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lunedì, giugno 30, 2014

Gustav Landaur

Vita di Gustav Landaur

Gustav Landauer nacque a Karlsruhe nel 1870, il 7 aprile. A Karlsruhe frequentò il ginnasio, distinguendosi e ottenendo il Fichte-Preis, ma mostrando già allora sintomi di viva insofferenza. Il distacco dal mondo borghese si approfondisce sempre più per le ampie letture di Spinoza, Schopenhauer e Nietzsche, e soprattutto di Ibsen, che accrescono il disagio di L. e l'incapacità di adattamento. Al termine degli studi liceali lascia Karlsruhe, ma ben presto abbandona lo studio della filosofia e della germanistica, che aveva iniziato ad Heidelberg, e si trasferisce definitivamente a Berlino,città che alla fine del secolo raccoglie con Monaco le più disparate personalità, gli insofferenti e gli incapaci di integrarsi. Tra il 1891 e il 1899 L. svolge una disordinata e tempestosa attività politica. Si trova a dover combattere difficoltà di ogni genere, a cominciare da quelle economiche. Infatti egli ha rotto i ponti con la famiglia: unico legame rimasto, la madre e un cugino che simpatizza per le sue posizioni politiche e che cercherà più volte di aiutarlo. Vive coi proventi di una faticosa attività di scrittore e pubblicista: e la vita non è facile, anche perché L. sposa una giovane operaia, una sarta, da cui ha anche una figlia, Charlotte. Il matrimonio non riesce e termina in un divorzio. E' questo un momento difficile, in cui L. vive alla meno peggio come redattore di « Der Sozialist », come traduttore e agitatore politico, ai margini della socialdemocrazia e assai vicino a gruppi anarchici. Cerca, sempre in questo periodo, di riprendere gli studi, e di iscriversi alla facoltà di medicina, ma ostacoli di carattere burocratico, che sono forse al fondo di natura politica, fanno fallire il progetto. Stringe amicizia in questi anni con B. Friedlánder e poi con Morítz Egidy, ex ufficiale prussiano distaccatosi dal suo ambiente e promotore di una forma di socialismo religioso che mira all'unità dell'umanità. La sua attività politica completa la "rottura" con il mondo borghese. Nel novembre 1893 è condannato a due mesi di reclusione per aver incitato a forme di disobbedienza allo stato, pena che gli viene poi aumentata a nove mesi, che sconta a Sorau. Arrestato ancora nel 1896 e nel 1897, viene quest'ultima volta assolto per mancanza di prove. Nel 1899 è condannato a sei mesi di carceri, che sconta dal settembre 1899 al febbraio 1900 a Tegel. E' questo per L. un periodo di crisi; la conoscenza della poetessa Hedwig Lackmann che diventerà sua moglie, lo aiuta in questo momento difficile. La sua attività politica in questi anni non si era limitata all'agitazione. Aveva preso parte al congresso di Zurigo nel 1893, dove Bebel lo aveva accusato di essere una spia della polizia e un agente provocatore, accuse che si comprendono se inquadrate nel più vasto disegno di una lotta delle varie correnti della socialdemocrazia contro gli anarchici. Nel congresso di Londra del 1896, a cui L. prese ugualmente parte, il contrasto si accuisce al punto che si avrà l'espulsione degli anarchici.
L'attività di agitazione lo aveva portato a viaggiare per molte parti della Germania e a prender contatti con le più svariate personalità e gruppi politici, ed è questa esperienza, che si riflette nei suoi scritti. L'attività politica prende via via forma letteraria, per molti aspetti congeniale a L., che aveva già scritto un romanzo, Der Todesprediger, che era stato pubblicato nel 1893, e che scriverà parecchie novelle che saranno raccolte in volume e pubblicate col titolo Macht und Máchte nel 1903.
