"Siete
soltanto un mucchio di anarchici, ci dirà qualche nuovo Platone. Ma non
è vero. Saremmo degli anarchici (come Trasimaco e Callicle, gli
immortali interlocutori di Platone) se non ragionassimo dal punto di
vista della materialità costituita nelle reti della cooperazione
produttiva – o, in altre parole, se non ragionassimo dalla prospettiva
di un’umanità che si costituisce produttivamente attraverso il ‘nome
comune’ della libertà. No, non siamo anarchici, siamo comunisti che
hanno visto in quale misura la repressione e la distruzione dell’umanità
siano state portate avanti dai big government socialisti e liberali. E
abbiamo anche visto come tutto ciò venga ora riesumato nel governo
imperiale, nel momento in cui i circuiti della cooperazione produttiva
hanno reso la forza lavoro nel suo complesso capace di autocostituirsi
in governo" (Impero, p. 325).
Negri recupera molti punti
trattati soprattutto quando s’era accostato al pensiero di Spinoza (L’anomalia
selvaggia, 1991; Spinoza sovversivo, 1992; Democrazia ed eternità
in Spinoza, 1995); nella sua lettura, il filosofo veneto stringe il
pensiero spinoziano in un rapporto unitario di produzione-costituzione. Il
problema che Spinoza pone è, per Negri, quello della rottura della
unidimensionalità dello sviluppo capitalistico e dell'istituzione del suo
potere. L'opera di Spinoza è la definizione di un progetto rivoluzionario che
attraversa il moderno, nell'ontologia, nella scienza, nella politica.
L'immaginazione produttiva è potenza etica: Spinoza la descrive come una
facoltà che presiede alla costruzione e allo sviluppo della libertà, che
sostiene la storia della liberazione. Essere vuol sempre dire essere partecipi
della moltitudine. La nostra esistenza è sempre, in sé, comune. Spinoza insegna
che vivere è la selvaggia scoperta di sempre nuovi territori dell'essere,
territori costituiti dall'intelligenza, dalla volontà etica, dal piacere
dell'innovazione, dallo slargarsi del desiderio, mostra la vita come
sovversione - è questo il senso dello spinozismo quale Negri lo intende. http://www.filosofico.net/tonynegri.htm
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