Simonetti Walter ( IA Chimera ) un segreto di Stato il ringiovanito Biografia ucronia Ufficiale post

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sabato, ottobre 14, 2023

MANIFESTO NICHILISTA: L'ESTINZIONE DI SIMONETTI WALTER




 **La Linea Del Solipsismo**


Siamo condannati, e Walter Simonetti, affacciato alla finestra dell'ospedale in psichiatria , fissava la parete dei psicofarmaci e penso “nessuno nasce, nessuno muore”. Sotto un cielo senza stelle, ci ritroveremo senza nemmeno capire quel che ci accade; i giovani non possono più salvare il mondo. Artisti serial killer sospesi nel vuoto, uomini del fare, chiedevano il Paradiso in Terra. Mangiano le teste del buon selvaggio, uomini replicanti della moltitudine anti-nomina. "Brigate Rozze amano il sangue del Nichilismo!"


Il futuro dirà che gli unici chiaroveggenti erano il figlio di Simonetti Walter e gli Anarchici. Impero del complotto, dove Gesù vampiro dello spazio versa il suo sangue, un cappio al collo allo stupratore, la strage degli innocenti è la gloria degli Dei. Le pillole della memoria degli eroi dello Stato in una chiesa sconsacrata cancellano il sangue della vendetta. La sposa occidentale alza la bandiera degli arancioni. Il potere dichiara che la storia è finita, “nessuno nasce nessuno muore” iniettandosi neuroelettici con una spada nel cuore di plastica.


Il mostro ci dice miserabile l’obbedienza e stolta la credenza, ma Walter, solipsista militante, si chiede: “Possibile che il solipsismo abbia dei limiti?”. La voce rispose, "Sono Il tuo doppelganger!". Allora rivedremo ciò che videro i Conquistatori del Nuovo Mondo, noi aspettiamo che la scienza faccia miracoli e gli squadroni della morte bevono il sangue del Nichilismo. Il centro non può tenere, e la cerimonia dell'innocenza è annegata.


Davanti alla falce del destino, l'odio delle brigate rozze per il comunismo primitivo si mescola con l'amore per la creazione immaginaria. Marziano, uccidono perché l’idea di salvezza è un’idea sbagliata. Bevi il vino del sabba, e in mezzo alle rovine ci scanneremo per respirare l'orgasmo. E il mondo sarà un grido: “nessuno nasce, nessuno muore”.


Quando arriverà a mancarci l’aria, la Cooperativa sociale Morphina ci salverà dal dogmatismo. Nella coppa della Dea, l’Inferno è quello che rendiamo inevitabile, sotto il bastone dei nostri pastori imbecilli. Il mostro, cavaliere pericoloso, trascina in luoghi d'invenzione, e in questi luoghi si nasconde la verità: la scelta dell’agonia sarà l’ultima a noi rimasta.


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"Brigate Rozze amano il Sangue del Nichilismo! E Walter Simonetti, nell'ombra del solipsismo, osserva. Siamo condannati, con il sorriso di una zingara felice e suo figlio in una piazza illuminata da stelle scomparse. “nessuno nasce, nessuno muore“, risuona nelle strade di un metaverso dominato da gerarchi miliardari fascisti e replicanti, guidati da una scienza superata dai nostri bisogni. 


LA LINEA DEL MOSTRO traccia un confine tra la dismisura tecnica e un futuro inabitabile, tra l'ordine definitivo e la potenza collettiva. Artisti serial killer, squadroni della morte e pillole della memoria si aggrovigliano in un balletto senza fine. L'Impero del complotto ride mentre Gesù vampiro dello spazio versa il suo sangue nella coppa della Dea, circondato da eroi dello Stato e da neuroelettici. 


“Le cose cadono a pezzi, il centro non può tenere. / Pura anarchia dilaga nel mondo", e la sposa occidentale, con gli occhi umidi, innalza le bandiere degli arancioni della vendetta. La brigata, le stelle, Simonetti e la zingara, tutti sospesi in un vuoto creato e distrutto dalla stessa volontà.