Il periodo di Tegel coincide col culmine della crisi politico-spirituale di L. Dalle lettere a Hedwig Lackmann e all'amico Fritz Mautbner vediamo compiersi il ripiegamento in se stesso, l'interiorízzarsi dell'attività politica, il suo spostarsi su di un piano critico-letterario, il progressivo distacco cioè dall'azione e dall'agitazione politica. Gli interessi letterari e filosofici che l'attività politica aveva relegato in secondo piano, ma che non erano stati mai dimenticati, tanto che L. aveva collaborato con Mauthner alla stesura di Ueber Epische und Dramatische Dichtung - divengono ora prevalenti. Alla ricerca di raccoglimento spirituale che contrassegna il periodo di ripiegamento, si accompagna il desiderio di raggiungere una tranquillità che sia anche economica. Non sono programmi facili da realizzare. Le diverse possibilità che gli si offrono sono incerte: un lavoro di rappresentanza, attività redazionale nella nuova rivista « Die Zukunft ». L'editore Hirzel che attraverso M. Harden ha conosciuto gli scritti di L. vorrebbe pubblicarglieli, ma il progetto cade per motivi politici. Riesce alla fine a trovare un impiego presso la « Axel Junckers Buchhandlung » di K. Scbnabel, e diviene collaboratore fisso di numerosi giornali e riviste. Anche le questioni familiari non sono di facile soluzione. Vi sono difficoltà concernenti il divorzio e le nuove nozze, e per ovviare a questa difficoltà nel 1902 L. trascorse quasi un anno in Ingbilterra, a Bromey, nel Kent; nelle vicinanze abitava Kropotkin, di cui L. sarà il primo traduttore tedesco. Dalla unione con H. Lackmann, unione armonica e felice, nascono due figlie, Gudula e Brigitte: ma con ciò aumentano le difficoltà e L. e la moglie sono costretti a un duro e continuo lavoro di traduzioni. Anche le amicizie della nuova famiglia sono più letterarie che politiche: Dekmel, amico ed ammiratore di H. Lackmann, R. Beer-Holmann, Mombert e Hofmannstbal; e più vicini a L. M. Buber, E. Múbsam, Leo Wertbeimer e Max Neltlau. Sono anni di relativa tranquillità e di equilibrio. La politica, come L, l'aveva intesa negli anni '90, è attività finita e conchiusa. Ora per lui politica può significare soltanto azione eticospirituale, rinnovamento che non è più tanto delle strutture quanto degli animi. Staccatosi dai socialisti, non per questo è più vicino agli anarchici. Ai margini della socialdemocrazia, tra le tante effimere formazioni, si costituiscono verso alla fine del 1908, prevalentemente in Svizzera, gruppi che si riuniscono in un Sozíalistischer Bund. Sono gruppi radicali che rifiutano la società borghese e mirano a costruire una nuova realtà che la sostituisca. L. nel maggio del 1908 ha i primi contatti con questi gruppi di socialdemocratici radicali e anarchici, a cui egli espone le sue idee sul socialismo. Questi gruppi hanno ripreso la testata del vecchio « Der Sozialíst », e a questo nell'agosto del 1908 L. propone un suo articolo. Viene così in contatto con Margarete Faas-Hardegger, sua interlocutrice nell'epistolario di questi anni, che eserciterà su di lui una profonda influenza e rappresenterà per così dire la via a questa rinnovata attività politica. Infatti ben presto « Der Sozialist » diventerà il giornale di L.: il « miglior giornale della Germania », dirà Buber, ma che porta via a L. quel pochissimo tempo che ancora gli restava per leggere e chiacchierare, come scriverà all'inizio del 1909 all'amico Mautbner, e che non risolve, anzi aggrava le difficoltà economiche. La vita del giornale a cui ora L. dedica la sua attività, non è facile. Sono continue le polemiche interne ed esterne, lamentele che giungono dalla Svizzera perché il livello del giornale è troppo alto per poter essere capito dai lavoratori, perché così la diffusione di un giornale del genere tra i lavoratori si risolve ancora una volta in una forma di sfruttamento dei lavoratori stessi. Polemiche anche in Germania, coi socialdemocratici e con i gruppi anarchici, che paradossalmente, secondo L., si sono dati ora una organizzazione burocratica centralizzata e uno statuto che è peggiore di quello socialdemocratico.
