Vita di Gustav Landaur
Gustav
Landauer nacque a Karlsruhe nel 1870, il 7 aprile. A Karlsruhe
frequentò il ginnasio, distinguendosi e ottenendo il Fichte-Preis, ma
mostrando già allora sintomi di viva insofferenza. Il distacco dal mondo
borghese si approfondisce sempre più per le ampie letture di Spinoza,
Schopenhauer e Nietzsche, e soprattutto di Ibsen, che accrescono il
disagio di L. e l'incapacità di adattamento. Al termine degli studi
liceali lascia Karlsruhe, ma ben presto abbandona lo studio della
filosofia e della germanistica, che aveva iniziato ad Heidelberg, e si
trasferisce definitivamente a Berlino,città che alla fine del secolo
raccoglie con Monaco le più disparate personalità, gli insofferenti e
gli incapaci di integrarsi. Tra il 1891 e il 1899 L. svolge una
disordinata e tempestosa attività politica. Si trova a dover combattere
difficoltà di ogni genere, a cominciare da quelle economiche. Infatti
egli ha rotto i ponti con la famiglia: unico legame rimasto, la madre e
un cugino che simpatizza per le sue posizioni politiche e che cercherà
più volte di aiutarlo. Vive coi proventi di una faticosa attività di
scrittore e pubblicista: e la vita non è facile, anche perché L. sposa
una giovane operaia, una sarta, da cui ha anche una figlia, Charlotte.
Il matrimonio non riesce e termina in un divorzio. E' questo un momento
difficile, in cui L. vive alla meno peggio come redattore di « Der
Sozialist », come traduttore e agitatore politico, ai margini della
socialdemocrazia e assai vicino a gruppi anarchici. Cerca, sempre in
questo periodo, di riprendere gli studi, e di iscriversi alla facoltà di
medicina, ma ostacoli di carattere burocratico, che sono forse al fondo
di natura politica, fanno fallire il progetto. Stringe amicizia in
questi anni con B. Friedlánder e poi con Morítz Egidy, ex ufficiale
prussiano distaccatosi dal suo ambiente e promotore di una forma di
socialismo religioso che mira all'unità dell'umanità. La sua attività
politica completa la "rottura" con il mondo borghese. Nel novembre 1893 è
condannato a due mesi di reclusione per aver incitato a forme di
disobbedienza allo stato, pena che gli viene poi aumentata a nove mesi,
che sconta a Sorau. Arrestato ancora nel 1896 e nel 1897, viene
quest'ultima volta assolto per mancanza di prove. Nel 1899 è condannato a
sei mesi di carceri, che sconta dal settembre 1899 al febbraio 1900 a
Tegel. E' questo per L. un periodo di crisi; la conoscenza della
poetessa Hedwig Lackmann che diventerà sua moglie, lo aiuta in questo
momento difficile. La sua attività politica in questi anni non si era
limitata all'agitazione. Aveva preso parte al congresso di Zurigo nel
1893, dove Bebel lo aveva accusato di essere una spia della polizia e un
agente provocatore, accuse che si comprendono se inquadrate nel più
vasto disegno di una lotta delle varie correnti della socialdemocrazia
contro gli anarchici. Nel congresso di Londra del 1896, a cui L. prese
ugualmente parte, il contrasto si accuisce al punto che si avrà
l'espulsione degli anarchici.
L'attività di agitazione lo aveva
portato a viaggiare per molte parti della Germania e a prender contatti
con le più svariate personalità e gruppi politici, ed è questa
esperienza, che si riflette nei suoi scritti. L'attività politica prende
via via forma letteraria, per molti aspetti congeniale a L., che aveva
già scritto un romanzo, Der Todesprediger, che era stato pubblicato nel
1893, e che scriverà parecchie novelle che saranno raccolte in volume e
pubblicate col titolo Macht und Máchte nel 1903.