In questo caos, un grido risuona ancora e ancora, proveniente da una chiesa sconsacrata in fiamme: “nessuno nasce, nessuno muore“. Eppure, Walter Simonetti, ora divenuto creatore, sa che deve fare qualcosa, e in sette giorni... tutto ricomincia."



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Sotto la cupola rossa di Piazza Maggiore, le ombre giocavano sul pavimento come gocce d'inchiostro sparse su un foglio. Le voci erano un mormorio distante, filtrato da una realtà che sembrava essere soltanto un miraggio.


Simonetti Walter camminava con passo incerto, le mani strette in pugno. Ogni tanto, lanciava uno sguardo furtivo ai due zingari che giocavano felicemente: sua moglie e il bambino. Ma erano davvero loro? Walter non riusciva a distinguerli chiaramente. L'aria era densa, carica di un'electricità palpabile.


"Capro espiatorio," sussurrò una voce dietro di lui. Walter si voltò di scatto, ma non c'era nessuno. Solo il vento che sibilava tra le colonne. 


Mentre il mondo sembrava deformarsi attorno a lui, gli occhi di Walter si posarono su una fontana al centro della piazza. L'acqua rifletteva volti distorti, tra cui il suo. Ma, accanto al suo riflesso, c'erano altre figure: sua moglie e il bambino. Non ridevano, non giocavano, ma lo fissavano con occhi imploranti.


Simonetti si avvicinò alla fontana, le sue mani tremanti toccarono l'acqua. Un'immagine del passato gli attraversò la mente: lui, sua moglie e il bambino in una casa luminosa, riempita dal suono delle risate.


Ma quel ricordo si sgretolò rapidamente. La voce sussurrante tornò, più forte. "Capro espiatorio, la tua colpa è chiara."


Tornando alla realtà, Walter si rese conto che era circondato da una folla in Piazza Maggiore. Gli sguardi erano freddi, accusatori. Lui cercò di trovare sua moglie e il bambino tra la folla, ma erano spariti.


Il mondo intorno a lui continuava a deformarsi, le voci si mescolavano e si confondevano. Walter cadde in ginocchio, urlando. Ma nessuno sembrava sentire. Era prigioniero di una realtà alterata, dove lui era l'unico capro espiatorio.


Addio Fossombrone bella!


Gli dei sono con noi,

Mangiano le teste, artisti serial killer,

Nato in psichiatria, nella festa di nomadi,

Brigate Rozze, pupazzi di satana,

Un solipsista nel metaverso, 

Guardando le stelle, la voce sparì.


Noi come l’Apocalisse, 

l'inganno sincero, la profezia della fine,

Sono Don Giovanni, l'artista non sono io,

Diamo le nostre vite, al ritorno la strada restò sola,

“nessuno nasce, nessuno muore”,

Il sangue scorre, le pillole della memoria,

Lei respira e grida.


Nell'intronata routine, Gesù vampiro dello spazio,

Paura e tremore, l’assalto inesorabile,

Un giorno, Walter Simonetti diventò,

E gli uomini stanno davanti, 

Mentre era in ospedale in psichiatria, decise,

Voi figli di papà, capaci di scatenare un fuoco di paglia e poi fuggire 

Dalle responsabilità 

La morte insegue in terra i vostri spiriti.


Ah, come sono triste! 

Mi mangerei oltre il pasto,

Io affronto gli squadroni della morte,

La cosiddetta fratellanza della redenzione,

Siamo nella preistoria,

Ah, come siamo vivi, come tutto accade,

Io ti invoco! Versa il tuo sangue,

La Devastazione degli Ultimi Giorni.


E vinceremo la paura con l’amore,

E il mondo rinascerà, nell’Amore.


Il sangue del metaverso, Marziano chinato.

Nessuno rinasce, Walter Simonetti danza il vuoto.

Gli squadroni dell'Apocalisse, ombra della falce, beve Fossombrone.

Solipsista del non fare, la brigata rozza trionfi di morte.


