vino del sabba chissà quando
tornerà a farci sentire in comunione coi nostri fratelli persi in battaglie e
guerre che non hanno fine. Solo con la nostra morte ci sarà la cxompensazione così
raccontano i nostri Dei profanati e umiliati, derisi e oltraggiati ma sempre i
nostri Dei.
Si il 2000 è stato la fine
di un mondo ma anche un nuovo inizio il santone aveva ragione quel
giorno in galera di 30 anni fa aveva visto giusto. Lo zombi è uscito dal sonno letargico mi sono risvegliato ho sentito di nuovo la voglia di vivere, ho capito
che le stelle erano dalla mia per ristabilire le leggi degli antichi. Anche se poi l’inferno degli uomini di buona
volontà mi attendeva al varco. Giorni e mesi di terribile prostrazione paranoia
le anime belle si divertivano a violentare l’innocenza perduta in una clinica
di strani esperimenti di ringiovanimento.
Sul furgone ho visto
ancora il mio futuro che non si è realizzato per il risentimento e la violenza
di un deviato l’eminenza grigia che cerca a tutti costi la morte, provocando le
forze primordiali. Solo un nome si ripete da quando ci sono questi campioni
della beneficenza strage degli innocenti. Noi siamo i depositari di poteri millenari
noi siamo i discendenti degli antichi stregoni. Anche soli contro il leviatano,
anche soli contro lo stato d’eccezione, anche soli contro un intero mondo
continuiamo a batterci come anarchici constatando che dopo la morte di Dio è
morto anche l’uomo con il capro espiatorio di matrice frankista.
Avevo un mare
di speranze quel giorno diretto a Roma senza paure solo un potere cieco e sordo
riuscì a fermare per il moneto quel aquilone che voleva volare. Ho dovuto
vedere di nuovo infinite volte processi sommari, la corte notte delle bambole
di vetro non è la fantasia di un regista ma una realtà quotidiana atroce e
spregevole tenuta in piedi da interessi denaro su denaro per chiudere gli occhi
sulle violenze sulla follia di questi finanzieri e politici sotto prodotto
della cultura clerico fascio stalinista.
Con un ago puntato sul cuore pronuncio queste parole.
Con un ago puntato sul cuore pronuncio queste parole.
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