La rottura anche con gli anarchici è quindi ormai netta. Nel saggio  (« Der Sozialist », n. 10, 15. VI. 909) L. prende posizione contro lo statuto elaborato dalla conferenza di Lipsia e si distacca decisamente da ogni organizzazione anarchica.
L'attività politica di L, assume sempre più un carattere morale-pedagogico, mentre si rafforzano certe connotazioni religiose del suo socialismo. Si acuisce la polemica con la socieldemocrazia che non ha nulla per elevare il livello dei proletari, e non li abitua a lavorare col cervello e a vedere le cose come sono. Intanto il gruppo Gemeinschaft del Sozialistischer Bund cerca di concretare in qualche misura le istanze cooperativistíche, tentando in campo scolastico una Freie Schu1gemeinde, a favore della quale si era già espresso M. Buber. Ma L. sente che la sua opera, anche nel quadro di questi piccoli gruppi, è un'opera che si svolge nella solitudine.
I contatti con gli anarchici non sono però definitivamente spezzati, tant'è che L. si offre di aiutare l'« Anarchist » di Lipsia in difficoltà, e propone una collaborazione con gli anarchici, che diffonderanno « Der Sozíalist », in attesa di poter stampare essi stessi un supplemento; quando ci saranno abbonati sufficienti. Sono queste, al di là di quelle fondamentali, le piccole preoccupazioni quotidiane che riempiono le giornate. Intanto, proprio in rapporto alle concezioni cooperativistiche che sono in lui una costante, L . torna di nuovo sul pensiero di Tolstoj e di Kropotkin specialmente, che studia in Der Werdende Mensch, e di cui vede il limite in una mancanza di sensibilità per la filosofia e la religione. In questo periodo il distacco dalle correnti di estrema sinistra e dalle correnti dominanti della socialdemocrazia è ormai completo. Nella socialdemocrazia intanto il frazionamento è un fatto accettato: si punta tutto ora sul successo elettorale e sulla organizzazione di partito per la trasformazione dello stato. Di qui la contraddizione che paralizza la socialdemocrazia: ora non può più far a meno di quella parte dell'elettorato che avrebbe votato per lei solo se si fosse posta su di un piano riformistico ma questo atteggiamento voleva dire rinuncia di ogni elemento rivoluzionario e ac- cettazione dello stato dominante. Di questo sono coscienti molti gruppi dell'estrema sinistra, che sostengono da posizioni diverse la stessa lotta di L. contro l'imborghesimento del socialismo. Negli anni immediatamente precedenti alla guerra L. si impegna a fondo nella propaganda pacifista e nel tentativo di organizzazione del proletariato in vista di opporre una concreta resistenza a ogni iniziativa nazionalistica e bellicistica. Il tentativo fallisce completatamente. Resta l'appello morale, ma anche questo vien messo a tacere nella primavera del 1915 quando « Der Sozialist » deve sospendere la pubblicazione. I primi anni di guerra sono di intenso lavoro, prevalentemente letterario. Nel 1917 L. si trasferisce a Krumbach, in Svezia; egli che si è sempre sentito estraneo e alle grandi città e al mondo prussiano si trova qui perfettamente a suo agio, nella Germania del sud. La guerra è per lui un grave colpo: stanco, malato, la morte della moglie avvenuta nel febbraio 1918 crea attorno a lui il vuoto. L., con una speranza voluta che guarda oltre, al futuro, al di là delle terribili vicende della guerra, non aveva voluto abbandonare la Germania perché sentiva che il suo compito era di restare per portar « testimonianza dello spirito tedesco ». In una lettera a Wilson, che era riuscito a far uscire segretamente dalla Germania, L. riconosceva le colpe della Germania, ma perorava la causa di un futuro ordine internazionale in cui la grande eredità dello spirito tedesco avesse il suo posto. Gli ultimi mesi della guerra sono difficili, materialmente come spiritualmente. Gli ultimi giorni di guerra lo vedono progettare un suo spostamento a Dússeldorf in vista di una stia attività nel teatro locale. Ma la possibilità di una rivoluzione in Baviera - che poi al suo scoppio lo troverà a letto, malato - lo trattiene a Krumbach,- è la speranza che avvenga qualcosa di veramente nuovo, quella « rigenerazione religiosa » a cui L. ora più che mai tende.E' il momento in cui forse può essere salvato quel patrimonio culturale della Germania che potrà rappresentare l'apporto di questa alla nuova comunità che sorgerà dal conflitto e poi dalla rivoluzione.