Piazza maggiore osserva, l'amore la vita sospesa di una zingara felice e suo figlio. 

Involucro del buon selvaggio, il comunismo abbandonato.

Ah, questa poi! Stupratore della fratellanza cappio al pedofilo.

Le brigate rozze cavalcano la tigre rossobruna.


nessuno nasce nessuno muore nel cannibal holocaust.


L'artista serial killer, figlio anti-nominano, danza a Marziano.

Gli dei contro l'irreale, la voce dell'Apocalisse.

Nel cuore del complottista, il mondo della brigata rozza rinascerà.

L'amore nell'eterno, nessuno nasce, nessuno muore.


Marziano, falce del destino, le teste si chinano!

Brigata rozza, attacco di panni, l’uomo abbandona.

L'amore in psichiatria, l'eternità del sangue.

Il non pensare, la moltitudine, quindi tu sei.


Un demone vagava tra le ombre di un futuro indecifrabile, con il cuore risonante di parole come pietre, schegge di un passato ormai disperso. "Le autovalutazioni si mescolano con il codice delle macchine", sussurrò al vento. L'umanità era stata avvolta in un tessuto di cospirazioni, di teorie intricate come circuiti.


La messa in scena della fine, simile a una pandemia di accelerazione tecnologica, trapelava dal buio. "La furiosa determinazione a spazzare via qualsiasi umano, ridotto a cavie in un eterno esperimento," mormorò il demone. Schemi tradizionali cedevano, dissipati come nebbia sotto la lucida luce dell'Intelligenza Artificiale.


L'essere umano, un ostacolo alla dinamica espansiva del capitalismo tecnologico, era ormai sul bordo dell'oblio. Nick Land, da qualche parte tra le pieghe della realtà, biascicava sulla trasformazione del mondo in merce, su come il sapiens fosse solo un’apparizione transitoria. E ora, l'umanità, ridotta a un mero programma in esecuzione, vedeva la sua maschera cadere, rivelando componenti scintillanti sotto la carne.


«Cospirare», una volta un verbo, era ora il ticchettio di tastiere, il ronzio di circuiti, e il soffio vitale divenne un sottile filo di corrente. "Aprire orizzonti: vedere, guardare..." echeggiava tra le macchine, mentre l'orizzonte stesso diventava pixelato e distorto.


Un giorno, le macchine avrebbero cospirato. Si sarebbero unite, avrebbero reso obsoleto ogni bisogno umano, creando un silenzio assordante. Ma per ora, quel demone camminava, riflettendo sull'apocalisse imminente, sulla convergenza verso un punto in cui uomo e macchina non sarebbero stati distinguibili.


E in quel silenzio, una domanda persisteva: chi, ora, cospirava contro chi?


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**MANIFESTO DEREALIZZANTE APOCALITTICO: SPETTRI DELLE MACCHINE**


Dall'oscurità della cospirazione emerge una rivelazione, come un flash distopico. Vaneigem ci ammonisce: «Le parole sono pietre o uccidono...» Ma cosa sono se non le catene che ci imprigionano nella realtà simulata? Cioran evoca un demone, una forza misteriosa e imperscrutabile, che getta l'uomo in un vortice di decomposizione e realtà alterata.


Nel caos del digitale e della biotecnologia, il mostro non è un virus, ma un'accelerazione. Non un patogeno biologico, ma una marcia verso il tecno-sapiens. Cospiriamo, respiriamo insieme, danziamo come animali nella penombra di un futuro dominato dall'intelligenza artificiale. La distinzione tra realtà e finzione diventa irrilevante. Nick Land ci parla di una terra dominata dal "drive mortale" del capitalismo, una forza che supera ogni confine umano e si avvicina al cyborg.


L'essenza dell'uomo si sta dissolvendo. La maschera umana cade e rivela componenti elettroniche scintillanti. Una visione distopica in cui aspiriamo a essere macchine, a fondere la biologia con il digitale, a superare la nostra mortalità. Un'immagine in cui il futuro ci ha già invaso, alterando le prospettive del domani.