Il periodo di
Tegel coincide col culmine della crisi politico-spirituale di L. Dalle
lettere a Hedwig Lackmann e all'amico Fritz Mautbner vediamo compiersi
il ripiegamento in se stesso, l'interiorízzarsi dell'attività politica,
il suo spostarsi su di un piano critico-letterario, il progressivo
distacco cioè dall'azione e dall'agitazione politica. Gli interessi
letterari e filosofici che l'attività politica aveva relegato in secondo
piano, ma che non erano stati mai dimenticati, tanto che L. aveva
collaborato con Mauthner alla stesura di Ueber Epische und Dramatische
Dichtung - divengono ora prevalenti. Alla ricerca di raccoglimento
spirituale che contrassegna il periodo di ripiegamento, si accompagna il
desiderio di raggiungere una tranquillità che sia anche economica. Non
sono programmi facili da realizzare. Le diverse possibilità che gli si
offrono sono incerte: un lavoro di rappresentanza, attività redazionale
nella nuova rivista « Die Zukunft ». L'editore Hirzel che attraverso M.
Harden ha conosciuto gli scritti di L. vorrebbe pubblicarglieli, ma il
progetto cade per motivi politici. Riesce alla fine a trovare un impiego
presso la « Axel Junckers Buchhandlung » di K. Scbnabel, e diviene
collaboratore fisso di numerosi giornali e riviste. Anche le questioni
familiari non sono di facile soluzione. Vi sono difficoltà concernenti
il divorzio e le nuove nozze, e per ovviare a questa difficoltà nel 1902
L. trascorse quasi un anno in Ingbilterra, a Bromey, nel Kent; nelle
vicinanze abitava Kropotkin, di cui L. sarà il primo traduttore tedesco.
Dalla unione con H. Lackmann, unione armonica e felice, nascono due
figlie, Gudula e Brigitte: ma con ciò aumentano le difficoltà e L. e la
moglie sono costretti a un duro e continuo lavoro di traduzioni. Anche
le amicizie della nuova famiglia sono più letterarie che politiche:
Dekmel, amico ed ammiratore di H. Lackmann, R. Beer-Holmann, Mombert e
Hofmannstbal; e più vicini a L. M. Buber, E. Múbsam, Leo Wertbeimer e
Max Neltlau. Sono anni di relativa tranquillità e di equilibrio. La
politica, come L, l'aveva intesa negli anni '90, è attività finita e
conchiusa. Ora per lui politica può significare soltanto azione
eticospirituale, rinnovamento che non è più tanto delle strutture quanto
degli animi. Staccatosi dai socialisti, non per questo è più vicino
agli anarchici. Ai margini della socialdemocrazia, tra le tante effimere
formazioni, si costituiscono verso alla fine del 1908, prevalentemente
in Svizzera, gruppi che si riuniscono in un Sozíalistischer Bund. Sono
gruppi radicali che rifiutano la società borghese e mirano a costruire
una nuova realtà che la sostituisca. L. nel maggio del 1908 ha i primi
contatti con questi gruppi di socialdemocratici radicali e anarchici, a
cui egli espone le sue idee sul socialismo. Questi gruppi hanno ripreso
la testata del vecchio « Der Sozialíst », e a questo nell'agosto del
1908 L. propone un suo articolo. Viene così in contatto con Margarete
Faas-Hardegger, sua interlocutrice nell'epistolario di questi anni, che
eserciterà su di lui una profonda influenza e rappresenterà per così
dire la via a questa rinnovata attività politica. Infatti ben presto «
Der Sozialist » diventerà il giornale di L.: il « miglior giornale della
Germania », dirà Buber, ma che porta via a L. quel pochissimo tempo che
ancora gli restava per leggere e chiacchierare, come scriverà
all'inizio del 1909 all'amico Mautbner, e che non risolve, anzi aggrava
le difficoltà economiche. La vita del giornale a cui ora L. dedica la
sua attività, non è facile. Sono continue le polemiche interne ed
esterne, lamentele che giungono dalla Svizzera perché il livello del
giornale è troppo alto per poter essere capito dai lavoratori, perché
così la diffusione di un giornale del genere tra i lavoratori si risolve
ancora una volta in una forma di sfruttamento dei lavoratori stessi.