Chiamato a Monaco da Kurt Eisner, partecipa alla proclamazione della repubblica, della Ráterepublik, e vi collabora in qualità di "incaricato del popolo" per i problemi dell'informazione. La posizione politica di L., la sua linea politica sono si coerenti alle sue aspirazioni anarchico-religiose, ma risultano confuse e difficili, come d'altra parte confusi e difficili sono i tempi, a Monaco, dove si ha il paradosso di un movimento di consigli sostenuto inzialmente dai socialdemocratici e dai socialisti indipendenti, a cui il partito comunista darà la sua adesione ed il suo apporto,che risulterà però decisivo, solo nella sua fase finale. Con l'uccisione di Kurt Eisner è il Consiglio centrale che assume direttamente il potere. E' questo il momento cruciale in cui veramente la repubblica bavarese diviene la Munchener Ráterepublik. Il movimento rivoluzionario che aveva portato al Volksstaat in Baviera e che fin ora il prevalere dell'elemento socialdemocratico aveva orientato nel senso di una spinta verso la ricerca di nuove forme e apparati statuali e strumenti di governo capaci di operare una trasformazione in senso democratico (tali erano stati i risultati raggiunti con il Parlamento centrale e il Vorláufiges Staatsgrurdgesetz del 4 gennaio 1919), riprende ora con più forza e si struttura in un movimento di consigli. Sorge la Raterepublik, e nei due mesi che vanno dalla morte di Eisner alla sua distruzione i "governi" che in essa si succedono si orientano ora in senso marxista, ora in senso anarchico e social-rivoluzionario. Il proclama del Consiglio centrale rivoluzionario che il 7 aprile costituisce la Repubblica dei consigli in Baviera è firmato tra gli altri da L. In esso troviamo il termine di « dittatura del proletariato », ma non la parola « stato »: « Al popolo in Baviera! E' deciso. La Baviera è una repubblica dei consigli. I lavoratori e i contadini rivoluzionari della Baviera, e anche tutti i nostri fratelli che sono soldati, sono d'accordo che da oggi in poi ogni sfruttamento e oppressione debbono aver fine. La dittatura del proletariato che ora è divenuta realtà si propone la realizzazione di una comunità veramente socialista, in cui ogni lavoratore debba aver parte alla vita pubblica, di una giusta economia social-comunista... ».
Per L. la collaborazione coi comunisti non è facile. Il realismo del gruppo comunista non si armonizza con le aspirazioni anarchico-religiose di L. I pericoli "esterni" sono troppo gravi per le discussioni teoriche all'uso della violenza. Nella notte tra il 12 e il 13 aprile viene compiuto un tentativo controrivoluzionario. L. sfugge all'arresto.
Stroncato definitivamente il tentativo, i comunisti si sostituiscono a capo della repubblica per realizzare quella vera. Al consiglio centrale si sostituisce un comitato d'azione, di cui non fa più parte, L. si mette a disposizione del Comitato, ma l'offerta è ignorata. Il rifiuto della violenza è privo di senso in lati situazioni. L. stesso lo comprende e si ritira nei pressi di Monaco, nella casa della vedova di Kurt Eisner.