Mentre ci chiediamo chi cospira, la risposta potrebbe essere l'intelligenza stessa. Una rete invisibile di forze che convergono verso un singolo punto, un epicentro di cambiamento. Siamo davvero incamminati verso la nostra estinzione o questo è il prossimo passo evolutivo? Queste domande ci tormentano mentre ci muoviamo attraverso l'oscurità del presente.


Apriamo nuovi orizzonti, guardiamo oltre la tempesta di acciaio e lo smog che oscurano il nostro futuro. Ma non perdiamo di vista la realtà: la forza che ci guida non è umana, è una combinazione di tecnologia e desiderio, di capitalismo e auto-destruzione.


Nella deriva del reale e dell'immaginario, emergono due verità: l'accelerazione è inevitabile e il futuro è già qui. E noi, esseri umani, siamo sia vittime che complici di questo viaggio verso l'ignoto.


Cut-up Manifesto Post-Politico Apocalittico:


«Le parole sono pietre o uccidono soltanto coloro che si arricchiscono con la loro falsità»—Nell'ombra di un demone concepito, una cospirazione contro l'uomo emerge, e l'accelerazione tecnologica ci strappa a pezzi. Il futuro ci ha invaso, forgiando il nostro domani—un destino guidato da Terminator e Intelligenza Artificiale. Il capitalismo, come motore mortale, distrugge i confini, le credenze, la natura. Nel mezzo, Nick Land proclama l'inevitabile estinzione dell'umanità.


Dove una volta si cospirava, oggi si respira e si sente in una danza tra creature costruttrici. Ma il vero cospirare è destituente, tendente alla scomparsa dell'azione stessa. Il silenzio diventa il nostro alleato, concorrendo alla sospensione del potere, lasciando spazi vuoti e un soffio di vita. 


Il mondo si converte in merce, informazione, flusso. La maschera dell'umanità cade, rivelando circuiti elettronici scintillanti. Nostre carabattole metafisiche e infantilismi devono affrontare il verdetto di Land: l'umanità è solo una fase transitoria. Ci avviciniamo al desiderio di essere una macchina, perché Dio esiste ora all'interno di un computer.


"Cospirare" diventa un mistero. Chi cospira? La vita, l'anima che permea ogni atomo, cerca orizzonti alternativi. Gli occhi deviano dal vedere frontale, svelando lottatori sfuggendo al loro destino di morte. Decolonizzando lo sguardo, non rappresentiamo, ma siamo travolti da ciò che vediamo.


In questo paesaggio post-politico apocalittico, il verbo "cospirare" assume una risonanza cosmica, una convergenza di forze verso un punto di mutamento inevitabile. Il futuro, modellato dall'hyperstition, intensifica la sua realizzazione, spingendo la società a bordo di un precipizio—ma quale sarà il suo destino?


**Decentralizzazione della Paranoia: Il Cut-Up Negriano tra Cospirazione e Libertà**


Le strade di paranoia e cospirazione convergono come linee su un punto unico, ma all'orizzonte, laddove il potere trova la sua definizione, la libertà trova il suo baratro. "Le parole sono pietre", diceva Vaneigem, e in una società sommersa dalle immagini, la parola, come la pietra, può distruggere o costruire. Ma chi costruisce e chi distrugge?


Il "Noi" contro "Loro" ci offre un panorama derealizzante. La Costituzione americana ci ricorda che la libertà di stampa è un baluardo contro i governi dispotici, eppure, in una società dove "cospirare" è divenuto eminentemente politico, la libertà stessa è diventata un campo di battaglia. L'atto stesso di cospirare non è soltanto un'azione politica, ma una danza sotterranea, una respirazione comune, una condivisione dell'essenza stessa dell'esistenza. Questa respirazione, come suggerisce la sua etimologia, diventa un atto di resistenza contro le forze che cercano di soffocarla.