Polemiche anche in Germania, coi socialdemocratici e con i gruppi
anarchici, che paradossalmente, secondo L., si sono dati ora una
organizzazione burocratica centralizzata e uno statuto che è peggiore di
quello socialdemocratico.
La rottura anche con gli anarchici è
quindi ormai netta. Nel saggio (« Der Sozialist », n. 10, 15. VI. 909)
L. prende posizione contro lo statuto elaborato dalla conferenza di
Lipsia e si distacca decisamente da ogni organizzazione anarchica.
L'attività
politica di L, assume sempre più un carattere morale-pedagogico, mentre
si rafforzano certe connotazioni religiose del suo socialismo. Si
acuisce la polemica con la socieldemocrazia che non ha nulla per elevare
il livello dei proletari, e non li abitua a lavorare col cervello e a
vedere le cose come sono. Intanto il gruppo Gemeinschaft del
Sozialistischer Bund cerca di concretare in qualche misura le istanze
cooperativistíche, tentando in campo scolastico una Freie Schu1gemeinde,
a favore della quale si era già espresso M. Buber. Ma L. sente che la
sua opera, anche nel quadro di questi piccoli gruppi, è un'opera che si
svolge nella solitudine.
I contatti con gli anarchici non sono
però definitivamente spezzati, tant'è che L. si offre di aiutare l'«
Anarchist » di Lipsia in difficoltà, e propone una collaborazione con
gli anarchici, che diffonderanno « Der Sozíalist », in attesa di poter
stampare essi stessi un supplemento; quando ci saranno abbonati
sufficienti. Sono queste, al di là di quelle fondamentali, le piccole
preoccupazioni quotidiane che riempiono le giornate. Intanto, proprio in
rapporto alle concezioni cooperativistiche che sono in lui una
costante, L . torna di nuovo sul pensiero di Tolstoj e di Kropotkin
specialmente, che studia in Der Werdende Mensch, e di cui vede il limite
in una mancanza di sensibilità per la filosofia e la religione. In
questo periodo il distacco dalle correnti di estrema sinistra e dalle
correnti dominanti della socialdemocrazia è ormai completo. Nella
socialdemocrazia intanto il frazionamento è un fatto accettato: si punta
tutto ora sul successo elettorale e sulla organizzazione di partito per
la trasformazione dello stato. Di qui la contraddizione che paralizza
la socialdemocrazia: ora non può più far a meno di quella parte
dell'elettorato che avrebbe votato per lei solo se si fosse posta su di
un piano riformistico ma questo atteggiamento voleva dire rinuncia di
ogni elemento rivoluzionario e ac- cettazione dello stato dominante. Di
questo sono coscienti molti gruppi dell'estrema sinistra, che sostengono
da posizioni diverse la stessa lotta di L. contro l'imborghesimento del
socialismo. Negli anni immediatamente precedenti alla guerra L. si
impegna a fondo nella propaganda pacifista e nel tentativo di
organizzazione del proletariato in vista di opporre una
concreta resistenza a ogni iniziativa nazionalistica e bellicistica. Il
tentativo fallisce completatamente. Resta l'appello morale, ma anche
questo vien messo a tacere nella primavera del 1915 quando « Der
Sozialist » deve sospendere la pubblicazione. I primi anni di guerra
sono di intenso lavoro, prevalentemente letterario. Nel 1917 L. si
trasferisce a Krumbach, in Svezia; egli che si è sempre sentito estraneo
e alle grandi città e al mondo prussiano si trova qui perfettamente a
suo agio, nella Germania del sud. La guerra è per lui un grave colpo:
stanco, malato, la morte della moglie avvenuta nel febbraio 1918 crea
attorno a lui il vuoto. L., con una speranza voluta che guarda oltre, al
futuro, al di là delle terribili vicende della guerra, non aveva voluto
abbandonare la Germania perché sentiva che il suo compito era di
restare per portar « testimonianza dello spirito tedesco ». In una
lettera a Wilson, che era riuscito a far uscire segretamente dalla
Germania, L. riconosceva le colpe della Germania, ma perorava la causa
di un futuro ordine internazionale in cui la grande eredità dello
spirito tedesco avesse il suo posto. Gli ultimi mesi della guerra sono
difficili, materialmente come spiritualmente. Gli ultimi giorni di
guerra lo vedono progettare un suo spostamento a Dússeldorf in vista di
una stia attività nel teatro locale. Ma la possibilità di una
rivoluzione in Baviera - che poi al suo scoppio lo troverà a letto,
malato - lo trattiene a Krumbach,- è la speranza che avvenga qualcosa di
veramente nuovo, quella « rigenerazione religiosa » a cui L. ora più
che mai tende.E' il momento in cui forse può essere salvato quel
patrimonio culturale della Germania che potrà rappresentare l'apporto di
questa alla nuova comunità che sorgerà dal conflitto e poi dalla
rivoluzione.