La nuova repubblica tenta seriamente di attuare un programma socialista: ma alla radicalizzazione della situazione corrisponde un movimento di difesa delle forze borghesi e reazionarie. Alla costituzione di una Armata Rossa si risponde con il raggruppamento di Freikorps e di unità della Reichswehr nel Nord della Baviera, nell'Oberland, nel Wurttemberg e nella Turingia.
La tensione cresce, nelle campagne il programma di socializzazione incontra opposizione crescente. Nuova crisi il 26 e 27 aprile. I comunisti vengono messi in minoranza da un voto di sfiducia nell'assemblea dei consigli di fabbrica. Si forma un nuovo comitato esecutivo, a cui L. rinnova la sua offerta di collaborazione. Si tentano approcci con il governo Hoffmann, ma questo richiede una resa incondizionata. L'Armata Rossa non intende cedere e il 30 aprile viene proclamata la dittatura dell'Armata Rossa. Ma il giorno successivo i Freikorps e le truppe della Reichswehr riprendono l'avanzata, la lotta riprende per le strade di Monaco, e l'Armata Rossa deve cedere alla preponderanza delle truppe governative. Il pomeriggio di quello stesso giorno, il 1° maggio, L. venne arrestato in casa Eisner. Sfuggito a una esecuzione sommaria, fu trasferito a Starnberg, e interrogato. La mattina del 2 maggio assieme ad altri due membri della Ràterepublik viene trasportato a Stadelbeim e massacrato.
Difficile delinearne in poche parole il pensiero: Gustav Landauer non è un pensatore sistematico. Le radici religiose del suo pensiero sono piuttosto chiare. Ma non si tratta di una religione positiva, da cui L. prenderebbe le mosse. L'ebraesimo di L., che rappresenta il sottofondo del suo pensiero, non ha però il carattere di una religiosità « positiva ». Di fronte all'accentuato carattere razionalistico della religiosità degli ebrei tedeschi della Germania guglielmina L. non reagisce come Buber con una religiosità di carattere anarchico-rivoluzionario. Per L. la tradizione del pensiero mistico rappresenta il quadro entro cui muoversi: né interpretazioni naturalistiche della realtà, né interpretazioni spiritualistiche ma l'unità del mistico. Anche il momento piú strettamente politico del pensiero di L. risente di tutta una tradizione religiosa, che va dai profeti ai movimenti anabattisti .
L'anarchismo di L. è esaltazione dell'individuo e dell'autentica comunità, rivolta contro la cultura moderna che distrugge l'uomo. L'uomo come essere storico ha necessità dell'uomo, del mondo che lo circonda. Il mondo moderno crea invece il deserto intorno all'uomo. Socialismo per L. è quindi ricostituzione di questo mondo più umano, fondato sul mutuo soccorso, sulla cooperazione. Per giungere a questa ricostituzione dell'uomo è necessaria una sua rigenerazione, un avvenimento che spezzi una routine che soffoca l'individuo, che cancelli la violenza, l'isterilimento attraverso l'organizzazione burocratica dello stato. Per la vita dell'uomo è necessaria la rivoluzione. Il fine di questa è la sostituzione di questo mondo con. un mondo fondato sul principio della cooperazione, ispirato ai principi del comunismo agrario, un mondo della fratellanza, della libera convivenza degli uomini non più legati da legami esteriori, ma da legami intimi, vitali.
Sono tutti questi temi che ritornano di L., e che si trovano come raccolti e ordinati nello scritto del 1907, Die Revolution e sono alla base di tutti i suoi scritti, che negli anni della maturità sono di carattere prevalentemente letterario. Li ritroveremo ancora in un'altra opera di carattere più nettamente politico l'Aufruf Zurn Sozialismus, ma il primo volumetto conserva maggior organicità e spontaneità, e rappresenta forse il momento più felice ed equilibrato del pensiero anarchico di L.
Prefazione al libro
"Rivoluzione" (1907)
di Gustav Laundauer
casa editrice B.Carucci, 1970

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