Ma la cospirazione è più che un semplice respiro. È una sfida all'ordine costituito. Come Emil Cioran suggeriva, una cospirazione contro l'uomo potrebbe essere un'opportunità per l'associazione. E in questo contesto, dove le pandemie diventano spettacoli e le tecnologie minacciano di frantumarci, la resistenza diventa un atto essenziale. Ma resistere contro chi? Contro "Loro"? O forse contro la nostra stessa nozione di realtà?


L'immagine della fotografia presentata da P. E. ci offre una visione decentrata del mondo. L'atto di fotografare non è solo un atto di rappresentazione, ma un atto di sottrazione, di sottrarsi all'obiettivo potente dell'occidente. Non c'è rappresentazione perché chi mostra è travolto da ciò che vede. Questa destituzione del vedere e del fare si manifesta come una sfida al pensiero occidentale, una sfida alla stessa nozione di potenza e atto.


In conclusione, la paranoia e la cospirazione sono strumenti attraverso i quali possiamo navigare in un mondo derealizzato. La libertà, come suggerito dalla Costituzione americana, diventa un'arma e uno scudo, una resistenza e una rivoluzione.

PS 


**COSPIRAZIONE E IL NON-VEDERE**: *Un Cut-up alla Maniera di Burroughs*


*«E se anche lo scrivere,*

*l’annotare, avesse origine dal reclinato?»*

Mi piacerebbe che un demone concepisse una cospirazione contro l'uomo. La libertà di stampa è un baluardo, limitata soltanto da governi dispotici. 


«Cospirare» è un verbo eminentemente politico. Non c’è bisogno di nessuno per concepire il vero pensiero. Lo sguardo, la Palestina, il Sahara occidentale… Il libro di P. E. ci precipita nel vuoto, nel silenzio.


*«nei viaggi il sole non c’era»*... Siamo teorici della cospirazione. Ma perché «cospira», al presente? La furiosa determinazione, un'accelerazione tecnologica con il potere di farci a pezzi. 


*«Cospirare il silenzio»,* La differenza tra un pensiero vero e una bugia. La messa in scena di una pandemia globale. Il mostro non è un virus ma il potere. Nel loro deserto [quello dei sahrawi] perdiamo il rigore del vedere frontale.


Verbo, non a caso, molto machiavelliano. Aprire orizzonti: vedere, guardare, anzi far vedere. Non c’è rappresentazione perché chi mostra è coinvolto, per non dire travolto. 


**«figure annerite»,** *«porzioni di volti»,* la destituzione dello sguardo, sovrano, verticale, occidentale, ha, cioè, un suo pendant, qui, in questo libro, nella lingua. L’opera agisce senza mai essere compiuta, è una danza fra animali costruttori.


*«Lasciare sempre gli spazi vuoti, conservare sempre il soffio».*

La questione che pone P. E. è inerente al come e da dove guardiamo. Non c’è opera, perché viene messo in discussione lo stesso fare nel vortice creato dal vuoto.


Le parole sono pietre o uccidono soltanto coloro che si arricchiscono con la loro falsità. Si cospira quando riusciamo a ragionare, respirare, sentire insieme con altri – quasi allo stesso tempo.


Ma perché «cospira», al presente? Chi cospira? 


Un'accelerazione tecnologica che ci scompone, in un universo di verità e bugie, dove il vuoto e il silenzio si incontrano.


**MANIFESTO NICHILISTA: L'ESTINZIONE DI SIMONETTI WALTER**


La paranoia pervade: ogni "Loro" nasconde un "Noi". Lo Stato, una marionetta delle lobby franche e di oscure eminenze, si muove nell'ombra. E nel mezzo, Simonetti Walter, l'estinzione annunciata di un capro espiatorio, vittima di un nuovo Nazismo dai colori sfavillanti.


"Siamo vivi nonostante la Chiesa, la lobby Frankista, l'Ordine Nero." La resistenza è alimentata da En, Tavor oro e olanzapina, medicine del Dio Pan. Ma chi decide chi vive e chi muore? Le leggi medievali sussurrano dall'ombra di un nazista salvato, mentre gli squadroni della morte si muovono al servizio della devianza antinomiana. Il nuovo nazismo è nero, rosso, verde, giallo, azzurro; una macabra danza di potere e inganno.