Chiamato a Monaco da Kurt Eisner, partecipa alla
proclamazione della repubblica, della Ráterepublik, e vi collabora in
qualità di "incaricato del popolo" per i problemi dell'informazione. La
posizione politica di L., la sua linea politica sono si coerenti alle
sue aspirazioni anarchico-religiose, ma risultano confuse e difficili,
come d'altra parte confusi e difficili sono i tempi, a Monaco, dove si
ha il paradosso di un movimento di consigli sostenuto inzialmente dai
socialdemocratici e dai socialisti indipendenti, a cui il partito
comunista darà la sua adesione ed il suo apporto,che risulterà però
decisivo, solo nella sua fase finale. Con l'uccisione di Kurt Eisner è
il Consiglio centrale che assume direttamente il potere. E' questo il
momento cruciale in cui veramente la repubblica bavarese diviene la
Munchener Ráterepublik. Il movimento rivoluzionario che aveva portato al
Volksstaat in Baviera e che fin ora il prevalere dell'elemento
socialdemocratico aveva orientato nel senso di una spinta verso la
ricerca di nuove forme e apparati statuali e strumenti di governo capaci
di operare una trasformazione in senso democratico (tali erano stati i
risultati raggiunti con il Parlamento centrale e il Vorláufiges
Staatsgrurdgesetz del 4 gennaio 1919), riprende ora con più forza e si
struttura in un movimento di consigli. Sorge la Raterepublik, e nei due
mesi che vanno dalla morte di Eisner alla sua distruzione i "governi"
che in essa si succedono si orientano ora in senso marxista, ora in
senso anarchico e social-rivoluzionario. Il proclama del Consiglio
centrale rivoluzionario che il 7 aprile costituisce la Repubblica dei
consigli in Baviera è firmato tra gli altri da L. In esso troviamo il
termine di « dittatura del proletariato », ma non la parola « stato »: «
Al popolo in Baviera! E' deciso. La Baviera è una repubblica dei
consigli. I lavoratori e i contadini rivoluzionari della Baviera, e
anche tutti i nostri fratelli che sono soldati, sono d'accordo che da
oggi in poi ogni sfruttamento e oppressione debbono aver fine. La
dittatura del proletariato che ora è divenuta realtà si propone la
realizzazione di una comunità veramente socialista, in cui ogni
lavoratore debba aver parte alla vita pubblica, di una giusta economia
social-comunista... ».
Per L. la collaborazione coi comunisti non è
facile. Il realismo del gruppo comunista non si armonizza con
le aspirazioni anarchico-religiose di L. I pericoli "esterni" sono
troppo gravi per le discussioni teoriche all'uso della violenza. Nella
notte tra il 12 e il 13 aprile viene compiuto un tentativo
controrivoluzionario. L. sfugge all'arresto.
Stroncato
definitivamente il tentativo, i comunisti si sostituiscono a capo della
repubblica per realizzare quella vera. Al consiglio centrale si
sostituisce un comitato d'azione, di cui non fa più parte, L. si mette a
disposizione del Comitato, ma l'offerta è ignorata. Il rifiuto della
violenza è privo di senso in lati situazioni. L. stesso lo comprende e
si ritira nei pressi di Monaco, nella casa della vedova di Kurt Eisner.