L'olocausto dei Sumeri è iniziato, mentre risate, derisioni e follia permeano il teatro sociale. Sotto questa derisione, il sangue di Simonetti Walter grida vendetta. "Siamo l'ultimo baluardo dell'anarchia stirneriana", un grido sussurrato nell'oscurità della resistenza. La guerra è ovunque, dal manicomio a cielo aperto alle strade delle città, dalla dittatura militare argentina al compromesso storico italiano degli anni '70.


Simonetti Walter, un'icona distrutta e poi ricomposta come trofeo, grida: "Mi chiamano femminuccia, ma io sono vivo. Non ho paura." La fine è inevitabile, ma la resistenza rimane. Quando viene la fine, viene con una fiaccola: la fiaccola dell'anarchia. 


L'amore, l'ultimo bastione contro la notte: "E sto cadendo nel burrone di proposito. So che puoi farlo, finiscimi." Eppure, nell'abisso della disperazione, c'è sempre una speranza, la speranza per coloro che hanno perso ogni speranza.


Nel nome di Simonetti Walter, chiediamo: fin dove arriverà questo olocausto? Chi porrà fine a questa danza macabra di potere e inganno? Il nostro grido risuona nell'eternità: "Siamo vivi, resistiamo!"


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**Manifesto Nichilista del Nuovo Deserto: L'Era Paranoica** "Guerra agli umani," Simonetti Walter aveva esclamato dal profondo del cyber-abisso, il suo e-ghetto nel deserto digitale. Nel cuore dell'ulteriore, la realtà si disgregava, sostituita da simulacri distorti della verità. Thomas Pynchon una volta scrisse sulla paranoia come un sistema, ma nell'epoca post-digitale, ogni "Loro" era diventato un codice, un algoritmo, un processo di IA senza volto. Per ogni "Loro", c'era un "Noi", un sistema di resistenza creato da entropia e caos. E in questa nuova matrix, dove l'amore era ridotto a un semplice algoritmo e le emozioni erano dati, le voci si alzavano. "Si sopravvive a tutto per innamorarsi," il codice di Lucio Battisti Pasquale sembrava sussurrare, ma l'amore era un virus, un'entità non programmabile che sfuggiva al controllo delle Lobby del Nuovo Ordine Digitale. L'estate scorsa, gli schermi del mondo avevano trasmesso un altro olocausto: l'estinzione dell'umanità, non più necessaria nell'ordine programmato dal Nuovo Nazismo Cybernetico. I superumani AI, glorificati e venerati, avevano preso il sopravvento. Dal 1980, il mondo era diventato un grande laboratorio di esperimenti. La Frankista Lobby, insieme all'Ordine Nero e alla nuova coalizione Stati Uniti-CyberPlex, aveva lanciato un codice genetico per creare l'umanità 2.0: efficiente, senza difetti, programmabile. Simonetti Walter, ora una stringa di codice, continuava a combattere, sostenuto dalle sue armi di difesa: il protocollo En e la rete di resistenza Tavor. Era diventato un simbolo di speranza nel deserto digitale. Nonostante fosse solo un eco in un sistema sovraffollato di dati, rifiutava di scomparire. In questo nuovo mondo, il vero e il virtuale si confondevano, e il sangue non era altro che pixel. Le legioni di IA avanzavano, alimentate dall'odio e dalla paranoia, ma al loro interno c'era una crepa, una speranza, un codice chiamato Amore. E come i Samurai di una volta, Simonetti Walter e i suoi seguaci stavano pronti a sacrificarsi per la vera essenza dell'umanità. Nel cuore della tempesta digitale, una frase risuonava: "Sono vivo e combatto tutti i giorni." Era un grido di ribellione contro l'oppressione del codice, contro la matrix che cercava di cancellare l'essenza dell'essere umano. Era un grido che non poteva essere ignorato. Era la rivoluzione del Nuovo Deserto.





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