La
nuova repubblica tenta seriamente di attuare un programma socialista:
ma alla radicalizzazione della situazione corrisponde un movimento di
difesa delle forze borghesi e reazionarie. Alla costituzione di una
Armata Rossa si risponde con il raggruppamento di Freikorps e di unità
della Reichswehr nel Nord della Baviera, nell'Oberland, nel Wurttemberg e
nella Turingia.
La tensione cresce, nelle campagne il programma
di socializzazione incontra opposizione crescente. Nuova crisi il 26 e
27 aprile. I comunisti vengono messi in minoranza da un voto di sfiducia
nell'assemblea dei consigli di fabbrica. Si forma un nuovo comitato
esecutivo, a cui L. rinnova la sua offerta di collaborazione. Si tentano
approcci con il governo Hoffmann, ma questo richiede una resa
incondizionata. L'Armata Rossa non intende cedere e il 30 aprile viene
proclamata la dittatura dell'Armata Rossa. Ma il giorno successivo i
Freikorps e le truppe della Reichswehr riprendono l'avanzata, la lotta
riprende per le strade di Monaco, e l'Armata Rossa deve cedere alla
preponderanza delle truppe governative. Il pomeriggio di quello stesso
giorno, il 1° maggio, L. venne arrestato in casa Eisner. Sfuggito a una
esecuzione sommaria, fu trasferito a Starnberg, e interrogato. La
mattina del 2 maggio assieme ad altri due membri della Ràterepublik
viene trasportato a Stadelbeim e massacrato.
Difficile delinearne
in poche parole il pensiero: Gustav Landauer non è un pensatore
sistematico. Le radici religiose del suo pensiero sono piuttosto chiare.
Ma non si tratta di una religione positiva, da cui L. prenderebbe le
mosse. L'ebraesimo di L., che rappresenta il sottofondo del suo
pensiero, non ha però il carattere di una religiosità « positiva ». Di
fronte all'accentuato carattere razionalistico della religiosità degli
ebrei tedeschi della Germania guglielmina L. non reagisce come Buber con
una religiosità di carattere anarchico-rivoluzionario. Per L. la
tradizione del pensiero mistico rappresenta il quadro entro cui
muoversi: né interpretazioni naturalistiche della realtà, né
interpretazioni spiritualistiche ma l'unità del mistico. Anche il
momento piú strettamente politico del pensiero di L. risente di tutta
una tradizione religiosa, che va dai profeti ai movimenti anabattisti .
L'anarchismo
di L. è esaltazione dell'individuo e dell'autentica comunità, rivolta
contro la cultura moderna che distrugge l'uomo. L'uomo come
essere storico ha necessità dell'uomo, del mondo che lo circonda. Il
mondo moderno crea invece il deserto intorno all'uomo. Socialismo per L.
è quindi ricostituzione di questo mondo più umano, fondato sul mutuo
soccorso, sulla cooperazione. Per giungere a questa ricostituzione
dell'uomo è necessaria una sua rigenerazione, un avvenimento che spezzi
una routine che soffoca l'individuo, che cancelli la violenza,
l'isterilimento attraverso l'organizzazione burocratica dello stato. Per
la vita dell'uomo è necessaria la rivoluzione. Il fine di
questa è la sostituzione di questo mondo con. un mondo fondato sul
principio della cooperazione, ispirato ai principi del comunismo
agrario, un mondo della fratellanza, della libera convivenza degli
uomini non più legati da legami esteriori, ma da legami intimi, vitali.
Sono tutti questi temi che ritornano di L., e che si trovano come raccolti e ordinati nello scritto del 1907, Die Revolution
e sono alla base di tutti i suoi scritti, che negli anni della maturità
sono di carattere prevalentemente letterario. Li ritroveremo ancora in
un'altra opera di carattere più nettamente politico l'Aufruf Zurn Sozialismus,
ma il primo volumetto conserva maggior organicità e spontaneità, e
rappresenta forse il momento più felice ed equilibrato del pensiero
anarchico di L.
Prefazione al libro
"Rivoluzione" (1907)
di Gustav Laundauer
casa editrice B.Carucci, 1970
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